la società

L’uomo, un particolare essere animale nato sulla terra

PREMESSA

Cercherò, nel limite del possibile, dopo approfonditi studi antropologici, di spiegare il perché l’Uomo è così Uomo. Non vogliatemene, ma credo, in questo periodo di vacche magre, che un po’ di sorriso faccia bene a tutti. Potrò risultare anche maschilista e sicuramente blasfemo…! OK, buono per il blasfemo, ma non sono maschilista…è una storiella per far capire quanto l’uomo sia stato portato ad essere quello che è.

CAPITOLO PRIMO: dalla Creazione ai primi del ‘900

Sappiamo tutti che all’inizio non c’era nulla, ma proprio nulla, gnenteee!

All’improvviso un boato: “OPS, scusate, la fagiolata di ieri ha fatto effetto!”, si guardò intorno, non c’era nessuno! “Ah, beh, poco male. Urka! Ma qui brucia tutto, troppo peperoncino nei fagioli!”. Creò l’acqua con cui spense alcuni pianeti formatisi…forse con un po’ troppa acqua! Quel qualcuno da un botto creò l’universo, la terra, il sole e tutto ciò che servisse per poter vivere bene: l’Eden che tutti ancora cerchiamo.

Cominciò a giocare con la terra: creò animali sempre più grandi, ma morivano subito…non avevano da mangiare! Creò le piante, ma agli animali così grandi non bastavano. “Uffa…sta creazione comincia a stufarmi!”. Un secondo botto, un po’ meno forte, uccise quegli animali così grandi…ora sapete il perché!

Creò l’Uomo, Adamo: bello, alto, biondo occhi azzurri, possente…ma Adamo era solo, nel senso che aveva come amici solamente animali, insetti, pesci e piante, cominciava a divenire un po’ strano soprattutto con le pecore… Da una costola di Adamo, e qui egli pensò che cominciava a buttar male, creò quindi la donna: Eva, splendida, un corpo spettacolare, pelle liscia e vellutata. Disse che potevano fare di tutto tranne che mangiare da quell’albero di mele (solo uno, quel melo maledetto c’era). Eva si oppose adducendo che il frutto “mela” toglieva il medico di torno: le disse che non si sarebbe mai ammalata, ma, cocciuta, non si fidava del tutto…il serpente, medico della mutua, continuava a tentare: “cogli la prima mela, cogli la prima mela, ha!”…

Eva colse la mela, la trasformò in una poltiglia che diede ad Adamo, il quale mangiò senza remore: “C’ho fame” disse.

Un putiferio! Un casino bestiale…l’antifurto del melo, che inizialmente era silenzioso, cominciò a squartare la pace dell’Eden. “Che ti me ga dà da magnar?” chiese Adamo, “’na cosa”…disse Eva…”Sarà miga sta ‘na mela?”…”nooo, sta tranquilo, ‘na pera, la go trovà ‘n tera…l’era sta spappolada da qualchedun…”.

Il Creatore si arrabbiò di brutto e disse: “Da ora dovrete patire le pene! Lavorerete col sudore della fronte e sputerete sangue, per potervi produrre il cibo: arerete i campi, taglierete le piante, farete fatica in tutto”. Eva chiese “Io ogni cambio di luna sputo sangue tutti i mesi, ma non dalla bocca…posso essere esentata?”… al che Adamo guardò Eva, Eva guardò Adamo, Adamo si specchiò nello stagno, ammirò tutta la sua possente muscolatura e pensò: “Go già capio chi che deve far fadiga…”…

Nacque quindi la prima differenza sostanziale del genere umano: il fisico! Chi era il più forte comandava, il più debole no! Nacquero i figli di questa coppia di fatto: Caino ed Abele. Caino divenne un uomo tutto d’un pezzo, Abele faceva quello che gli dicevano di fare. Da Caino ed Abele (nessuno sa come) si generò tutta l’umanità. Per questo c’è uno splendido monologo di Roberto Benigni che consiglio a tutti… L’uomo, per costituzione fisica, era sempre a capo della famiglia. Poche furono le famiglie matriarcali e comunque non ebbero un futuro.

Tralascio tutta la sequela di Patriarchi (molti nomi finiscono per “e”) per non dar troppa noia.

Nei secoli a venire l’uomo fu dedicato alla coltivazione dei campi, alla pastorizia, alla caccia, al bar, al night, al calcetto con gli amici…proprio per quel maledetto fisico possente che gli era stato donato. <Ma non si poteva fare la donna ad immagine e somiglianza dell’uomo, togliendo e mettendo solamente qualcosa qua e la? Le cose si sarebbero potute fare insieme già dall’inizio, non si sarebbe mai pensato alla “parità di genere”, perché non avrebbe avuto senso…>

Si generò quindi l’umanità, non intesa come indole, ma come “tanta ggente”! Tutti i discendenti di quella famigliola occuparono le terre che il Creatore aveva costruito: il peso di questa folla crepò però la terra in tante porzioni e queste, galleggiando sul magma, che era casa del serpente, si allontanarono l’una dall’altra. Un bel casino di nuovo! L’acqua invase le valli e separò i continenti…ne aveva fatta veramente tanta! Le donne cercarono di direzionare le zolle correndo qua e la, e gli uomini capirono che non sapevano guidare! “Guardate come si fa!”…un nuovo boato, ma questa volta il Creatore non c’entrava. “Chi ha un modulo di constatazione amichevole?”…così si crearono le montagne: quelli che poi in futuro sarebbero stati chiamati indiani, andavano forse un po’ troppo veloce…

Il Creatore, vista la sua benevolenza (alla fine erano tutti figli suoi), rallentò di molto questi movimenti, chiese a qualcuno di separare le acque e di costruire grandi navi per spostare gli animali da un continente all’altro. Domandò “Chi ha voglia di costruire una nave così grande che ci stiano almeno due capi di bestiame per tipo?…tu? tu?”…uno disse “no, è, l’è ‘na fadiga da mati!”…”Ebbravo Noè, un applauso a Noè! Dai, ti darò una mano anch’io…” Noè, che si ricordava la storia del suo avo Adamo, della sua costola, disse “No, ben, faccio da solo, non disturbarti!”…così gli animali furono sparpagliati in giro per il mondo.

L’uomo, inteso come genere umano, si evolse. Riusciva a far di conto, a leggere i segni del cielo ed a procurarsi di che vivere. Alcuni, più furbi e fisicamente possenti, si coalizzarono e divennero i capi di tutto, quasi come il Creatore che, forse distratto perché da qualche altra parte stava creando un nuovo mondo riflettendo sugli errori fatti col primo, lasciò fare…forse per troppo tempo.

Molte genti si ricordarono di lui solamente quando quei capi non gli lasciarono di che vivere, e lo pregavano. “Chi mi sta pregando?”…”siamo noi, ma non volevamo disturbare!”…” Ah, ben…torno a fare quello che stavo facendo…ma la prossima volta chiamatemi solamente se vi trovate in un problema più grosso di me!”…nei secoli futuri fecero finta di pregarlo…

Il genere umano dovette arrangiarsi, scoprire di cosa era capace e plasmare ciò che quel creatore gli aveva donato…ma la fame era tanta, si dovevano coltivare le terre e pascolare le bestie…non era mai abbastanza. L’uomo che aveva il fisico di quell’Adamo, lavorava e la donna gestiva…i capi, quelli grossi grossi, si arricchivano sempre più!

Le grandi scoperte degli scienziati uomini vi furono solamente perché quelli nacquero con delle deficienze muscolari: non avrebbero potuto lavorare nei campi, non ce l’avrebbero fatta fisicamente. Tutto ciò che è stata la storia dell’umanità si è fondata solamente sulla forza, muscolare ed economica…

Le famiglie divennero sempre più patriarcali, dove la donna veniva relegata alla gestione casalinga e della figliolanza, e l’uomo…non ci pensava nemmeno…

Nei cento secoli di presenza dell’uomo, ci furono tante guerre fratricide. Ogni tanto il Creatore dava un’occhiata e mandava qualche “benedizione” pacificando per poco gli animi. Aveva da fare con l’altro mondo dove le cose stavano andando decisamente meglio. Mandò anche un emissario, suo figlio, a creare scompiglio…gli uomini lo adorarono tanto, ma così tanto che lo uccisero!…alcuni comunque seguirono per qualche secolo i suoi insegnamenti, ma poi l’Uomo, avido sempre più, ci ricamò sopra a dovere, divenendo sempre più ricco. Qualche persona, qua e la nel tempo, cercò di risvegliare le menti verso ciò che poteva essere un mondo di civiltà e di pace…fecero tutti una brutta fine, anche dovuta a quelli che poi li pregavano!

L’Uomo soggiogò la Donna. Decise che ella divenisse solamente una compagna, quasi una schiava. Qualcuna si incazzò a dovere, giustamente, ma fece una brutta fine: gli uomini vestiti da santi le giudicavano sempre male (forse perché erano sempre persone brutte e schive) e, dopo sommari processi senza difensori, le bruciavano allegramente nelle piazze. “Streghe” dicevano…”ma vaffan…cosa dovremmo dirvi a voi maschi che siete così bastardi?…Streghi? Stregoni? Azzeccagarbugli? Megeri?…siete degli animali…!” e giù le pire nelle piazze!

Nel XIX secolo (dc) le persone divennero meno ostiche, nel senso che cercavano almeno di ragionare, soprattutto gli uomini…le donne, loro compagne, cominciavano ad alzare la cresta, giustamente, e a scioperare a letto ed in cucina…agli inizi del XX secolo, nuovamente, le cose si aggravarono. I regnanti volevano essere sempre più possenti (economicamente) soggiogando le genti. Ci fu un tale che, incazzato come non pochi, fu costretto a sparare in Jugoslavia ad un arciduca…per cercare di migliorare le cose.

I regnanti si rivoltarono a questa rivolta e rivolsero loro stessi contro la ribellione in atto, dichiarandosi guerra l’un l’altro: erano tutti uomini…

Tutti gli uomini in guerra…le donne, ad un certo punto, dovettero aiutare l’uomo armato andando a lavorare nelle fabbriche che costruivano gli armamenti che avrebbero continuato la guerra: secondo errore delle donne! Se avessero negato il loro apporto nelle fabbriche di armamenti, forse, ma dico forse, la guerra sarebbe finita con l’ultima pallottola prodotta…milioni di morti per nulla, ma questa è altra truce storia.

Finita questa devastante guerra fratricida, non c’era più nulla…l’uomo e la donna si ritrovarono a ricostruirsi una vita. I regnanti rimasero sui loro troni, e vennero distribuite le terre in diversa maniera.

Nacquero le repubbliche “monarchiche liberali”: tutti uomini che prendevano decisioni anche per le donne che di loro rimanevano a casa, al calduccio, pronte ad aspettare i propri consorti con il mattarello in mano nel caso avessero deciso qualcosa di sbagliato. Inventarono i cappelli a cilindro e le bombette, giusto perché non si vedessero quei bernoccoli che ormai andavano di moda…

…ma i mattarelli ad un certo punto, non resistevano più, l’usura era troppa! Le donne scioperarono per ottenere, giustissimamente, il diritto di rientrare (a buon diritto) nel Genere Umano…

 

CAPITOLO SECONDO: le dittature

La donna che, giustamente, si era rivoltata allo strapotere dell’uomo, cominciò quindi, subito dopo la grande guerra, ad avere non solamente importanza nel focolare domestico, bensì anche in quello politico e sociale. Alcuni uomini, però, retrogradi, non trovarono giusto questo alzare la cresta, ma di contro, i bernoccoli facevano molto male! Trovarono un modo subdolo per far si che ritornassero tra le mura di casa.

La guerra appena passata era stata devastante, non c’era più nulla, tutto raso al suolo. Ricordo i miei nonni che dicevano che non si trovavano più nemmeno le pantegane in campagna, perché ormai divenute cibo comune. Lo Stato, subdolo, chiese alla popolazione di prolificare di più: si aiutavano di più le famiglie numerose anche con danari, case, lavoro etc. All’uomo chiedergli di prolificare così tanto, piacque molto, ma imperversò anche una malattia che colpì solamente il maschio di questa specie di mammiferi: l’artrosi alle mani per via dell’accudire i figli: “io vado a lavorare, faccio tutto ciò che mi dicono, ma se prendo in braccio un bambino, non riesco a tenerlo…mi cade”…”ti gà le man de puina!”…e l’istinto materno diede scampo ai bambini…

…ma i governanti, non più coadiuvati dalle donne, divennero sempre più bastardi dentro e ricominciarono a fare quello che credevano: alcuni più di altri…alcuni impazzirono pure perseguitando tutti coloro non fossero ad immagine e somiglianza di quell’Adamo che fu “fregato” da Eva…

I paesi soggiogati da queste dittature ricominciarono a chiedere aiuto a quell’istinto materno che un uomo, per definizione, non può avere… La resistenza partì dalle mogli dei boscaioli che cominciarono ad infervorarsi, rubarono gli attrezzi ai mariti e costruirono milioni di randelli di varie misure, spedendoli poi a tutte le mogli del mondo. Le boscaiole americane furono le più produttive, per cui gli States dichiararono guerra alle dittature europee, coadiuvate dai randelli europei. Vi fu la seconda guerra mondiale…molto cruenta e subdola, dove le donne furono parte attiva contro quell’uomo così retrogrado.

Ora non si poteva più cazzeggiare: l’uomo doveva per forza di cosa dare importanza alla donna, soprattutto perché i randelli vinsero la guerra, dopo tanti anni di sangue e morte.

Nacquero le repubbliche, le case regnanti furono mandate a remare (randelli o remi fanno la medesima cosa)…le donne ritrovarono quel posto importante che compete nella società civile…all’uomo, però, rimase quella malattia alle mani…in più lo svenimento per causa degli odori di: cucina, prodotti di pulizia, defecazioni dei lattanti etc…per questo si lavorò molto sui prodotti antiallergici, ma si era ancora agli albori della chimica spinta! Le maschere antigas ormai non avevano più senso di essere prodotte.

La guerra era finita. Molti paesi, tra cui l’Italia, con un referendum popolare, decisero che la convivenza egalitaria fosse l’ultima chance dell’Umanità: i randelli erano ancora caldi e posti sopra l’architrave delle abitazioni di ogni famiglia…li così, come per monito.

Si ebbe modo quindi di evolvere, timorosi, e ricercare l’esatto connubio Uomo – Donna.

 

CAPITOLO TERZO: il boom economico

Dal nulla non si poteva che migliorare. Tutto da ricostruire nuovamente, pochi anni dopo la grande guerra.

Le altre guerre sparse per il mondo richiesero materiali delle industrie pesanti italiane, già forti e migliorate poi da quel gruppo IRI che qualche decennio dopo fece discutere.

Anche qui le donne c’entrarono…al lavoro sui macchinari, piuttosto che a casa; l’uomo solo sui macchinari ed al bar. Rimaneva la sfida col mondo. L’agricoltura era rimasta indietro: un’infinità di campi lavorati dagli uomini, che però si spaccavano la schiena…quindi chiesero aiuto: a chi? Alle donne, non c’è dubbio! Tutte chine a raccogliere riso (che non abbonda sulla bocca degli stolti, perché se raccontavi questo detto venivi annegato nelle risaie, e nessuno avrebbe saputo più nulla di te), piuttosto che alla mietitura. Tornarono i grandi proprietari terrieri, le cui mogli bramavano gli agi di cui alla nobiltà di pochi decenni prima.

Si spaccò l’Italia. Al sud ognuno pensava per se. Al nord anche, ma facevano capire a tutti che si lavorava per il bene della società comune. Le donne cominciarono a lavorare nelle fabbriche, a stipendi da fame, rispetto agli uomini. Battaglie, scioperi a non finire per raggiungere non la parità, ma almeno un aumento di stipendio.

La società vedeva la luce in fondo al tunnel…l’uomo vedeva la propria compagna alla luce di quel tunnel, col mattarello penzolante al fianco…”dove sei stato fino ad ora?”…”Al lavoro!”…”Adesso non vorrai dirmi che lavori 13 ore al giorno…”…”ho fatto un po’ di straordinari”…e giù randellate…

Inventarono le “utilitarie”. L’uomo non era un uomo se non aveva un volante in mezzo alle gambe!

La Topolino, la 500, la 650, l’850, l’850 sport, la 1100 per l’uomo che non deve chiedere mai! Tutti in giro con la propria autovettura, icola icola ura; chi andava in bicicletta era considerato un poveretto…

Uscirono le prime moto per la famiglia: la lambretta e la vespa (tutti e due nomi femminili). La donna per forza di cose doveva montare sul sellino posteriore con le due gambe a penzoloni al fianco della moto… A casa giù randellate, perché si erano segnate tutte le volte che avevano grattato i tacchi delle scarpe nuove sui sanpietrini.

Si andava in vacanza al mare, ma le strade erano quello che erano, ci si metteva tantissimo tempo! Costruirono le autostrade che sono ancora parzialmente in piedi: una devono ancora finirla… I percorsi li disegnavano gli uomini e spesso si trovavano problemi: montagne da forare, viadotti da costruire. Se ci avessero pensato le donne, sicuramente, non si avrebbero tutti questi problemi di traffico, oggi!

Gli aumenti salariali erano a due cifre: la prima serviva per la spesa, la seconda per la macchina…rimaneva poco, ma rimaneva. La £ira era una moneta artisticamente spettacolare, e qualcosa valeva. Si usavano le cinque £ire per andare a prendere il pane per pranzo e cena…forse rimaneva qualcosa per la colazione a letto per l’uomo, sempre stanco!

La donna, stufa di usare il randello (ormai sono troppi decenni d’uso), si rimbocca le maniche e fa un doppio, triplo lavoro: fabbrica, casa e figli…ma cosa peggiore non poteva fare!

Si stabiliscono tacitamente i ruoli: l’uomo porta i soldi a casa e la donna li amministra (non proprio tutti, l’uomo fa sempre almeno un po’ di cresta), gestendo la casa ed i figli…ma dura, fortunatamente poco.

La donna inventa una nuova locuzione: “Torno da mia madre!” al che il compagno, pensando che con quella frasetta urlata, proponesse che il suocero sarebbe andato a vivere con lui, dovette cedere…ma non sempre!

I primi divorzi. La Chiesa osteggiò questa nuova pratica per via del “peccato originale” di quella Eva (che spesso veniva associata ad un “porca” nell’intercalare linguistico). Anche qui grande casino! I Cattolici, e l’Italia ne era piena, fecero di tutto per fermare quel nuovo referendum, ma, fortunatamente, persero la battaglia…la vinsero gli avvocati divorzisti…questa nuova branchia del codice civile…

Rimase però l’impedimento cattolico al divorzio: “quello che Dio ha unito, l’uomo non potrà mai dividere”…ed il Creatore da lontano chiese “M’avete chiamato? Mando l’acqua?”…”No, no…tranquillo, va tutto bene!”…ma la donna sicuramente ce la farà a raggiungere quella divisione, diritto che i secoli di continui soprusi dell’uomo, le hanno concesso! Pochi furono gli annullamenti dei matrimoni cattolici e, allorquando fossero di coppie d’alto rango, l’unzione danarosa semplificava le cose.

Cominciò la diminuzione dei matrimoni religiosi, così da levarsi quell’impedimento dai piedi.

L’uomo non sapeva cucinare, rammendare, accudire i figli, governare la casa…la donna si: un nuovo patto tacito tra uomo e donna: “Se vuoi mangiare, se La vuoi, devi darmi una mano!”…”Dove la vuoi la mano cara?” avvicinandosi ai seni della propria compagna…”Ecco, questa è la pezza per pulire la polvere: la mano la usi in questo modo…”.

L’uomo, per forza di cose, dovette imparare a fare qualche lavoro in casa controllato dalla propria compagna che, appoggiata allo stipite della porta, vagliava il lavoro brandendo quel randello, ancora tiepido, passandoselo di mano in mano.

La Donna, quindi, tra la fine degli anni ’60 e tutto il decennio del ’70 trovò la pace: l’uomo dovette adattarsi, bramoso…!

Arriviamo quindi ai giorni nostri. La modernità è alle porte. L’emancipazione femminile è in veloce ascesa: gli stipendi ancora non sono equiparati, ma si è già fatto tanto. In alcune aziende dei capi donna hanno alle dipendenze personale maschio.

 

CAPITOLO QUARTO e ultimo: l’era moderna

Divorzi, separazioni consensuali, o meno, portano l’uomo a dover arrangiarsi ed a temere. Entra nel suo DNA la pulizia, non sempre quella corporale, ma almeno quella casalinga: ha capito che se dovesse andare al bagno di notte, senza per forza accendere la luce, i panni sporchi devono avere un posto adibito onde evitare rovinosi inciampi. La donna di suo ha capito che, per ottenere qualcosa dal compagno, deve lasciare tutto dove egli lo mette finchè l’uomo non si accorge che c’è un po’ di disordine: quel tipo di ordine, quello “sparso”, cui era molto legato, non va più bene, risulta artistico, ma pericoloso.

L’uomo riesce, quindi, ad arrangiarsi ed oltretutto anche a dare una mano in casa. I figli vengono accuditi per il 70% dalle donne, per il restante 30% dagli uomini: questo è un risultato enorme! Gli attrezzi adibiti al governo della casa sono riposti tutti nelle giuste posizioni; la lavatrice e lo spazzolone non sono più nemici dell’uomo.

Non ci si sposa quasi più in chiesa, anzi spesso si rimane conviventi finché l’ultimo litigio non porta su altri lidi, senza problemi di sorta. Lo Stato italiano ha, per questo, promulgato alcune leggi che regolamentano le “coppie di fatto”, per ora solamente per i due sessi diversi.

L’Uomo moderno è parte integrante della vita domestica frenetica, destabilizzata solamente dalle crisi economiche mondiali (spesso volute dai suoi simili), e dalle crisi familiari, che spesso vanno di pari passo con quelle economiche.

L’Uomo, a differenza dalla Donna, è il possessore della parte tecnologica della casa: qualsiasi strumento o attrezzo di nuova concezione viene studiato per filo e per segno solamente da quel mammifero di sesso maschile del genere umano. L’acquisto della scopa, ad esempio, proviene dallo studio sulle setole che dura circa un mese: il bastone, cui essa è applicata, deve poter avere una curvatura ben precisa ad hoc, differenziabile in base alla corporatura.

Nasce il single, acronimo inglese che indica “da solo”, con articolo neutro, difatti anche la donna può essere single.

Ci si veste come si vuole. I costumi da bagno diventano sempre più succinti ed a volte promuovono quel problema che gli avvocati divorzisti conoscono bene. Internet la fa da padrone…una volta per vedere qualcosa bisognava per forza andare al cinema oppure nei separé dei negozi di videocassette, ma venivi riconosciuto, additato e catalogato.

Non si creano più quelle odi verso la donna amata, bensì testi di dubbia provenienza: “TVB! Vn c m pizza? Dp letto?”…Stiamo, noi uomini, involvendo in un circolo di tuttofare dove la donna, l’amata, non serve quasi più, ma quando ce l’hai la tieni così stretta che a volte succede come al tubetto del dentifricio…esplode!

Nasce, anzi, rinasce a volte, quell’essere maschio che deturpa, soggioga, uccide le donne, ma non viene lasciato alla mercé degli amici, dei parenti, della gente comune…la lapidazione è reato!

Ci sono delle libertà che non sono valide per tutti, benché sancite dal diritto internazionale: gli omosessuali maschi non sono compresi, ma due lesbiche creano i sogni nel cassetto di un uomo! Aberrante!

Quasi il 50% degli uomini, per questa evoluzione ormai avvenuta, è in grado di adempiere ai compiti casalinghi…ed anche questo è un successo.

Ultimamente si sta legiferando in merito alla “parità di genere”: parità per cui uomo e donna risultano essere due esseri con gli stessi identici diritti e doveri. E’ comunque una legge che deve percorrere un iter molto lungo che da all’altro 50% di uomini ancora respiro…ma, si stima, ancora per poco tempo.

 

APPENDICE: differenze casalinghe tra uomo e donna

Tutto questo mio scritto, come ben specificato nella premessa, proviene dallo studio antropologico dell’essere uomo. La risultante dell’evoluzione viene ad essere quindi la giusta convivenza in casa.

…ma cosa fanno uomo e donna in casa?…i mestieri in casa…

La donna pulisce i pavimenti; l’uomo li disinfetta!

La donna lava i piatti; l’uomo li sgrassa!

La donna toglie la polvere; l’uomo elimina la polvere, uccidendola, dopo aver controllato e numerato ogni particella, ed evidenziato la sua posizione!

La donna prepara il cibo; l’uomo, spesso mettendo la Toque blanche dello chef, crea arte mescolando tutti i sapori presenti nella dispensa!

La donna pulisce i mobili; l’uomo li smonta, controlla tutta la viteria ed i meccanismi lubrificandoli con prodotti adatti diversi da un meccanismo all’altro, e, disinfettando l’interno e l’esterno, li rimonta in maniera diversa da come erano, guardando interrogativamente quella manciata di viti, che aveva precedentemente smontato, che gli sono rimaste in mano!

La donna pulisce decisamente i sanitari; l’uomo elimina qualsiasi tipo di batteri utilizzando prodotti acidi, molto aggressivi, senza i guanti. Finito di distruggere questi batteri, ancora con le mani olezzose d’acido, carezza il viso della compagna, visto che, per l’evoluzione in atto, è divenuto un essere molto amorevole e disponibile.

La donna pulisce i vetri e gli specchi; l’uomo immagina che quei vetri e quegli specchi siano della sua autovettura: ogni alone, ogni pulviscolo deve necessariamente essere eliminato, catalogato e distrutto.

La donna riempie la lavatrice e la fa funzionare; l’attrezzo “lavatrice” per l’uomo è, e deve essere, automatico. Egli ci pone qualsiasi cosa calcolandone il peso a secco e bagnato, riempiendo a dismisura le vaschette del detersivo, dell’ammorbidente e della varechina (a volte, oltre a questo, pone all’interno del cestello anche le nuove tablets per migliorare il bianco). Spesso i capi escono rimpiccioliti, infeltriti o colorati diversamente dall’originale: è Arte allo stato puro!

La donna preme i vari tubetti a metà, dei vari prodotti in tubetto; l’uomo, essendo biologicamente un tecnico, recupera il prodotto finito in fondo al tubetto, lo porta in posizione esatta ed avvolge scrupolosamente il fondo, onde evitare una susseguente spremitura a metà.

La donna si rade i peli superflui col rasoio del compagno; l’uomo, dopo essersi rasato la barba con lo stesso rasoio, ha bisogno di una trasfusione di sangue!

La donna riassetta i letti; l’uomo, non potendo fare il “cubo” di ricordo militare, appropinqua lenzuola e coperte in modo tale da non far fatica, la sera dopo, a rientrare nel letto.

La donna stira; l’uomo livella, spiana, crea angoli regolari, piega come un origami, qualsiasi capo.

La donna va a fare la spesa; l’uomo…l’uomo…l’uomo guida il carrello e riporta le sporte a casa.

La donna guida la sua macchina; l’uomo è un pilota e ha, quasi sempre, due macchine: la sua e quella della compagna.

La donna litiga con il compagno; l’uomo guarda la partita in TV.

La donna riceve la posta; l’uomo paga senza pensarci, quasi distratto: “ma non hai letto che in un bimestre abbiamo consumato 1MWh?…”…”si, cara…ti ostini a lasciar accesa la luce del frigo!”…

La donna allatta i bambini; l’uomo non può…ma le tiene compagnia russando.

 

 CONCLUSIONE

Spero, almeno un po’, di aver fatto divertire chi si è preso il tempo di leggermi, cazzeggiando per qualche minuto con me e queste mie parole. Le ultime notizie portano ad intristirci, arrabbiarci o aberrare qualsiasi parola…a Roma si dice “sciallati” o “stai sciallo”…ecco appunto…per cinque minutini stiamo tranquilli.

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