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Angelawie, Angelawo, Angelagan

 

 

Angelawie, Angelawo, Angelagan

La storia è ad un tempo surreale e terribilmente seria: qualche settimana fa la canzone “Erdowie, Erdowo, Erdogan”, che prende in giro il presidente turco in un video di produzione tedesca, determina un incidente diplomatico con la convocazione dell’ambasciatore di Berlino da parte di Ankara; poco dopo il comico Jan Boehmermann, dedica sempre ad Erdogan una puntata della sua trasmissione Neo Magazin Royale, irridendolo con una poesia sfacciatamente provocatoria, nel quale gli dà fra l’altro dello zoofilo e del pedofilo.

 

Jan Boehmermann, "Erdowie, Erdowo, Erdogan"

 

Oltre che contro il leader turco, la provocazione è mirata ad una norma ottocentesca del codice penale tedesco, che prevede persino il carcere in caso di offesa ad un capo di stato straniero, nella sostanza una doppia operazione di denuncia, contro una norma anacronistica e contro un leader generalmente ritenuto al di sotto della soglia di accettabilità dal punto di vista degli standard democratici occidentali.

Erdogan, che pensa di essere il sultano dell’impero ottomano, soprattutto da quando vive nella sua nuova modesta residenza di mille e passa stanze, non ci ha pensato un minuto, ed oltre a far denunciare il comico dal Governo turco, lo ha anche denunciato personalmente, ad abundantiam; poiché in casi del genere è previsto che il Governo autorizzi il procuratore ad agire, una costernata Angela Merkel ha avocato a sé la gestione del caso, e dopo cinque giorni di complessi ragionamenti con i suoi esperti giuridici ha dato l’autorizzazione a procedere, dichiarando nel contempo che la norma in questione sarà prossimamente abolita.

 

SET 150416-04

 

La Cancelliera ha tentato di depotenziare il fatto sostenendo che ci si è limitati ad applicare il codice, e demandando alla magistratura la valutazione di merito, ma sembra che in pochi abbiano letto la cosa in questo modo, perché le vere questioni che si confrontano sono la libertà di satira e di stampa da una parte, e le relazioni con la Turchia che fa da gendarme sul confine orientale dell’Unione Europea dall’altra, sul fronti caldi della Siria e dell’ex impero sovietico.

Naturalmente la realpolitik ha le sue regole e le sue esigenze, ma non pare scontato, in un’Europa che non molto tempo fa si è intestata nel sangue la difesa della libertà di satira, che il sultano turco possa essere in alcun modo un accettabile interlocutore, non solo per il fatto che garantisce i diritti dell’opposizione con metodi da satrapia orientale, ma anche perché ha già dimostrato di essere uno spregiudicato e inaffidabile giocatore di poker sul piano delle relazioni internazionali.

A parte questi aspetti, che paiono onestamente di grande rilevanza, sia sul piano politico che dei principi, sfugge il motivo per cui la Merkel abbia deciso di metterci la faccia, perché di fronte ad una decisione tanto impopolare, pericolosa, e probabilmente giusta nella forma ma sbagliata nel merito, la cosa avrebbe avuto senso solo se avesse alla fine rispedito al mittente le richieste di Erdogan.

Ma non è quello che è successo.

 

SET 150416-02

Angelawie, Angelawo, Angelagan

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1 comment

  1. Remo Inzetta 16 aprile, 2016 at 18:31

    E cosa doveva fare la Merkl?
    Un Capo di Stato straniero, a cui un cittadino tedesco ha dato fra l’altro del pedofilo presenta una denuncia sulla base di una legge tedesca, e tu gli dici che non vale perchè mentre ti servi del suo esercito per contenere i migranti lo consideri un dittatore?
    Siamo seri, non so che margini di discrezionalità avesse la Merkel, ma se ci fossero anche stati la sua decisione in questo caso mi pare veramente opportuna; poi si abolisce la norma e si risolve il problema alla radice, ma ora non poteva fare altro.

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