le scienze

Come la Casa Bianca intende affrontare l’immensa esplosione solare che colpirà la Terra

SCIesplosionesolare

di Renato Paone

La Casa Bianca si sta preparando ad affrontare un’eruzione solare che, come riporta il Washington Post, potrebbe mettere in ginocchio la civiltà così come la conosciamo. Un brillamento solare talmente intenso da disabilitare per mesi rete elettrica, cellulari e internet.

Gli scienziati della Nasa affermano che abbiamo il 12% delle probabilità di essere colpiti entro il 2022. Un evento simile è avvenuto nell’ormai non più “fatidico” 2012, quando una tempesta solare dello stesso tipo ha sfiorato il nostro pianeta, causando solo una minima perturbazione al campo magnetico terrestre. “Se ci avesse colpito – ha spiegato Daniel Baker, professore di fisica all’Università del Colorado – staremmo ancora raccogliendo i pezzi”.

John P.Holdren, membro dell’ufficio di Scienza e Tecnologia del governo americano, ammette che le tempeste solari rappresentano una sfida significativa all’esistenza stessa della nostra civiltà, preoccupazione ribadita dal collega Bill Murtagh: “Dobbiamo assolutamente mettere in atto, a livello nazionale, un progetto che ci consenta di comprendere appieno il fenomeno, in ogni suo aspetto, così da poterlo affrontare. Il problema è reale, il pericolo è reale”.

L’ultima violenta eruzione solare che ha colpito la Terra risale al 1859 – passato alla storia con il nome di “Evento di Carrington”, dal nome dell’astronomo inglese che per primo studiò le macchie solari – la più potente in cinque secoli, e causò la distruzione di gran parte della linea telegrafica europea e statunitense. Quella tempesta produsse un’aurora boreale visibile a latitudini normalmente inusuali: in Giamacia, alle Hawaii, a Cuba e a Roma, avvenimento descritto in un articolo de “La Civiltà Cattolica” dell’epoca.

Nel mondo tecnologico di oggi, un simile evento avrebbe una risonanza decisamente maggiore. Il massiccio impulso elettromagnetico dovuto all’esplosione solare, infatti, sarebbe in grado di spazzare via le reti elettriche e smagnetizzare telefoni cellulari e carte di credito. Praticamente tutto ciò che utilizziamo oggigiorno. Secondo una ricerca condotta nel 2008 dalla National Academy of Sciences, il costo dei danni ammonterebbe a circa 2.6 trilioni di dollari, cifra che riguarderebbe solo il territorio degli Usa.

Il governo degli Stati Uniti – coadiuvato dal Dipartimento della Sicurezza Interna, dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – è fermamente intenzionato ad assecondare i consigli degli scienziati e li sta supportando nel mettere a punto una strategia utile ad affrontare la prossima esplosione solare: un piano suddiviso in 6 step, che prevede di stabilire una scala accurata di misurazione di questi eventi, così come si fa con i terremoti. La vera preoccupazione, però, è che con la tecnologia attualmente a nostra disposizione, gli scienziati non siano nelle condizioni di poter avvisare e mettere in allarme i cittadini, in quanto riuscirebbero a captare il pericolo con un preavviso minimo compreso tra i 15 e i 60 minuti. Un arco di tempo troppo breve per garantire la salvezza di tutti. Una prima soluzione, a cui stanno già lavorando gli esperti, consiste nell’aggiornare i satelliti e creare nuovi sistemi di monitoraggio sulla Terra.
Per ammissione dello stesso governo americano, affinché si riesca effettivamente a creare un sistema di difesa, è necessario – punto 5 del piano – instaurare una collaborazione concreta tra gli stati nordamericani e del mondo.

I brillamenti solari di maggior effetto, come spiegato dagli scienziati, sono causati da masse di energia magnetica sulla superficie solare che rilasciano degli “scoppi” di radiazioni che viaggiano in tutto il sistema solare. La nostra stella ci inonda quotidianamente con il vento solare, un leggero flusso di particelle radioattive; i brillamenti e le eruzioni solari, invece, inviano quantità enormi di queste particelle, in una misura tale che il nostro campo magnetico non sarebbe mai in grado di assorbire. Questi eventi possono variare sia di intensità che di frequenza, ma quasi sempre viaggiano lontane dall’orbita del nostro pianeta. Stando alle statistiche, solo un’esplosione solare al secolo è in grado di minacciare la Terra.

Gli esperti americani invitano nel frattempo i cittadini a conservare dei kit di emergenza – con abbastanza cibo, acqua fresca e medicine – che possano bastare a sostentarci per almeno le prime 72 ore dall’inizio della catastrofe. Alcuni preppers (quelli che già da tempo hanno iniziato ad accumulare scorte in attesa del “giorno del giudizio”) hanno messo da parte viveri e medicinali per anni e investito i loro soldi in oro piuttosto che in titoli bancari. La prevenzione prima di tutto.

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3 comments

    • Gennaro Olivieri 11 novembre, 2015 at 19:10

      e l’articolo non è nemmeno tanto catastrofista. Non elenca che se vanno fuori uso le reti elettriche, e restano inutilizzabili per molto tempo, nelle città non funzionerà più nulla di ciò che ci permette di vivere. Niente acqua (gli acquedotti funzionano con pompe elettriche), impossibilità di distribuzione di alimentari e di qualsiasi altro genere (le pompe di carburante funzionano elettricamente, quindi camion fermi), sale operatorie degli ospedali fuori uso, oltre a tutti i mezzi e sistemi privati di illuminazione, conservazione dei cibi, riscaldamento, trasporto ecc. ecc. …

  1. Genesis 7 novembre, 2015 at 13:13

    Secondo me c’entrano molto le scie chimiche (…kimike…) e il moto perpetuo: viene nascosto tutto dagli americani in combutta con le popolazioni extraterrestri di sistemi solari adiacenti al nostro…l’energia pulita della scissione fredda ci proteggerebbe come un ombrello per la pioggia…

    PS: sto scherzando…ma nello scherzo c’è sempre qualcosa di vero!

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