Si dice comunemente che la storia sia sempre stata scritta dai vincitori, vuoi perché i vinti venivano spesso passati a fil di spada o, con un’espressione del moderno capitalismo rampante, perché i vincitori, in quanto tali, hanno sempre ragione. Questo è maggiormente vero in politica in quanto la vittoria, in uno stato democratico, deriva sempre da consultazioni popolari e, quindi, sono gli elettori a determinarla e, per definizione, gli elettori hanno sempre ragione.

Nelle recenti elezioni amministrative, la storia di Roma è stata scritta dal Movimento 5 Stelle il quale ha sbaragliato con un risultato quasi bulgaro le poco agguerrite schiere “nemiche”: il PD, condotto da un decente Giachetti ma dilaniato dallo scandalo di Mafia Capitale e la Destra presentatasi riottosa con due compagini alternative le quali hanno finito per massacrarsi a vicenda. Ma è veramente andata così?           Il Re è nudo

 

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A rileggere quella storia dopo due mesi di impasse amministrativa ed enormi difficoltà nella creazione della Giunta da parte della neo Sindaca Virginia Raggi, forse conviene prendere le distanze dall’agiografia del personaggio, quella ragazza acqua e sapone che ha folgorato i romani sulla via del Campidoglio, alla quale oggi, forse, un filino di trucco in più consentirebbe di mascherare le occhiaie di notti insonni alla ricerca di soluzioni che possano salvare capra (la Roma di Mafia Capitale) e cavoli (la verginità morale del movimento).            Il Re è nudo

Fino ad oggi abbiamo tacciato la Raggi di incompetenza, incapacità, ritenendo che questo lungo attendismo fosse frutto della giovane età e della mancanza, all’interno del Movimento di quelle professionalità politiche che in altri partiti hanno finito per degenerare nel malaffare ma che, comunque, si basano su decenni di scuola sul campo; quello che emerge dalle vicende degli ultimi giorni, al contrario, pare essere, niente più e niente meno, che il solito malaffare che ha portato a Mafia Capitale ed a quella putrefazione del sistema contro la quale, sin dall’inizio, Grillo prometteva una guerra senza quartiere.                Il Re è nudo

 

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 Salvatore Buzzi e Massimo Carminati

 

Conviene, a questo punto, fare qualche passo indietro e ricordare in cosa consiste il fenomeno Mafia Capitale e come questo è esploso alla fine del 2014 con l’arresto di decine di persone a Roma. L’inchiesta, diretta dal Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, è stata fin da subito indirizzata verso la definizione di un fenomeno, quello mafioso, che a Roma trovava piena corrispondenza in ciò che stava accadendo: una cupola composta da esponenti della destra romana facente capo a Massimo Carminati (un personaggio con una lunga storia di frequentazioni strette con la destra eversiva dei NAR e con la criminalità organizzata della banda della Magliana), in associazione con alti esponenti del cooperativismo di sinistra facenti capo a Salvatore Buzzi, organizzava, dirigeva, pilotava appalti, concessioni e uso del denaro pubblico in genere, all’interno della Capitale.              Il Re è nudo

 

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Francesco Storace e Gianni Alemanno

 

L’organizzazione era nata e si era evoluta, negli anni, nel tessuto della destra romana ed aveva conosciuto il massimo della sua espansione durante le fortune politiche in Regione di Francesco Storace e in Campidoglio di Gianni Alemanno (senza dimenticare la breve parentesi di Renata Polverini sempre alla Regione). La forza della piovra aveva finito per coinvolgere anche esponenti del PD romano in un intreccio che è stato solo affaristico mafioso come ben evidenziato dall’applicazione da parte della magistratura romana dell’articolo 416bis del Codice Penale, utilizzato in casi di associazione di stampo mafioso (da qui il nome Mafia Capitale). Per dovere di cronaca ed onestà intellettuale, non pare che le amministrazioni di sinistra susseguitesi nel tempo, con lodevole eccezione di quella Marino (prontamente fatto fuori), abbiano fatto granchè per cambiare le cose.              Il Re è nudo

Questo sistema economico criminale ha invaso e pervaso Roma scaraventando la politica fuori dalla porta e lasciando che, per decenni, la Capitale venisse amministrata, più o meno alla luce del sole, da questo sistema. Ignazio Marino, in questo contesto, è stato solo una parentesi spazzata facilmente via dal sistema che ha approfittato della sua inadeguatezza ed ingenuità per neutralizzarne lo spirito donchisciottesco e cercare di riportare tutto in equilibrio.              Il Re è nudo

Che Virginia Raggi abbia per mesi taciuto i suoi precedenti lavorativi (avvocato prima nello studio di Cesare Previti e poi in quello Sammarco, strettamente legato al primo), oggi deve essere riletto in un’ottica del tutto nuova rispetto alle prime benevole assoluzioni, perché, probabilmente, è proprio qui che si trova la chiave di lettura.

 

 

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 Manlio Cerroni

 

Carminati e Buzzi, come abbiamo detto, erano i veri amministratori della città ed una delle attività di maggior rilievo economico all’interno del complesso giro di affari dell’organizzazione, non poteva che essere la gestione dei rifiuti che, a Roma, coinvolge uno dei personaggi più enigmatici e potenti della città, quel Manlio Cerroni che è proprietario sia della discarica di Malagrotta (senza la quale Roma sarebbe letteralmente sommersa dai rifiuti), e di un impianto tritovagliatore (Rocca Cencia) che a pieno regime gli frutta circa 60 milioni di euro all’anno ma che l’amministrazione di AMA (l’Azienda municipalizzata che organizza la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti di Roma) aveva ritenuto non funzionale agli scopi, sottraendo a Cerroni un’importante fonte di guadagno.

La decisione venne presa dal nuovo amministratore di AMA incaricato da Marino di fare chiarezza all’interno di un’Azienda gestita sino ad allora, ad essere benevoli, con un’opacità disarmante nella quale, con la qualifica di consulente esterna, Paola Muraro (neo assessore all’ambiente della giunta Raggi) era, niente più, niente meno, che il deus ex machina.                 Il Re è nudo

E qui il cerchio si chiude; Muraro viene nominata Assessore in quel ruolo cardine per ripristinare l’illegalità compromessa dall’ingenuo Marino e restituire il business dei rifiuti a chi lo aveva gestito per decenni, con le stesse modalità che per decenni hanno posto Roma (ed il Lazio) ai vertici italiani della spesa pro-capite per lo smaltimento rifiuti.                   Il Re è nudo

 

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Niente di nuovo sotto il sole; ormai siamo completamente assuefatti a questo andazzo e l’Italia è così che per decenni è andata avanti, scaricando poi corruzione, sprechi e inefficienze sull’enorme debito pubblico a cui Roma ha sempre contribuito con grande generosità. Ma non era con questo scopo che Virginia Raggi, almeno nel sentire comune, era stata eletta. Ma, a questo punto, il sentire comune si scontra con una realtà dura per chi ha creduto veramente che il movimento di Grillo rappresentasse qualcosa di veramente nuovo nel panorama politico italiano: si scopre, oggi, che i cinque stelle, quei bravi ragazzotti un po’ sprovveduti, non sono nient’altro che un cavallo di Troia utilizzato dalla destra (miseramente fallita nelle mutande di Berlusconi) per rientrare dalla finestra dopo essere stata buttata fuori dalla porta.                       Il Re è nudo

Si capisce oggi come mai i leader del Movimento (Di Maio e Di Battista) abbiano ascendenze nella destra italiana, come mai Grillo ha iniziato a dare voce (e supporto) a Casapound, perché la Raggi abbia vinto con quasi il 70% dei voti validi in una città dove la destra è sempre stata molto forte, perché alle ultime elezioni amministrative gli schieramenti espressione del centro destra e della destra, anziché coalizzarsi si siano presentati divisi, con la Meloni affranta (che grande attrice!) che piangeva per, diceva lei, aver tentato di tutto per vincere, perché tutti i sondaggi dicono che, al ballottaggio in caso di elezioni politiche, il Movimento 5 Stelle prevarrebbe sul Partito Democratico: i neo fascisti, ormai, votano compatti per Grillo.              Il Re è nudo

Il Re è ormai nudo ed il gioco è scoperto; chi vuol credere alle favole lo faccia pure, ma non dica, poi, che non era stato avvisato.

 

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Il Re è nudo

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        Manlio Cerroni

 

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7 comments

  1. nemo 14 settembre, 2016 at 12:14

    Manlio Cerroni

    Pisoniano (Roma) 18 novembre 1926. Imprenditore. Presidente del Consorzio laziale rifiuti (Colari). Nella sua tenuta di Malagrotta, 250 ettari nel quadrante ovest di Roma, la più grande discarica d’Europa, ha smaltito dal 1975 all’ottobre 2013 l’immondizia prodotta della Capitale e dalla Città del Vaticano. «Paperone dell’immondizia dal cuore cattocomunista» (Malcom Pagani).
    • «Fuori dai confini laziali, l’ottavo re di Roma continua ad essere conosciuto solo dagli addetti ai lavori. Merito soprattutto della riservatezza con la quale Re Manlio ha saputo costruire sulla spazzatura e sui fanghi di scarto un impero gigantesco, capace di operare a Brescia come in Australia, a Perugia come in Romania, in Puglia come in Albania. E poi Francia, Brasile e Norvegia, perché sul suo impero non tramonta mai il sole. Il tutto senza una holding di controllo, senza una banca di riferimento, senza una sola poltrona accettata nel mondo della finanza o della politica. Cerroni ha messo su un impero a ragnatela, con decine di società che fatturano almeno 800 milioni l’anno, ma poi lo trovi socio di riferimento solo della metà di Malagrotta e di poco altro. Per il resto, preferisce operare in consorzi locali dove compaiono le varie municipalizzate dei rifiuti e dell’energia, dove è complicatissimo capire chi comanda a termine di codici, ma dove a mezza bocca tutti dicono che comanda sempre lui. E dove non c’è lui ci sono le figlie (a Perugia e a Brescia) o collaboratori legati da rapporti ultratrentennali. Secondo stime ufficiose che circolano in ambienti bancari, l’impero di Cerroni varrebbe oltre due miliardi. Ma non essendosi né quotato né indebitato, sono cifre molto aleatorie. La sua forza non è solo l’evidente potere che gli conferisce il fatto di essere presente in mezzo mondo e di essere “il monopolista assoluto dello smaltimento rifiuti” nei comuni di Roma, Ciampino, Fiumicino e della Città del Vaticano (come ha scritto nel 2004 la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti). La sua abilità è anche quella di non aver mai frequentato quei salotti della capitale dove il potere romano si annusa, si struscia, ammicca, si esibisce e alla fine si mescola in una macedonia ricca più di veleni che di vitamine. Al massimo “l’Avvocato”, come lo chiamano con deferenza i suoi dipendenti senza stare tanto a sottilizzare se alla laurea in Legge sia seguita anche l’abilitazione professionale, lo puoi incontrare a piedi per l’Eur o sul suo Suv, mentre controlla personalmente le discariche di Malagrotta (con i suoi 250 ettari, la più grande d’Europa) o i terreni di Albano laziale (ai Castelli)» (Francesco Bonazzi).
    • «Controlla termovalorizzatori, discariche e impianti di trattamento rifiuti in giro per il mondo. Il suo regno si estende dall’Argentina all’Australia, passando per Brasile, Egitto, Oman e Lituania. Oggi, secondo stime prudenziali, il valore del gruppo potrebbe superare i due miliardi di euro» (Fittipaldi e Palladino, cit.).
    • «Non si è mai quotato né indebitato, non ha una banca di riferimento, non ha mai accettato le avance parlamentari. Vive solo di rifiuti, e dalle sue colline controlla la politica. Il vantaggio competitivo “conquistato sul mercato” se lo è preso, però, senza gare d’appalto» (Corrado Zunino) [Rep 8/3/2013].
    • Con una lettera a pagamento sui giornali, il 1° ottobre 2013 ha annunciato la chiusura, dopo anni di polemiche, della discarica di Malagrotta. Progetti futuri: «La realizzazione del capping che impegnerà 1.200.000 metri cubi di materiali inerti, 600 mila metri cubi di argilla e 1.200.000 metri cubi di terreno vegetale e che vedrà la messa a dimora di oltre 340 mila piante per realizzare il parco naturale. Il tempo previsto è di 4/5 anni. La gestione post-operativa durerà almeno 30 anni e cioè fino al 1 ottobre 2043». Poi l’apertura di una discarica di Monti dell’Ortaccio, nonostante il no dell’ex Ministro dell’ambiente Corrado Clini.
    • L’Unione europea aveva intimato all’Italia la chiusura di Malagrotta entro il 2007. Sebbene fosse già stata dichiarata satura nel 2008, l’emergenza rifiuti da anni in atto a Roma e l’incapacità dei politici di trovare un’alternativa avevano fatto sì che ogni anno venisse concessa una proroga. Era infatti chiaro che se Cerroni avesse deciso «domattina di chiudere i cancelli di Malagrotta, in una settimana Roma avrebbe surclassato Napoli nel problema dei rifiuti» (Mattia Feltri) [Sta 5/1/2011].
    • Per l’avvocato (come è chiamato Cerroni dai suoi collaboratori) «Malagrotta è stata la fortuna e la salvezza di Roma, facendo risparmiare ai romani oltre due miliardi di euro rispetto alle quotazioni di mercato» (a Emiliano Fittipaldi e Andrea Paladino) [Esp 5/7/2013]. Se è vero che ha sempre fatto prezzi di favore alla Capitale per lo smaltimento dei rifiuti, «è anche vero che il mercato è tutto suo. Dai rifiuti ricava metano. Con i contributi statali ha costruito un impianto con cui produce energia elettrica, e la rivende» (Feltri, cit.).
    • Molte le indagini che negli ultimi anni lo hanno riguardato: «La gestione di Malagrotta e l’inquinamento delle falde acquifere; il sequestro del gassificatore entrato in funzione con un’autocertificazione irregolare; gli impianti per la produzione di cdr (combustibile ricavato dai rifiuti) che Cerroni ha realizzato ad Albano Laziale; e la recente vicenda dei lavori senza autorizzazione a Monti dell’Ortaccio. Per ognuna le ipotesi di reato sono diverse: associazione a delinquere, truffa, traffico illecito di rifiuti» (Desario).
    • In uno studio del 2011 l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) «aveva denunciato: “una contaminazione diffusa delle acque sotterranee, esterne e interne al sito, da parte di metalli e inquinanti”. Cerroni, dal canto suo, ha sempre ribadito che la discarica non inquina perché isolata dal terreno con un polder di protezione e non rilascia alcuna esalazione nociva. Ora gli esperti del Politecnico di Torino stanno realizzando uno studio sullo stato delle acque di Malagrotta» [Fat 18/2/2013].
    • Nel 2005, senza che nessuno se ne accorgesse, la giunta regionale di Francesco Storace stese due ordinanze con cui consentiva l’allargamento della discarica e la costruzione di un gassificatore per la produzione dell’energia elettrica. Lo si scoprì dopo la vittoria di Piero Marrazzo, che garantì ai residenti di Malagrotta che avrebbe bloccato tutto. Ma non bloccò nulla. Il gassificatore è stato completato e si dibatte su quanto inquini e quanto sia pericoloso.
    • Proprietario dell’emittente RomaUno Tv, prima all news della Capitale.
    • La figlia Monica è presente in 17 società del padre.
    tanto per esser chiari!

  2. Por Quemada 11 settembre, 2016 at 12:31

    Nel Movimento 5 Stelle c’è gente che viene da destra e da sinistra, più che negli altri partiti, proprio perchè si propone il superamento di questa distinzione.
    Che la Raggi abbia lavorato da Previti non dimostra che è stata berlusconiana, mentre il fatto che il Movimento abbia votato per Rodotà come presidente della Repubblica dimostra che noi consideriamo le persone e non le provenienze.
    Costruire a zero una intera classe dirigente è un’operazione difficile, perchè devi puntare su persone che non hanno esperienze, cosa che non sempre è un vataggio, ma credo che un po’ di ingenuità sia un prezzo accettabile da pagare per avere una maggiore onestà.
    Del resto anche Renzi quando ha rottamato la vechia classe dirigente del PD ha cercato persone nuove, e ha fatto fare i ministri alla Boschi e alla Madia, che non mi sembrano meno “inesperte” della Raggi e della Appendino, anzi…
    Quanto a Roma, mi sembra che sia chiaro che senza le discariche di Cerroni oggi non si possono smaltire i rifiuti della capitale, giusto o sbagliato che sia, ma Cerroni, con tutte le sue alleanze, è figlio vostro, della sinistra in primo luogo, e della destra successivamente, tutto questo non si cancella dall’oggi al domani.

  3. Tigra 10 settembre, 2016 at 14:43

    Direi che l’analisi è ineccepibile, persino troppo, e difatti riesce difficile commentare senza prendere direzioni collaterali.
    Il movimento di Grillo è evidentemente un partito populista di estrema destra, che è riuscito ad intercettare una parte cospicua del voto di protesta di sinistra, ed essendo un partito di totali sprovveduti, di palesi imbecilli e di volgari canaglie è facile preda dei poteri forti e dei poteri deboli, che lo usano come una bicicletta per andare nella direzione che hanno prescelto.
    Però questo partito scalabile dietro le quinte, in modo opaco e inconfessabile, è preda di poteri che gli preesistevano e che sono nati e cresciuti in un diverso contesto politico, che è stato ed è anche di sinistra.
    Il “superamento” della distinzione fra destra e sinistra, operato in questo caso da Buzzi e Carminiti, è nato quando governavano la destra e la sinistra, alternativamente, e il ruolo di Cerroni, che per 40 anni ha azzerato la concorrenza in un appalto fondamentale come quello dei rifiuti, non è accettabile per ragioni di principio, anche se non avesse violato per assurdo alcuna norma.
    Forse una riflessione su questi trascorsi, indipendentemente dalle odierne vicende del Movimento 5 Stelle che ne aggravano gli effetti, sarebbe opportuno che venisse fatta, sopratutto dalla sinistra.
    Perchè sarà anche vero che Marino era inadeguato e sprovveduto come un grillino onesto, ma forse è stato l’unico a gridare che il re era nudo, e l’unica cosa che il PD è riuscito a fare è stata mandarlo a casa e regalare Roma alla ragazza di bottega di Cesare Previti, la cui intelligenza sta probabilmente nelle orecchie.

      • Tigra 11 settembre, 2016 at 21:55

        Cosa vuoi, le valanghe di insulti che avete riservato a tutti, perchè solo voi siete nel giusto, dovranno pur determinare qualche reazione, e questa è proprio minimale, quasi una garbata ironia.
        Quanto alla “nuova classe dirigente” che state costruendo, se gli indizi che avete fornito sono significativi mi pare tutta di la da venire, perchè fra Raggi, Fico, Di Maio e Di Battista non se ne trova uno decente.
        Però potete farvi coraggio, potrete solo migliorare…

  4. nemo 9 settembre, 2016 at 20:15

    Niente di novo sotto il sole di Roma, da quando Rebecchini diede il via al nuovo sacco, coadiuvato in questo dalla potente finanza Vaticana. In quegli anni sono nati i quartieri dormitorio che neanche nelle favelas di Rio trovi, vi sembra esagerato? ebbene fate una piccolo escursus nei quartieri di quell’epoca e troverete la risposta a questa esagerazione. Che vi siano state successivamente responsabiltà della sinistra sono il primo ad ammetterlo, a latere continuo a chiedere ragione o spiegazione della defenestrazine di Marino, impallinato anche grazie al grido, ipocrita, di onestà. Ecco il punto, a Roma non è vero ci siano i poteri forti, a Roma comandano i poteri forti, abbiamo visto come con lo scandalo di cui ci fai accenno. Basta occupare con i vari colori, politici, i posti chiave, ed ecco come per magia che saltano fuori i finanziamenti, quelli che non si trovano mai, i denari per pulire, ad esempio, i tombini, ecco che saltano fuori i denari quelli che servono alle discariche, ecco che saltano fuori i denari, quelli che servono alle consulenze. Intanto, cosa fai per la pulizia delle strade, la loro manuntenzione, la pulizia dei tombini, la sorveglianza delle strade, la reppressione della sosta selvaggia, la repressione del nomadismo e del commercio illegale, cosa fai? Ultima, amara, considerazione su una notizia di oggi. Bulgari, si quello, ha speso un milone e mezzo di euro per il restauro della scalinata di Trinità dei Monti, ha chiesto vi sia maggiore sorveglianza, sicuro gli hanno risposto, vorrei vedere che la risposta fosse stato diversa, altra cosa sarà la realtà ! Se persino in pieno giorno, vi sono le foto, ci si può accucciare in un androne per pisciare, non in periferia , ma a via del Corso! Fatemi vedere il miracolo di una sorveglianza sulle scale, 24 ore al giorno, non fatemi ridere perchè non ne ho voglia!

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