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Clip: Giulio, spia o analista

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La vicenda del povero Giulio Regeni, assassinato in Egitto, anzichè chiarirsi si complica e si intorbida ogni giorno di più. Uno degli aspetti più inquietanti della figura di questo ragazzo dalla faccia pulita è che Giulio aveva lavorato nel recente passato, per una “società di analisi globale e consulenza”, e probabilmente si trovava in Egitto ancora alle dipendenze o comunque in collegamento con quella società. Giulio Regeni non era dunque in Egitto a fare opera di volontariato, nè come giornalista free-lance, ma probabilmente in qualità di “analista”.

La spiegazione di cosa siano un analista e una società di analisi, ci viene dall’ultimo blog di Lucia Annunziata su Huffington Post. Un blog che invece di chiarire e di difendere la memoria di Giulio, non fa che accrescere dubbi e sospetti. Secondo l’appassionato articolo della Annunziata, lo scopo di una società di analisi è quello di fornire “a pagamento, dossier sui mercati più turbolenti, sui trend del valore dei beni e sulle leadership e le tendenze della politica nei vari paesi. Vende insomma consulenze.” Il servizio della società per cui lavorava Giulio, così come dichiarato nel sito aziendale, consiste nel “fornire ai clienti un vantaggio nella comprensione del significato di eventi politici e tendenze sociali ed economiche”.

Il concetto di “vantaggio” è quello fondamentale. Le società di analisi fanno conseguire (dietro compensi più che lauti, come ammette la stessa Annnunziata) ai propri clienti un vantaggio su quei concorrenti, che invece non possono o non vogliono valersi dei servigi di persone così ben introdotte nel cuore degli eventi politici e delle tendenze sociali ed economiche. Ora, quello che non si capisce, nonostante la Annunziata si impegni con tutta l’anima a convincerci, è perchè mai questo tipo di consulenze private sia da considerarsi onesto e trasparente, mentre il lavoro di intelligence fatto dai servizi di uno Stato sia sporco e criminale.

Forse la differenza sta nel fatto che nelle agenzie private lavorano “ricercatori professori, esperti, studiosi…”, mentre nelle agenzie di Stato lavorano solo militari ignoranti? Forse perchè la paura è quella della “generale criminalizzazione di un intero mondo intellettuale”, mondo che vede anche i giornalisti tra i protagonisti di questa vendita di informazioni riservate ? E, alla fine, la morte di Giulio è pura ed eroica perchè connessa a un lavoro di intelligence privata, mentre sarebbe stata disonorevole e perfino cercata e inevitabile, se Giulio fosse stato un servitore dello Stato?

 

Clip: Giulio, spia o analista

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2 comments

  1. Genesis 20 febbraio, 2016 at 08:49

    Secondo me si stanno costruendo storie che mantengono viva l’attenzione verso questo o quell’altro sistema sviolinandoci storielle degne degli intrighi internazionali di James Bond.
    L’intelligence privata o quella militare, alla fine, in quei territori, hanno lo stesso obbiettivo: mantenere nella delicata tranquillità gli interessi economici dei paesi come l’Italia. Questo ragazzo può essere stato tranquillamente uno 007 dei servizi segreti italiani, come un analista di qualche bl oppure un qualcuno che era in quel posto per sollazzo, studiandone la storia.
    Quello che importa è che “è stato ucciso dopo ore di tortura anche con elettroshock”. Uno 007 nemico viene imprigionato e/o messo alla mercé delle TV per far vedere al mondo quanto siano stati bravi a catturarlo. Un analista economico fa anche gola a chi non li ha, ma comunque viene espulso. Un turista in cerca di chissacheccosa potrebbe essere incappato in qualsiasi cosa di qualche decerebrato sadico che alla fine l’ha ucciso…divertendosi.
    È questo che fa male! Montare notizie per accalappiare l’attenzione di più lettori possibili a fini pubblicitari…e l’Annunziata questo fa!

  2. Luistella 19 febbraio, 2016 at 16:28

    Penso ,per quel che ne capisco, che come per tutti i servizi forniti di informazioni, ci siano agenzie private e servizi di Stato. Credo che soprattutto le prime ,forniscano informazioni necessarie a chi ,ad esempio, vuole investire capitali, nel finanziare un’impresa produttiva. Non può fidarsi solo di ciò che viene a sapere dai mezzi di comunicazione ; deve avere informazioni più dettagliate sulla situazione politico ,sociale, economica del posto- Mi pare che nel caso di Giulio Regeni, fosse l’università di Cambridge che gli avesse dato l’incarico di approfondire l’aspetto del sindacato,delle sue possibilità di azione in Egitto. Possibilità peraltro esigue, forse nulle, a causa del regime militare di Al Sisis.Giorni fa ho visto un paio di interviste fatte , una ad un ricercatore a Cambridge che conosceva bene per motivi di lavoro ,Giulio . L’altra fatta ad una giovane giornalista ( o ricercatrice) che secondo me ha dato la giusta interpretazione , mentre il primo si era mantenuto molto sulle generali (pur non trovandosi in Egitto) , senza rispondere alle domande che gli venivano poste, ma girandoci intorno. La donna, ha detto che l’Egitto, governato da molti anni ,ed ora in particolare ,da un regime che ignora i diritti civili, subisce attualmente in particolare ,la paranoia del regime che si sente più fragile , e perseguita con ogni mezzo chiunque venga individuato come minaccia .E in questa rete è caduto il nostro giovane ricercatore, senza necessariamente essere una “spia”. Questa terribile vicenda dimostra una volta di più, quanto la tortura e l’eliminazione fisica, siano sempre “di moda”. Speriamo che venga fatta luce sulla vicenda e che sia resa giustizia a Giulio, che non venga dimenticato.

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