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Equitalian restyling

Equitalian restyling

Come è noto, Equitalia SpA, concessionaria della riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale con esclusione della Regione Sicilia, è una società di diritto privato il cui capitale sociale è detenuto interamente dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS.
Lo Stato moderno ha necessità di un ente di riscossione efficiente proprio per reperire le risorse da impiegare nel perseguimento e nella tutela dei pubblici interessi.
Pertanto l’improvvisa abolizione di Equitalia non avrebbe avuto alcun senso, sarebbe stata contraria ai principi elementari di buona amministrazione e avrebbe prodotto un danno grave irreparabile allo Stato.

Renzi il populista tuttavia aveva bisogno di un gesto eclatante consistente nel formale abbattimento del mostruoso Totem di Equitalia, società invisa al popolo, inflessibile quanto odiosa per le modalità anelastiche della riscossione, per gli aggi considerati eccessivi, per le severe misure di coazione correlate alla riscossione quali l’ipoteca legale nella misura del doppio della cartella esattoriale, il pignoramento immobiliare, il fermo amministrativo dei veicoli.

A Equitalia si rimproverava l’eccessiva onerosità della riscossione, a riguardo, l’originario debito tributario con il cumulo delle sanzioni, delle somme aggiuntive, degli interessi di mora, degli aggi di riscossione e delle spese, in effetti subiva un intollerabile aumento esponenziale, tale da mettere il contribuente onesto, nella impossibilità di poter adempiere.
Equitalia era raffigurata con le sinistre sembianze di un mostruoso vampiro ovvero con quelle di un cupo e insensibile usuraio indifferente persino al suicidio fisico del contribuente.
Per placare il furore popolare e conseguire vantaggio politico, Renzi non ha fatto altro che mutare semplicemente la ragione sociale dell’Ente di riscossione che in futuro si chiamerà “Agenzia delle Entrate Riscossione”, operando in effetti una sorta di fusione per incorporazione di Equitalia nell’Agenzia delle Entrate.

Dunque nel futuro la riscossione da attività tecnica e, per definizione “neutra” sarà posta sotto il diretto controllo del Governo che potrà orientare e modulare la riscossione stessa anche in funzione delle proprie esigenze di politica elettorale.
Nessun auspicato mutamento è stato introdotto.

 

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L’incorporazione della società di riscossione nell’Agenzia delle Entrate produrrà la concentrazione in capo al medesimo soggetto del potere di accertamento e di quello di riscossione con conseguenze negative non tutte facilmente prevedibili.
Il mostro non è stato né fiaccato né soppresso ma è più vivo che mai e i suoi strumenti di azione risultano potenziati.
Sono purtroppo rimasti inalterati tutti i poteri che avevano reso odiosa Equitalia; non vi è stato alcun serio intervento teso a mitigare il tasso degli interessi di mora, a ridurre le abnormi sanzioni e le somme aggiuntive, a ridurre la percentuale dell’aggio di riscossione, misure quest’ultime attese dai contribuenti onesti che sicuramente avrebbero consentito di rifondare un diverso rapporto informato a equità e lealtà tra cittadini e fisco.

Trattasi di una simulazione assoluta propagandata come “abolizione”, una operazione di facciata un restyling in chiave pop ovvero populista.
In tal senso tutto è riconducibile ad una finzione che enunciando formalmente un cambiamento, persegue il vero scopo di mantenere inalterata la situazione esistente, cercando di cogliere i vantaggi di un preteso cambiamento solo dichiarato.

 

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Il populismo pone in essere artifici e raggiri preordinando la mera apparenza del cambiamento, invero nella sostanza non persegue alcun cambiamento reale, essendo esclusivamente orientato alla conservazione dell’esistente per esigenze di rafforzamento e perpetuazione del potere personale.
Peraltro il potere non ignora l’esigenza di cambiamento e le relative istanze provenienti dalla società e dai corpi sociali intermedi, ma le neutralizza e le ammortizza costruendo una apparenza e una finzione che producono solo la sensazione superficiale, l’impressione di una qualche modificazione della realtà.

 

La frontiera del populismo è far finta di tutto, far finta di affrontare i problemi, far finta di rispondere ai bisogni senza alcuna azione concreta.
Il populismo poco si adopera, parla molto e, come si usa dire parla alla pancia delle persone.

Sul punto permettetemi l’ultimo sfogo:
da troppi anni i populisti di destra e di sinistra hanno ritenuto di dover parlare alla pancia degli elettori e, ora ci troviamo purtroppo in uno stato di miseria morale, prima ancora che materiale. Non è più possibile procedere in tal senso.
Qualcuno finalmente dovrà dire gridandolo che non si deve più parlare alla pancia di nessuno.
La pancia non è stato mai strumento e organo di dialogo, ma è semplicemente il corpo recettore delle solleticazioni populistiche dei tiranni.
Si deve invece ricominciare a parlare alla testa delle persone, a capo scoperto, profferendo finalmente parole di verità anche se difficili da accettare.
Solo ripartendo dalla verità si potrà ricostruire il patto di fiducia tra cittadini e Stato.

Equitalian restyling

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