la società

I vaccini, i deficienti e le elezioni

Non so se per caso mi è sfuggito, ma non credo vi siano altri paesi al mondo nei quali esistono così tanti agguerriti novax da assumere un rilievo significativo in occasione delle elezioni. Certo, il populismo si è diffuso  ovunque, e i cittadini votano ormai quasi esclusivamente con la pancia, a causa del portafoglio vuoto e dell’ignoranza diffusa, ma se si può in fondo comprendere il voto del razzista o il voto del nazionalista, il voto dell’interesse particolare contro quello generale, il voto dei privilegi e delle corporazioni, il voto identitario del noi contro loro, e via declinando, si fatica veramente a comprendere perché in Italia un branco di deficienti, perché non sono solo degli ignoranti, si siano inventati la balla spaziale dei vaccini che ci stanno rapidamente sterminando per fare gli interessi  di Big Pharma, o di qualche altro potere oscuro.

 

Non conta che l’intera comunità scientifica li abbia sputtanati, non conta che le posizioni dei novax non abbiano mai retto a nessuna seria valutazione, non conta il fatto che siano sostenute solo da furore ideologico senza alcun dato oggettivo, sono irrilevanti  i dati statistici sulla vita media, mai stata tanto lunga come oggi, non si considerano i numeri impietosi sulla mortalità infantile dei tempi in cui i vaccini non c’erano o erano primitivi, e non conta neppure il normale buon senso del bottegaio o del contadino, del quale evidentemente le case farmaceutiche dovrebbero essere prive se tagliassero il ramo sul quale sono sedute, gli uomini da curare fino in tarda età.

 

 

Non c’è niente da fare, un numero sconsiderato di cittadini, che sarebbero meno pericolosi con una pistola carica in mano al posto del certificato elettorale, berciano sui social network contro i vaccini, al seguito di qualche medico radiato, di qualche mamma informata che ha studiato su Facebook, e di qualche cretino in cerca di notorietà fra i suoi simili, perché ha inopinatamente scoperto che erano di più di quello che credeva e non vede l’ora di potersi mettere alla loro testa per guidarli contro il nemico, gli intellettuali, gli scienziati, le persone che hanno studiato e che leggono dei libri, o semplicemente qualche quotidiano, tutte cose che a loro non sono mai capitate neanche per sbaglio.

 

Il fenomeno è diventato tanto grave da far scomodare uno dei fondamentali principi dell’89, quella libertà individuale che viene invocata per giustificare il rifiuto dei vaccini, al punto da costringere il legislatore a renderli obbligatori, laddove negli altri paesi civili si fa la fila per vaccinare spontaneamente i bambini. Io credo che su questo punto sia necessario essere moto chiari: solo un ignorante può pensare che in uno stato la libertà possa essere infinita,  solo uno stupido può immaginare che la libertà individuale sia un bene superiore alla salute pubblica, e solo un deficiente può credere che la scienza possa essere piegata alle opinioni della maggioranza, perché della maggioranza la scienza se ne infischia, e perché, fortunatamente, pur essendo sempre troppi, gli antivax sono solo una netta minoranza.

 

Lo so che questi uomini non hanno studiato, so che sono estranei alla cultura scientifica, a quella giuridica e a quella umanistica, ma veramente loro non c’entrano nulla col principio di libertà che tanto invocano, non sanno che cos’è la democrazia, e sono privi delle basi fondamentali del vivere civile, perché non si può impunemente giocare con la pelle degli altri senza perdere tutti i riferimenti morali ed etici che abbiamo costruito per uscire dalla ferinità, e ciò dovrebbe essere chiaro anche ad un bambino.

 

Non si dica poi che la scienza ha sbagliato, sbaglia e può sbagliare ancora, che è vero, perché nel caso dei vaccini è un’affermazione del tutto irrilevante. Tanto perché la scienza sbaglia sempre meno, delle cose fatte dall’uomo è quella che col progresso si perfeziona meglio e di più, ma soprattutto perché la critica alla scienza può avere solo un fondamento scientifico, e forse in alcuni casi, per me nessuno, un fondamento morale, ma mai un fondamento basato su credenze, opinioni e ideologia: nella sostanza, o saltano fuori dei dati attendibili, riconosciuti e riconoscibili dalla comunità scientifica, oppure i novax dicono semplicemente delle stupidaggini, e qui deve finire il discorso, perché la scienza e gli scienziati, a livello planetario, non sono in conflitto d’interessi, ma al massimo in concorrenza verso nuovi traguardi. Per credere il contrario bisogna proprio essere dei poveretti.

 

 

Però in realtà il discorso non finisce qui, perché in questo paese il voto marginale è un bene particolarmente prezioso, e siccome ignoranza e populismo vanno a braccetto, noi ci ritroviamo con l’uno e l’altra in quantità non omeopatiche: fuor di metafora, in vista delle elezioni è partita la caccia al voto novax, e non passa giorno che i nostri migliori populisti, i Salvini e Di Maio brothers, non ne sparino una nuova, finalizzata a superare la precedente, in una concorrenza reciproca che tende all’infinito. Di Maio non fa in tempo a dire che i vaccini vanno usati solo in caso di epidemia, che Salvini ribatte dicendo che se un bambino malato di cancro muore per il morbillo, cosa che succede, non bisogna dire che è morto di morbillo, ma di cancro. Uno pari e palla al centro. Alla ripresa del gioco Virginia Raggi si lancia verso la porta avversaria facendo approvare una mozione al consiglio comunale di Roma (minuscole volute), nella quale si affermano “i diritti a frequentare la scuola dei bambini non ancora vaccinati”, come se non fosse sufficiente mandare i Carabinieri a prendere i loro genitori, o più propriamente interdire la Raggi dai pubblici uffici per palese inadeguatezza.

 

Questa storia è così assurda che un medico di riconosciuto talento, ma comunque un addetto ai lavori, Roberto Burioni, sentendosi giustamente costretto a portare un po’ di luce in troppe menti ottenebrate, si è costruito, forse suo malgrado, una fortuna editoriale e un ruolo pubblico riconosciuto, cercando di spiegare cosa sono i vaccini, cos’è la scienza e cosa sono i novax. Burioni è un estimatore di Renzi, ha rifiutato una candidatura blindata nelle liste del PD alle prossime elezioni per ragioni che ha spiegato pubblicamente, e ha poi invitato a non votare per quelli che alimentano le paure della gente, e che utilizzando il titolo del suo libro, potrebbero essere quelli che alimentano “La congiura dei somari”.

 

 

L’invito non è peregrino e la questione ha una sostanza, perché se vogliamo considerare dei somari i novax, bisognerà pur dire che quelli che cercano il loro voto non  lo fanno perché sono degli stupidi, ma perché colpevolmente lisciano il pelo alla fascia economicamente e culturalmente più povera del paese, a quegli  analfabeti funzionali incattiviti dalla crisi e dalla sfiducia nel futuro che inseguono qualunque idea bislacca che gli consenta di sentirsi qualcuno pur non essendo nessuno.

 

I novax vogliono libertà e democrazia, ma non sono liberi, e non sono neppure democratici, perché pretendono diritti che nessuno ha, e vorrebbero rinunciare a doveri che non sono nella disponibilità di nessuno. Quella che loro pensano sia la kasta, i misteriosi “poteri forti” nascosti dietro ad ogni complotto, quelli che presuntuosamente li zittiscono solo perchè hanno studiato e dileggiano la loro libertà di straparlare, alla quale la massa fa da volano, sono diventati i nemici, e contro questi “nemici” si posizionano Di Maio e Salvini, proprio perchè sanno di doversi piazzare dove gli elettori disposti a votarli li vanno a cercare. E’ capitato ai vaccini, ma poteva essere anche un altro tema, e sicuramente in questo caso il Matteo fuoricorso a vita e Giggino o’congiuntivo avrebbero sposato quella causa, con lo stesso supremo sprezzo del ridicolo che dimostrano oggi. Del resto, non sono forse loro e i loro partiti a parlare di razza bianca e di scie chimiche?

 

Naturalmente gli elettorati di Salvini e Di Maio non si esauriscono nei novax, ce ne sono molti che votano per ragioni diverse dall’ignoranza e dal rancore, ci sono mille altri motivi più o meno ignobili per votarli, ma sorprende l’indifferenza con la quale gli elettori normali accolgono l’imbarazzante compagnia di quelli diversamente intelligenti che progettano maldestri tentativi di scatenare nuove epidemie di malattie già da tempo debellate. Io non so se il voto come il denaro non puzza, d’istinto penso di si, ma troverei   inconcepibile votare per un partito che copre politicamente questi scappati di casa, e morirei dalla vergogna se potessi anche solo sospettare di essere confuso con loro, ma temo di essere scarsamente rappresentativo.

 

In realtà di quello che a me pare uno scandalo questi elettori se ne sono fatti da tempo una ragione, mentre i loro candidati non l’hanno mai considerato un problema di fronte alla primaria necessità di arricchire il bottino del consenso. Gli uni e gli altri sanno benissimo che le cazzate da campagna elettorale spirano con la chiusura delle urne, e al netto di qualche marchetta successiva al voto non succederà nulla di stravolgente. Quello che possiamo rischiare è solo il consolidamento dell’immobilità in cui ci troviamo ora, ma non certo l’abbandono dei vaccini, perché fortunatamente non siamo tutti così deficienti, e se anche fosse alla prima avvisaglia di epidemia vaccineremo anche il pesce rosso di casa contro il tetano e il morbillo, spargendo un po’ di lacrime dietro a qualche bara, preferibilmente piccola e bianca.

 

Resteremo quello che siamo, un paese di retroguardia che vaccinerà meno degli altri per ragioni incommentabili, butterà nel cesso qualche vita povera e innocente, spenderà inutilmente un po’ di soldi e tutto finirà li, perché in fondo “qualche vita” è un prezzo accettabile da pagare per la conquista del potere e per la difesa di tutti gli interessi diversi da quello generale.

 

Per questo non sono sorpreso del fatto che nessun elettore di quei partiti dica a Salvini e a Di Maio che si dovrebbero vergognare, neppure i medici che votano per loro, perché in fondo considerano equo il prezzo che stanno  pagando all’auspicata vittoria. Evidentemente i problemi etici secondo loro se li pongono solo gli imbecilli.

 

 

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