SET - SPE 2016 3

                                          Xi Jinping

 

di Tom Phillips da Pechino

(Traduzione Redazione Modus)

 

Secondo il calendario cinese, il 2016 sarà l’anno della scimmia, propizio per i genitori che sperano nella nascita di bambini vivaci e intelligenti.
Per il capo del partito comunista, Xi Jinping, che completa tre anni di presidenza nel mese di gennaio, i presagi sono meno promettenti. Finora, Xi ha costruito la sua reputazione come uno dei leader più dominanti della Cina negli ultimi decenni: un grande accentratore che i titoli dei giornali chiamano Big Daddy Xi.
Ha cementato la sua presa sul potere con un assalto feroce ai rivali politici, ed ha trascinato alcuni dei personaggi più temuti e influenti del partito attraverso il fango sino in carcere. Egli si è impegnato nel rimettere il Regno di Mezzo al centro degli affari del mondo, perseguendo una politica estera sempre più audace e tentando di ridefinire il ruolo della Cina all’interno della Nazioni Unite.
Nel mese di settembre, il presidente cinese ha celebrato la sua apparente supremazia lanciando una parata militare ampollosa in cui i lanciamissili nucleari e migliaia di soldati hanno sfilato attraverso piazza Tiananmen.
Ma a fronte di tutta la spavalderia di Xi, vi sono prove nel 2015 di inizio di una sua crescente debolezza e di quella degli 87 milioni di appartenenti al partito che egli conduce.
C’è stata la cattiva gestione delle difficoltà del mercato azionario, un affare gestito così male che Xi è stato biasimato da importanti funzionari del mercato finanziario, ed è stato persino raffigurato sulla copertina dell’Economist disperatamente impegnato a puntellare il crollo dei mercati.
Ci sono state le catastrofiche esplosioni a Tianjin – una tragedia da alcuni descritta come una Katrina cinese – che ha devastato la vita ed evidenziato radicati problemi di corruzione e incompetenza del governo cinese. Per tutto il tempo, in agguato appena sotto la superficie, c’è stato il mormorio costante di intrighi politici che da tempo minacciano di strappare il controllo del partito comunista.
Quei brontolii si intensificheranno nel 2016 come fazioni rivali impegnate nella loro opposizione alla campagna anti-corruzione di Xi ed alla sua gestione di un’economia in rapida caduta.
Di fronte ad una crescente pressione politica interna, Xi si dedicherà alla politica estera ed all’ apparato di sicurezza interna per assicurarsi il sostegno dell’opinione pubblica. Egli attizzerà ulteriormente il nazionalismo per far aumentare le tensioni nel Mar cinese del sud, dove la costruzione di isole artificiali ha portato Pechino e Washington ai ferri corti. Egli continuerà a intensificare la sua guerra contro la corrotta fazione delle “tigri” all’interno del Partito Comunista, con l’obiettivo di ottenere forse la sua più grande vittoria fino ad oggi, entro la seconda metà dell’anno.
E, con il 2016 che celebra i 50 anni dall’inizio della tumultuosa rivoluzione culturale del presidente Mao, i pochi che oseranno parlare contro la Cina di Big Daddy si troveranno ad affrontare un trattamento ancora più duro, contemporaneamente Pechino cerca di soffocare ogni critica all’interno della parte che Xi conduce.
Coppie festose riempiranno i reparti di maternità nell’anno della scimmia. Ma per Xi rischia di rivelarsi un annus horribilis.

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux