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Marino ha le mani pulite, chi può dire altrettanto?

La procura ha scoperto che la città di Roma è stata fatta oggetto di un continuato quanto sistematico saccheggio ad opera di pericolosa organizzazione criminale, per struttura e modalità d’azione assimilabile a quella mafiosa. Abbiamo appreso inoltre che detta organizzazione, come molte piante nel regno vegetale, è autoctona ovvero originaria del posto, non essendo stata in Roma importata da luoghi lontani e quivi messa a dimora. L’organizzazione è il frutto di un connubio tra politica, criminalità e affari, non facilmente districabile. Come è noto al vertice dell’amministrazione capitolina è da oltre un anno e mezzo assiso il buon Marino, il quale trae il suo potere direttamente dal popolo, un medico chirurgo prestato alla politica, che non è stato in grado di trattare chirurgicamente ovvero con altra efficace terapia la grave patologia che ha pervaso l’intera città.

Il Sindaco Marino a quasi due anni dal suo insediamento, purtroppo non si era ancora accorto di avere i ladri in casa, rivelandosi pertanto una sorta di sentinella dormiente. Mentre indisturbati i malviventi asportavano dal palazzo di città beni, valori arredi e suppellettili, Marino faceva il suo consueto giro in bicicletta nel centro storico, si prestava a richiesta di qualche turista allo scatto di selfie e magari per far mostra della sua modernità e avanguardia, rispetto all’arretratezza culturale del paese, annotava contra legem sul registro dell’ufficio di stato civile i matrimoni gay contratti all’estero e anche quelli celebrati da ministri di culto non riconosciuti dall’ordinamento interno. Fortunatamente un solerte vicino di casa tale Pignatone, certamente persona più attenta del distratto custode delle chiavi della città, è intervenuto prima che la spoliazione venisse portata a più estreme conseguenze e magari il povero Marino corresse il serio pericolo di rimanere senza poltrona, senza scrittoio e finanche senza bicicletta. A Marino che finalmente destatosi si adopra per mostrare di avere le mani pulite, devesi muovere il rimprovero per ciò che avrebbe potuto e dovuto fare e non ha fatto al fine di evitare che la città venisse depredata e saccheggiata. Due anni di amministrazione non sono pochi e appaiono sufficienti quantomeno per fotografare la propria macchina amministrativa e rilevarne le criticità. A questo punto è logico domandarsi se un soggetto che per qualsivoglia motivo, anche biasimevole, non si avveda della presenza di estranei e di malviventi i quali indisturbati depredano il palazzo di Città, possa ancora essere considerato un buon padrone di casa, rectius un diligente pater familias. Per quanto innocente, Marino si è mostrato un sorta di idiota utile al malaffare politico e alla criminalità che si alimenta dell’ingente flusso di denaro messo a disposizione dalla politica.

Allo stato delle cose non è interessante e non è rilevante conoscere quali siano le sue reali responsabilità, di fatto, risulta acclarato come sotto il suo governo, nonostante la crisi economica trasformatasi in crisi sociale abbia compresso la capacità di spesa, le coop criminali hanno avuto una espansione del loro volume d’affari, dovuto all’inspiegabile e paradossale incremento del sovvenzionamento pubblico per le note causali. Il Sindaco di Roma avrebbe avuto tutte le possibilità e gli strumenti a disposizione per denunciare, prevenire e soprattutto impedire il saccheggio delle pubbliche risorse. Diversamente da quanto ci si sarebbe dovuto aspettare, al posto della politica colpevolmente inerte e incapace di fare pulizia, dall’esterno è dovuta nuovamente intervenire la magistratura ovvero un altro diverso potere dello Stato, ad aprire il vaso del connubio tra politica e criminalità, svolgendo in tal modo attività vicaria e sostitutiva dell’attività di controllo, prevenzione e repressione spettante direttamente alla cd buona politica.

L’Ente Comune attraverso i suoi organi, in primis il Sindaco, poteva e doveva spiegare  il controllo di legalità sull’operato dei  funzionari che si atteggia come forma primaria di autotutela dell’Ente. Esercitare il controllo di legalità, non è chiedere l’impossibile alla politica, ma è il comportamento doveroso minimale che dalla politica si deve pretendere al fine di emarginare i corrotti. In una situazione di generale degrado, non è sufficiente e non può essere ritenuto confortante, il fatto che probabilmente Marino abbia conservato pulite le sue mani. Forse sarebbe stato meglio per lui, nonché cosa buona e utile al suo ruolo, che le mani le avesse avute macchiate e sporche, per averle immerse nel fango, nel tentativo di estirpare il malaffare e la corruzione. Ma ed è questa la delusione più grande,  fare ciò sarebbe stato forse chiedere troppo all’ attuale classe politica italiana.

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16 comments

  1. DareioS 23 dicembre, 2014 at 20:37

    A proposito Marino sta correndo ai ripari. Ha arruolato un cacciatore di mafiosi conferendogli speciale delega per individuazione, neutralizzazione e cattura. Che dire, facile cacciare in una riserva di selvaggina.

  2. nemo 16 dicembre, 2014 at 11:04

    Commento di nuovo, ma ci sono nuovi fatti, e misfatti ! Apro rispolverando quella che durante la Rivoluzione Francese diventò una consuetudine, non lo scrivo nella lingua madre ma tradotto in italiano, la lingua che , in teoria tutti noi parliamo. Mi riferisco alle lettere di doglianza, esse davano la possibiltà di esprimere il proprio pensiero, critico, su fatti che colpivano la pubblica opinione, fatto a quell’epoca straordinario, considerando che fino a quel momento non era permesso , pena la galera , quando non la morte , di fare. Inizio con le mie lettere, si lucra sui rifiuti, si lucra sulla beneficenza, si lucra sulla sanità, si lucra sulle ricostruzioni, si lucra sulla diga a Venezia, si lucra sull’Expo di Milano, si lucra sui campi nomadi, si lucra sulle offerte dei fedeli in chiesa, si lucra sulle operazione chirurgiche, si lucra sulle case popolari, si lucra , infine sui rifornimenti di nafta a navi..affondate ! Permettemi una esclamazione popolare, ma il più pulito c’ha la rogna !

    • DareioS 16 dicembre, 2014 at 20:38

      Le cose di cui dolersi oggi sono troppe e non basterebbero i cahiers, la repubblica non è più fondata sul valore del lavoro peraltro merce rarefatta, ma sul guadagno comunque conseguito. D’ora in poi saranno indifferenti la professione svolta, il ruolo rivestito, il lavoro esercitato, le differenze si baseranno sulla diversità di guadagno prescindendo dalla fonte del guadagno e dalla sua liceità. Alla domanda che lavoro fai? la risposta potrebbe essere io guadagno 5.000,00 Euro al mese.

  3. Emidio Formicone 15 dicembre, 2014 at 12:36

    A Roma vi è stata sempre la corruzione fin dall’antichità, adesso purtroppo dalla grande bellezza siamo ricaduti nella cloaca maxima.
    Sarebbe il caso di riaprire quest’opera dell’ingegneria antica e scaricarci con un sol colpo destra e sinistra insieme.

  4. Genesis 12 dicembre, 2014 at 18:10

    Non posso sapere (e non vorrò mai) come si fa il sindaco di una città…se poi questa è Roma non voglio nemmeno immaginarlo.
    Quello che mi domando è: sicuramente Marino ha un qualsivoglia diritto di non sapere, ma egli ha dei consiglieri. I consiglieri devono consigliare…se non consigliano vuol dire che non producono…se non producono vuol dire che sono sulle spalle della comunità…se sono sulle spalle della comunità, è meglio che si cerchino un altro lavoro…se non si cercano un altro lavoro, Regina Coeli è aperta a tutti (belli, brutti e quelli che fanno i rutti…tanto per stemperare)…
    …siccome, però, non posso credere all’ignoranza di Marino, perchè persona abbastanza sveglia, mi viene da pensare, malignamente, che questi sia non stato d’accordo (ci mancherebbe), ma connivente (? si dice così???): cioè i suoi occhi erano foderati di qualcosa che non gli faceva capire l’evidenza.
    Un Sindaco lo rapporto ad un dirigente d’azienda. Se qualcuno dei subalterni creasse un problema, chi, di fronte alla legge, ci va di mezzo? Non solo chi ha commesso il delitto, bensì anche chi ha omesso il controllo.
    E’ un fatto matematico…1+1 fa sempre 2…non può fare “forse due, ma non posso sapere tutto!”.

    • DareioS 12 dicembre, 2014 at 18:32

      In effetti Paolo il tuo ragionamento contiene il principio di causalità nei reati omissivi. In linea di principio un atteggiamento omissivo essendo passivo non potrebbe inserirsi in un processo dinamico finalizzato alla realizzazione di un reato. Tuttavia chi ha l’obbligo giuridico di impedire un evento e omette di tenere il comportamento positivo che può impedirne la commissione, risponde del reato come colui che l’ha materialmente commesso. Ciao Paolo ben risentito dopo tanto tempo abbiamo avuto modo di confrontarci.

      • Genesis 12 dicembre, 2014 at 19:07

        A scuola un insegnante mi definì “avvocato dei poveri”…
        Benchè mia sorella sia divenuta un avvocato, fin da piccola le abbiamo insegnato ad utilizzare il buon senso. Spesso mi dice quanto sia fuori dal buon senso la nostra giurisprudenza…e non posso che condividere l’opinione…

  5. Kokab 12 dicembre, 2014 at 14:46

    probabimente in un posto come roma sarebbe servito un sindaco con il profilo di emiliano, ma se la politica si esaurisse nella competenza amministrativa specifica bisognerebbe farla fare solo ai prefetti o ai segretari comunali.
    a me sembra che il problema sia un altro; atteso che i politici nel nostro ordinamento i soldi non li toccano, per mettere insieme una così diffusa rete di malaffare è necessaria la complicità di chi materialmente gestisce le procedure di gara e si intesta i contratti della pubblica amministrazione, e cioè i dirigenti, che nella migliore delle ipotesi si sono piegati al volere dei politici, e nella peggiore sono stati complici attivi, cosa che la magistratura, se vorrà, potrà chiarire.
    io non so se marino ci abbia messo troppo tempo a capire, è anche possibile, ma non dimentichiamo che fino al giorno prima anche tutto il suo partito, tramutatosi in una consorteria di malfattori, reclamava la sua testa, e che lo stesso renzi si preoccupava essenzialmente della sua crescente impopolarità alettorale, piuttosto che della sua eventuale onestà o disonestà; quest’uomo isolato, forse non all’altezza del ruolo o forse si, ha comunque superato il vaglio della procura della repubblica, cosa che non è capitata al suo predecessore, e può costituire un possibile punto di riferimento per la ricostruzione, non fosse altro che per il fatto di aver avuto un chiaro sentore delle irregolarità diffuse e aver cercato di arginarle, in modi che il tempo chiarirà.
    fare il sindaco di una grande città è un mestiere ben più complicato di quello del parlamentare o del leader politico, e certo marino ha ampi margini di miglioramnto, ma comunque uno più competente e scafato, e magari in vendita, sarebbe stato molto peggio.

    • DareioS 12 dicembre, 2014 at 15:57

      Ciao Kobab innanzitutto grazie, anche da diverse posizioni, penso che ci unisca una corrispondenza nel sentire. In politica come nella vita quotidiana non esista un concetto di bene astratto. Esistono invece comportamenti e azioni buone dai quali si può eventualmente giudicare la buona politica. Nel caso di Marino il giudizio di buono con riferimento al suo essere politico sarebbe comunque astratto e apodittico, siccome non legato a comportamenti concreti valutabili.

  6. Luistella 12 dicembre, 2014 at 13:52

    Penso che alle persone oneste, riesca molto difficile riuscire a comprendere la vastità e la pericolosità delle ragnatele tessute intorno al sistema. Se mai si può ritenere il sindaco Marino uno sprovveduto, se proprio gli si vuol attribuire una colpa. Ma sfido chiunque a districare in poco tempo (perchè a parer mio due anni sono pochi) la matassa di questi delinquenti patentati che sino a prima di Marino, sono stati protetti, e non dico altro, dalla precedente amministrazione. Mi pare tra l’altro che l’interessato, abbia sempre fatto arrivare ai magistrati gli incartamenti necessari all’inchiesta. Se prima di far scattare le manette ci sono voluti mesi e mesi di intercettazioni,da parte della Procura, cosa avrebbe potuto fare il sindaco da solo o con pochi collaboratori? Chi ce lo dice che non sia stato appositamente in secondo piano, per lasciare fare alle forze dell’ordine e alla Magistratura il suo lavoro, e non intralciare le indagini?Poi, sinceramente, non sono di Roma, ma se dovessi scegliere tra un sindaco che gira in bicicletta e sorride ad un selfie, ed un altro che gira in auto blu scortato e poi conosce ( e sono benevola) quella feccia di gente, non ho dubbi su chi scegliere.

    • DareioS 12 dicembre, 2014 at 15:38

      Cara Luistella condivido le motivazioni interiori del tuo intervento e la preoccupazione che la politica non sia in mano a freddi tecnocrati, l’esteriore leggerezza del sindaco di cui trattasi, purtroppo non appare congiunta alla solidità e consistenza che la funzione richiede. Anche la cultura cristiana nel raccomandare di essere sempre candidi come colombe contestualmente impone di essere astuti come serpenti, proprio perché il male non prevalga sul bene.

  7. nemo 12 dicembre, 2014 at 11:11

    Concordo caro Dareios ed aggiungo, è notizia di oggi la rivolta degli ambulanti che si ribellano, sic, alla regolamentazione del mercato natalizio di piazza Navona, uno dei mercatini che facevano da cornice alla tradizione del Natale. I colpevoli, di questo tentativo, sono scortati dai vigili la ragione di tutto questo ? Il tentativo di far tornare il mercato alla sua originaria e bella funzione, snaturata nel tempo da banchetti di porchetta oltre che esondare in spazi non concessi e consentiti. Uno dei “padroni” delle centinaia di licenze è un conosciuto rappresentante di forza politica e parente della famiglia che ha queste licenze, che sia chiaro comprendono tutto ciò che le norme chiamano commercio ambulante, si parte quindi dai furgoni parcheggiati nelle aree archeologiche per finire al semplice caldarrostaio che incontri all’angolo di via Condotti. Vi sono stati tentativi di aggirare le disposizioni dei legge, da parte di consiglieri, addirittura di maggioranza, ignorare le disposizioni sulla tutela dei luoghi,estenzione delle deroghe. Perchè scrivo questo? Perchè il sistema è questo, doversi guardare le spalle anche da coloro che “dovrebbero” essere tuoi alleati è disarmante! Come tu scrivi, giustamente, se nella definizione mafia vogliamo mettere un sistema , un comportamento, allora ci siamo, se in questa definizione vogliamo mettere quella classica che conosciamo , allora non ci siamo! Un comportamento può essere definito mafioso quando copia quello originario ? Si, ma non è mafia, quella che conosciamo. Si può definire mafioso il sistema che si scoprì, quando si scoprì la P2 ? Io credo di si, quel sistema fatto di connivenze è classico, ma allora dove è la differenza? Nella violenza , che traspare dalle intercettazioni ? O dal sistema che avvolge nella sua tela, di ragno, tutta la macchina ? In questo, sistema dobbiamo mettere tutto , anche quelle organizzazioni che, teoricamente sono al di sopra dei sospetti , oggi ne abbiamo le prove ! Decine di milioni, che ricordo sommessamente, sono i vecchi milardi, decine di organizzazioni sono in fila per riscuotere questi contributi. Tra queste non dimentichiamo vi sono anche quelle classiche. Quanto costa tutto questo alla città ? Ricordo che abbiamo il record delle imposte locali. Ebbene, ci vorrebbe, concordo con la tua valutazione, ci vorrebbe il classico uomo forte, un galantuomo non riuscirà mai a rompere il guscio di omertà e di connivenze che attanaglia, non solo Roma , ma ovunque vi sia possibilità di lucro sulla pelle dei cittadini. Forse , ripeto, forse, una delle ragioni che consentono ai tanti populisti di aver successo è proprio questa. Una delle accuse rivolte a Renzi ,che sia chiaro non è la soluzione totale dei problemi, è quella d’essere autoritario, ebbene se il Sindaco Marino lo fosse stato avrebbe convocato quei suoi consiglieri per chiedere conto della loro iniziativa, fortunatamente ritirata, ebbene se fosse stato autoritario non si sarebbe fatto cuocere a fuoco lento in questi mesi, tutti sappiamo delle manovre in seno al PD romano ! Credo che sia un galantuomo ma lo stagno della politica ,affollato di coccodrilli non perdona nessuno, tantomeno un galantuomo.

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