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Il ministro fantasma e i fantasmi del passato

Ieri, 23 dicembre, era il 30° anniversario della strage del rapido 904: una bomba radiocomandata sul treno Napoli-Milano, fatta esplodere quando il convoglio stava percorrendo la lunghissima galleria dell’Appennino, tra Firenze e Bologna, provocò 17 morti e quasi 300 feriti. Era il 23 dicembre 1984, e fu un attentato di mafia, con il coinvolgimento di alcuni ambienti dell’estrema destra e addirittura di un parlamentare del MSI.
Ieri, 23 dicembre, un sabotaggio alla linea dell’Alta Velocità presso Bologna, provoca l’interruzione del traffico ferroviario per ore. Si è trattato di un incendio doloso, appiccato con stracci imbevuti di benzina; nei pressi, alcune scritte NO TAV tracciate con vernice spray.
Forse la ricorrenza storica ha indotto alcuni politici a parlare di terrorismo in riferimento al fatto di Bologna, che sarebbe compreso in un piano complesso di sabotaggi e “attentati” contro la TAV, come quelli che si sono verificati tre giorni fa nei pressi di Firenze e la primavera scorsa a Milano.
Lo stesso Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ieri ha dichiarato, secondo quanto riportano tutte le agenzie di stampa, che la TAV verrà portata a compimento in ogni caso, “come è stato democraticamente deciso”, e che “chi si oppone all’alta velocità non intimidirà lo Stato”. Alfano non osa pronunciare la parola “terrorismo”, ma il suo linguaggio è lo stesso che i suoi predecessori negli anni ’70 e ‘8o usavano quando si trovavano di fronte ad attentati veri.
Questo tipo di linguaggio contribuisce a dimostrare la totale inadeguatezza di Alfano a ricoprire l’incarico di massimo responsabile della sicurezza della Nazione. Nel momento in cui la stessa Procura di Bologna si guarda bene dal parlare di terrorismo e sta indagando solo per “pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento seguito da incendio”, Alfano torna a evocare, usando un linguaggio d’altri tempi, spettri di un passato stragista. E sappiamo bene che chi evoca fantasmi ha spesso la speranza e forse l’interesse che essi tornino a manifestarsi.
Lo stesso argomentare di Alfano, associando disinvoltamente la TAV ai processi decisonali democratici, attribuisce la patente di terrorista e di eversore dell’ordine costituito ai sabotatori, regalando agli incendiari quell’importanza e quel ruolo che loro stessi probabilmente vorrebbero avere, ma in realtà non hanno. Come ha appena giudicato il Tribunale di Torino escludendo l’aggravante di terrorismo per i NO-TAV, oggi non siamo davanti a bombaroli stragisti. Il terrorismo era ben altra cosa, come dovrebbe ricordarci la ricorrenza storica trentennale di ieri. Se ne rende conto il Presidente del Consiglio, che evita accuratamente di pronunciare quella parola, ma è costretto dai numeri parlamentari a tenersi un personaggio di così basso livello a guida di un Ministero di fondamentale importanza.

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13 comments

  1. Gennaro Olivieri 25 dicembre, 2014 at 16:59

    Tra i Ministri dell’Interno “con quid” associato a uno stile riservato e un’azione determinata, mi piace ricordare il vecchio Virginio Rognoni, responsabile del Viminale per 5 anni ininterrotti del ’78 all”83 sotto diversi Governi, che ebbe la modestia e la lungimiranza di farsi assistere dai migliori giuristi d’Italia, e il coraggio di intraprendere la strada del favorire il “pentimento” dei terroristi: strategia che in pochi anni portò alla distruzione del brigatismo. Rognoni, negli anni successivi, guidò, sempre per lunghi periodi, i Ministeri della Giustizia e della Difesa, e fu uno dei pochissimi notabili democristiani a non essere minimamente sfiorato da Tangentopoli. Tra questi pochissimi, fu forse l’unico ad avere il buon gusto di capire, nel 1992, che la sua generazione di democristiani doveva uscire dalla prima fila della politica. Per la sua carriera rigorosa e per la sua immagine intatta, molti anni anni dopo, il Csm lo elesse con una maggioranza amplissima a suo Vicepresidente, carica che, anche in questo caso, ricoprì a lungo e con onore.

  2. riesenfelder 24 dicembre, 2014 at 16:40

    Mah! Probabilmente io sono controcorrente ma a me non dispiace più di tanto che a fare il Ministro dell’Interno sia un tipo come Alfano, la cui pochezza è stata certificata dal suo inventore, ossia Bersusconi_ex_cav._Silvio.
    Di Ministri dell’Interno con “quid” ne abbiamo avuti molti. Basta ricordare Restivo, che lo è stato dal 1968 al 1972, oppure Taviani 1973-1974, Cossiga 1976-1978, ecc.
    Tutti Dc. Tutti con grande “quid”. Conoscevano benissimo il loro lavoro e avevano veramente il controllo. Controllavano, in modo particolare i Servizi.
    Durante la loro reggenza del Ministero sono successe le cose più buie della Repubblica, cominciando per Piazza Fontana, passando per tutte le altre stragi, arrivando fino a Gladio.
    (Pure le Brigate Rosse erano piene zeppe di infiltrati e provocatori)
    E come La Storia ha dimostrato, tutte hanno avuto la copertura dei Servizi “deviati”.
    Due giorni fa sono stati arrestati 14 fascisti che volevano rinverdire i fasti dell’epoca delle stragi.
    A differenza di allora (per fortuna) sono stati presi prima che potessero mettere in atto i loro progetti.
    Alfano è in quel posto solo per una faccenda di aritmetica di coalizione. Ed è, a mio parere, un bene che sia così. Gli manca appunto quel quid che gli permetterebbe di fare danni.

    • Kokab 24 dicembre, 2014 at 17:35

      ragionamento interessante, e non privo di quid, almeno sotto il profilo tattico.
      nel tempo però avere tante caselle del risiko coperte da personaggi da avanspettacolo perchè non ce ne sono dotate di un profilo passabile, e non solo nel centro destra, costituisce un problema stutturale per il funzionamento della democrazia.
      non dimentichiamo poi che alfano, nella sua funzione, riesce a far danni anche da sprovveduto, come quando ha immaginato di essere il nostro agente ad astana.

    • M.Ludi 24 dicembre, 2014 at 18:42

      Sai, nella tecnica di comunicazione si usa dire che comunichi qualcosa anche quando immobile muto e impassibile sembri non comunicare niente; se ne potrebbe trarre una morale “omnibus” in base alla quale puoi far danni anche non facendo niente. Inoltre, se non sai fare niente, dobbiamo affidarci alla non confortante logica dell’orologio rotto (che almeno due volte al giorno dice l’ora esatta in ogni caso). Se infine ammettiamo l’ipotesi che un incompetente nel pieno (quasi) delle sue capacità mentali, voglia prendere iniziative per giustificare il minimo sindacale di impegno dovuto per uno stipendio lauto, restiamo, comunque nel campo dei probabili danni. In conclusione, al limite, meglio una scrivania vuota

      • riesenfelder 25 dicembre, 2014 at 03:38

        Rispondo, sottovoce, a Te e a Kokab.
        Sicuramente non sono riuscito a spiegarmi.
        Volevo solo dire – nel mio post – che a me, i Ministri dell’interno pieni di “quid”, non è che mi entusiasmino più di tanto. Ne ho nominati tre ( Restivo, Taviani e Cossiga) che di questo “quid” ne avevano a sufficienza.
        Mi sono dimenticato di un altro. A questo il quid usciva quasi dalle orecchie. Di nome faceva Claudio e di cognome Scajola. Prima che gli facessero il torto di regalargli appartamenti, divenne famoso essere stato Ministro all’Interno durante il G8 di Genova del 2001 (19 luglio- 22 luglio 2001).
        I tempi ora sono cambiati. Sui primi tre ( Restivo, Taviani e Cossiga) ormai cresce la gramigna e l’ultimo, il buon e caro Scajola è agli arresti domiciliari e comunque ha finito con la politica.
        Ora, come tentavo di dire, a fare il Ministro, c’è l’Alfano Angiolo.
        Lo sa anche lui di essersi sputtanato.E lo sanno i suoi.
        A mio parere, se nella coalizione deve essere uno del Ncd a coprire quel Ministero, uno meglio di ‘sto cesso è difficile da trovare.

        • Kokab 25 dicembre, 2014 at 09:38

          ti sei spiegato benissimo, e in modo anche arguto e spiritoso. convengo con te che quelli che hai citato non sono i migliori ministri possibili, e dal mazzo io salverei solo taviani, che ha scritto un libro fondamentale su cristoforo colombo.
          condivido anche la valutazione sul partito di alfano, nel quale lui è probabilmente l’uomo di maggior spessore, ed evito quindi, per decenza, di immaginare gli altri.
          tuttavia il problema che ponevo io era diverso, e provo ad esprimerlo in altro modo: il ministro dell’interno lo hanno fatto anche scalfaro e napolitano che, comunque li si voglia giudicare, non sono due golpisti in pectore, e neppure proprietari di immobili a loro insaputa, e persino maroni non sfigura vicino a quelli che hai citato.
          semplicemente credo che avere una classe politica di basso profilo, cosa che mai è stata vera come oggi, sia un lusso che un paese civile non si può alla lunga permettere, e il fatto che invece la nostra lo sia da almeno vent’anni spiega compiutamente almeno la metà del nostro declino.
          e sia chiaro, non è un problema che riguarda solo la destra.

  3. Luistella 24 dicembre, 2014 at 14:07

    Secondo me all’epoca dei fatti citati da M.Ludi, A.Alfano era un coniglio tirato fuori opprtunamente dal cappello del prestigiatore ( Silvio il Grande e coorte), tanto per fare anche da capro espiatorio: anch’io mi son chiesta a volte se lo faceva o c’era. Non credo però che faccia parte di quella schiera di persone che evocando alcuni spettri,hanno la speranza o l’interesse che questi accadano. Se mai inadeguato al compito che svolge, ma non connivente. Peraltro penso che se ha usato termini, come la Procura, del resto, di non temere atti terroristici che ben sappiamo, sia perchè il pericolo non è così incombente, ma sia anche perchè non si voglia creare una sorta di panico o di isteria collettiva. Entrambi questi ultimi due elementi, ampiamente giustificati, visto che non ci sono mancati

    • Luistella 24 dicembre, 2014 at 14:21

      continuo, scusate se ogni tanto mi partono i commenti non conclusi. Non ci sono mancati vari e tragici episodi che ci possano mettere sul chi va là.Hai fatto bene G, Olivieri a ricordare la starge di 30 anni fa, visto che mi pare, se non erro, sia passata inosservata. Ma forse perchè già “assalita” da queste paure , pensoche non ci sia molto da sottovalutare il pericolo terrorismo. Magari quello “nero”. E’ di questi giorni la notizie di 14 individui aderenti alla feccia del terrorismo di estrema destra che stavano progettando fatti ben peggiori, con bombe piazzate ovunque in sedi istituzionali, tanto per farci festeggiare il Natale. Si sa che anarchici con la testa vuota, o meglio, piena solo di idee deliranti ed estremisti di stampo suddetto, trovano consensi da coloro che ora si limitano ai danneggiamenti, ma domani possono imparare a perfezionarsi da questi criminali. Comunque confido in ciò che dicono le Procure ed anche un pò in questo Ministro dell’Interno, che spero si sia reso conto del ruolo che sta svolgendo ed abbia dato un taglio al passato berlusconiano.

  4. Kokab 24 dicembre, 2014 at 12:39

    angelino senzaquid ha già dimostrato di possedere un talento straordinario nel collezionare gaffe di ogni genere, e non servivano ulteriori prove delle sue qualità.
    c’è però una differenza fra quando inventa gag irresistibili, come quella del diversamente berlusconiano, o quando assieme alla santanchè fa il verso a pelizza da volpedo marciando sul tribunale di milano, e quando scherza col fuoco, o ci soffia sopra, come in caso; la palese inadeguatezza di un ministro dell’interno, quando non fa ridere fa piangere, e la cosa appare particolarmente inopportuna perchè dimostra anche una scarsa sensibilità umana.
    forse alfano è troppo giovane per ricordare la serietà del terrorismo, ma nel suo ruolo è un lusso che non si può permettere, e sarebbe utile che qualcuno glie lo spiegasse.
    come se avesse cinque anni.

  5. M.Ludi 24 dicembre, 2014 at 12:13

    Credo di averlo già detto altre volte ma, non mi se ne voglia per questo, essendo il più nitido ricordo che ho della prima entrata in scena di Alfano, lo trovo assolutamente coerente con quello che il personaggio ha mostrato in anni di attività dopo quella prima comparsata.
    Non ricordo esattamente quando accadde, ma è stata una situazione esilarante che, in quel momento ci ha riempito il cuore di soddisfazione (magra), invano confidenti sul fatto che la parabola berlusconiana fosse di breve durata: elezioni amministrative, sondaggi nettamente a favore di Berlusconi, Emilio Fede che senza attendere l’esito definitivo degli scrutini inizia a riempire la cartina d’Italia di bandierine azzurre e tutti i maggiori esponenti del cdx a riempire i canali televisi di cori trionfali.
    Improvvisamente il vento cambia e quelle bandierine improvvidamente lasciate al vento, vengono in parte non trascurabile, spazzate via da un risultato finale che dice altro rispetto ai canti di vittoria troppo precipitosi.
    Il risultato fu che nel breve spazio di un pomeriggio tutto il gruppo dirigente del cdx venne ricoperto da una coltre marrone e maleodorante che non lasciava scampo; chi si sarebbe presentato all’appuntamento serale del solito talk show a giustificare una simile figuraccia?
    La curiosità (altissima) venne soddisfatta quando negli studi televisivi, solo contro tutti, si presentò tale Angelino Alfano da Agrigento; ho pensato: o questo è un genio o è un cretino sesquipedale.

  6. nemo 24 dicembre, 2014 at 11:29

    Caro Gennaro ,non sono certo un patito fans di Alfano ma permettimi di dissentire sul concetto che esprimi, da quello che, io molto umilmente ho compreso, dividi il concetto di terrorismo da un lato attraverso i danni materiali a persone e cose come conseguenti dell’atto stesso e dall’altro il semplice atto che non si definisce propedeutico. Certo se lo inscriviamo in questo cerchio non si può che convenire con quanto dici, ma, il ma ci sta sempre, da un lato c’è chi, giustamente usa i mezzi a dsiposizione per esprimere il proprio dissenzo, dall’altra c’è chi appicca il fuoco alle strutture dell’odiata opera. Che sia chiaro ha contribuito alla creazione di posti di lavoro e all’allegerimento del traffico sull’autostrada, in particolare verso il nord. Ecco, ma quì c’è la evoluzione della protesta , chi si è fermato, nella scelta degli atti, continua nelle manifestazioni, credo converrai che nessuno le impedisca, quelli che invece preferiscono la evoluzione sono passati al sabotaggio. Credo converrai che di questi passaggi ne abbiamo avuto già la dimostrazione. Ti saluto.

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