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Le cose comuni viste da chi le subisce.

Almeno una volta la settimana siamo, ahimè, obbligati ad andare a fare la classica spesa per poter nutrire la nostra famiglia. Non troppo tempo fa esistevano tanti negozietti dove si potevano comprare i generi di prima necessità tipo il pane, il latte, il burro, il sale, lo zucchero, la carne e chi più ne ha più ne metta.

Negli ultimi decenni, però, questi negozietti, generalmente a gestione famigliare, sono andati a sparire per via dei sempre più ingenti costi amministrativi. Sono esplose catene di supermercati, con nomi diversi ed improbabili, che seguono quindi i criteri della Grande Distribuzione: oggi, per comprarti il litro di latte, vai al Supermercato, quasi ti vergogni…questo almeno nei medio grandi centri abitati.

…ma cosa vuol dire “fare la spesa”?

Ormai è prassi che un giorno della settimana venga dedicato a questo tipo di acquisti. Guardiamo nelle nostre dispense, nel frigorifero; alcuni si prendono nota di ciò che manca, poi, fatta la spesa, notano che ciò che gli serviva non l’hanno comprato…però…le dispense straripano!

Con la “nota della spesa”, che sia scritta o debitamente tenuta a mente è uguale, si prende la macchina, si parcheggia nei piazzali o nei parcheggi a tal scopo adibiti, e si entra nel mega-negozio. Appena entrato ti ricordi di aver dimenticato la moneta (generalmente 1€uro) e che l’hai in bella vista nel portaoggetti della vettura. Ri-esci e arrivi alla macchina; apri; prelevi la moneta; chiudi la portiera e torni all’ingresso del Supermercato. Appena entri ti viene un dubbio: “ho chiuso la serratura della macchina?”. Ri-esci. Torni. Schiacci il tasto, vedi che è chiusa. Sorridi. Ti re-incammini verso il mega-negozio.

Preso il carrello, infilando quella stramaledetta monetina nell’apposito spazio, devi togliere dall’interno ciò che il precedente pilota di carrelli aveva lasciato: sacchettini trasparenti, guanti, foglietti di carta ecc. (mai che trovi un biglietto da 10-20-50 €uro…mai!). Sospingi il carrello verso le porte automatiche e ti accorgi che una delle quattro ruote è bloccata: fai una fatica ladra a spingere quel mezzo di trasporto eccezionale.

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Torni, cambi carrello, ripulisci il suo interno e, a questo punto, ti senti pronto ad affrontare i banchi.

Entrando, generalmente, sei allietato da una musichetta, intervallata spesso dalle chiamate di servizio: “Comunicazione interna: Gianni alle casse!”…”Gianni è in ferie!”…”Luisa alle casse!”…oppure: “Ricordiamo ai Signori Clienti che il negozio chiude alle 20…”…Guardi l’orologio, vedi che sono le 10 del mattino e capisci che da li non uscirai tanto presto…

(Ora faccio il giro come quando vado io a spendere soldi per inciccirmi sempre più)

Noti sulla tua destra le pistole spara codici a barre…attenzione…non è che sparano veramente qualcosa. Un giorno ho visto due persone vestite come degli extraterrestri, che imitavano le scorribande dei film di Star Wars con la lucetta rossa di quegli strumenti: probabilmente erano in quel supermercato da giorni…forse si erano persi!

Si aprono le sbarre che ti fanno entrare tra i primi banchi. “Ma come? Le sbarre?…se voglio entrare, mi chiudono dentro?”…già! Sei diventato uno di loro!

Generalmente i primi banchi, quasi accatastati alla rinfusa, offrono merce in saldo: merendine, formaggi, pane del giorno prima, lattine e così via. Quando vado a fare la spesa con mia moglie, lei viene attirata da quegli scaffali come se fossero carta moschicida. “Guarda! Costa un euro al posto di cinque! Ne prendo cinque!”…”Cara, ma noi non mangiamo mai i biscotti di quella marca perché fanno un po’ schifo…”…”Non capisci proprio nulla! Sono in offerta!”…Vabbè…

Sulla destra, dopo quelle svendite di generi alimentari ormai in scadenza, c’è lo scaffale del pane. Ti metti il guantino di quel tessuto plastico di spessore infinitesimale, che nemmeno un dito gommato riesce ad aprire, prelevi un sacchetto in carta e guardi…rimiri quante forme, qualità, fragranze di pane ci sono. Alla fine sono troppe! Leggi ogni etichetta. Cerchi quello fatto con farina 0 invece che 00, perché è più digeribile. Chiaramente il cassetto di quello fatto con farina tipo 0 è vuoto! Ti chiedi come sia possibile. Chiedi agli addetti al forno se hanno in previsione entro il mese di reintegrare quel tipo di pane. Ti dicono di no, ma che in offerta c’è quello della settimana prima: un po’ duretto, ma sempre pane! Fai quattro sacchetti con dentro un panino solo e vai in bilancia. Fai avanti e indietro per leggere i codici almeno tre volte, ma alla fine metti quei sacchetti nel carrello. Una cosa l’hai fatta!

Arrivi ai banchi della verdura. L’uomo vede i colori, ed il verde, per l’insalata, gli sembra quello giusto. Guantino di plastichina e prelevi quel cespo d’insalata che ti piace di più, ma che non entra nel sacchetto, fatto sempre del materiale del guanto. Premi l’insalata al suo interno e vai alla bilancia. In questa zona di bilance ce ne sono sempre più d’una. Tutte sempre occupate! Una magari senza rullino ed un messaggio “ERRORE 879”. Pesi, applichi l’etichetta ed inserisci il sacchetto trasudante d’acqua (di chissà quale purezza) nel carrello. La tua compagna riempie almeno altri tre sacchetti e, alle tue rimostranze, ti dice: “La verdura fa bene…abbiamo bisogno di Sali minerali”…”Cara, nel frigo non ci stanno tutti quei sacchetti!”…” Ma cosa vuoi capire tu!”… Così coi pomodori, le zucchine, le patate, il sedano, le melanzane, le carote, gli asparagi sempre fuori stagione, i peperoni sempre nei tre colori, le verze, il cappuccio, e qualsivoglia altro prodotto ortofrutticolo…e tu pensi: “Base per altezza per profondità uguale a…devo comprare un frigo nuovo!”

Dai banchi della verdura si passa ai banchi della frutta. Anche la frutta fa bene, però deve essere a chilometro zero! Leggi i cartelli. Vedi che non c’è nulla che provenga dalle piante fuori in strada (anche perché fuori è tutto asfaltato), e compri comunque. Mango produzione italiana. Papaia Calabrese. Banane Svizzere Canton Ticino… Le mele le lasci dove sono perché da quanto sono lucide ti abbagliano…hai timore!

I banconi della carne. Un po’ di carne rossa, un po’ di carne rosa, un po’ di carne color caffè latte sbiadito… La provenienza la leggi, ma poi pensi a quando eri bambino e quella carne te la tagliava il sanguigno macellaio sotto casa…quanto trasudasse ancora di vita! La carne d’oggi la metti in padella e sparisce… Chiedi a qualche addetto: “Mi piacerebbe avere un paio di bistecche!”…”E Lei chiede a me? Io taglio ed imbusto…chi crede io sia, uno della scientifica?”. Metti nel carrello senza guardare bene alla luce esterna dai banchi, poi ti accorgerai a casa che quel rosso vivo, altro non è che un marrone antico…

Formaggi, yogurt e qualsiasi altro prodotto da frigo entrano nel carrello come per inerzia. Non riesci più a tenere conto dei gusti…metti li e poi vedrai il da farsi.

E’ giunta l’ora degli scaffali…evviva!!!!!

Farine di cinquantasette tipi diversi e trenta marche distinte. Zucchero e sale di provenienza sospetta. Dolcificanti di essenza diversa. Prendi e metti via! Lo scaffale del pane confezionato e degli stuzzichini salati (più o meno, in base alla ritenzione idrica che vuoi mantenere). Scegli in base alla marca, al prezzo ed alla forma del prodotto. Ed ora apriti o cielo! Lo scaffale dei dolci… Novantadue tipi e marche di biscotti. Cinquantasette di merendine d’asporto. Ti ritrovi ancora i prodotti in saldo che erano posti all’entrata. Pensi alla tua linea (curva) e cerchi di passare inosservato per ciò che cade nel carrello dallo scaffale: “Non sono stato io!”…

Il barattolame. Funghetti, pelati, pomodoro a pezzettoni, … anche questi di almeno dieci marche diverse.

La patria dell’Uomo: lo scaffale delle birre…lattine, bottiglie, pacchi di bottiglie o lattine, casse da venti bottigliette…tutto di sette o otto marche diverse, trentadue gusti diversi, ottantacinque gradazioni alcooliche diverse. “Cìapa, e porta a ca!”…

Succhi di frutta, the in bottiglia, bibite gasate o meno. Il carrello diviene carro per il mulo da soma!…che tra l’altro sei sempre tu…

La Pasta asciutta. In scatola, in sacchetto, in sacchetto riciclabile…prendi ciò che hai sempre preso…spaghetti e tortiglioni: “Prendiamo quella integrale?”…”Si, Cara, fai come vuoi!”…”Prendo l’una e l’altra…così proviamo!”.

Lo scaffale messicano…uh, che bello! Tanta roba piccante, gustosissima, da mangiare quando arrivano a casa gli amici oppure quando vuoi uno stuzzichino sfizioso. Guardi l’etichetta e leggi: “Prodotto confezionato per conto di Santos Agirra De Mutos, sede Mexico (*) imbottigliato a Innsbruck. Provenienza del prodotto Europa Ovest”…”Scadenza 31.12.3250…”…”Cara, forse questo è quel prodotto che l’altra volta mi ha pulito benissimo gli iniettori del motore della macchina…quasi quasi lo compro…!”

Lo scaffale dei sottaceti…di tutto, scivola tra le mani ed entra nel carrello…

I surgelati: “Cara, ti ricordi se abbiamo spazio in freezer?”…”Tranquillo, conosco i nostri spazi come le mie tasche!”…”Ma le tasche tu non le usi mai…”…”Taci e metti dentro!”.

I detersivi fanno la stessa fine: piatti e bicchieri non verranno solamente sgrassati, ma deterioreranno nell’arco del tempo…ammorbidenti, detersivi solidi, liquidi e gassosi…paraffine, acidi più o meno cancerogeni, pulisci water, disincrostanti, decalcificanti, mercuriocromo…antimeteore… Sei conscio del fatto che la tua dispensa diverrà zona pericolosa…cerchi il cartello arancione…

La zona dei bagno schiuma e degli shampoo…odori ogni essenza, ma alla fine prendi sempre quelli. Ad un tratto non vedi la tua compagna…”ah si, mi aveva detto che doveva cercare un dentifricio nuovo…”. Alla fine ritorna con quattro scatolette diverse e tre pacchi da tre spazzolini colorati.

Intanto sei in coda alla cassa. Dopo qualche tempo ti ritrovi ad essere il secondo, ma la bandierina luminosa della cassa da verde diviene rossa. Chiedi con un sorriso alla cassiera se può fare uno strappo alla regola e di lasciarti appoggiare la merce, ma nulla da fare. Guardi le altre file e ti accorgi che hai dimenticato il binocolo in macchina.

Rifai la fila, intanto chiacchieri col tuo vicino del più o del meno: ci sono coppie nate al supermercato per via di questo!

Arriva il tuo turno. La cassiera ti chiede “Ha la tessera?”…e la vedi, nel tuo subconscio, nel suo giusto posto nel portaoggetti della macchina. Chiedi scusa, corri alla vettura, apri, prelevi e chiudi. Corri nuovamente, ma fai una strettissima inversione ad U per andare a chiudere la serratura della portiera. Sudato come un cammello afgano, torni alla cassa. La gente in coda ti guarda facendoti dei gestacci con le due mani: pollice e indice aperti ed avvicinati, sì da comporre un simil cerchio. Porgi la carta fedeltà che ti da modo di avere lo sconto del 1% ogni settanta euro.

Bip—Bip—Bip—BipBipBip L’etichetta dell’insalata non si legge. La cassiera ti guarda come fosse Belzebù, ma riesce a digitare le cifre….”Sono trecentoottantadueeuroetrecentesimi… contanti?”…”Si, con tanti saluti!”… ”per fortuna, Cara, che tante cose erano in offerta!”.

“Carta di credito…”…”Mi serve gentilmente un Suo documento, il codice fiscale, il codice di previdenza sociale, la patente, il libretto della macchina, le urine e un prelievo di sangue recente.”…

Paghi firmando tremante quel biglietto. “Azz! Ho dimenticato le borse! Potrebbe darmene una quarantina?”…”Ecco, sono diciotto e trenta…concilia?”…

Le borse sono in un materiale biodegradabile, atossiche e puzzano di mais. Ci infili un solo blister in plastica e si aprono come se fossero fatte di panna montata….ma lo sai e ci stai veramente attento.

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Arrivi sotto casa. Chiami tutto il vicinato per aiutarti nel trasbordo auto-casa. Appoggi tutto in cucina. Ti svesti. Un attimo di riscaldamento e via per lo stivaggio!

Prepari i sacchetti contenenti le cose da mettere nel frigo. Chiaramente ce ne stanno solo la metà. Apri il freezer e vedi che non riesci nemmeno a muovere i cassetti interni per via di tutte le cose ferme li da chissà quando.

Tutto rientra nella normalità. Vai in cantina dove hai il frigo di scorta e riempi quello, sapendo già da questo momento che sbaglierai comunque, tra un frigo e l’altro, e che dovrai fare le scale per mille volte…

Questo è “fare la spesa”…nel XXI secolo…

PS: entrato alle 10.00 del mattino…uscito alle 19.55…dimagrito di tre chili.

 

 

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5 comments

  1. Luistella 14 novembre, 2014 at 18:53

    C’è da dire che con i tempi che corrono, non si riempie così facilmente il carrello. La crisi economica ha avuto il vantaggio di renderci più oculati, meno spreconi.Si compra il giusto: è vero si sta attenti alle offerte, ma per comprare il prodotto che ci interessa nel momento che è scontato. Non mi pare più che sia il momento del consumismo sfrenato nel supermercato, almeno per coloro (in pratica la maggioranza) vivono la crisi sulla propria pelle. Non tutto il male vien per nuocere.

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