Si è parlato molto, negli ultimi anni, della cosiddetta “crisi dei corpi intermedi”. Pare che gli italiani non credano più nell’utilità di quelle formazioni sociali (partiti, sindacati, associazioni di categoria) che fino a ieri parevano essenziali per consentire ai cittadini la loro partecipazione alla vita pubblica e a tutti i processi democratici.

Uno dei maggiori sostenitori della necessità di superare queste forme organizzate di partecipazione sociale, in favore di un rapporto più diretto e quasi personale del singolo cittadino con chi detiene il potere, è, di fatto e certamente, Matteo Renzi. Uno dei fili conduttori dell’azione di Renzi come segretario di partito, è stato ed è lo smantellamento, sia nelle strutture che addirittura nel numero stesso degli iscritti, del PD ,in quanto organizzazione e in quanto centro di potere autonomo parallelo alle istituzioni. Contemporaneamente, da Presidente del Consiglio, Renzi fin dall’inizio del suo premierato non ha risparmiato gli attacchi (che hanno preso anche forma di Legge) contro le organizzazioni sindacali, mettendo in discussione il vecchio concetto di rappresentatività e il senso stesso dell’esistenza del tipo tradizionale di sindacato dei lavoratori.

Questo pensiero di snellimento “anti-organizzazione” pare aver riscosso un successo notevole, sia tra gli elettori che in buona parte della stessa classe politica che doveva subire le conseguenze di un suo ridimensionamento, in numero e in potere.
Proprio per questo motivo appare strano e inaccettabile il voto della maggioranza alla Camera di mercoledì, che ha salvato la parte restante del contributo pubblico ai partiti (per gli anni 2013 e 2014), pur in assenza della certificazione dei loro bilanci, che avrebbe dovuto essere (e non è stata) redatta dall’apposita Commissione prevista dalla Legge Letta.
Per una strana coincidenza, quasi nelle stesse ore il PD decideva di non costituirsi parte civile davanti al tribunale di Monza nel processo “Sistema Sesto” contro l’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati. La decisione appare al già potentissimo Penati una dimostrazione che il partito crede nella sua assoluta innocenza: è difficile che non appaia una semplice volontà di far calare il silenzio su una vertiginosa collazione di tangenti (come sostenuto dalla Procura brianzola).

Resta l’amara impressione che i partiti (e in specie il Partito Democratico) siano disposti ad accettare qualsiasi diminuzione di ruolo e di importanza, ma ritrovino l’antico orgoglio quando tornano in discussione i denari, di provenienza più o meno lecita. Con buona pace della trasparenza e con benefici alla causa dei movimenti anticasta e antipolitica.

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10 comments

  1. nemo 15 settembre, 2015 at 18:08

    Credo di leggere tra le righe una sentenza gia emessa. Ma, affrontiamo il discorso , spinoso della rappresentatività, che il nostro estensore pone in primo piano. Le organizzazioni di cui parla sono nate nella Italia del dopoguerra, alcune per la verità esistevano prima e fecero la loro parte nella guerra di liberazione, ma non si sta a fare un elenco dei pregi, ma solo ad esaminare quello che negli anni è accaduto a queste organizzazioni. Da espressione popolari si sono mutate in espressioni di potere, questa è stata la cosa che negli anni ha demolito la loro credibilità, Non pochi oggi, gli stessi che fino a ieri avevano la tessera del sindacato, non pochi oggi non la rinnovano o,addirittura sopratutto tra i giovani non si avvicinano neanche al sindacato. Ieri, primo giorno di scuola si è avuta la prima assemblea sindacale, chiedere a chi è dovuto andare a scuola a prendere il figlio cosa ne pensa! Non meno burocratizzata è stata la metamorfosi dei partiti, in questo caso oltre che metamorfosi si è avuta una vera e propria perdita di valori morali, ma, non dimentichiamo che le innumerevoli inchieste devono arrivare al terzo giudizio per poter dire, finalmente, costui è un ladro! Nel nostro Paese motivi di distacco ce ne sono stati molti, nel secolo scorso abbiamo avuto decine di attentati dei quali, fino ad ora pochissimi sono i colpevoli condannati, dico condannati e non dico in carcere perchè, questa è altra cosa, in carcere ci vanno solo in pochi, pur avendo una popolazione, di detenuti, molto alta. Abbiamo avuto tentativi di golpe, sette segrete che potevano sovvertire lo Stato, ma nulla ha scosso la opinione pubblica più del sapere quanto la classe dirigente di queste organizzazioni ha influito sulle casse dello Stato, quello stesso che ci chiedeva tasse a non finire. Scoprire i privilegi gli stipendi, le pensioni, che costoro si sono assegnati ha dato alle organizzazini stesse da loro rappresentate un fiero colpo. Ad iniziare dal Presidente della Corte Costituzionale che in teoria avrebbe una durata di 7 anni ma che nella realtà poco tempo dopo la sua elezione va in pensione , a cominciare da questa altissima carica vi sono tanti motivi di stupore per come le cose si sono portate avanti con il beneplacido di ciascuno di noi. Ascolto politici che hanno avuto responsabilità, pontificare su cose che, a loro avviso si dovrebbero cambiare , a volte addirittura su cose che loro stessi con il loro gruppo hanno favorito, ebbene ecco un’altra delle ragioni perchè si è avuta una perdita di rappresentatività. Non so se la cura è quella giusta ma di una cura si aveva bisogno e, come sempre , saremo noi gli artefici. Nessuno di costoro arriverà al potere , o è arrivato al apotere, per grazia ricevuta tutti nessuno escluso è stato eletto, sia direttamente che indirettamente e tutti hanno il diritto Costituzionale, di dichiararsi nostri rappresentanti.

  2. Por Quemada 12 settembre, 2015 at 19:25

    Mi sfugge il nesso fra la prima e la seconda parte dell’articolo; i cosidetti corpi intermedi hanno perso redibilità perchè erano diventati costosi centri di potere, e se Renzi ne ha fatta una giusta, solo quella, è stata mettere in riga il sindacato.
    Il fatto invece che il PD non si faccia sfuggire l’occasione di finanziarsi coi soldi dei cittadini dimostra che il Movimento 5 Stelle ha ragione quando dice che con questi politici non sta cambiando nulla, e che la casta è oggi più forte di prima.

    • Osita 15 settembre, 2015 at 22:11

      il partito pentastellato non ha avuto e non ha mai ragione,basta sentirli parlare di terrorismo e di Europa per capire che masnada di sconclusionati sono e se ,su qualche argomento,la gente li sta a sentire è solo perché è un movimento che parla alla pancia e in Italia il populismo ha sempre parlato alla pancia,perfino Hitler e Mussolini lo facevano

      • Por Quemada 15 settembre, 2015 at 22:32

        Cara signora, la gente mangia con la pancia, e i politici con un po’ di buon senso parlano sempre alla pancia della gente, tutti quanti.
        Cosa crede che faccia Renzi quando approva il job act, parla alla pancia della gente che non ha lavoro e alla pancia di quelli che danno lavoro, bastonando quelli che hanno il posto fisso, che sono meno e alla cui pancia non parla, perchè li mena sulla testa.
        E’ semplice sa, il PD non parla a nessuna testa.

  3. Berto Al 10 settembre, 2015 at 18:37

    Sei così sicuro che la diminuzione di iscritti del PD, come della maggior parte delle organizzazioni che citi, dipenda dall’azione autonoma e dall’alto di chi le dirige? Oppure è più una presa d’atto che non funzionano più come catalizzatori, non tanto del consenso, quanto della voglia di partecipazione da parte dei cittadini che le hanno viste troppe volte invischiate in cose che poco avevano a che vedere con il loro ruolo istituzionale? Insomma, Renzi ha indotto un processo o si è adeguato?

    • Tigra 15 settembre, 2015 at 10:17

      Che domanda avvelenata!
      E’ ovvio che Renzi non ha indotto nulla, ma se assecondi i processi, positivi o negativi, finisce che ne rafforzi la tendenza.
      A te non sembra che Renzi, che si rivolge direttamente agli elettori, non abbia un eccesivo interesse ad avere un partito strutturato, e non ti sembra che l’emorragia di iscritti del PD dipenda dal fatto che oggi ci si iscrive prevalentemente ai vertici del partito, e dal fatto che un segretario così divisivo allontani quelli che non la pensano come lui, elettori compresi, che difatti si astengono in massa?
      Secondo me bisognerebbe chidersi se è giusto cavalcare quest’onda.

      • Berto Al 15 settembre, 2015 at 12:12

        Lungi da me l’intento di difendere Renzi, ma a me pare che addossare a lui scarsa partecipazione ed emorragia di voti, quando l’una e l’altra sono processi in atto da tempo nel PD, mi pare eccessivo. Certo, le prese di posizioni verso gufi e rosiconi possono aver dato un’accelerata, ma a me pare che entrambe siano lo specchio dei tempi e siano parimenti riscontrabili in altri contesti al di fuori del PD e dell’Italia. La comunicazione, oggi, viaggia per altre strade

        • Osita 15 settembre, 2015 at 22:06

          invece io ho proprio l’intenzione di sostenere le ragioni di Renzi e addossare a lui una emorragia di voti è semplicemente ridicolo ,me lo ricordo , alle comunali e alle regionali, il calo in Emilia come conseguenza di errori di scelte e,soprattutto, dell’eliminazione di Richetti che invece era favorito,per non parlare della Liguria e del Veneto,per quanto riguarda i sondaggi ora è inevitabile l’andamento altalenante che cesserà e riprenderà vigore il partito presto ,quando si saranno concluse le operazioni delle riforme

          • Bondi James Bondi 16 settembre, 2015 at 14:00

            Non voglio fare l’esegeta dell’autore del blog e dei cari amici commentatori, ma l’emorragia di cui si parla, è quella degli iscritti al partito e dei partecipanti alla politica attiva, non dei voti. Tanto per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno: il Pci ai tempi di Berlinguer era arrivato a superare il milione e mezzo di iscritti, i Pds-Ds viaggiavano attorno ai 500.000, con Renzi i tesserati sono sotto i 100.000, e questo trend non viene contrastato, ma probabilmente viene incoraggiato dal segretario.
            Di contro, il Pd diventa sempre più un poltronificio: tra gli eletti in tutte le amministrazioni, i nominati in tutti i CdA di migliaia di enti di gestione delle materie e delle aziende più svariate, più l’aumento continuo e geometrico (se vuoi ti spiego come e perchè) delle società a partecipazione pubblica, (checchè ne dicano la propaganda e i falsi propositi renziani), ormai i poltronati del Pd sono più degli iscritti. Da partito di massa a Poltrone & Sofà!

  4. Bondi James Bondi 10 settembre, 2015 at 16:38

    Non capisco di cosa si stupisca l’autore di questo articolo. Evidentemente del vecchio stile comunista l’abitudine più dura da estirpare, è quella di rubare. Per il partito, s’intende.

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