Aggiornato alle 02:23 – Lunedì, 06/07/2015

 

I greci hanno votato, consegnando all’Europa un verdetto che, comunque la si pensi, non riguarda solo loro.

Difficile ripartire le colpe, dalle quali nessuno degli attori di questa crisi può essere considerato innocente, ma almeno da domani la situazione greca potrà cominciare ad evolversi in una delle diverse direzioni possibili, e tutti noi potremo sapere qualcosa di più preciso sul futuro dell’Europa, che è sempre più difficile immaginare su un terreno diverso dalla salita.

NdR

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

30 comments

  1. Genesis 7 luglio, 2015 at 08:24

    Butto lì la mia…
    I greci hanno votato un referendum messo lì da una politica che ad un certo punto cerca di lavarsi le mani del mancato risparmio richiesto per poter rispettare un patto avuto coi colleghi europei. La furbizia, e devo dargliene atto, è stata quella di coinvolgere direttamente il popolo spiegando la cosa nel modo da far capire che l’Europa è assassina….e non che le spese pazze fatte coi prestiti della bce, sono sfuggite di mano proprio a quelli che ora coinvolgono il popolo…
    Mi si obietterà: ma prima non c’era l’attuale governo greco che è in carica da un anno… Si, è vero, un altro governo che, in diversa forma, portato sugli allori dalla politica estera limitrofa, ha causato un tracollo incolmabile.
    Han fatto passare la cosa come l’apice massimo della Democrazia, nel paese dove è nata, nel paese dove è cresciuta.
    Cosa volete, sarò un cinico spietato, ma penso che l’esito di questo referendum, magari porterà a nuovi referendum sparsi per il vecchio continente, ma che sfoceranno nel classico buco quadrato nell’acqua. Allorquando la finanza si muove, che sia per soggiogare popoli o per recuperare crediti, non c’è politica che possa almeno contrastarne la violenza: non ci sono leggi, non ci sono decreti, alle fratte i referendum popolari! I debiti si pagano, gli interessi aumentano, e spesso e volentieri le lingue dei politici dei governi si allungano per lustrare le solite chiappe!

    Il mio pensiero sul referendum? Se Europa si o Europa no? Posso solo dire che un’Europa o un’unione di stati fatta così, con uno stato egemone sugli altri, per me non è pensabile. Mano ai forconi! Sculacciamo le chiappe dei potenti! Riabilitiamo il buon nome della cultura mediterranea! Prepariamo i moschetti!…ma per questo chiederei un referendum!

  2. Luistella 6 luglio, 2015 at 13:39

    Applicando il principio socratico del so di non sapere, per ciò che sono riuscita a sapere e capire, mi limito a questa considerazione. Sono contenti del no:Brunetta, Grillo e compagnia cantante, Salvini e compagnia, Meloni, Fassina e Sel e altri che mi sfuggono. Tolti gli ultimi due ai quali do qualche attenuante (salvo le dichiarazioni di fassina sull’Unità che non hanno attenuanti), tutti gli altri mi fanno pensare che sia stato un grave errore a votare no. Mi pare ci sia anche una mezza simpatia della Le Pen ed una “simpatica” occhiata da parte di Cina e Russia . Queste ultime due ,note per la loro fede democratica (vedasi piazza Tien a men e Ucraina) . Specie la Russia che pare si sia offerta di salvare la Grecia nel caso in cui i creditori terroristi (come li ha definiti il ministro greco che ha dato le dimissioni per non compromettere le trattative) interrompano le trattative. Se la Russia mette economicamente le mani in Grecia, mi spiace per i Greci, ma se li salverà dal default totale, li legherà mani e piede con lacci di tipo economico che saranno veramente cavoli amari per la loro democrazia!Altro che Europa!
    Se fossi greca avrei proabilmente votato anch’io per eleggere Tsipras,alcuni mesi fa, ma ora mi sarei sentita “tradita” per avere fatto promesse che sapeva di non poter mantenere. Poi bisogna vedere che campagna elettorale iper veloce è stata fatta e in che termini. Sinceramente, mi fanno pena le persone in coda ai bancomat, il pensionato che piange sugli scalini di una banca, il popolo greco in genere e vorrei che la cosa si risolvesse. Cosa che non so se si risolverà. E non mi pare giusto anche per noi Italiani rinunciare ad un credito che è stato fatto e pagato con i nostri soldi. Così anche le altre nazioni interessate. Anche noi abbiamo fatto e facciamo tuttora sacrifici notevoli per salvare la nostra economia e pagare i debiti.

  3. nemo 6 luglio, 2015 at 10:44

    Passata la sbornia resta , come sempre il mal di testa. Ecco, come giustamente qualcuno doi noi argomenta restano i problemi, che qualcuno, forse, credeva scomparissero con il lavacro referendario. Una vittoria , qualunque fosse stata a prescindere, non avrebbe risolto ,come non li risolve, i problemi che sono sul tavolo, e questi sono alla luce del sole e, sopratutto conosciuti da tutti. Un ritorno alla realtà ed alla normale dialettica tra istituzioni forse potrebbe dare una primo segnale, ne dubito, al momento ci si trova davanti alla, metaforica misurazione di chi lo ha più lungo ! Chi pagherà ? la domanda non è retorica, come ci si comporterà se dovesse ripresentarsi una situazione simile ? Questa è la fine, tanto invocata, di quella idea dell’europa che ci è stata venduta. E’ la rappresentazione, plastica, della divisione che esiste tra il nord ed il sud di questo continente Lasciamo alla retorica le raffigurazioni che vedono il primo teutonicamente corretto ed il secondo latinamente spendaccione. Il mal di testa resta come venirne a capo e, sopratutto, come evitare un contagio? Non parlo della questione economica, ma di quella culturale, se lo ha fatto la Grecia potrò farlo anche io !! le soluzioni ? Nelle segrete stanze si cercheranno noi come tifosi in uno , immaginario, stadio saremo li a fare il tifo per l’una o per l’altra squadra, ubriacandoci per l’una o per l’altra, quello che non sappiamo è che in questa partita ci sono solo perdenti e saremo tutti noi !

    • riesenfelder 6 luglio, 2015 at 13:43

      Condivido molto di quanto scrivi. Mi intriga la tua domanda “chi pagherà?”. E’ una domanda pertinente. Ora che ha vinto il no, chi pagherà? Ma se avesse vinto il si, chi avrebbe pagato? Dice il FMI che quei debiti non sono esigibili, che ci vuole un taglio almeno del 30%. Dunque: “chi pagherà?”
      Stasera si ritrovano a Parigi Merkel e Hollande. Gli altri no, gli altri potranno dire la loro dopo di loro e sopratutto come dicono loro. ( Il Parlamento Europeo probabilmente serve solo per dare uno stipendio agli eletti). Io non so se ci vedo giusto, ma il fatto che il Presidente e il Vicepresidente del Parlamento si siano schierati pesantemente lo trovo poco democratico, anzi non lo trovo democratico per niente, se è vero, come è vero, che loro sono lì per rappresentare il Parlamento intero. Come non mi sembra sia stato granchè dire, come ha fatto il mio Presidente del Consiglio, dire che si trattava di un dertby Euro vs. Dracma, semplicemente perchè non era vero. Trovo anche perlomeno fuori gusto dire : “volete la Grecia? Ve la regalo”.
      Io so una cosa. I tedeschi, Merkel e specialmente Schutz e Gabriel, volevano una sola cosa, ossia l’uscita di scena di Tsipras. Ora se lo trovano più forte che mai. ( Fosse finito, il Referendum, con uno scarto minimo, avrebbero preteso de dimissioni immediate). Invece niente. Vittoria schiacciante. Talmente schiacciante che con una mossa, secondo me, magistrale, Varoufakis si è dimesso spiazzando i falchi che avrebbero potuto fare difficoltà per trattare ancora con lui.
      Io, come qualcuno saprà ho votato Renzi e probabilmente lo rifarei. Mi piacerebbe però che avesse una linea meno barcamentosa.

  4. Tecette 5 luglio, 2015 at 23:01

    A mio parere, il punto di partenza rimane questo: i 300 e rotti miliardi di debito greco non sono rimborsabili. Nè adesso, nè in futuro: non è un differimento dei termini di pagamento che cambierà la situazione. Una vittoria dei si non avrebbe affatto risolto il problema, visto che neanche la troika riesce a presentare quello che chiameremmo “piano di rientro”, perché un simile piano non esiste. E quindi, chi detiene quote di tale debito (come l’Italia con i suoi 40 miliardi) sa che ne ha perso una buona parte.

    Se il problema fosse solo economico, un accordo con i creditori sarebbe possibile. Sia Tsipras che l’FMI (!) pare concordino sulla necessità di cancellare almeno il 30% del debito per renderlo pagabile. I creditori potrebbero quindi rivedere il 70% dei propri soldi, anche se molto in là nel tempo: un pessimo investimento, ma se ne esce vivi. Solo che il problema non è economico, come dice Dinamite Bla, ma politico: per come si sono poste le cose, una soluzione simile sarebbe una indiscutibile vittoria politica di Tsipras, che né Spagna, né Irlanda, e forse neppure l’Italia, possono permettersi senza catastrofiche ricadute sul fronte interno, con conseguente rafforzamento di opposizioni come Podemos. E di conseguenza, questi Stati si opporranno con tutte le forze a qualunque tipo di accordo, indipendentemente dai costi economici che questo comporterà anche per i loro paesi.

    L’unica conclusione che riesco a prevedere è l’azzeramento unilaterale del debito da parte della Grecia. Con pesantissime conseguenze sulla Grecia stessa (alla quale però non vengono mi pare poste alternative) in primis. Ma su tutto il resto d’Europa, che detiene quei crediti, immediatamente dopo.

    • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 23:05

      ok, il problema è politico (altrimenti non ne usciamo), ma l’oggetto è una montagna di soldi che qualcuno deve pagare ed altri incassare. Comunque l’accordo economico non è stato raggiunto perchè il taglio richiesto sul debito, dalla Grecia, non mi sembra sia stato accolto (ma sono dettagli, ovviamente) 🙂

      • Tecette 5 luglio, 2015 at 23:07

        Certo. ma trovo indicativo che l’organismo più tecnico, ovvero l’FMI (se ho capito bene le dichiarazioni di questi giorni) fosse favorevole. E che l’opposizione sia venuta invece dai politici, ovvero dall’Eurogruppo.

        • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 23:13

          non puoi dividere i creditori tra tecnici e politici: sono tutti creditori ed ognuno decide secondo convenienza. Non mi risulta che l’FMI fosse favorevole ma se lo dici non dubito che da qualche parte tu l’abbia letto. Alla Grecia era stata offerto un’ulteriore taglio degli interessi (già al di sotto del 3%) e la Grecia aveva anche accettato a condizione che venissero accolte le ultime condizioni. L’Europa non ha accettato e tutto è finito lì. Adesso, ricominciare a parlare sarà molto, molto complicato

      • Tigra 5 luglio, 2015 at 23:34

        Hai ragione, si tratta di una montagna di soldi, ma ne sono state perse anche delle montagne più grosse, e questa è anch’essa sostanzialmente inesigibile, per cui alla fine i soldi mi sembrano un falso problema, o se vuoi il problema minore.
        Il problema è che le cure recessive difficilmente funzionano nei periodi di crisi economica, ma dal 2008 ad oggi si sono sperimentate solo queste, e i greci per primi hanno deciso di piantarla, anche perchè ritengono, probabilmente a torto, ma sotto un certo limite non fa una grande differenza, che peggio di così non si possa stare.
        Considerato che di piani B non se ne vedono, se qualcun altro pensasse di fare come la Grecia, in fondo c’era chi voleva “fare come la Russia”, bisognerebbe discutere di ben altre somme.

        • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 23:43

          vedo che la questione filosofica appassiona e dichiaro che a me, al contrario, non appassiona per niente. Le proposte ultimative fatte alla Grecia erano state, sostanzialmente accettate e prevedevano sostanzialmente il mantenimento inalterato del debito con, pressochè, azzeramento degli interessi (di fatto un consolidamento). Questo avrebbe consentito alla Grecia di liberare ulteriore quota di avanzo di bilancio per la crescita, ma Tsipras, ormai aveva deciso che voleva il plebiscito e l’ha avuto; se il suo piano B è quello di dire “adesso trattiamo e dateci i soldi” è completamente folle. Se fosse risultato vincitore il si avremmo visto un crollo dello spread ovunque (e, ribadisco, liberazione di quote di bilancio per la crescita) con una stabilizzazione che forse, finalmente, avrebbe portato ad un miglioramento della situazione globale.
          Il populismo, come al solito ha vinto e la stupidità dilagante impedisce di vedere più in là del classico dito. Mi auguro di essermi sbagliato, ma ho la sensazione che oggi abbiamo perso una colossale occasione

    • dinamite bla 6 luglio, 2015 at 00:00

      una montagna di soldi che l’europa dovrà pagare??? se ne sono volatilizzati (ricomparendo in forzieri paperoneschi oltre oceani) molti di più in una sola seduta borsistica la settimana scorsa… 300mld sono una scoreggia; il fatto è, ed è chiaro dalle posizioni degli 😀 economisti 😀 sguatterotti piddini come lepri o guerrieri o dal kapò schultz (lunga la vista del berlu), che politicamente la spaccatura tra iperliberisti e non… oramai è acclarata: solo che inopinatamente tra le fila iperliberiste ce sta pure la (?) sinistra che anzi è diventata più realista del re. alla fine l’attuale (?) sinistra sparirà anche di nome mentre lo è già di fatto, visto che proprio la sua assenza ha portato all’odierno stato di fatto… ed il buco qualcuno o qualcosa lo riempirà… allo stato attuale vedo favoriti i populisti

      • M.Ludi 6 luglio, 2015 at 00:04

        tutto è relativo. Quando ci sarà proposto un modello diverso, sarò pronto a prenderlo in considerazione perchè di questo vedo tutti i limiti. Alla fine, anche i populisti devono andare a fare la spesa.

  5. Kokab 5 luglio, 2015 at 22:40

    quando tutti hanno più torti che ragioni, è difficile fare il tifo per qualcuno, se non in relazione al fatto che di solito i torti più grossi sono di qulli più grandi, per una mera questione di dimensioni.
    la grecia è un paese con una economia da terzo mondo inserita nel cuore dell’europa, va bene, diciamo nella periferia, e fa fatica a stare anche li per ragioni oggettive; l’unione europea è (ancora) un colosso economico, sia pur caratterizzato da grandi ineguaglianze, e un nano politico, che non risce a darsi una prospettiva unitaria diversa da quella di natura finanziaria.
    non voglio neanche dire che sia colpa di chi questa la finanza la guida e la presiede, che fa quello che può e quello che deve, e a volte dimostra una visione politica superiore a quella di molti capi di governo, ma è proprio il deficit di politica che rende questa unione europea un soggetto privo di prospettive, incapace di vera sovranità, perchè alla fine gli interessi delle nazioni, persino di quelle più piccole e deboli, figuriamoci di quelle grandi, prevalgono su quelli generali.
    se l’unione non è capace di essere un vero soggetto politico, non governerà l’economia e alla fine sarà governata dalla finanza, e non certo da quella della bce, ma quella impersonale della speculazione e del denaro senza apparenti padroni e con molti servi, ma per essere un vero soggetto politico avrebbe bisogno di tedeschi diversi, che personalmente non vedo.
    oggi la grecia, che conta come il due di coppe quando la briscola è bastone, ha aperto un piccolo problema economico e un gigantesco problema politico, spero che qualcuno di quelli che contano davvero lo voglia considerare, perchè diversamente l’europa finirà presto, e non in gloria.

  6. dinamite bla 5 luglio, 2015 at 22:12

    saltabeccando qua e la per le tv euro(?)pee ciò che colpisce sono le faccette stordite di chi non si aspettava le sberle dimenticandosi, evidentemente, di dove fosse Leonida: si distingue la figlia del prete la cui uscita fa capire che non ha capito niente. il divertente è che “Euristico” è esattamente il modo di agire Varu e Tsi… gli alemanni ed i loro sguatteri sono meri ragiunatt… quando anche il lemma si sganascia 😀

    • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 22:16

      le facce stordite sono molte di più di quelle che hai visto tu, ma l’esito di questa cosa credo che farà stordire anche chi adesso esulta. Alla fine il gioco sarà solo quello di vedere chi ha preso la pagliuzza più corta.

      • dinamite bla 5 luglio, 2015 at 22:25

        è dalla grecia che parte la voglia di cambiare le regole… la posta in gioco non è economica ma politica. o l’europa cambia o muore, certamente se prosegue in senso merkeliano muore.

        • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 22:29

          premesso che l’azzardo greco potrebbe fallire e, alla fine, proprio la Grecia potrebbe pagare il conto più salato, contesto in modo assolutamente forte che la posta in gioco sia politica e basta: qui sono in ballo una montagna di soldi e, fidati è su questa considerazione che bisogna capire che vento tirerà. Divertiti stasera più che puoi; non so se ne avrai occasione nel futuro immediato; io che non vedo motivi di gioire, ti aspetto nellaschiera ei èpreoccupati 🙂

          • dinamite bla 5 luglio, 2015 at 22:43

            la posta in gioco è politica non finanziaria… in un solo giorno, la scorsa settimana, a causa una mera scoreggetta, 240 mld di euro (in gran parte europei) sono stati pappati da fondi sovrani, grandi banche edge americani e chinesi (tutti extraeuropei)… la finanza si muove su altri livelli, sarei preoccupato da questo, ta tanti piccoli bocconcini di europa che vengono mangiati senza che la politica intervenga… anzi al massimo asseconda. se la grecia fallisse farebbe ne più ne meno come argentina, Islanda, cipro e poco prima (contando solo il xx sec) germania (3 volte), austria (2), russia (2), polonia (3), turchia (6)… c’è vita fuori dall’euro, e non è detto sia peggio 🙂

          • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 22:48

            Qui si tratta di decidere di rinunziare a, ripeto, una montagna di soldi: la vedo dura e le conseguenze, comunque, qualcuno le pagherà.

          • Gennaro Olivieri 5 luglio, 2015 at 23:03

            Dato che ormai ammettono tutti (prima di tutti la signora Lagarde) che la cura di austerity massiccia imposta alla Grecia è stata un errore madornale, ad una ammissione di aver gravemente sbagliato dovrebbe logicamente conseguire anche un’assunzione di responsabilità.

  7. M.Ludi 5 luglio, 2015 at 21:08

    La scelta dei greci è assai netta e lascia poco spazio ad interpretazioni ulteriori; ciò che mi pare ancora da decidere (e lo vedremo da domani), quanto il potere ricattattorio acquisito da Tsipras nei negoziati con la cd. troika, sia tanto forte da far alleggerire le richieste che, sottolineo, prevedevano il taglio di circa il 30% del debito pubblico a fronte di ulteriori finanziamenti di oltre 50mld. di euro nei prossimi tre anni.
    Comprendo l’esultanza di Grillo e Salvini che vedono questo referendum il primo passo verso la rottura del Patto europeo.
    Quello che proprio non capisco (ma è probabile che sia un mio limite) è il tafazzismo della sinistra italiana che gioisce per un risultato che, probabilmente farà peggiorare la nostra situazione economica.
    Che tutto questo possa portare ad un miglioramento delle condizioni complessive dell’Europa, dal basso delle mie scarse capacità, non posso escluderlo, anzi, a questo punto, auspico che accada, ma dove possano stare le basi di questo da me inatteso sviluppo, porprio non so.

  8. Kokab 5 luglio, 2015 at 19:42

    il primo risultato che vedo, non so se è il primo uscito, mi sembra decisamente imprevedibile, 60 a 40 per il no, con una percentuale di votanti non disprezzabile; a quespo punto tsipras ha vinto la sua scommessa, resta da vedere dove porterà.

    • Gennaro Olivieri 5 luglio, 2015 at 20:50

      Il risultato del voto è netto: i greci vogliono continuare con Tsipras, e non intendono più accettare l’austerity imposta dalle istituzioni internazionali. Da domani le istituzioni sono obbligate a riprendere a trattare in posizione di debolezza: altrimenti, con questo sostegno popolare, Tsipras può permettersi di cercare nuovi finanziatori a Mosca, a Pechino, e financo all’inferno.

          • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 21:09

            Gennaro, non lo pagano, tra gli altri, anche a noi italiani; spiegami perchè dovrei gioire?

          • Gennaro Olivieri 5 luglio, 2015 at 21:25

            Speriamo di poter gioire perchè questo voto serva a cambiare il ruolo dell’Europa, da esattore per conto degli investitori e delle istituzioni monetarie, a reale promotore di crescita economica. Se per rianimare l’economia di un Paese amico anche noi dovremo riscadenziare il rimborso dei nostri prestiti, faremo, oltre a una scelta onorevole, l’interesse di tutti.

          • M.Ludi 5 luglio, 2015 at 21:32

            Vorrei condividere il tuo ottimismo, ma non ne vedo le basi realistiche. Non so che cosa succederà da domani, ma dubito che ne venga fuori qualcosa di buono; la Grecia non migliorerà la propria condizione e temo che noi peggioreremo la nostra.

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux