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Al di sotto di ogni sospetto

Finalmente, dopo oltre un anno e mezzo di pontificato, Papa Bergoglio ha detto qualcosa di politicamente scorretto, che probabilmente restituisce qualche perduta certezza ai vari Bagnasco e Bertone, e forse inquieta chi, dallo schieramento laico, ha confidato e confida nelle sue aperture per arrivare ad un rapporto non conflittuale e di reciproco rispetto con la Chiesa.
Difatti, dopo aver iniziato a scardinare le posizioni più retrive sulla famiglia e sulla sessualità, bastava poco, ma effettivamente non ha detto pochissimo, dopo aver puntato i fari sulla gestione economica della Chiesa, il cui spessore etico si è frequentemente dimostrato al di sotto di ogni sospetto, e dopo essersi assunto delle responsabilità sullo scandalo della pedofilia di massa del clero che nessuno dei suoi predecessori aveva neppure lontanamente considerato, ha finalmente fatto una cosa di chiara ispirazione clericale, e ha rivendicato la legittimità dell’obiezione di coscienza di fronte all’aborto e all’eutanasia, come un Ruini qualunque.
Intendiamoci, che il Papa rivendichi la sacralità della vita rifiutando l’aborto e l’eutanasia è cosa del tutto comprensibile, direi persino ovvia, e forse non era neppure giusto pretendere da Bergoglio uno scatto ulteriormente rivoluzionario verso la modernità, che avrebbe scardinato dalle fondamenta la chiesa su cui governa, ma difendere la sacralità della vita e rivendicare il dovere all’obiezione di coscienza, non sono affatto due cose correlate, a meno che non si voglia sostenere, ed è possibile, che il fine giustifica i mezzi.
A me il problema posto dalle parole di Bergloglio appare di una assoluta semplicità: le posizioni di chi ha fede e di chi non ce l’ha, sui problemi etici in generale, e sull’inizio e la fine della vita in particolare, sono del tutto incompatibili e inconciliabili, tanto sotto il profilo logico quanto sotto quello filosofico, e ha poco senso perfino discuterne: chi pensa che la vita sia un dono di Dio che l’uomo deve accettare e accogliere nel bene e nel male, e chi pensa che sia frutto del caso, e che ogni uomo abbia della propria vita, in ogni momento, la piena disponibilità, non hanno assolutamente nulla di rilevante da dirsi, e possono solo decidere se combattersi o se accettare di convivere.
Nel primo caso, indipendentemente dall’identità del vincitore, si va verso lo stato etico, nel secondo si apre, o si deve aprire, una prospettiva di reciproca accettazione, nella quale ciascuno sceglie per sé come vivere e come morire, in piena libertà e nel rispetto delle scelte degli altri; compito dello Stato è assicurare a tutti questa libertà, e il diritto di esercitarla, impedendo che su questi temi possa trovare applicazione il principio di maggioranza: è il fondamento della laicità e la regola di base di ogni possibile convivenza civile, al di fuori della quale, da qualunque parte si vada, si finisce nell’arbitrio e nella prevaricazione.
Non parendomi esserci una terza via, credo che l’incitamento all’obiezione di coscienza, che vuol dire disattendere ad una legge dello Stato, sia semplicemente un abominio, una entrata a gamba tesa sul terreno degli altri, in questo caso i non credenti, per cercare di imporre surrettiziamente la regola di coloro che hanno fede, sfasciando quel principio di laicità che solo consente di tenere insieme le più parti del tutto; credo anche, ma certo non pretendo di dimostrarlo, che Bergoglio lo sappia molto bene, e che non abbia pronunciato a cuor leggero le parole che ha detto, e forse neppure volentieri.
Certo, la Chiesa si è abituata molto bene in Italia con l’obiezione di coscienza, che in qualunque ordinamento ha un carattere di eccezionalità, e normalmente anche un costo; quando esisteva ancora il servizio di leva, e fino a poco prima della sua abolizione, la pretesa di non servire il proprio paese sotto le armi costava 24 mesi di servizio civile, e presumo che il prezzo sarebbe molto più salato in una situazione di guerra; questo costo ha una logica, perché se lo Stato permette ad un suo cittadino di sottrarsi ad un obbligo gravoso, poi gli deve chiedere qualche cosa in cambio, anche per ragioni di equità nei confronti di chi lo sostiene.
Nell’unico altro caso in cui il nostro ordinamento prevede l’obiezione, ossia l’aborto, poiché l’eutanasia può essere al massimo un tema dei prossimi decenni, il legislatore ha invece adottato una logica opposta, consentendo al personale sanitario di sottrarsi ai doveri previsti da una legge dello Stato sostanzialmente a costo zero; oggi questa cosa viene considerata normale, ma senza neppure entrare nel merito delle distorsioni che ha prodotto, per cui i cattivi sembrano quelli che applicano la legge, sarà pur possibile dire che questo principio è aberrante, che lo Stato è venuto meno ad un suo preciso dovere, e che pertanto dovrebbe cambiare verso, che la Chiesa ne ha volgarmente approfittato e che si accinge ad approfittarne ancora, e che Bergoglio si poteva risparmiare, non fosse altro che per l’ambizione di inanellare un percorso netto, straordinario per un Papa, in tutti i tempi, di pretendere di piegare ai principi della Chiesa tutti coloro che non hanno alcuna fede, e che oggi sono legittimati ad offendersi.

 

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10 comments

  1. Stufo 22 novembre, 2014 at 11:42

    Chissà quando Bergoglio e la Chiesa,in genere,la pianteranno di entrare nella vita degli altri,in particolar modo,di quelli che non sono credenti,praticanti o abbracciano altre religioni? le parole di Bergoglio sono,come giustamente scritto in qualche commento,un'”istigazione a delinquere”che trova terreno fertile nella possibilità che ha il medico di dichiararsi obiettore di coscienza.Ancora un mattone,dunque,a quello che è il mio convincimento ossia che l’Italia è ben lungi dall’essere un Paese civile.

  2. Genesis 21 novembre, 2014 at 22:35

    Credere o non Credere, questo è il problema!…ma a chi?
    Il nuovo papa è effettivamente una vecchia novità. Pur rimanendo un gesuita, qualche cosa di destabilizzante, per i suoi, l’ha detto. Che mantenga però una posizione ferma verso questo o quello, aborto ed eutanasia, è quindi cosa più che normale. Credere o non Credere…ma a chi credo io? …nel papa, nei generali in pensione vescovi?…o effettivamente in qualcosa d’altro? Chi obietta, lo fa consapevole di una legge scritta da chi? (Ci sono poi quelli che obiettano in ospedale, ma in clinica no…lasciamoli stare…quelli mi fanno schifo)
    Lo Stato deve murare le ingerenze della chiesa, non c’è più limite, bisogna finirla.
    Io Credo…che si chiami Dio, Allah, Budda, Visnù…non mi interessa…forse credo in Madre Natura, che ci ha dato modo di trovare sia sistemi per curare, che per alleviare definitivamente le proprie pene…dipende tutto da noi stessi…senza ingerenze di chicchessia.

  3. M.Ludi 21 novembre, 2014 at 20:50

    Da credente atipico (non vado in Chiesa, non seguo nessuna liturgia), ho apprezzato il segnale iniziale di Bergoglio di una nuova attenzione verso gli ultimi iniziando lui stesso e la sua curia a fare molte rinunce rispetto ai fasti passati. Le parole di apprezzamento che ha collezionato per queste prime mosse, sono diventati boati quando ha iniziato il difficile percorso di togliere il marcio dal Vaticano. Non mi illudo che questo sia il Papa della svolta totale della Chiesa; troppe forze nefaste agiscono in essa e rischia seriamente di fare una fine precoce (Luciani docet), ma l’ultima uscita sui temi etici, dal mio punto di vista, riportandolo in un solco segnato dalla tradizione ecclesiastica, paradossalmente rafforza l’azione innovatrice in altri campi.

    • Kokab 21 novembre, 2014 at 21:24

      può essere che sia un dazio che paga all’unità della chiesa, ma a parte il fatto che non è detto che l’intento vada a buon fine, ossia che riesca ad innovare veramente negli altri campi, a me pare comunque inaccettabile l’incitamento all’obiezione. che poi questa sia unosconcio che dobbiamo risolvere noi e non lui, è un problema completamente diverso

  4. atirannip 21 novembre, 2014 at 18:56

    A differenza dell’arbitrio con cui un Ruini o un Bagnasco si ergono giudici infallibili del corso che la vita (e la morte) debba avere, Bergoglio, sin dall’inizio, si è posto come paladino del nuovo e del cambiamento. È bastato un semplice ‘Buonasera’ per mandare in estasi quella parte dei cittadini italiani che per disperazione erano già alla ricerca di un idolato in cui projettare I loro desideri e insicurezze. Messo all’opera, di concreto, solo parole. Parole e modalità di comunicazione, che richiedono un’ altra modalità di analisi dei fatti. A mio avviso, non è la prima volta che Bergoglio ha una caduta di stile. Quando, indirizzando agli omosessuali, ha detto “chi sono io per giudicare” ha anche indirizzato I suoi fedeli con un: cosa ne pensa la chiesa è noto, non c’é bisogno di parlarne sempre”. Allo stesso modo si è speso indirizzando i divorziati. “potranno fare la comunione”….. Ora, ci sono sempre più coppie che non si sposano o non ritengono necessario sposarsi in chiesa. Di conseguenza, tale condiscendenza è un tentativo di mantenere la propria influenza, senza avere gli strumenti per esigerla. La prole nata da coppie di fatto o divorziate, crescerebbe senza contatti o influenza del clero e le sue credenze. Una perdita di “anime”non indifferente per la chiesa, se si considera la crescita zero della popolazione in Italia. Lo stesso vale per le severe parole indirizzate ai pedofili nella chiesa. Severità dovuta, in parte per instaurare una nuova fiducia con I fedeli, ma anche necessità dovuta dai tantissimi processi in corso su tutto il globo, che costano milioni e hanno messo in ginocchio le casse di molte diocesi in tutto il mondo. Bergoglio a me sembra prima di tutto un uomo di stato che sta facendo tutto il possibile per salvare l’istituzione chiesa.

  5. Gennaro Olivieri 21 novembre, 2014 at 18:45

    Sicuramente il Papa ha il diritto di esprimersi su qualsiasi questione etica (ma anche politica) che riguardi da vicino i cittadini italiani. Se gli interventi del Pontefice vengono avvertiti spesso come tracimanti al di là della potestà che egli ha sul suo piccolo Stato, non mi pare che sia colpa del Papa, ma nostra. In ogni altro Paese d’Europa, chiunque ricopra un incarico di rilievo pubblico (quindi non solo un pubblico ufficiale, ma anche un medico ospedaliero, un farmacista, un portalettere) ha ben chiaro che nell’esercitare le sue funzioni deve avere riguardo prima di tutto alle Leggi dello Stato, poi all’interesse pubblico, e buona ultima arriva la propria coscienza. Solo da noi, grazie al nostro bigottismo cattolico ma soprattutto a causa della mancanza di senso civico, è ammissibile che le scelte di coscienza e le convinzioni personali abbiano il sopravvento sulla Legge. Che poi ai medici obiettori non venga fatto pagare nessun conto, in cambio della possibilità di scavalcare la Legge, è ugualmente tipico dell’Italietta: da noi, i conti vengono fatti pagare solo ai poveracci.

    • Franz 21 novembre, 2014 at 20:51

      Gennaro, gli interventi sono, non sembrano, tracimanti. Per me, Bergoglio é un capo di stato come tutti gli altri, e mi da fastidio che intervenga su questioni che riguardano solo ed esclusivamente il nostro Stato. Non ha parlato contro l’aborto,ma ha invitato dipendenti statali italiani, pagati anche con le mie tasse ad andare contro la legge. Non mi pare, oltrettutto che l’invito sia rivolto a medici canadesi, russi, statunitensi, francesci etc. Forse perché questi ultimi lo pregherebbero di farsi i cavoli propri, cosa che, con la massima gentilezza ed educazione, lo invito a fare anch’io.

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