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4 cose da guardare nel primo dibattito presidenziale

 

di Maria Liasson
Corrispondente politico nazionale per NPR
(Traduzione Redazione Modus)

4 cose da guardare nel primo dibattito presidenziale

Hillary Clinton e Donald Trump saranno insieme sul palco per la prima volta il prossimo Lunedì. Entrambi i candidati avranno molto in gioco quando si incontreranno alla Hofstra University di New York per il primo dei tre dibattiti presidenziali, questo primo avrà come moderatore Lester Holt della NBC News.

Ognuno ha diverse opportunità e sfide nei dibattiti. Qui ci sono quattro cose alle quali Clinton dovrà pensare. Abbiamo anche guardato quattro cose da guardare per Trump.

 

4 cose a cui stare attenti per Hillary Clinton nel primo dibattito

 

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1. Qual’è il suo obiettivo?

Gli allenatori di dibattito dicono che uno dei più grandi errori che un candidato presidenziale può fare è fraintendere cosa sia, o non sia, un dibattito presidenziale. Non è un forum per segnare punti programmatici (una forza di Clinton). È, invece, una gara di carattere e comportamento. Tutti sanno che Clinton è informata e competente. Ora, lei ha bisogno di usare il dibattito per dimostrare che lei è anche autentica e che con lei ci si può identificare.

“Quando leggo dei libri giganti pre-dibattito che stanno preparando per lei, rabbrividisco e mi preoccupo. Più piccolo il suo libro preparatorio per il dibattito, meglio sarà per lei“, ha detto Sam Popkin, che ha preparato quattro candidati democratici per i dibattiti e ha giocato il ruolo di Ronald Reagan nelle sessioni di preparazione al dibattito di Jimmy Carter.

Popkin ha detto che Clinton ha bisogno di arrivare all’appuntamento preparata con delle “prime frasi” pulite e semplici, invece di cercare di litigare con Trump su fatti e dettagli.

In ultima analisi, i dibattiti sono “arte della performance”. Il linguaggio corporeo è importante. Nessuno si ricorda quali furono i punti programmatici che Al Gore portò al suo primo dibattito contro George W. Bush. Ma di Gore ricordano il comportamento e “bugie, sospiri, occhi rivolti all’in sù” che diedero la percezione che Gore avesse perso l’incontro.

 

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  George W. Bush e Al Gore in dibattito

 

2. Come affronterà l’onere delle grandi aspettative?

Clinton è un’oratrice esperta. È stata sulla scena nazionale per oltre 40 anni. I sondaggi mostrano che gli elettori si aspettano che lei “vinca” il dibattito. E quelle grandi aspettative sono un male per la Clinton perché ha il compito più difficile Lunedì notte. La barra per Donald Trump è relativamente bassa – deve appena dimostrare di essere un presidente plausibile, e non quel personaggio scandaloso e offensivo che alcuni elettori vedono durante la campagna elettorale. Ma a lei tocca il compito di dimostrare che è più onesta, affidabile e simpatica di quanto pensino la maggior parte degli elettori.

La campagna della Clinton non ha più di tanto cercato di abbassare le aspettative, un tempo, onorata tradizione di pre-tattica prima dei dibattiti. Invece alcuni stanno sottolineando ciò che molti democratici dicono sia un doppio standard – e cioè che Trump, come ha detto recentemente il presidente Obama, tende ad essere giudicato dai media con manica larga. D’altra parte, è giustificata l’impressione che alla Clinton siano rivolte le domande più severe e che sia messa sulla graticola più intensamente. Parte di questo è dovuto al fatto che lei è stata nel servizio pubblico molto a lungo e che lui è un uomo d’affari. E parte di questa tendenza è che è semplicemente una ingiustizia mediatica, il che ci porta alla prossima domanda.

 

3. Che dire delle questioni di genere?

Questa sarà la prima volta nella storia che un maschio e una candidata femmina si affrontano pubblicamente sul palco di un dibattito presidenziale. E piaccia o no, entrambi saranno giudicati in modo diverso. Gli studi sulla comunicazione di genere dimostrano che gli uomini, quando sono aggressivi, vengono percepiti positivamente. Quando le donne sono viste aggressive, queste vengono giudicate negativamente. E questo mette Clinton in difficoltà, perché come ogni consulente politico vi dirà: “Se giochi in difesa, stai perdendo.”

Per cui Clinton deve rimanere all’attacco, mostrando consapevolezza dei problemi, rimanendo calma, e confutando gli attacchi di Trump senza arrabbiarsi o scivolare nel fango con Trump. Come disse un consulente repubblicano, “se vai a lottare nel fango con un maiale, vi sporcate entrambi, ma al maiale piace.”

L’organizazione della campagna di Clinton si è lamentata delle critiche rivolte alla candidata democratica per non aver sorriso di più durante la sua apparizione al recente forum televisivo della NBC. Questo sarà anche un doppio standard, ma è così che gli elettori percepiscono. Agli elettori piace un guerriero felice, soprattutto se il candidato è di sesso femminile.
“Clinton ha bisogno di apparire calma, raccolta e di godere l’esperienza del dibattito, anche se, in fondo, lei non sentisse queste cose”, ha detto, dal campo repubblicano, il veterano allenatore di dibattito Brett O’Donnell.

 

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4. Ma i dibattiti portano a qualcosa?

Anche se i dibattiti raramente determinano il risultato delle elezioni presidenziali, è innegabile che possano fare la differenza. Non si vince una elezione, ma in un dibattito la si può perdere (Vedi: Gore o George H.W. Bush).

Certamente i dibattiti possono anche dare slancio ad una gara. E in una contesa così stretta, importa molto e come. Dopo tutto, è attesa una audience di oltre 100 milioni di persone.

4 cose da guardare nel primo dibattito presidenziale

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4 cose da guardare nel primo dibattito presidenziale

4 cose a cui stare attenti per Donald Trump nel primo dibattito

 

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1. Trump potrà superare le basse aspettative?

In un anno in cui gli elettori sono chiaramente pronti per un cambiamento e sono disgustati dallo status quo, Trump ha il vantaggio di essere l’outsider. Ma ha dei grossi deficit con gli elettori che pensano che non abbia il carattere e il temperamento per essere il presidente.

Lunedì, le aspettative saranno basse per Trump, ma lui ha un grande compito – convincere gli elettori che lui è sufficientemente plausibile come presidente.

Se Trump riuscirà a stare sul palco del dibattito per due ore e non perdere la calma e a dar l’impressione di essere una persona ragionevole, avrà avuto una buona serata“, ha detto Alex Conant, che è stato il portavoce del senatore della Florida, Marco Rubio, durante le primarie repubblicane. “Ed è molto più facile del compito che ha la Clinton – che è quello di convincere la gente che lei non è una bugiarda“.

I democratici lamentano che Trump venga ripetutamente giudicato dai media con manica larga, e non c’è dubbio che la barra per lui sia più bassa di quello che è per Clinton. Se non dirà qualcosa di scandaloso che sia razzista o sessista, vincerà la notte.

Ma c’è un settore in cui le aspettative per Trump sono alte – ci si aspetta che lui sia aggressivo e che riesca a dominare il dibattito come ha fatto durante le primarie quando ha eviscerato un avversario dopo l’altro.

 

2. Come renderà Trump in un faccia a faccia contro una donna?

Questo potrebbe essere un punto difficile per Trump. Gli toccherà fare qualcosa che nessun altro ha fatto prima: discutere contro la prima candidata donna alla presidenza. Trump probabilmente cercherà di evitare eventuali colpi bassi, ovviamente, sessisti.

Uno dei pochi momenti brutti che Trump ha avuto durante i dibattiti delle primarie repubblicane fu quando denigrò l’aspetto di Carly Fiorina, ex CEO di Hewlett-Packard. Trump potrebbe anche dover rispondere a domande riguardo al suo recente commento che la Clinton non ha un “aspetto presidenziale” o i suoi ripetuti dubbi sulla “capacità di resistenza (fisica)” di lei.

 

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          Trump e Carli Fiorina, durante un dibattito delle primarie

 

3. Trump può discutere nello stesso modo delle primarie?

Trump ha acquisito una sorta di reputazione mitica come dibattitore. Dopo tutto, ha sgominato 16 sfidanti esperti nelle primarie repubblicane. Ha formidabili capacità affinate da anni come una star di programmi reality. Parla in modo semplice, usa frasi chiare. Ha una presenza fisica imponente e una personalità “graaande“. E ha mostrato in alcune occasioni (ad esempio, la sua conferenza stampa in Messico) che può, infatti, sembrare simil “presidenziale”.

Nelle primarie, ogni volta che i dibattiti sono andati su temi quali il carattere o la storia personale, era molto a suo agio. Ma quando ha cercato di parlare in modo approfondito delle proprie proposte politiche, era fuori dal suo elemento.

Clinton sarà pronta a sfruttare quei momenti per dipingere Trump come impreparato per lo Studio Ovale. Inoltre c’è da tener presente che Trump non ha mai discusso contro un solo avversario.

 

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      Lester Holt, giornalista della NBC, e moderatore del primo dibattito

 

4. Cosa succede dopo il dibattito?

Ci sono tre fasi di un dibattito: impostazione delle aspettative, cioè il pre-partita, il dibattito in sé e la battaglia post-partita per il controllo delle percezioni di chi ha vinto e chi ha perso.

Trump sta già lavorando i fianchi degli arbitri e i suoi stan preparando una narrativa nel caso in cui non gli vada bene. Proprio come ha più volte affermato che l’unico modo in cui può perdere le elezioni sarà perché gli saranno state rubate, sulla stessa falsariga ha detto che i dibattiti sono truccati contro di lui. Egli sostiene che Lester Holt della NBC, il moderatore del primo dibattito, è di parte.

Guarda, è un sistema falsato. Lester è un democratico. Sono tutti democratici (nei media, N.d.R.), va bene? È un sistema molto ingiusto“, ha detto Trump a Bill O’Reilly su Fox News questo passato Lunedì.

In realtà, Holt, è un giornalista esperto e conduce la news di NBC in prima serata, è stato un elettore repubblicano registrato dal 2003, secondo i documenti dello Stato di New York.

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2 comments

  1. nemo 25 settembre, 2016 at 08:37

    Una cosa di quelle scritte c’è anche da noi. L’accusa di aver contro tutti i commentatori ! Tutti iscritti al partito avversario. Sia chiaro non mi trovo d’accordo con quelli che criticano un giornalista quando solleva dubbi e lo esaltano quando invece applaude il tuo candidato, credo che il giornalista , serio, sia quello che non ti fa sconti ma che, anche inconsapevolmente, ti aiuta con le sue critiche, a crescere. Detto questo vediamo che la kermesse si riduce alla semplice espressione di essere o apparire? Essere un politico che propone, riuscire è altra cosa, soluzione ai problemi, si sa sono sempre presenti, o apparire un politico “forte” di razza, per intenderci di quelli che mandano a quel paese senza giri di parole gli avversari, regolarmente etichettati come pezzi di merda ladri? Essere o non essere ? Triste tramonto della utopia, si credo che sia diventata questo, della democrazia!

  2. M.Ludi 24 settembre, 2016 at 12:15

    Di qua dall’Atlantico queste elezioni vengono vissute come siamo soliti fare: scarsa volontà di informarsi e spesso nulla conoscenza di tutti quei sottili meccanismi che regolano i vari passaggi che i candidati devono attraversare, a partire dagli ostici “caucus” in poi. Il giudizio dell’italiano medio su Clinton o Trump si basa sostanzialmente sul solito tifo da stadio: posizione di parte o costruita sui presunti, e tutti da verificare, vantaggi o svantaggi, che l’uno o l’altro esito potrebbe avere sulle nostre vite (=tasche).
    Per chi volesse, però, elevarsi dal livello di mediocrità (intesa in senso dispregiativo e non solamente come “media”), questo interessante articolo offre una chiave di lettura su quali saranno gli aspetti qualificanti di questa precisa fase del confronto, quello vis a vis tra i due contendenti. E’ importante capire che queste considerazioni varranno lunedì sera (ed in tutte le occasioni future analoghe) ma non saranno così importanti per le altre fasi della campagna, così come spesso non lo sono state nelle fasi precedenti al primo vero scontro diretto.

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