le storie

Come mai i bagni sono separati per sesso?

 

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La separazione ‘naturale’ di uomini e donne in questi spazi è sorta meno di 200 anni fa, parte di una ideologia pervasiva di separazione e di dominanza.

di Terry S. Kogan
(Traduzione Redazione Modus)

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Per anni gli attivisti per i diritti transgender hanno sostenuto il loro diritto di usare il bagno pubblico che si allinea con la loro identità di genere. Negli ultimi mesi (primavera 2016, N.d.R.) questa campagna si è intensificata sempre più.

La Carolina del Nord, in Marzo, ha promulgato una legge che richiede che le persone siano autorizzate a utilizzare solo il bagno pubblico che corrisponde al sesso sul loro certificato di nascita. Nel frattempo la Casa Bianca ha preso una posizione opposta, indicando che agli studenti trans sia permesso usare il bagno che corrisponde alla loro identità di genere. Per tutta risposta il 25 Maggio 11 stati hanno citato in giudizio l’amministrazione Obama per impedire al governo federale di far rispettare la direttiva.

 

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  Oltre 400 aziende/organizzazioni si oppongono alla legge HB2 (della Carolina
          del Nord) e boicotteranno lo stato finché sarà in vigore

 

Alcuni sostengono che una soluzione sarebbe quella di convertire tutti i bagni pubblici ad uso unisex o misto, eliminando così la necessità di prendere in considerazione anche il sesso dell’utente. Questa idea potrebbe colpire alcuni come bizzarra o drastica. Molti ritengono che la separazione dei bagni in base al sesso biologico di una persona è il modo “naturale” per determinare a chi dovrebbe e non dovrebbe essere consentito di utilizzare questi spazi pubblici.

In realtà, le leggi degli Stati Uniti non affrontarono la questione della separazione bagni pubblici per sesso fino alla fine del 19° secolo, quando il Massachusetts divenne il primo stato ad emanare questa norma. Nel 1920, più di altri 40 stati adottarono una legislazione simile richiedendo che bagni pubblici fossero separati per sesso.

Ma perché alcuni stati negli USA cominciarono ad approvare tali leggi? Fu il semplice riconoscimento da parte dei legislatori delle naturali differenze anatomiche tra uomini e donne?

 

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Una fotografia del 19° secolo del bagno delle donne in una fabbrica di Pittsburgh
                   Cliccare immagine per miglior risoluzione

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Ho studiato la storia delle norme legali e culturali che richiedono la separazione dei bagni pubblici per sesso, ed è chiaro che non c’era nulla di benigno nella promulgazione di queste leggi. Piuttosto, queste leggi sono state radicate nella cosiddetta ideologia delle sfere separate dei primi anni del 19° secolo – l’idea che, al fine di proteggere la virtù delle donne, esse avevano bisogno di rimanere in casa per prendersi cura dei bambini e delle faccende della famiglia.

Nei tempi moderni, una tale visione di quale sia la collocazione corretta delle donne sarebbe facilmente liquidata come sessista. Nel mettere in evidenza l’origine sessista delle leggi che impongono la separazione dei bagni pubblici per sesso, spero di fornire ragioni per riconsiderare almeno la loro continuata esistenza.

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L’ascesa di una nuova ideologia americana

Durante il primo periodo della storia degli Stati Uniti, l’ambiente domestico era il centro della produzione economica, il luogo in cui le merci venivano fatte e vendute. Questo ruolo della casa nell’economia americana andò modificandosi alla fine del 18° secolo durante la rivoluzione industriale. Una volta che la produzione divenne centralizzata nelle fabbriche, gli uomini partirono per questi nuovi posti di lavoro, mentre le donne rimasero a casa.

 

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Presto venne a crearsi una divisione ideologica tra spazio pubblico e privato. Il posto di lavoro e lo spazio pubblico arrivò ad essere considerato il dominio proprio degli uomini; la sfera privata della casa apparteneva alle donne. Questo divario si trova al centro della “ideologia delle sfere separate”.

La visione sentimentale della donna virtuosa rimanente nella sua casa è stata un mito culturale che assomigliava poco alla realtà in evoluzione del 19° secolo. Fin dal suo inizio, il secolo ha visto l’emergere delle donne dalla privacy della casa al mondo del lavoro e nella realtà civica americana. Ad esempio, già nel 1822, quando le fabbriche tessili furono fondate a Lowell, Massachusetts, giovani donne cominciarono a convergere verso le città mulino. Ben presto, le donne single costituivano la stragrande maggioranza della forza lavoro tessile. Le donne si sarebbero anche trovate coinvolte nelle riforma sociali e nel movimento di suffragio che richiedeva loro di lavorare fuori casa.

 

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  Lavoratrici tessili in fabbrica - Cliccare immagine per miglior risoluzione

 

Ciò nonostante, la cultura americana non ha abbandonato la “ideologia delle sfere separate”, e la maggior parte delle mosse da parte delle donne al di fuori della sfera domestica sono state viste con sospetto e preoccupazione. Entro la metà del secolo, alcuni scienziati si dedicarono al riaffermare l’ideologia con attività di ricerca dedite a dimostrare che il corpo femminile era intrinsecamente più debole del corpo maschile.

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Armati di tali strumenti “scientifici” (ora riconosciuti come meramente rafforzativi di opinioni politiche contro gli emergenti movimenti per i diritti delle donne), i legislatori e gli altri responsabili politici cominciarono a promulgare leggi volte a proteggere, nel posto di lavoro, le donne “più deboli“. Gli esempi includono leggi che limitavano le ore di lavoro delle donne, leggi che richiedevano un periodo di riposo per tutte le donne durante il giorno lavorativo o l’obbligo di posti a sedere dove queste lavoravano, e le leggi che proibivano alle donne di essere assunte per determinati lavori e considerate per altri ruoli ritenuti pericolosi.

I legislatori alla metà del secolo adottarono anche soluzioni architettoniche per “proteggere” le donne che si avventuravano fuori casa.

 

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Architetti e altri progettisti cominciarono ad isolare vari spazi pubblici ad uso esclusivo delle donne. Ad esempio, la sala lettura separata per le signore – con arredi che assomigliavano a quelli di una casa privata – diventò una parte indiscussa della progettazione delle biblioteche pubbliche americane. E nel 1840, le ferrovie americane cominciarono a designare uno specifico “vagone per signore” ad uso esclusivo delle donne e dei loro accompagnatori di sesso maschile. Entro la fine del 19° secolo, vari spazi di socializzazione per sole donne vennero ad essere creati in altri contesti, tra cui studi fotografici, alberghi, banche e grandi magazzini.

 

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Vagoni ferroviari per donne, ancora in uso in India

 

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Come mai i bagni sono separati per sesso? Come mai i bagni sono separati per sesso?

Bagni divisi per sesso: mettere le donne al loro posto?

È in questo spirito che i legislatori emanarono le prime leggi che richiedevano che i servizi igienici nelle fabbriche fossero separati per sesso.

Ben oltre il 1870, i servizi igienici nelle fabbriche ed altri luoghi di lavoro furono prevalentemente progettati per un solo utente, ed erano spesso situati al di fuori degli edifici. Questi scaricavano in antigienici pozzi neri  e fosse settiche generalmente situate sotto o adiacenti alla fabbrica stessa. La possibilità d’avere servizi igienici, per più occupanti all’interno degli edifici di lavoro sarebbero rimasti una chimera fino a quando la tecnologia sanitaria si fosse sviluppata ad una fase in cui i rifiuti potevano essere scaricati in sistemi fognari pubblici.

Ma alla fine del 19° secolo, il “water closet” in fabbrica  – come furono poi chiamati i servizi igienici – divenne un punto di frizione sociale per una serie di ansie culturali.

 

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In primo luogo queste ansie erano legate ad epidemie di colera mortale che per tutto il secolo avevano accresciuto le preoccupazioni per la salute pubblica. Ben presto, riformatori noti come “igienisti” si dedicarono al sostituire gli impianti idraulici raffazzonati, casuali e insalubri nelle case e luoghi di lavoro con sistemi tecnologicamente avanzati di fognature pubbliche.

In secondo luogo, il rapido sviluppo di macchine sempre più pericolose nelle fabbriche fu visto come una minaccia particolare per i lavoratori  “più deboli” di sesso femminile.

Infine, i valori vittoriani che sottolineavano l’importanza della privacy e della modestia furono sottoposti ad una sfida particolare nelle fabbriche, dove le donne lavoravano fianco a fianco con gli uomini, spesso condividendo gli stessi servizi igienici per singolo utente.

Fu la confluenza di queste ansie che portò i legislatori nel Massachusetts e in altri stati ad emanare le prime leggi che obbligavano la separazione per sesso dei servizi igienici in fabbrica. Nonostante la presenza onnipresente delle donne nella sfera pubblica, nei primi anni del secolo lo spirito dell’ “ideologia delle sfere separate” era chiaramente riflesso in queste leggi.

Capendo che le donne, pur  “intrinsecamente più deboli“,  non potevano più essere costrette di nuovo alla domesticità, i legislatori optarono per destinare loro un rifugio simil-domestico e protettivo nei luoghi di lavoro, disponendo che i servizi igienici fossero separati, con spogliatoi dedicati e sale di riposo.

 

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        Didascalia:   Sala da bagno in fabbrica di vernici
Qui, ad un costo ragionevole, si combina una sala da bagno e di riposo per le
donne, presso una fabbrica di vernici a Cleveland. Può anche essere utilizzata
come un pronto soccorso in caso di malattia o incidente, dando un trattamento
umano ai propri dipendenti.         Cliccare immagine per miglior risoluzione

 

Quindi le giustificazioni storiche per le prime leggi degli USA che imposero la separazione per sesso dei bagni pubblici non si basavano affatto sull’idea che i bagni di uomini e donne fossero “separati ma uguali” – una politica di genere neutra che si limitasse semplicemente al riflettere le differenze anatomiche; piuttosto, queste leggi furono adottate come un modo per prolungare ulteriormente un’ideologia morale degli inizi del 19° secolo che voleva dettare il ruolo e il luogo appropriato per le donne nella società.

 

 

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Il futuro dei bagni pubblici

È quindi sorprendente che questa nozione ormai screditata sia stata resuscitata nel dibattito in corso su chi, come e quali  bagni pubblici può usare.

Gli oppositori dei diritti trans hanno usato lo slogan “No a uomini nei bagni delle donne“, che evoca visioni di donne deboli che sarebbero oggetto di attacchi da parte di uomini se le donne trans sono autorizzate a “invadere” il bagno pubblico.

In realtà, l’unica prova concreta di tali attacchi in bagni pubblici sono quelli diretti proprio a individui trans, una percentuale significativa dei quali subisce un qualche tipo di aggressione verbale e fisica in tali spazi.

Nel bel mezzo di questa polemica è importante tenere a mente che le nostre vigenti leggi che prevedono la separazione per sesso dei bagni pubblici si sono evolute dalla ormai screditata “ideologia delle sfere separate”.

Che siano per un utente alla volta o per più utenti, servizi igienici unisex sono la soluzione migliore, serve che i nostri legislatori ed il pubblico inizino ad immaginare nuove configurazioni di spazi nei bagni pubblici, di tipologie di gran lunga più amichevoli verso tutte le persone che si muovono attraverso questi spazi.

 

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