attualità

Ma quanto ci siete costate…..

 

Greta e Vanessa sono tornate a casa; con ancora la paura negli occhi sono scese dall’aereo che le ha riportate ai loro affetti dai quali, in un impulso generoso tipico dei ventenni, si erano allontanate per cercare di salvare il mondo: e questa è la bella notizia.
Prima ancora che scendessero quella scaletta, però, erano già divampate le polemiche in merito alle modalità del loro rilascio e, soprattutto, al probabile pagamento di un riscatto a spese dei contribuenti.
Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: di dubbi sul fatto che i rapitori abbiano ricevuto soldi, credo ne sussistano pochi giacchè gli italiani (cooperanti o turisti) quando rapiti, finiscono quasi sempre per far ritorno a casa, mentre americani ed inglesi, se non riesce uno dei tanti blitz delle truppe di assalto, finiscono in un qualche video con la gola tagliata.
Si dice (perchè di cifre ufficiali non mi risulta ne siano mai state diramate) che solo negli ultimi anni siano stati pagati circa 60 milioni di euro di riscatti; soldi dei contribuenti italiani versati a terroristi per far tornare a casa una manciata di persone: ripeto, solo indiscrezioni, nesSun dato certo nessun conto preciso, ma la cosa è assai plausibile e la polemica infuria sui mezzi di informazione, spesso con toni quasi violenti, ….della serie…. “chi se la va a cercare, è giusto che ne paghi di tasca propria”.
In effetti, qualche considerazione su chi sono questi cooperanti che vanno a giro per il mondo, come vengono formati, seguiti e, soprattutto gestiti dalle varie organizzazioni, andrebbe fatta e pare del tutto singolare che due ragazze così giovani siano state lasciate libere di dare sfogo al loro impeto salvifico senza che nessuno le abbia fermate in tempo; anche perchè il finale gioioso era tuttaltro che scontato. Ma non è questa la sede e non sono competente in materia.
Ciò che mi preme analizzare è l’aspetto mutualistico che sta alla base della civile convivenza di un Paese e che parte dall’assistenza sanitaria e previdenziale, sino all’aiuto in caso di incidenti, sia in Italia che all’estero.
Greta e Vanessa sono partite per la Siria, non per fare un viaggio di piacere, ma ritenendo di andare a portare aiuto a persone in gravi difficoltà a causa della guerra: come questo si potesse concretizzare, data l’evidente impreparazione mostrata dalle due ragazze, mi sfugge completamente, ma credo che la molla che le ha spinte là, non sia molto diversa da quella che portò migliaia di giovani a Firenze a spalare fango nel 1966 (certo affrontando pericoli ben diversi, ma con la stessa generosità), e non si può non riconoscere che è ben diverso andare a soccorrere un alpinista in montagna che si pianta su di una parete alla ricerca del puro soddisfacimento di aspirazioni personali, rispetto a salvare due ragazze che hanno messo a repentaglio la loro vita per aiutare il prossimo (anche in termini di costi, ovviamente).
E’ vero anche che turisti e cooperanti italiani, devono essere appetiti, in quei Paesi, come l’oro nel Klondike alla fine del 19° secolo e sarebbe opportuno che chi parte per quei luoghi, sapesse bene il rischio che corre e fosse indotto a serie valutazioni sull’opportunità di andare; invece si parte con facilità.
La sensazione che tutto questo mondo (delle Ong) sia una galassia frastagliata all’interno della quale convivono organizzazioni strutturate ed efficienti che svolgono un lavoro effettivamente utile (spesso indispensabile, come Emergency e Medici Senza Frontiere), insieme a strutture raffazzonate, composte da gente di buona volontà ma senza alcuna utilità pratica, è molto forte e la vicenda di Greta e Vanessa, ne è la prova provata.
Come al solito, essendo un Paese sostanzialmente stolto, anzichè guardare la luna, ci soffermiamo sul dito, con polemiche interminabile su quei 60 milioni che potevano essere risparmiati (per una manciata di morti in più, chi se ne frega); più utile sarebbe andare a definire una normativa seria, sia sul turismo in aree pericolose (qualcosa è stato fatto, ma non abbastanza) e soprattutto, andando a stabilire regole su chi, come e quando deve andare ad aiutare le popolazioni in difficoltà in quei Paesi lontani.
Non ho alcun dubbio sul fatto che le due ragazze dovessero essere riportate a casa a qualsiasi costo, ma ho dei forti dubbi che altre o altri, come loro, debbano sentirsi liberi di fare lo stesso percorso, con la gioia dei vent’anni, bruciata in battito di ciglia.

Un’ultima annotazione, tanto per gradire; ricordiamoci che quei 60 milioni di euro che presumibilmente lo Stato Italiano ha versato ai vari movimenti terroristici per riscattare i suoi cittadini, verranno sicuramente utilizzati per acquistare armi e proiettili da usare contro di noi, nelle nostre città, per uccidere ben più di quella manciata di persone che con essi sono state riscattate. Alla fine, per i terroristi, si rivelerà un ottimo affare e, per noi, i conti non torneranno mai.


 

 

Aggiornamento 17/01/15 dal Fatto Quotidiano

Greta e Vanessa libere, “In Siria anche per aiutare i ribelli anti-Assad”

SET 150117-03

Secondo quanto si legge nelle informative riservate dei Ros, le due cooperanti sarebbero state tradite dagli stessi rivoluzionari che volevano sostenere. Spuntano intercettazioni con siriani, residenti nel bolognese, considerati vicini a gruppi jihadisti

 

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33 comments

  1. M.Ludi 21 gennaio, 2015 at 17:17

    Mi pare che questa lunga discussione abbia delineato posizioni chiare e spesso inconciliabili; ammetto anche che, senza alcun compiacimento peraltro, mi sono trovato incline a pensare che le due ragazze si fossero trovate, consapevolmente o no, coinvolte in qualcosa di decisamente poco edificante mentre i Magistrati, dopo ormai giorni di indagini, ancora non hanno sgombrato, ma neppure confortato, alcuna delle ipotesi accusatorie che si rifanno alle fattispecie meno edificanti (complicità con i rapitori).
    Il battage pubblicitario che sulla vicenda hanno fatto Il Giornale e Libero lo considero vomitevole, anche se fosse vero che le due ragazze avessero avuto rapporti con esponenti del movimento che le ha rapite, sessuali o meno: questo non è giornalismo, ma cialtroneria.
    Detto tutto questo, trovo ozioso insistere nel cercare di dimostrare l’indimostrabile e cioè che quelle due ragazze, così poco attrezzate (in ogni senso lo si possa intendere), potessero fare altro, là dove sono andate, se non mettere a repentaglio le loro vite (ed i nostri soldi, se riscatto c’è stato). Anche fatta salva la loro buona fede e gli ottimi propositi, non vedo motivo alcuno per incensare loro e, implicitamente, indurre altri a fare la stessa cosa. E poichè l’ozio è il padre dei vizi…….

  2. Kokab 21 gennaio, 2015 at 15:19

    probabilmente non mi sono spiegato bene, ed allora esplicito la mia opinione.
    io penso che a far del bene in siria ci si possa andare solo col fucile, anche se si è la croce rossa, e l’alternativa è restarsene a casa, perchè il livello e la barbarie dello scontro in atto è incompatibile con gli standard di sicurezza minimi, con la più elementare prudenza, e con il buon senso.
    sono mesi che leggiamo notizie di rapimenti, assassini singoli e di massa, di bambibi usati come carne da macello e di giornalisti o cooperanti sgozzati e postati su internet, visto che le notizie e l’orrore non conoscono più confini; non mandiamo i soldati perchè non vogliamo vedere le loro bare allineate all’areoporto o nelle chiese, e poi lasciamo andare tutti gli entusiati più o meno giovani dovendo in seguito rischiare altre vite per riscattarli?
    a me non sembra una cosa sensata.
    infine chiedo a tutti quelli che apprezzano greta e vanessa, non dico sul piano personale, ma su quello culturale, cosa farebbero se un loro figlio o figlia si presentasse a casa, a vent’anni, dicendo che va in siria a fare del bene?
    io so cosa farei ai miei, cose politicamente scorrette che inibirebbero la partenza, di sicuro.

    • Genesis 21 gennaio, 2015 at 15:33

      Io sinceramente sconsiglierei i miei figli, o troverei assieme a loro un sistema per aiutare i siriani innocenti e inermi in altro modo, ma, poi, se succedesse quello che è successo a queste due, farei comunque carte false per riavere vive a qualsiasi costo! Fermo restando che dubito fortemente fossero state lasciate sole: tradimento?…ma questa è una mia illazione gratuita.

  3. DareioS 21 gennaio, 2015 at 13:02

    Per l’Italia ancora imbevuta della cultura berlusconiana alla cui base c’è l’utilitarismo, è inconcepibile pensare al bene alla solidarietà, come valori intorno ai quali si può anche organizzare la vita individuale.
    E’ dunque inammissibile che l’agire di persone poco più che ragazze sia mosso da motori di ricerca diversi dal successo, dalla notorietà, dalla ricchezza, dall’esibizionismo. Il bene è anticonformista,produce scandalo e indignazione. Sarebbe stato più plausibile e comprensibile in relazione allo stereotipo sociale, che le ragazze avessero coltivato e perseguito i valori appariscenti che la società propone, che tra i sogni avessero cullato il successo, la notorietà e il denaro partendo da un casting o da un concorso di bellezza.
    Non è possibile nemmeno pensare che ragazze poco più che ventenni nell’Italia dove anche la cooperazione e la solidarietà sono un affare, svolgano attività benefica senza alcun tornaconto o utilitas. Quello che le sventurate hanno compiuto è sicuramente segno e frutto di pericolosa devianza che deve essere repressa e punita anche al solo fine di evitare il contagio del bene.

    • Kokab 21 gennaio, 2015 at 12:30

      nel dare il benvenuto ad una voce nuova, vorrei ricordare che il senatore gasparri non scrive ancora sulle pagine di modus e, se provasse, si tradirebbe immediatamente. è vero che sui giornali sono uscite notizie non controllate che alimentano un certo approccio scandalistico alla vicenda, ma quel “non ci dovevano andare” va pronunciato con forza, a mio parere anche evitando di giustificare lo slancio di generosità giovanile che, ancorchè credibile, se pur non ancora pienamente confermato, non sarebbe comunque un esempio da seguire: non si può andare a far del bene in siria come lo si farebbe in un quartiere degradato di una qualunque grande città.

      • Genesis 21 gennaio, 2015 at 12:59

        Appunto KOBAB, le notizie dai media che abbiamo, come direbbe il dott Friederich Frankenstin (cit FRANKENSTEIN JR), “sono solo cacca!”. Sono giorni che, nel mio tempo libero, coadiuvato da alcuni conoscenti, cerco di capire di più del gruppo di queste due ragazze e, da quanto riferitomi, “chi conferisce merci di qualsiasi genere e tipo in paesi come la Siria, è sotto lo stretto controllo della Farnesina e della Croce Rossa Internazionale”, cioè, nessuno scorazza per i cavoli suoi in ambienti di guerra se non per farla! (quindi clandestinamente).
        Quindi attenderò le notizie ufficiali che arriveranno solamente dal ministero degli esteri…

    • M.Ludi 18 gennaio, 2015 at 22:30

      Quanti di questi avevano appena vent’anni quando sono stati rapiti? Quanti di questi erano alla prima esperienza in aree di guerra? Quanti di questi avevano raccolto poco più di 2000 dollari per portare aiuti (e probabilmente li hanno spesi tutti per il viaggio)? Quanti di questi….tutte queste cose insieme?

  4. M.Ludi 18 gennaio, 2015 at 17:34

    Ho trovato un articolo di un blogger, del quale condivido pienamente il pensiero e di cui propongo due stralci:

    “Purtroppo, questa dell’elogio è la soluzione adottata dallo Stato italiano nei confronti di Vanessa e Greta. Alla fetta di opinione pubblica che non ha gradito il salvataggio delle due ragazzine a spese pubbliche, perché la brutta situazione in cui eran finite «se l’erano cercata», il nostro ministro degli Esteri risponde che «l’Italia ha bisogno di giovani come queste, animate da generosità e solidarietà». No, ministro, non dica così. Le qualità che le giovani hanno mostrato si chiamano superficialità e incoscienza. E ci sono costate dodici milioni di dollari, stando alle notizie. Noi non abbiamo bisogno di connazionali che ci facciano sprecare tanti milioni per sventatezza o egoismo”

    “Gli sconsiderati che vanno sulla cima delle Dolomiti in scarpette da ginnastica e poi non riescono più a tornar giù, vengono prelevati dall’elicottero, ma non potranno vantarsi di quella bravata perché poi l’elicottero lo devono pagare. Così dovrebbero fare queste ragazzine. Lasciarle là era disumano. Ma adesso dovrebbero pagare una quota mensile, magari piccola, per lo sperpero a cui ci hanno costretto. E niente festa. Non c’è niente da festeggiare. Un padre di una volta le avrebbe prese a sberle, e tutto sommato…”

    Il testo intero si trova al seguente link:
    http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2015/01/18/news/siria-e-vanessa-lo-stato-presenti-il-conto-1.10691517?id=2.3521&fsp=2.3494

  5. nemo 18 gennaio, 2015 at 11:09

    Questo argomento ci terrà impegnati per molto, vedo. Ebbene intervengo per l’ultima volta molti e più autorevoli lo hanno fatto prima di me. Non entro nelle varie ipotesi e sopratutto notizie, non controllate circa il reale motivo che ha visto le ragazze in quelle terre, non entro nel giudizio che alcuni hanno datto ed espresso ,sia pro che contro, sottolineo quello che a me è sembrato un atto di arroganza da parte del genitore di una di loro. Ebbene costui dichiara che non deve chiedere scusa a nessuno perchè quello che ha fatto esclude questa necessità. Credo che un pochino, non molta, un pochino di umiltà ci vorrebbe, perfino S. Francesco si umiliò davanti al Papa che lo rimproverava. Ecco, e chiudo, questo è quello che mi ha dato più fastidio.

    • Luistella 18 gennaio, 2015 at 12:09

      Ho sentito anch’io il padre di una delle ragazze dire che non c’era nulla da scusarsi, visto che erano andate in Siria a far del bene. Ci mancherebbe ancora che fossero andate per far del male! Dal momento che le ragazze stesse hanno ringraziato e chiesto scusa , per la loro sventatezza giovanile, avrei evitato simili commenti. Le due ragazze sono andate con le migliori intenzioni, ma avrebbero dovuto appoggiarsi ad organizzazioni serie, che conoscono bene il territorio, che sanno come proteggersi, anche per poter continuare a far del bene alle popolazioni. Ed ora sta al legislatore far leggi che regolino questi flussi in modo che non siano così estemporanei e pericolosi.

  6. Kokab 17 gennaio, 2015 at 16:58

    pur considerando che non sempre le fonti giornalistiche sono limpide e credibili, l’articolo del fatto quotidiano riportato in fondo a questo blog offre una prospettiva di lettura diversa alla vicenda di greta e vanessa, le due cooperanti rapite in siria e finalmente liberate due giorni fa.
    noi abbiamo discusso qui del valore morale della loro iniziativa, e dell’opportunità o meno di pagare dei riscatti in caso di rapimento; ora si aggiunge la possibilità che le due ragazze, della cui sprovvedutezza non sembra possibile dubitare, non fossero coinvolte in una semplice missione umanitaria, ma avessero sposato una delle molte parti in causa.
    a parte il fatto che riuscire a districarsi nelle mille fazioni in lotta è impresa improba per i diplomatici di carriera, e che quasi nessuna di queste può essere considerata accettabile per gli standard occidentali, una posizione di “non neutralità” nel contesto siriano implica, per tacer d’altro, una percentuale di rischio di livello militare e un coinvolgimento politico che rimpicciolisce la dimensione umanitaria dell’impresa, se non vogliamo semplicemente chiamarla follia.
    l’articolo è abbastanza dettagliato, cita fonti dei ros e descrive un coinvolgimento significativo ed inquietante delle due ragazza con un gruppo estremista, che poi le avrebbe addirittura tradite, nel complesso un contesto che sembra escludere le prime letture che sono state fatte sulla vicenda: che sia confermato o meno, tutto o in parte, cosa che scopriremo nei prossimi giorni, resta il fatto che probabilmente di questa storia non conosciamo ancora molti aspetti importanti, ma che in ogni caso quello che si intravede rende urgente una normativa che impedisca il ripetersi di eventi del genere.

    • nemo 17 gennaio, 2015 at 20:01

      Concordo, ma quale normativa può impedire ad una persona di spostarsi se non addirittura sposare una causa? Ed ecco il punto, la sola remora potrebbe essere la semplice frase, ti lascio al tuo destino. Sappiamo che non è parte della nostra cultura. Eppure, ho già accennato a questo, la piaha dei sequestri di persona nel nostro Paese, che ammettiamolo non si fa mancare nulla, è stata sconfitta dalla legge sul blocco dei beni, aggirabile quanto vuoi ma una volta scoperto il sequestro la magistratura ha avuto in mano le armi per combattere quel crimine odioso. E…sappiamo anche quante polemiche suscitò quella decisione.

      • Kokab 17 gennaio, 2015 at 20:15

        che impedisca in effetti è termine improprio, e me ne scuso; forse il concetto più giusto sarebbe “regolamentare l’attività delle ong che operano all’estero e in aree a rischio”.
        concordo che abbandonare qualcuno non fa parte della nostra cultura, ma forse in certi casi bisognerebbe cominciare a farlo, in presenza di regole chiare…

  7. Kokab 17 gennaio, 2015 at 09:49

    riflessioni del tutto condivisibili. la siria è oggi, probabilmente, il posto più pericoloso al mondo dopo certe zone della nigeria, per frequentare la quale sarebbe necessario, al minimo, il “bagaglio culturale” fornito ad un commando di navy seals al termine del periodo di addestramento.
    andarci a vent’anni senza una organizzazione veramente strutturata, senza alcuna ragionevole esperienza o preparaione utile, seguendo una semplice pulsione umanitaria, come se damasco fosse la continuazione del doposcuola parrocchiale, non è neppure follia, è assoluto disprezzo per la propria persona e per la propria comunità, vuol dire ignorare il senso dei propri gesti e le relative conseguenze, non esclusi i rischi che qualcuno dovrà correre per tirarti fuori dai guai.
    certo, la vita di due ragazze di vent’anni si può anche comprare col denaro, non rimpiango affatto i soldi spesi, ma mi chiedo quale può mai essere il retroterra culturale che sta dietro a certe scelte di vita, quali famiglie e quali comunità possono tollerare scelte del genere come se fossero normali, addirittura meritorie, e non trovo alcuna risposta sensata.
    trovo però sensato che certe follie vengano proibite per legge, spiegando bene che dal giorno dopo chi va in posti come la siria lo fa a suo rischio e pericolo, e non per i soldi, ma perchè non val la pena di spenderli a fronte di tanta sconsideratezza: in quei luoghi ci si va solo ed esclusivamente con l’autorizzazione e la tutela dello stato.

    • Luistella 17 gennaio, 2015 at 16:03

      Credo che ci voglia senz’altro una regolamentazione in proposito. Coloro che vanno in certi paesi, dovrebbero rientrare nelle organizzazioni come Emergency, Amnesty, MSF, associazioni religiose ,ecc. Avere delle competenze in merito, oltre la buona volontà , dovrebbe essere la condizione sine qua non,possano accedere ad affrontare l’esperienza di aiuto umanitario.Detto ciò, credo che non si sia potuto agire diversamente, ma questo dovrebbe essere un caso che dovrebbe indurre ad una regolamentazione più attenta.
      Mi pare comunque che le famiglie delle ragazze avessero proposte alle proprie figlie, di provvedere agli aiuti ai bambini dall’ Italia,con un intervento economico per una fondazione che provvedesse di qua a fornire aiuto. Ma le ragazze non avevano accettato ed essendo maggiorenni,potevano decidere come meglio credevano. Per questo è necessario regolamentare con una legge apposita. Ricordo che il giornalista Quirico, da poco rientrato in patria, dopo la sua terribile esperienza, aveva detto che andare in certe regioni della Siria, con quelle modalità, era un suicidio.

  8. nemo 17 gennaio, 2015 at 09:05

    Si la questione è controversa ed in partcolare per noi che ci dividiamo perfino quando si cerca di stabilire il sesso degli angeli. Ho le mie idee sul caso in questione non ve le confesso in quanto ciascuna posizione. di quelle espresse, ha libera cittadinanza e libera opposizione. Approfitto però dell’argomento per segnalarvi un paio di articoli su HP, posti, oggi uno vicino all’altro ma che sommati fanno una bellissima e contrapposta figura. Ebbene sul primo vi è la, pessima figura, della deputata grillina che indispettita dal fatto che la ministra, mentre lei parla, si intrattiene al telefono, si saprà poi quale era l’argomento di tanta urgente telefonata, il suggeritore vicino alla esagitata onorevole faceva il suo mestiere, suggeriva, sappiamo come è andata la signora, o signorina, ha ricevuto le scuse dalla ministra ed in contemporanea si è beccata una serie, sicuramente meritati, di commenti salaci. IL secondo articolo si collega al primo solo per la ragione che suggerisce alle signore una pratica di auto soddisfacimento per evitare d’essere colpite dalla stress. Ad averlo saputo prima ! Forse…

  9. Genesis 17 gennaio, 2015 at 08:57

    Greta e Vanessa fanno parte, per fortuna, di quelle centinaia di persone che cercano di dare una mano. Persone che troppo spesso sono invisibili al mondo occidentale e che se ne ritrova notizia solamente al rapimento o alla loro malaugurata morte. Quelle due ragazze fanno ciò che il loro cuore le porta a fare: alle solite brutte notizie non assistono apaticamente, non fanno le spallucce, ma hanno le budella che si contorcono perché lontane dal posto in cui sono avvenute. Sono di quelle persone che nell’eventualità di un inciampo, non ci pensano un millisecondo a andare ad aiutare, magari mettendo a rischio la propria vita. Conosco molti, sparsi per il mondo, che spesso hanno di che combattere più coi propri stati che con gli stati dove cercano di svolgere il proprio servizio.
    Orbene, una vita ha un valore, in soldi per alcuni e la spesa di dodici milioni da fastidio, benché da noi vi siano miliardi di spreco…miliardi che vediamo non utilizzati per la comunità.
    Ogni vita ha un valore, ma inestimabile…creare casi come questi non fa altro che alimentare acredini di vario tipo. Concordo con chi dice che se un popolo non vuole mantenersi unito, questi non è un popolo!

    • M.Ludi 17 gennaio, 2015 at 09:36

      Concordo sull’apprezzamento che la generosità di queste ragazze deve, a prescindere, ricevere, ma sono assolutamente discorde da tutto il resto della tua argomentazione. Ricordo come, più volte, durante recenti e non, catastrofi umanitarie, le autorità si siano premunite di dare istruzioni in merito alla necessità che ogni tipo di intervento fosse coordinato e finalizzato a specifici scopi in modo da essere efficace e non intralciare o, addirittura, essere di ostacolo ai soccorsi. L’aiuto in situazioni emergenziali di questo tipo, parte sicuramente dalla generosità d’animo di chi si offre, ma deve passare necessariamente attraverso organizzazioni in grado di esercitare un minimo di controllo, formazione e, soprattutto gestione. In tutti gli articoli apparsi sull’argomento non si fa menzione ad altro, in merito alla formazione di Greta e Vanessa, se non al fatto che stessero studiando la lingua araba; non v’è dubbio che iniziassero ad intraprendere un percorso di volontariato che, forse (ma non ne sono sicuro) proseguirà anche dopo questa brutta vicenda, ma la domanda mi sovviene: cosa ci facevano quelle due ragazze da sole in un quartiere di Aleppo dove nessun occidentale si avventurava? Quale aiuto, loro due, a mani nude, senza alcuna esperienza, pensavano di dare? Se saprai fornire una sola prova del loro indispensabile apporto alla causa umanitaria, sarò pronto a convenire con te che il loro andare là ha avuto un senso; in caso contrario è solo un vuoto argomentare moralistico che non porta da nessuna parte e le cui conseguenze, economiche e non, sono sotto gli occhi di tutti.

      • Genesis 17 gennaio, 2015 at 13:14

        Io dovrei dare prove? Anche le avessi non ci penserei nemmeno per un secondo a divulgare qualsiasi cosa in merito ad altre persone.
        Passo però al finale del tuo commento al mio M.LUDI.
        Chiunque scriva qualcosa, a meno che lo scritto non fosse una mera esposizione dei fatti, una relazione tecnica senza opinioni, esprime appunto una opinione, quindi cerca di porre ai lettori la propria morale. Così è il testo del blog, così è il mio commento e quello degli altri. Argomentiamo quindi tutti moralisticamente discutendo tra noi. Non ho mai creduto che un confronto, qualsiasi esso sia, fosse vuoto o che porti da nessuna parte.

        • M.Ludi 17 gennaio, 2015 at 21:10

          Mah, che dire; pare che ai Magistrati, sapere ciò che le due amiche stavano facendo in Siria, interessi, e molto: che ne dici se ci mettiamo comodi e vediamo come va a finire? Potrebbe accadere anche (pensa te), che io sono stato troppo buono e tu troppo credulone. Che strana la vita 😉

          • dinamite bla 17 gennaio, 2015 at 22:38

            apprezzabile la generosità delle due figliuole ma anche più apprezzabile la generosità dei sequestratori… in 5 mesi di prigionia le bimbe sono evidentemente ingrassate… già me le vedo le formose madri dei sequestratori ” a vane’ assaggia ‘sto kebab ch co’e ‘sto ful medames c’è sta a pennello, a gre’ magnate ‘sto ruz bit tamar che a gavirate cor cacchio ch’o ritrovi… eccecredo che le abbiamo pagate 12 milioni, c’hanno messo fuori er vitto!

          • Genesis 18 gennaio, 2015 at 08:26

            Va bene! Il Credulone attenderà nuove notizie dalla visione dei giornalisti “delle informative riservatissime dei Ros”…e ne trarrà giudizio.

  10. Scan 16 gennaio, 2015 at 23:03

    qualcuno, giustamente, ha sottolineato l’inopportunità della presenza del ministro degli esteri ad accogliere, ieri notte le due ragazze sventatelle. vorrei ricordare che, all’arrivo dei due marò in licenza premio, c’era, addirittura il capo dello stato, accogliendo come eroi due disgraziati il cui mestiere più consono sarebbe stato la gestione di un tiro a segno al luna park. queste, secondo me, sono le stranezze italiane, non il pagamento di un riscatto per salvare delle vite.

  11. DareioS 16 gennaio, 2015 at 20:31

    Se può essere utile alla discussione voglio aggiungere che in favore dei Marò lo Stato Italiano ha già corrisposto alle famiglie delle vittime l’integrale risarcimento del danno sofferto, sopportando altresì ingenti spese per tutta la vicenda. E’ giusto e doveroso salvare vite umane, anche se per ipotesi la situazione di pericolo si fosse verificata per imprudenza, negligenza e imperizia delle medesime vittime. La destra e per essa quel cinghialetto di Salvini cerca pretesti per catturare l’attenzione dei media divenuti ricettacolo di spazzatura.

  12. dinamite bla 16 gennaio, 2015 at 17:55

    abbiamo pagato e non avremmo potuto fare diversamente. ad essere sincero credo che abbiamo pagato (questa volta come ogni altra, a prescindere dal colore di governo) perche’ siamo quelli di un colpo al cerchio ed uno alla botte e, fondamentalmente, perche’… siamo cattolici. siamo quelli che hanno inventato la confessione… insomma per noi chi sbaglia non paga. lo si scusa. è questo che ci differenzia dai calvinisti e dagli albionici… una differenza culturale che nel piccolo ci fa pagare, in fondo con l’autocompiacimento di chi ha fatto del “bene”, per due ochette, nel grande ci fa essere quel che siamo, cioe’ una nazione di serie b. con il cinismo di chi era già frocio quando gli altri ululavano alla luna penso che non sarà aver salvato due oche e/o finanziato qualche gruppuscolo siriano (credo che li spenderanno più in puttane ed alcool che in armi, e queste ultime saranno utilizzate più che altro per far la guerra ad altri gruppuscoli siriani) che ci cambierà l’esistenza, atteso che un ak di produzione cecoslovacca non costa più di 1000 euro che scendono a 500 se di produzione cecena.
    p.s. totale aderenza a quanto detto sulle onlus, con in più una chiosa… molte sono lì effettivamente per infiltrare, insomma i jahadisti non hanno yutti i torti 😉

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