le storie

Anne e il breve filmato

Parlare di Anne Frank in questi giorni è quasi un fatto obsoleto. Che non va dimenticato, certamente. In effetti la storia di Anne, della sua famiglia, il suo diario scritto nell’alloggio segreto, hanno attraversato il secolo scorso e continuano nell’attuale. Credo che la sua storia rimarrà per sempre nei ricordi dell’umanità. Forse l’olocausto cosi pianificato , di dimensioni così vaste che ha coinvolto milioni di persone, avvenuto in Europa, ha superato nel ricordo collettivo, i pogrom staliniani, quelli del regime di Pol Pot, lo sterminio degli Armeni , i genocidi della guerra dei Balcani e tutte le altre nefandezze compiute nel 1900, a seguire.
Quello che più mi impressiona nel caso di Anne è la sua vita normale, prima dell’efferatezza assoluta. Del resto non sappiamo nulla di lei e della sorella Margot durante l’internamento. Rimane la visione orrenda dei campi di concentramento, difficile da poter guardare, ed il pensiero che lei era là.

Anne nacque nel 1929 a Francoforte e morì di stenti e malattia, nel campo di sterminio di Bergen Belsen nel marzo 1945. Lei, con la sua famiglia e quella di un’altra famiglia ebrea, entrò nell’alloggio segreto ad Amsterdam nel giugno del 1942 e vi rimase sino al 4 agosto 1944, quando venne arrestata dalla Gestapo e poi internata. L’ultima pagina del diario risale al 1° agosto.
Dell’alloggio segreto, ora diventato un museo, sappiamo tutto della sua planimetria, dell’armadio che nascondeva l’ accesso, della vita in clandestinità.

Esiste un breve filmato di 21 secondi , l’unico in cui si vede Anne . E’ stato girato nel 1941 ad Amsterdam . Si vede una coppia di sposi che esce da un portone . Si vedono la sposa con cappellino ed un mazzo di fiori, qualche passante a piedi o in bicicletta, un’auto scorrere . Gli sposi si stanno avviando , probabilmente verso un’auto che li porterà in chiesa. Al piano superiore vi sono persone affacciate alle finestre: una di queste è Anne Frank. La stessa pettinatura che la ritrae nella fotografia famosa della copertina del Diario. Un’immagine serena, un lampo, data la brevità del filmato, che fa intendere la quotidianità di una vita , in cui si inserisce un bell’evento come quello di un matrimonio. Per un attimo Anne che è affacciata a guardare, si gira indietro, verso l’interno. Pare voler dire a chi è dentro “ ecco, stanno uscendo…”

 

Dino Buzzati, nel suo scritto “Conigli sotto la luna” paragona l’incoscienza serena dei conigli che saltellano nel prato e non sanno “dov’è tesa la tagliola”, che c’è ma non si vede, alla nostra, umana. Scrive “ neppure noi sappiamo, quando insieme agli amici si gioca e ride, ciò che ci attende, nessuno può conoscere i dolori, le sorprese, le malattie destinate forse all’indomani… Dov’è tesa la tagliola …?”
Ecco Anne in quei momenti, in quel lampo di fotogrammi, rappresentava un “coniglio sotto la luna”, che saltellava nel prato della vita ignara di un destino inimmaginabile, neppure prevedibile nelle peggiore delle ipotesi, che coinvolse milioni di persone.

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2 comments

  1. atirannip 28 gennaio, 2016 at 14:57

    Eppure di Anne si sa molto più che delle sue coetanee; attraverso il suo diario si dispiega una bimba all’inizio della sua adolescenza che per età e relativa esperienza non poteva immagginare ciò che l’aspettava nel futuro. Come del resto ancora oggi, noi tutti, ci diciamo sorpresi quando confrontati con le malignità di cui è capace ” il genere umano”. Ciò che inorridisce più di tutto in questo periodo storico è l’organizzazione e l’efficacia technica di cui si servono I potenti per sterminare. In Olanda il 75% degli Ebrei non è tornata in patria! La maggior parte degli Ebrei deportati nei campi di concentramento, è stata tradita da spiate dei vicini per motivi di lucro….

    • Kokab 28 gennaio, 2016 at 23:16

      ci sono persone a cui la vita assegna, loro malgrado, il compito di rappresentarne molte altre, e le fa diventare dei simboli destinati a durare nel tempo.
      anne è una di queste, una delle poche ragazze ebree di cui si sa qualcosa dopo l’inizio dello sterminio, e credo la sola che ci ha lasciato un documento capace di toglierla dall’anonimato, di darle un volto, dei pensieri, delle paure e dei sogni, fino a che questa singolarità non è stata interrotta dallo stesso destino che hanno subito altri 6 milioni di persone.
      la sua storia, e la breve immagine del filmato, restano a ricordarci l’orrore dell’olocausto, ma un orrore forse ancora maggiore lo suscita il dato che chiude il tuo commento, perchè se è vero che “la maggior parte” degli ebrei è stata tradita dai vicini per motivi di lucro, qui non abbiamo più l’orrore che suscitano i potenti, ma quello che nasce nelle persone normali che perdono una umanità che forse non hanno mai avuto, ed è una cosa molto peggiore.

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