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Expo… ne è valsa la pena?

Siamo arrivati alla fine di quel lungo percorso iniziato il 31 marzo del 2008 con l’assegnazione della manifestazione alla città di Milano, e proseguito poi con gli scandali, i ritardi, i dubbi sull’opportunità di arrivare in fondo, l’inaugurazione, per poi restare in attesa fremente degli esiti di un’operazione che, ai più è sembrata velleitaria, persino inutile se non addirittura controproducente.

Inizialmente è apparso già problematico superare l’ostacolo dell’individuazione dell’area idonea allo scopo, con connesse valutazioni di impatto ambientale e polemiche preventive su ciò che sarebbe accaduto finita la festa, con il degrado e l’abbandono di strutture costate milioni di euro.

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Per non farci mancare niente sono sopraggiunti gli immancabili scandali legati a tangenti ed infiltrazioni mafiose, sino alla decisa accelerazione, quando ormai si temeva che l’operazione non sarebbe andata in porto, per merito dei neo insediati Sindaco della città (Pisapia) e del Commissario unico Giuseppe Sala, mentre Grillo arringava urbi et orbi sulla necessità di fermare tutto prima che succedesse anche di peggio.

Con queste premesse, l’inaugurazione, avvenuta puntualmente, è stato un evento tutt’altro che scontato, seguito però dalle inesorabili profezie di flop clamoroso e di disastro economico/ecologico da gestire.
In effetti i primi mesi le cose non sono andate bene ed è evidente che tra l’iniziale attesa al padiglione del Giappone, valutata in media 30-45 minuti, e le quasi otto ore di questi giorni, di acqua sotto i ponti ne è passata; alla fine i numeri pare siano confortanti, ma ci vorranno mesi per chiudere la contabilità in modo accettabile e chissà se sarà possibile farlo con completezza di dati visto che l’indotto messo in moto dall’ Expo in tutta Italia, sembra essere stato notevole, con fiumi di persone che si sono mosse da una parte all’altra della penisola, per non parlare degli stranieri che avranno approfitto dell’Expo per fare un viaggio in Italia.

Visto che a malapena si riesce a sapere quanto può essere costata (circa 14 mld. di euro, una bella cifra) e sul resto poco ancora sappiamo se non sulle interminabili code per accedere ai padiglioni più gettonati, cercare adesso di trarre delle conclusioni, può sembrare azzardato e forse lo è, ma qualche considerazione sensata, si può tentare di farla con ragionevole aspettativa di non sembrare presuntuosi.

L’Expo è sicuramente stato un successo in quanto a numero di visitatori (anche se ad un certo punto si era temuto il contrario) ed è stato sicuramente un successo per la città di Milano che in questi anni, passando attraverso le forche caudine delle inchieste sulla corruzione, ha saputo approfittare dell’occasione per reagire, non solo al degrado morale, ma anche a quello di immagine subito già dai tempi di tangentopoli.

Chi conosce e vive la città sa quanto essa è cambiata e non solo nello skyline ma nell’effervescenza che la manifestazione ed il grande afflusso di persone da ogni parte del mondo ha indotto: in questo momento , insieme a Torino, Milano è sicuramente l’unica città di stampo “europeo” italiana: nuovi musei aperti, spettacoli, manifestazioni culturali e artisti di strada, a significare non solo un primato economico indiscusso, ma anche culturale, che riportano ai fasti di una Milano da bere, forse allora esageratamente esaltata, oggi sicuramente più bella e concreta. Finalmente una città dove vivere e non solo fare affari.

 

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Curiosamente, così come Torino approfittò delle Olimpiadi invernali del 2006 per rifarsi il maquillage e diventare, dopo decenni di grigiore, la bellissima città che è oggi, anche Milano sembra essere interamente debitrice verso L’Expo di questa rinascita e, quindi, sotto questo aspetto, dobbiamo riconoscere che Pisapia e Renzi, nel perseguire lo scopo di farla a tutti i costi, hanno avuto ragione. Se nel contempo sia stato perseguito l’ambizioso obiettivo di dare indicazioni su come nutrire il pianeta, ho dei dubbi.

Nell’attesa di chiudere il libro mastro della contabilità (che non potrà certo ignorare anche gli enormi problemi – altrove irrisolti; vedi Siviglia – di riconversione dell’enorme area edificata), credo che un primo bilancio positivo possa essere stilato e questo potrebbe essere di augurio per il prossimo grande evento in programma nel nostro Paese, se non fosse che esso capita nel momento peggiore di una città problematica come Roma: il Giubileo.

 

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15 comments

  1. M.Ludi 4 novembre, 2015 at 18:19

    Solo per precisare. Sui costi di una manifestazione complessa come quella dell’Expo è difficile anche a posteriori fare valutazioni; mi sono limitato a citare un lavoro di Roberto Perotti pubblicato su “lavoce.info”, largamente ripreso dalla stampa italiana. In esso vengono riportati costi in infrastutture direttamente connesse all’Expo (terreni, padiglioni, etc.), menzionati per circa 3,2mld. oltre ad una cifra superiore ai 10mld. riferita ad opere infrastrutturali del territorio milanese, comprese nel piano di sviluppo di expo in quanto ritenute ad esso funzionali e decise dopo l’assegnazione della manifestazione alla città, avvenuta il 31 marzo 2008.
    E’ ovvio che al momento le cifre a consuntivo non sono note, così come è difficile capire quanto delle opere finanziate (alcune delle quali neppure completate) possano considerarsi nella contabilità di expo e quanto invece vadano a riferimento all’utilizzo pluriennale delle stesse. Alla fine credo che sarà complicato anche definire quanto la manifestazione abbia inciso sul PIL italiano e, soprattutto, resterà comunque assai arduo quantificare economicamente i benefici che la città di MIlano avrà dall’Expo.

    • Tigra 5 novembre, 2015 at 09:41

      Mi sembra che questo commento risponda anche alla domada che avevo posto a Genesis, e possiamo quindi tranquillamente prendere atto di due cose, che la cifra di 14 miliardi non è riferibile in senso stretto ad Expo, poichè comprende una percentuale prevalente di costi per opere pubbliche dentinate a durare ed essere utilizzate nel tempo, e che non conosciamo, e probabilmente non conosceremo mai, il vero bilancio della manifestazione.
      Capisco che la contabilità sia una scienza inesatta, ma questa opacità dei conti, e questa mancanza di trasparenza delle informazioni, caratteristica antica del nostro paese, continua a sopravvivere e a suscitare inquietudine.

  2. Genesis 3 novembre, 2015 at 21:26

    Non ho visitato Expo e non ho voluto farlo per Principio.
    Ho assimilato con voracità le parole di chi c’è stato ed ha atteso ore per del cibo che poi ha strapagato, o delle foto impresse sui loro smartphone, spettacolari per genere e colori…ma il mio Principio è rimasto ben saldo.
    Ho letto dei costi e dei ricavi…ci vorrà moltissimo tempo per una contabilità accertata e definitiva, sta di fatto che si parla pur sempre di miliardi e milioni di €uri spesi di qua o di là, ricavati dalle tasse o dagli accordi commerciali stipulati tra paesi…ma ancora il mio Principio mi tira la giacchetta…
    Ho assaporato l’inno nazionale storpiato dai bambini con uno splendido inno alla vita, come ho riflettuto su quanto amici e conoscenti continuavano a decantarmi del tal padiglione, piuttosto che della leccornia gustata in qualche stand…è stato quasi come se effettivamente fossi andato anch’io…e quel Principio mi ha pestato di peso un nervo scoperto…
    Ma che cos’ho contro Expo?
    Ho cercato di immedesimarmi in quel bambino la cui sorella ogni giorno deve farsi a piedi decine di chilometri per prelevare da un pozzo maleodorante l’acqua di cui tutta la famiglia ha bisogno. La ragazza sa che con quella tanica partirà dal villaggio, non sa se tornerà e se soprattutto rivedrà i suoi cari… Penso agli occhi di quel genitore che vede morirsi in braccio il proprio figlio perché manca una dose di chinino oppure un vaccino da due stramaledetti €uri bastardi. Sto pensando agli occhi di quel fortunatissimo bambino che vede la foto di Expo e ne elogia i colori, la notorietà, la pubblicità…sa che suo padre raccoglierà ancora a mano quel riso, quel frumento, quei pomodori, guadagnando gli spiccioli giusti per non morire d’inedia.
    Quel Pincipio mi fa pensare a quante malattie vi sono al mondo dovute alla scarsa nutrizione, piuttosto che alle malattie dovute alla malnutrizione ipercalorica del mondo “evoluto” occidentale. Mi fa pensare anche a quanto cibo viene buttato giornalmente e bruciato per non marcire creando ulteriore energia che serve spesso per tornare a produrlo…

    Si, ho un Principio che è invadente, che mi rattrista della mia condizione agiata di ricco europeo italo-sudtirolese…è un Principio che mi devasta e mi fa star male pensando che il costo di uno solo di quei padiglioni avrebbe potuto sfamare qualche milione di persone…curare dalle possibili malattie, importate spesso dal mondo occidentale, allettante persone…
    Principio che accomuna un Bianco Europeo ad un Nero Africano, Americano, ad uno con gli occhi a mandorla…con quelli, cioè, che ormai non tendono più la mano…perchè non ce la fanno più!

    No, non ce l’ho con Expo…ce l’ho con me stesso!

    • Luistella 4 novembre, 2015 at 09:17

      Leggendo il tuo commento, ho colto quasi “un rimprovero” a te stesso di non essere andato all’Expo.Capisco cò che dici e che le situazioni non cambiano il giorno dopo, forse nemmeno anni dopo. Vedi ad es. la Turchia: padiglione molto bello, semini in offerta di pace e alleanza, tramite il cibo, tra i popoli. E vedi oggi Erdogan che chiude giornali, incarcere i dissidenti, riprende a bombardare i Curdi. Il mondo è così. Ma manifestazioni come queste, hanno il valore di accumunare la gente, di farle vivere delle emozioni, dei ricordi che serviranno comunque a formare una coscienza civile ed umanitaria. Questo ha dei costi, certo. Dietro ci sono azioni commerciali, costi che potrebbero salvare vite umane, se si volesse. Ma come ho detto in altro commento, credo che l’Expo sia riuscito a far vivere esperienze positive.
      Sai cos’è che mi dà ,direi dispiacere, e spero di riuscire a non farmi fraintendere, è che ad es., alcune associazioni umanitarie, fanno degli spot ( e forse è l’unico sistema per scuotere le coscienze) in cui fanno vedere bimbi che rischiano la vita, per fame, malattie che potrebbero esser facilmente debellate, con un vaccino, una zanzariera,un latte iperproteico. Tu sei lì che guardi e ti senti in colpa di avere da mangiare e l’assistenza sanitaria. Sai che puoi fare al massimo una donazione mensile di 10 euro, che forse risolverà qualche problema . Ma non sanerà una tragedia che trafficanti d’armi, terroristi, fanatici, guerrafondai d’ogni tipo ,interessi economici che non possiamo nemmeno immaginare, hanno causato e voluto. Poi, dopo questo spot senti la notizia di cifre stratosferiche con cui si è pagato un tizio come Balottelli, i costi di acquisto di giocatori, le gare ed i Grand prix, ecc…, Per cui ritengo che quando una manifestazione come l’Expo ha un significato di riavvicinamento di condivisione tra i popoli, finalità positive e di speranza di cambiamento, sì valga la pena , al di là dei soldi che devono essere spesi bene, non lasciati ai criminali. Perciò penso che forse hai fatto male a non andare all’Expo. Ps: quando ci sono andata un paninazzo ed un tè marocchino, gelato e caffè presi in giro, un paninazzo preso allo stand del Lazio ad Italy, qualcosa altro che non ricordo , mi ha fatto spendere meno di 20 euro.

      • Genesis 4 novembre, 2015 at 12:13

        La mia è quasi una confessione…non sarei (…e non sono…) mai andato all’Expo perchè avrei girato gli stand con lo spirito di chi vive le tragedie, arrabbiato delle situazioni e inviperito per una spesa altissima che avrebbe aiutato diverse persone…a vivere!
        Sono altresì arrabbiato con me stesso perchè non riesco ad aiutare come vorrei coloro che soffrono…

        Luistella…non posso avercela sempre col Vaticano o con le spese pazze dei politici…devo riuscire a capire come fare per sentirmi in pace con me stesso!

        • Blue 4 novembre, 2015 at 14:37

          Non prendertela Genesis e non addossare ad Expo colpe che non ha. Ci sono sempre spese esorbitanti che se indirizzate in altro modo potrebbero risolvere (provvisoriamente, solo provvisoriamente…) problemi umanitari ben più importanti. Pensa che per i mondiali di calcio di Italia ’90, per delle “partite di pallone” che, mi pare, rispetto agli intenti di Expo (rispettati o meno, chi lo sa…) siano di portata ben minore, furono spesi l’equivalente, rivalutati al 2014, di 7.5 miliardi (Miliardi!) di euro. Dunque?

          • Genesis 4 novembre, 2015 at 14:58

            …non me la prendo, ci mancherebbe!
            Me la prendo con me, perchè lascio fare ste nefandezze…14 miliardi per costruire expo, settemmezzo per Ita90, milioni gettati nei calzoncini dei giocatori di calcio…
            …come ho scritto: è il mio Principio che mi tira per la giacchetta!

        • Tigra 4 novembre, 2015 at 16:31

          Scusa Genesis, dopo avere letto i tuoi interventi ho fatto un giro per il web alla ricerca di informazioni, ma da nessuna parte ho trovato le cifre che tu indichi, al massimo ho letto di spese attorno ai due miliardi.
          Personalmente credo che ad oggi neppure eista un bilancio preciso, potresti per cortesia indicare qualche fonte?

  3. dinamite bla 2 novembre, 2015 at 20:14

    Ne è valsa la pena… Vista le nomine in vista presso il commissariato di Roma di buona parte degli attachée presso l’Expo… Direi… Per loro si! Per il resto enormi dubbi sul contesto, i costi per la collettività e quanto veritiero dell’ipotetica carta di milano… Vabbe’… È passata. Amen

    • Bondi James Bondi 2 novembre, 2015 at 20:36

      hai ragione. Ora che l’Expo è filato via liscio, tutti quelli che ci hanno avuto a che fare vengono considerati ipso facto cervelli eccezionali, grandi amministratori e politici carismatici. Oltre a quelli mandati in trasferta a Roma, il commissario Sala ora viene dato dai sondaggisti come il miglior candidato sindaco per Milano. Se per disgrazia avesse piovuto per quindici giorni e non ci fossero state le file per il sushi, il PD oggi non saprebbe chi caspita candidare.
      Tra le atrocità di Expo mi piace ricordare la cerimonia di chiusura con il coro di bambini che canta “Va pensiero” e “Volare”: cosa c’entrino l’uno con l’altro e soprattutto con l’Expo, lo sa il Signore. Si poteva evitare questa ridicola riproposizione dell’Italietta provinciale che si commuove per le criature che so’ piezz’e core e fanno la recita davanti al preside/Presidente.

      • Luistella 3 novembre, 2015 at 15:37

        Il tuo commento c’entra con l’expo tanto quanto ” la ridicola riproposizione” che attribuisci ai canti dei bambini.- Mi pareva strano che non fosse ancora arrivato un commento relativo al PD -Expo-candidati!

  4. Luistella 2 novembre, 2015 at 15:08

    Rispondo alla domanda del titolo: Sì, n’è valsa la pena. Sono stata solo una volta all’expo e penso di avere visitato neppure un quarto dei padiglioni, dato il numero impressionante di persone che facevano la fila verso i padiglioni. Oltre tutto faceva ancora caldo. Però ciò che ho visto mi è piaciuto. Soprattutto ho notato il clima che c’era , e non intendo quello atmosferico. Clima che corrispondeva alla esigenza delle persone di vivere un’esperienza, scusate il termine un pò trionfalistico, di pace, di trasmissione di informazioni e notizie dei paesi del mondo, tramite le immagini, i cibi, le piante. L’accuratezza degli allestimenti, i suoni, i colori, le luci, i giochi d’acqua, hanno contribuito ad accumunare i paesi , la gente. Il padiglione della Turchia, ahimè, tristemente famosa in questi giorni, invitava a “condividere” dei semini esposti. Tornata a casa, li ho seminati e sono nate delle piantine. Forse dureranno sei mesi come l’Expo? Clima che poi si rifletteva sulle persone; non c’era agitazione, irritazione, pur essendo, le affluenze ,numerosissime.
    Faccio un breve accenno , visto che il blog qui ne parla, ai festeggiamenti per le olimpiadi invernali del 2006 a Torino. Vi sono stata almeno un paio di volte, alle notti bianche. Sono trascorsi quasi 10 anni ma ne ho un ricordo vivissimo, altrettanto bello, dell’esperienza dell’Expo. Forse di più. Le principali vie del centro, piazza Vittorio piena all’inverosimile, le code davanti al museo egizio per l’apertura notturna, il clima di serenità e d voglia di vivere, la gente che cantava in mezzo a via Po, le luci, i suoni, le panetterie che sfornavano pane , pizze e focacce alle due di notte, ecc…, tutto riconduceva al bisogno di vivere un’esperienza serena, non competitiva,assieme a tanta, tantissima gente. Divenne uno spettacolo liberatorio, creato dalle persone.

  5. Gennaro Olivieri 2 novembre, 2015 at 06:21

    Bisogna riconoscere che l’Expo sembra aver ottenuto il risultato importante che ci si aspettava, che non sta nel numero dei visitatori nè tanto meno nei conti aritmetici immediati di entrate e uscite economiche: si sa che manifestazioni simili, per chi le organizza, comportano costi imponenti senza un immediato rientro.
    Milano, già prima dell’Expo, era la città italiana più funzionante, per qualità e affidabilità dei servizi. Expo sembra avere però restituito ai milanesi l’orgoglio di essere la nostra metropoli più dinamica e più aperta all’Europa e al Mondo: è evidente la ripresa degli investimenti privati, nel recupero di aree dismesse e nella costruzione di grattacieli arditi e modernissimi.
    Oltre a questo, i milanesi a mio parere stanno dimostrando di avere accettato, al di là degli allarmismi strumentali lanciati da Lega e e in parte anche dai grillini, che una metropoli moderna deve necessariamente essere multietnica. A Milano convivono pacificamente e stabilmente popoli delle provenienze più svariate, che negli ultimi decenni hanno saputo trovare il loro spazio nell’economia e nella vita della città. Dalla comunità cinese, che ormai nessuno nega abbia un’importanza fondamentale nel tenere in piedi settori che con la crisi sono andati in sofferenza estrema, come la ristorazione e il commercio in genere, a quelle sudamericane che si sono specializzate nell’assistenza agli anziani e nei lavori domestici. Questi sono i milanesi di oggi, come lo sono gli uomini d’affari e le splendide modelle di tutto il mondo che si possono incontrare ogni giorno sui mezzi pubblici.
    Expo è la dimostrazione che Milano lavora per il Mondo e accetta che il Mondo lavori a Milano.
    Tutto ciò anche al di là dei contenuti dell’esposizione, il cui tema (Nutrire il Mondo) probabilmente non è stato centrato da quasi nessuno degli espositori: ma questa non è colpa di Milano.

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