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La Giunta a Raggi X

 

La Giunta a Raggi x

A me pare che poche volte una vicenda politica sia riuscita a sconcertare gli osservatori con la forza travolgente della banalità che sta emergendo dalla breve storia del Sindaco Virginia Raggi e della sua Giunta, arrivati a governare Roma sull’onda di uno dei più clamorosi voti di protesta che si siano mai visti in Italia.

Anche tralasciando le usuali note di colore che da sempre accompagnano il Movimento 5 Stelle, se persino un giornalista non certo ostile a Grillo come Marco Travaglio non si esime dal derubricare a livello di Asilo Mariuccia i comportamenti di Virginia Raggi e del suo partito, vuol dire che qualcosa di nuovo e di grave è probabilmente successo, e personalmente credo che per una volta Travaglio abbia perfettamente ragione.

Il Movimento 5 Stelle ha sempre riempito con l’antipolitica un clamoroso vuoto della politica, e lo ha fatto con parole d’ordine incentrate sull’onestà e sul rinnovamento; fino ad oggi, alla prova dei fatti, questa impostazione ha retto, oltre che pagato, perché al Movimento è stato generalmente possibile rimproverare inadeguatezza e approssimazione, ma non significativi episodi di disonestà, e neppure la mancanza di rinnovamento, visto che hanno riempito tutti gli organi elettivi, dal Parlamento ai più piccoli consigli comunali, con i primi sprovveduti che passavano casualmente per  strada.

E poi repentinamente, quasi a festeggiamenti per la vittoria ancora in corso, quello che doveva essere il banco di prova per un futuro governo pentastellato, la responsabilità di guidare la capitale del paese assunta a simbolo di tutti i mali italiani, questa responsabilità dicevo si rivela un imbarazzante cul de sac nel quale rischiano di naufragare in modo drammatico i sogni di gloria e le velleità di governo.

Lo spettacolo è francamente imbarazzante, con la Raggi che difende le sue scelte e spiega gli errori in modo assolutamente non credibile, e i leader nazionali del Movimento che cercano di metterla sotto tutela per minimizzare i danni, dimeticando la colpevole, pelosa e acclarata complicità di Luigi Di Maio, e mentre i commentatori rispolverano gli articoli già usati per altri e comuni casi di mala politica, gli avversari sorridono increduli di fronte a tanta e forse immeritata fortuna.

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In realtà la spiegazione non è poi così strana; va detto in primo luogo che Virginia Raggi, che di suo proviene dallo Studio legale di Cesare Previti, non precisamente una garanzia di verginità politica, diversamente da altri sindaci a 5 Stelle ha imbarcato alcuni fra i più impresentabili collaboratori di Gianni Alemanno, che oltre ad essere dei fascisti più o meno dichiarati, non solo non sono nuovi, ma non sono neppure un usato sicuro, vista l’intima contiguità con Mafia Capitale di quella disgraziata Amministrazione.

Non contenta di ciò, dopo aver nominato Paola Muraro Assessore all’Ambiente, con una dose di inopportunità che non deve neppure essere spiegata, se la scopre indagata dalla Procura di Roma per reati relativi allo smaltimento dei rifiuti, e decide di tenersi l’informazione riservata. Come un qualunque politico dei tempi di Mani pulite, e come questi viene scoperta.

Sarà che anche la rete a volte nel suo piccolo si innervosisce, ma il fatto non passa naturalmente sotto silenzio, e gli effetti non sono indolori, perché commettere gli stessi imperdonabili peccati dei propri avversari, sulla critica intransigente e moralistica dei quali si è costruita la propria fortuna, e raccontare un sacco di balle per coprirli, è una cosa che in politica ha sempre un prezzo, segnatamente quello di essere e di sembrare uguali a tutti gli altri, disonesti e pure particolarmente sprovveduti.

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Sia chiaro, Virginia Raggi, con le sue orecchie da Dumbo è uno dei tanti scalzacani della politica, miracolata dalla crisi dei partiti, da decenni di corruzione e dal suicidio del PD romano, da una parte lacerato e colluso col malaffare, e dall’altro incapace di trasformare Mafia Capitale in una occasione di riscatto, vuoi per interessi opachi e inconfessabili della componente deviata, vuoi per le divisioni in mille correnti e per la carenza di leadership sul territorio di quella sana.

Però Virginia Raggi non è solo questo, è anche uno dei molti banali e prevedibili gattopardi che da sempre fanno finta di cambiare tutto per non cambiare nulla, è un personaggio antico e vetusto, una giovane precocemente invecchiata, o nata vecchia, che non resiste all’ebrezza del potere, e al desiderio di poter fare finalmente come quelli che l’hanno preceduta, spocchiosa nella sua arroganza, e scioccamente pretenziosa nel suo desiderio di impunità: nel momento in cui recita la parte del borgomastro nudo in mezzo alla scena, mentre cerca di negare l’evidenza e arrampicarsi su specchi improbabili, e mentre cerca argomenti per difendere la sua scelta di coprire un Assessore indagato, il più mortale dei peccati per il movimento che l’ha portata in Campidoglio, si rivela non uguale, ma persino ben peggiore del peggior Ignazio Marino, che ha dimostrato ad abundantiam la sua piccineria votando per lei.

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BLG 070916-00

 

Virginia Raggi, che viene dall’ambiente di Cesate Previti, tecnicamente un delinquente, e che cerca di governare con i vecchi arnesi del fascismo romano, i principali inventori di Mafia Capitale, non è poi credibile quando, in coro con i principali leaders del Movimento 5 Stelle, accusa i “poteri forti” di volerla affossare, come se questi non fossero il suo humus originale e anche i sui probabili odierni referenti, ma Virginia Raggi è anche un emblematico segno dei tempi, nei quali una società incapace di rinnovarsi seleziona esclusivamente dei politici inadeguati per vedersi riflessa come in uno specchio: in altre epoche la società non si sarebbe mai fatta rappresentare da uomini e donne ridicoli come quelli che oggi riempiono la scena, ma forse il vero problema è che oggi la società non accetta più di identificarsi in modelli politici d’altri tempi, incomprensibili in alcuni loro pregi ormai dimenticati.

Probabilmente Virginia Raggi e Beppe Grillo pagheranno un prezzo per questa figura da spazzacamini, nella quale  appaiono sospesi fra un preteso rinnovamento basato sulla casualità e sull’incompetenza da una parte, e sulla contiguità con i peggiori arnesi e con l’usuale disonestà della vecchia politica dall’altra, ma non riesco a vedere in questa auspicata e auspicabile punizione l’avvio di alcun processo di virtuoso miglioramento, perché il populismo da cui è nata Virginia Raggi e nel quale ormai nuota la società che lei rappresenta ha nel suo dna una caratteristica dominante: tendenzialmente peggiora sempre.

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12 comments

  1. Berto Al 9 settembre, 2016 at 11:39

    Non ce l’ho con quelli che hanno votato i Grillo girls&boys sapendo esattamente ciò che facevano, ma con tutti gli altri che hanno creduto, seriamente (pare inverosimile) che la Raggi a Roma avrebbe portato l’onestà e la correttezza amministrativa

  2. Tigra 8 settembre, 2016 at 22:00

    Partendo dalla più totale ignoranza del problema, e facendo come nei film americani, cioè seguendo i soldi e non le stelle, ho letto un po’ di cose su Paola Muraro, Manlio Cerroni e Daniele Fortini, personaggi immagino sconosciuti ai più come lo erano a me.
    Quello dei soldi è Manlio Cerroni, un simpatico novantenne che smaltisce i rifiuti di Roma e comuni limitrofi, Vaticano compreso, dal 1975, mettendoli a casa sua; è il proprietario di una società che opera in mezzo mondo, senza essere quotata, senza essere legata ad alcuna banca, e senza che si sappia nulla della struttura societaria e del suo patrimonio: per capirci nessuno sa quanto vale.
    Cerroni è evidentemente un uomo per tutte le stagioni, e con tutta l’ammirazione possibile per il suo successo e per la sua non più verde età, non può essere considerato un potere debole, e neppure un uomo nuovo.
    Daniele Fortini era il presidente di AMA, oggi sloggiato dai 5 Stelle, che aveva cercato, non saprei dire se a torto o a ragione, di dare una robusta ridimensionata a Cerroni, oltre che alla Muraro, che considerava alla stregua di un fastidioso mal di denti.
    Muraro è infine colei che in nome e per conto della nuova amministrazione pentastellata ha ristabilito lo status quo, riaprendo le porte a Cerroni e cacciando Fortini.
    Sulla complessa vicenda della spazzatura romana, che evidentemente puzza, sta indagando la Magistratura, e lo scontro fra i vari protagonisti è palesemente all’ultimo sangue; quale che sia l’esito futuro, pensare che ci sia Virginia Raggi a fare il mazziere ad un tavolo in cui giocano Manlio Cerroni e il suo sodale Salvatore Buzzi, assurto agli onori della cronaca quando è esplosa Mafia Capitale, è semplicemente una favola per grulli, o forse per grilli.
    Possiamo accogliere con gioia il Movimento 5 Stelle nell’empireo della politica italiana, nello scantinato principale.

  3. Glauco 8 settembre, 2016 at 13:37

    Purtroppo solo un dittatore fascista puo’ controllare Roma. O un Papa, che poi non e’ cosi’ diverso. E non perche’ abbia un’alta considerazione dei fascisti, ma una bassa, bassissima di Roma…

  4. nemo 8 settembre, 2016 at 08:23

    Che la “mia” città fosse ridotta male è un fatto di dominio pubblico e, purtroppo, da molti di noi accettato. Questa premessa per far intendere, a chi lo vorrà,che non ero per nulla soddisfatto per come le cose sono andate, ripeterò, fino alla noia, il mio ricordo dell’unico Sindaco, scrivo con la maiscola per sottolineare il mio rispetto, l’unico dicevo primo Cittadino del quale ho ricordo e stima. Peteroselli, uno sconosciuto, fino ad allora, politico che seppe dare una sferzata a questa città, morì troppo presto e siamo ripiombati nel buio dell’anonimato. Quello che scrivi, lo condivido. Questo è l’ambiente che ha partorito tutti coloro che hanno amministrato questa città, questo è l’ambiente che, viene definito “poteri forti” che ha messo il suo cappello su questa società. Ecco che tra i tanti mediocri che si sono avvicendati spunta un mediocre senza arte ne parte, chiamiamolo parvenù ! Già, il gattopardo insegna. Questa città per avere una sua rinascita dovrebbe essere rifondata, spazzare via tutte le incrostazioni che la soffocano. perchè a Roma non si riesce ad avere un traffico ordinato e decente? Perchè a Roma non si riesce ad avere una burocrazia che funziona? perchè a Roma non si riesce ad avere un servizio di trasporto pubblico all’altezza di una città europea? A cominciare dalla sua decadenza, figlia, paradossale della sua antica grandezza, tutto ci dice che Roma è finita ai margini e, pur essendone la Capitale, l’Italia stessa non ne sentirebbe la mancanza se per ipotesi, da fantascienza, dovesse scomparire. Quello a cui assistiamo è solo una parte del romanzo. Oggi ci sono loro, domani, perchè ci sarà sempre un domani, ci saranno altri, altri maghi, altri rivoluzionari, altri solutori di problemi, ma nessuno dice quello di cui ci sarebbe bisogno, una completa rivoluzione, della politica dei cittadini e della società romana

  5. M.Ludi 7 settembre, 2016 at 17:35

    Lo Cicero, Morgante, Minemma, Raineri, Solidoro, Fortini, Rettighieri, Muraro, De Dominicis, Frongia e Marra. Sono undici; la squadra di calcio è fatta, adesso mancano le riserve. Del governo di Roma, chissenefrega.

    • Remo Inzetta 7 settembre, 2016 at 20:30

      Come no, gridavate ai quattro venti “onestà, onestà”, facevate finta di essere diversi, un sacco di gente vi ha anche creduto, e non appena vi trovate con un po’ di potere dimostrate di avere già imparato tutto il peggio della politica, senza dover andare a ripetizione.
      Ricordati che per quelli che si fingono giacobini le bugie non sono ammesse, contenetevi voi se siete capaci.

      • Glauco 8 settembre, 2016 at 13:45

        Chiunque prometta di cambiare tutto non cambiera’ mai niente.. Probabilmente i 5s non nascono disonesti, ma nascono sprovveduti ed incapaci, e l’incapace e sprovveduto viene sopraffatto tempo zero… Se poi lo sprovveduto per andare al potere si e’ dovuto alleare con la vecchia guardia di Alemanno non vale la pena neanche commentare.
        Il 5S e’ peggio del peggio perche’ ha anche la presunzione di essere meglio del peggio.

    • Luistella 8 settembre, 2016 at 14:27

      No, nessuno è contento di questa situazione, Avremmo voluto da tempo, renderci conto di esserci sbagliati sul conto del m5s. Ma non è stato cosi. Da tempo ormai abbiamo avuto conferma che non c’eravamo sbagliati. Forse non pensavamo (almeno la sottoscritta) che chi rappresentava il M5S sarebbe arrivato a questi punti. Se leggi con attenzione quanto scrive Kobab, scritto che condivido , non ci puoi cogliere alcuna parola di soddisfazione, ma di rammarico che le cose siano andate così. Perchè, contrariamente a voi, e parlo al plurale visto che tu lo usi, vorremmo che un populismo becero, arrogante, quasi sempre inconcludente, escludente chiunque all’interno dello stesso osi porre una critica, vuoto di contenuti, non si occupasse della vita politica del nostro paese. Perchè, non so se ve ne rendete conto, iscritti, simpatizzanti ,sostenitori rimasti, che il movimento e con i suoi capi , ha imboccato una pericolosa deriva fascistoide . E di ciò non possiamo esserne contenti. Avete per mesi ,anni insultato tutti, compreso chi non la pensasse come voi , visto complotti dappertutto,fomentato pubblici processi , fomentato i sentimenti più retrivi di certa gente, alle Camere i vostri rappresentanti si sono ritirati sull ‘Aventino, anche quando venivano proposte leggi come quella del “dopo di noi” , e via dicendo,. E ora non volete che quanto mai sia valido il proverbio” chi semina vento raccoglie tempesta?”Almeno un pò? Ps: prima il termine consueto, rivolto ai non aderenti era “rosicate”,ora siamo passati al soddisfatti. Voglio credere che sappiate usare altri aggettivi o verbi, che non siano insulti, visto che la lingua italiana ne contiene molto.

      • Por Quemada 8 settembre, 2016 at 18:30

        Non ho mai usato il termine rosicare, ma mi pare che Renzi lo avesse associato al termine gufi, non so se ricordo male.
        Quello chè è successo per noi non è un piacere, e ce ne siamo scusati, ma seriamente vuoi paragonare quello che avviene oggi a Roma con quello che capitava durante le amministrazioni di Alemanno e Marino, con la Procura di Roma che lavorava praticamente solo sul Comune?
        Chi semina vento raccoglierà anche tempesta, te lo concedo, ma prima di arrivare ai livelli del PD e di Forza Italia dovremmo governare male per almeno un secolo, non sarà poi così difficile fare meglio di voi.

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