la società

Il buon senso non si compra al mercato

La Stampa di Martedì 29 Settembre 2015 titola così ”Così la burocrazia trasforma il lavoro vero in lavoro nero” e si riferisce al fatto di un contadino del cuneese che ha ricevuto una multa di circa 19.000 euro per essersi fatto aiutare a vendemmiare da amici. Multa poi sospesa dal ministro del lavoro, ma che almeno all’inizio, fin tanto che non ne hanno parlato i giornali, ha gettato nello sconforto l’interessato che poteva solo vendere la vigna, comprensivo di raccolto, per pagarsi la multa. Sconforto pienamente comprensibile perchè credo che,lui come altri coltivatori, ha dovuto affrontare durante l’anno una lotta , a volta perdente, contro la“ flavescenza dorata”. Malattia che attacca le vigne, ne accortoccia le foglie, e bisogna sradicare la pianta per metterne un’altra, senza contare il pericolo della grandine che negli ultimi anni capita in qualsiasi stagione . Quando finalmente arriva il momento della vendemmia, ecco arrivare la burocrazia con le sue regole assurde.

Sempre l’articolo de La Stampa “Nei vigneti, in particolare da qualche tempo, c’è il fenomeno odioso del caporalato: un sistema di reclutamento della manodopera che sarebbe meglio chiamare sistema di sfruttamento- E poi malavita a parte, ci sono anche imprenditori che se ne approfittano e non mettono in regola chi lavora per loro.” Da qui la necessità di controllare e sanzionare chi sfrutta il lavoro.
Ma est modus in rebus, e soprattutto occorre il buon senso. Cose che la burocrazia non conosce.

 

Nel 2008 , per regolare il lavoro stagionale legato alle vendemmia, ma non solo, è stato introdotto l’utilizzo dei voucher. Ticket di 10 euro che chi dà lavoro , acquista negli uffici postali o anche dai tabaccai. Il lavoratore tiene per sé 7,50 euro, il resto va all’Inps e all’Inail. Tutto bene. Ma a questo punto intervengono paletti che fanno in modo di rendere difficile le cose facili. I voucher possono essere dati: ai pensionati, alle persone in mobilità, agli studenti. Almeno le prime due categorie hanno, se pur minimo, un reddito. Se ad esempio, sono un disoccupato e per una serie di motivi non ho alcun reddito e qualcuno vorrebbe farmi lavorare pagandomi con i voucher, non si può. Credete che tutti i pensionati possano accedere a questo sistema? No, non è così. Se sono un pensionato/a di reversibilità, non posso essere messo i regola coi voucher. Perché la pensione di reversibilità non è la pensione di chi la riceve, ma è della persona deceduta che l’ha passata al coniuge! Perciò se ho solo la pensione di reversibilità, non posso essere messo in regola. Come dice la Settimana enigmistica : incredibile ma vero!
Da sempre capita che tra gli agricoltori vengano scambiati favori: tu inizi a vendemmiare i “bianchi”, ti do una mano. Quando inizio io , tu mi ricambi il favore aiutando me a staccare le uve. Per la burocrazia questo sarebbe un grave delitto. Oltretutto possono aiutarmi a vendemmiare solo i parenti fino al 4° grado. Amici no, se non rientrano nelle categorie di cui sopra.

 

Sempre La Stampa “Ci sono artigiani e commercianti multati per avere tenuto in laboratorio, o in negozio, i propri figli minorenni: erano lì per aiutare, ma soprattutto per imparare un mestiere che da tempo veniva tramandato di generazione in generazione …
Stando così le cose, è necessario da parte di chi è addetto al controllo, di usare il classico buon senso, di valutare ogni situazione , di essere in grado di capire chi sta barando e sfruttando e chi invece no.
Contemporaneamente a queste regole e regoline che dovrebbero servire a eliminare lo sfruttamento del lavoro, e invece ingarbugliano le cose , esiste l’altra realtà, in cui il caporalato, nonostante tanto di legge, se ne fa un baffo e continua a schiavizzare . Gente morta di caldo in quest’estate bollente, appena trascorsa, pagata con prezzi irrisori, perchè deve guadagnarci il caporale. “Vi lascio lunghi a terra ..” diceva uno di questi, rivolgendosi ai braccianti-
L’articolo 12 del DL 13.8.2011 n. 138 (poi trasformato in legge) introduce nel Codice Penale il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. In pratica il caporalato.

Il 27 agosto c.a, il ministro Orlando col ministro Martina ,ha dichiarato che verrà approvata tra breve, una legge sulla confisca dei beni per coloro che sfruttano il lavoro e consentono il caporalato. Questa misura,unitamente ad altre, verrà inserita in una legge, attualmente in esame al Parlamento. Dal primo settembre è in vigore la possibilità per le aziende agricole di ottenere la certificazione etica del lavoro ; cioè: “le aziende agricole interessate potranno aderire alla Rete tramite il sito www.inps.it. Per la prima volta in Italia si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro. Si prevede, inoltre, un sistema premiante per le imprese che aderiranno alla Rete ed entreranno nel circuito. Della cabina di regia, presieduta dall’Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell’Economia e della Conferenza delle Regioni.” (fonte CSQA).

Certo che, mentre per il primo caso, il fenomeno del caporalato, occorrono leggi severe, che lo stronchino, nel secondo, quelle delle regole attuali per i lavoratori stagionali, occorre che si rimuovano gli ostacoli che impediscono, a chi vuol servirsi regolarmente di mano d’opera, di farlo. Perciò evitino sanzioni assurde come quella dell’agricoltore del cuneese. E da parte di chi esercita il controllo, occorre venga usato il buon senso. Quello, appunto che non si compra al mercato.

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4 comments

  1. Tigra 10 ottobre, 2015 at 23:31

    E’ ben strano un paese nel quale prospera il caporalato per la raccolta industriale dei pomodori, e contemporaneamente si fanno 19.000 euro di multa ad un contadino che si è fatto aiutare dagli amici a raccogliere l’uva.
    Il secondo caso si spiega con la sfiducia reciproca fra il cittadino e lo stato, sostanzialmente giustificata per entrambi, il primo con un modello economico criminale; il secondo caso si può risolvere con il buon senso, il primo con che cosa?
    le norme che regolano questi contesti sono ovviamente e stesse.

  2. nemo 10 ottobre, 2015 at 10:42

    Il nostro è il Paese delle strane regole. sapevo che c’era questa , secondo me buona, abitudine alla scambio della mano d’opera tra confinanti, è una regola di buon vicinato e di buona economia, questa regola , però, viene scambiata per lavoro nero, oggi ! Che dire, di una Paese dove tribunali si esprimono sullo stesso reato in modo diverso tra loro ? Per alcuni lo stupro è un fatto escrabile, vorrei vedere che non lo fosse ma per altri è un reato di provocazione, la vittima anziche vestire con il burca ha osato vestire con una minigonna e, addirittura imperdonabile, osava usare la sua sessualità in modo improprio, andava con tutti! Che dire del ladro che viene aggredito, questo è il termine, dal proprietario al quale stava rubando, ma come si permette , e riceve il premio di un risarcimento per i danni subilti, il ladro non il derubato, anzi lui, il derubato andrà detenuto !! Ma il ministro, lui non è più responsabile di coloro che lo hanno preceduto e, sopratutto , non è più responsabile di un Parlamento di legislatori inflazionato da legali.. il ministro dicevo, ci dice che dovrà, farà, proporrà, e via dicendo con la grande disponibiltà di verbi che abbiamo. Intanto, malgrado le leggi, quelle famose, il caporalato impera sovrano, in particolare nelle zone di raccolta del pomodoro, che fare impediamo con il controlli che questi non vengano raccolti ? Siamo matti? La idea dei voucher era buona ma troppe le strettoie e, diciamolo chiaramente, un quarto secco di tassazione è vicinissimo alla rapina !! Si parla di grosse somme ? No si parla di un tagliando che dice hai lavorato e guadagnato 10 euro ! Oggi è la tassazione, media, sui redditi provenienti da operazioni finanziarie, vedi investimenti. Ebbene, cara Luisella, aspettiamo che il famoso Parlamento , quello inflazionato di legali, partorisca la ennesima cervellotica legge, quella in cui si dice, chiaramente che se ti trovo dentro la mia proprietà sei tu in difetto non io che per difendermi ti aggredisco, se vieni stuprata non sono io che debbo difendermi per la mia condotta ma chi mi ha stuprata , se lavoro nei campi e ricevo un voucher questo andrà dichiarato sulla denuncia dei redditi ed avere la stessa , identica , tassazione sul reddito, reale, annuo. Se uso i servizi sociali perchè indigente e circolo con una macchina, sia pure vecchia, di grossa cilindrata, debbo giustificare il miei redditi ! Chissà se i legali di cui sopra ne saranno capaci ?

  3. Berto Al 10 ottobre, 2015 at 09:45

    E’ la fine certificata del vecchio mondo contadino che abbiamo conosciuto, con l’abbandono dei campi a conduzione familiare e la cancellazione di secoli di storia; ma d’altronde, nel Paese dei furbi matricolati, cosa volevi aspettarti?

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