Il voto ignorante

Concluse le votazioni del 1° turno delle Comunali in Italia, e delle ultime primarie importanti in Usa, presentiamo due interessanti articoli del giornalista americano David Harsanyi. Uno pubblicato dal Washington Post ed un secondo dalla rivista The Federalist, di cui Harsanyi è condirettore.
Nel primo articolo, Harsanyi propone provocatoriamente che il diritto di voto sia subordinato al superamento di un esame di educazione civica. Questo articolo ha suscitato accese proteste da parte di numerosi lettori, ai quali evidentemente è sfuggito che le provocazioni di Harsanyi, ben lungi dal suggerire che venga tolto il diritto di voto alle persone non istruite, sottolineano la necessità che l’elettore sia preparato culturalmente per difendersi dalle menzogne e dai raggiri dei politici.
Il secondo articolo di Harsanyi è appunto in risposta ai commenti indignati, e ribadisce che esiste una corrispondenza tra la consapevolezza che gli elettori hanno dei principi democratici e del funzionamento delle istituzioni , e la qualità della classe politica eletta. Al di là del tono estremamente provocatorio che può anche suscitare una certa irritazione, e dei numerosi riferimenti alla cultura e alla politica statunitensi, le questioni sollevate da Harsanyi valgono a tutte le latitudini, e ci sembrano meritevoli dell’attenzione dei lettori di Modus.

 

 

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Dobbiamo estirpare gli ignoranti     dall’elettorato

di David Harsanyi
(Traduzione Redazione Modus)

 

Non c’è mai stato periodo come questo in cui così tante persone con così poca conoscenza hanno preso così tante decisioni significative per tutti noi.

Basta solo leggere l’inanità della gara presidenziale in corso per comprendere che il problema più urgente di fronte al paese non è il Grande Business, il Grande Lavoro, i Grandi Media e neanche il Grande Denaro che corrompe la politica.

Sei tu, l’elettore americano. Estirpando dal corpo di chi vota milioni di elettori irresponsabili che non possono essere disturbati ad imparare i funzionamenti rudimentali della Costituzione, o le proposte del loro stesso candidato preferito o anche la loro, nostra, stessa storia, potremmo essere in grado di mitigare l’incoscienza degli elettori.

No, non dovremmo erigere barriere fisiche per l’accesso alla scheda elettorale. Perché no: acquistiamo più cabine elettorali, assumiamo più personale per i seggi, semplifichiamo il processo di registrazione, spediamo più schede elettorali via-posta per gli anziani e produciamo più annunci, video e messaggi che implorino i giovani apatici ad abbracciare il loro dovere civico.

Allo stesso tempo, ricordiamoci, inoltre, che il barrare una casella sulla scheda a favore del candidato che ha gli slogan di campagna elettorale che ti piacciono di più è uno degli obblighi più sopravvalutati delle socità auto-governate. Se non avete la minima idea di cosa diavolo stia succedendo, avete anche un dovere civico di risparmiarci la vostra ignoranza.

Purtroppo, non possiamo fidarci di voi.

 

 

Ora, se il voto è un rito consacrato della democrazia, come i progressisti spesso sostengono, sicuramente la società può avere determinate aspettative minime per i partecipanti. E se la cittadinanza è sacra quanto la destra sostiene, allora sicuramente si può pretendere che il potenziale elettore sappia tanto quanto è richiesto ad un immigrato che sarà un futuro cittadino. Sottoponiamo gli elettori ad una prova. L’attuale esame di educazione civica per la cittadinanza andrà più che bene.

Quanti stridenti sostenitori dei due principali candidati sarebbero capaci passare questo quiz? Ecco alcune delle domande, che vanno dal facile all’assurdamente facile:

 


“Se sia il Presidente che il Vice Presidente non possono più svolgere il ruolo, chi diventa Presidente?”

“Ci furono 13 stati originari. Nominane tre. “

“Quale è un diritto o libertà garantita dal Primo Emendamento?”

“Che cosa è la libertà di religione?”

 

Ho una moderata fiducia che almeno la maggioranza degli elettori potrebbe passare un test del genere – anche se non potrei presumere di dire lo stesso per la maggior parte dei candidati presidenziali. Certamente, questo dovrebbe essere un gioco da ragazzi per i cittadini così intensamente coinvolti nel processo che si sentono in dovere di appiccicare adesivi sulle loro auto e frequentare i raduni dei loro candidati preferiti.

O sono troppo ottimista? Quando, nel 2011, la rivista Newsweek chiese ad un migliaio di elettori di fare il test ufficiale per la cittadinanza, quasi il 30% non sapeva chi fosse il Vice Presidente. Più del 60% non sapeva la durata dei mandati dei senatori in carica. E il 43% non sapeva che i primi 10 emendamenti alla Costituzione sono conosciuti come la Bill of Rights.

Solo il 30% sapeva che la Costituzione degli Stati Uniti è la legge suprema del paese.

Da un altro studio, della Annenberg Public Policy Center, abbiamo appreso che solo il 36% riesce nominare tutti e tre i rami del governo degli Stati Uniti. Solo il 62% sapeva che alla Corte Suprema degli Stati Uniti è stato affidato il compito di determinare la costituzionalità delle leggi. Meno della metà degli americani sapeva che le decisioni spaccate della Corte Suprema hanno lo stesso effetto di decisioni con maggioranza 9 a 0 .

Questi ignoranti sono gli elettori che indirettamente sceglieranno le persone che andranno a definire il tessuto di base del sistema giuridico – e spesso della nostra vita.

Ad essere onesti, l’elettorato contemporaneo è probabilmente meno ignorante di quanto non fosse 50 o 100 anni fa. La differenza è che ora abbiamo accesso illimitato alle informazioni. Come scrisse James Madison, “… un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse ad entrambe.”

 

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James Madison - ritratto di G. Stuart

 

Ci vogliono letteralmente dei secondi per conoscere i fondamenti della nostra repubblica e le posizioni dei candidati che si contendono la campagna elettorale. Se rinnegate il potere della informazione, non avete la credibilità o la rispettabilità per dire al resto di noi come vivere la nostra vita. Non votate, e basta.

Ora, alcuni di voi mi accuseranno di spacciare elitarismo grossolano. Ma io vi dico che è vero il contrario. A differenza di molti che dipendono da elettori ignoranti per esercitare e garantire il loro potere, mi rifiuto di credere che i cittadini della classe operaia o quelli svantaggiati sono meno in grado di comprendere il significato della Costituzione, né i contorni del governo di quanto ne siano capaci gli arroganti dell’1% della popolazione. Credo in questo, nonostante le diffuse lacune della scuola pubblica ad insegnare ai bambini il senso civico di base. Rimane una nostra responsabilità come elettori.

 

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Ricevute di poll tax (tasse elettorali) pagate

 

Naturalmente, dobbiamo anche ricordare la brutta storia delle tasse elettorali e altri metodi pregiudizievoli che furono utilizzati per negare ai cittadini neri il loro uguale diritto di voto. Qualsiasi tentativo di migliorare la qualità del pubblico di voto dovrebbe assicurare che tutte le razze, fedi, generi e orientamenti sessuali e persone di ogni provenienza socio-economica siano ugualmente inibiti dal voto quando ignoranti. Per il bene delle nostre istituzioni democratiche.

 

 

da The Washington Post

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Le élites politiche non possono sopravvivere senza elettori ignoranti

SET 060616-10-662

 

di David Harsanyi
(Traduzione Redazione Modus)

Il voto ignorante

In un recente articolo del Washington Post (tradotto in italiano sopra) , “Dobbiamo estirpare gli ignoranti dall’elettorato“  ho sostenuto che gli elettori dovrebbero tutti passare un esame di educazione civica prima di poter votare.

Come si può immaginare, il titolo da solo ha incitato critiche istrioniche. La maggior parte di loro, e molti nei media, hanno inavvertitamente confermato quanto davvero poco pensano dell’elettorato americano e delle nostre istituzioni democratiche.

Quello che sappiamo è che quasi ogni studio condotto sul grado di conoscenza dell’elettore trova che una grossa fetta dell’elettorato capisce quasi niente del governo americano. A vari livelli, questo è ciò che permette ad Hillary Clinton, a Donald Trump, e ad altri populisti sputa-banalità di potersi appoggiare alla rabbia, all’identità, ai rancori, all’empatia, ed alla gelosia piuttosto che la politica.

Una democrazia senza conoscenza corrode la repubblica. Ed è esattamente così che piace alle élites.

Se si osa dar colpa agli elettori per lo stato dell’unione, sarete accusati di nutrire sentimenti razzisti o elitari, a seconda se si sta parlando ad un liberale o ad un sostenitore di Trump. Nessuno dei due ha un senso.

…elett

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Il voto ignorante

Io: Gli ignoranti non dovrebbero votare!

Loro: Non posso credere che tu stai dicendo che gli afro-americani non dovrebbero votare, razzista!

Ma tutti i critici stizzosi che sostengono che il mio commento è implicitamente razzista capiscono o no che stanno, in effetti,  sostenendo che i neri sono meno capaci rispetto ai bianchi di superare un semplice test di educazione civica? Stanno dicendo che il test di (educazione civica e di , N.d.R.) cittadinanza è altrettanto razzista? Se sì, quali domande sono problematiche? E come hanno fatto milioni di poveracci (immigrati) non bianchi a passare lo stesso test?

Davvero credono che chiedere agli elettori di citare almeno un diritto tutelato dal Primo Emendamento è un piccolo passo verso per il ritorno (delle leggi, N.d.R.) di Jim Crow?

Nonostante il massimo sforzo di Byron York – e molti altri – a confondere un test di educazione civica con un poll tax, non vi è alcun Bull Connor che blocca la porta ad Internet, che vieta agli americani di dedicare un paio di ore della loro vita per sapere che abbiamo tre rami del governo. Questa possibilità dovrebbe essere celebrata, non soffocata con becere analogie storiche.

Se ammettiamo che la media degli elettori afro-americani o della classe operaia bianca non può passare un test del genere, o che un test simile possa avere, conseguentemente, esiti disparati (e non credo affatto che qualcosa di ciò sia vero), allora abbiamo un problema serio. Non è un problema dell’esame, è un problema di consapevolezza. In questo periodo d’oro dell’informazione, il 32 % degli americani non è in grado di identificare la Corte Suprema come uno dei tre rami del governo federale, eppure sosteniamo Rock the Vote. È irresponsabile.

È stato divertente, però, vedere i progressisti sostenere che nulla deve mai inibire ad un americano di esercitare i suoi diritti costituzionali. Ora, naturalmente, molti di loro non hanno riserve nell’inibire il possesso di armi o esigere che gruppi politici si registrino col fisco e che si conformino a tutta una serie di richieste prima di poter praticare il loro diritto di libera espressione. Ma il sostenere un semplice test di educazione civica – che si può prendere quante volte sia necessario per superarlo – equivale ad una giunta militare.

 

SET 060616-03-662

Il voto ignorante

Io: Gli ignoranti non dovrebbero votare!

Loro: Non posso credere che stai dicendo che la classe operaia è troppo stupida per votare, è elitario!

Quando ho scritto il pezzo, stavo pensando a coloro che acclamarono gli abusi dell’esecutivo di Barack Obama. Pensavo anche alla corruzione di Hillary Clinton. Stavo pensando a tutto quello che Bernie Sanders dice. Stavo pensando agli attacchi di George Bush al federalismo. Per lo più, però, stavo pensando al culto di Trump – alle persone che applaudono ai suoi attacchi alla libertà di parola ed alla separazione dei poteri e abbracciano la sua politica d’identità.

I fan di Trump mi hanno assicurato che i suoi elettori sono i più intelligenti e i più istruiti d’America, se così fosse non capisco perché sono rimasti offesi dal pezzo. Non è elitarismo, dopo tutto.

 

SET 060616-05-662

 

Essere ben informati circa il proprio governo non ti rende necessariamente più intelligente del tuo vicino di casa. Potresti anche essere andato a scuole migliori, o potrai aver beneficiato di genitori più attenti, ecc, ma ci sono operai americani che hanno una profonda comprensione delle loro vocazioni, delle loro comunità e della loro fede. Alcuni possiedono una sensazione intuitiva del mondo o di un QI emotivo che dà loro una maggiore comprensione della condizione umana di quanto possa avere un ben istruito, elettore aristocratico.

E con ciò? Se sono disposti a sostenere un candidato che promette di deportare 11 milioni di persone per aver contaminato la purezza della cittadinanza americana, dovrebbero essere in grado di passare un semplice test di educazione civica.

Ora, detto questo, c’è qualcosa che non ho menzionato in quell’articolo del Washington Post che ho pensato essere piuttosto evidente: (l’obbligo dell’esame civico, N.d.R) non succederà mai.

Non ci sarà mai una prova di (idoneità al, N.d.R.) voto nel corso della nostra vita. Mai. Quindi sì, James Taranto (opinionista del Wall Street Journal che ha scritto un pezzo critico sulla tesi di Harsanyi, N.d.R.), è improbabile che una tale proposta possa passare un controllo giurisdizionale. Una persona può sostenere che l’aborto è immorale, anche se sa che l’aborto è protetto dai tribunali. Così come una persona può realisticamente credere che l’istituire un basilare, inalterabile esame civico per gli elettori sia una buona idea e, allo stesso tempo, accettare che sarà improbabile. Gli altri possono eludere tale dibattito.

Se ci fosse un test per poter esercitare il voto, le organizzazioni politiche potrebbero essere incentivate ​​a spendere miliardi per insegnare ai potenziali elettori quali siano le risposte ai test. E quando il prossimo truffatore promette loro una nuova chimera o un nuovo oggetto luccicante, gli elettori potrebbero essere solo quel po’ meglio attrezzati per riconoscerne le assurdità. può anche essere che un esame civico non modificherebbe sostanzialmente le dinamiche dell’elettorato. Sono disposto ad ammettere che ci sono un sacco di buoni argomenti contro l’idea che vanno oltre le accuse vacue di elitarismo e di razzismo.

 

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Noah Rothman nella rivista Commentary ha rilanciato riflessivamente. Ilya Somin aggiunge degli ottimi motivi:

Il voto ignorante

“Mentre sono in sintonia con l’idea di Harsanyi, in ultima analisi, non la posso sostenere, perché dubito che un governo del mondo reale può essere attendibile, senza pregiudizi, nella sua attuazione. … Anche se il test potrebbe essere strutturato in modo tale da evitare pregiudizi razziali o etnici (cosa che non è affatto certa), è improbabile che possa evitare pregiudizi contro gli avversari di chi è al potere.”

Il voto ignorante

Non sono sicuro del perché l’esame necessiterebbe mai di essere modificato. La Costituzione non la si cambia come i calzini. La storia non cambia. Non riesco a trovare rimostranze sostanziali che l’esame attuale sia poco obiettivo o di parte. È vero che i potenti tipicamente troveranno un modo per manipolare il sistema. Lo manipolano meglio quando le persone non hanno idea di come il sistema funzioni. E la classe politica di oggi – destra e sinistra – sembra molto comoda, con questo stato delle cose.

Il voto ignorante Il voto ignorante Il voto ignorante Il voto ignorante Il voto ignorante

da The Federalist

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18 comments

  1. Genesis 9 giugno, 2016 at 06:33

    A Tigra…
    …ripeto per l’ennesima volta che “potrei” aver inteso questi articoli malamente, ma ancora nessuno di quelli che m’hanno risposto sono riusciti a confutare la mia tesi, cioè l’importanza umana sancita anche dalla nostra costituzione, molto vicina alla carta dei diritti dell’uomo, che impone l’uguaglianza fisica, morale e civile di tutte le persone. Questa “piccola cosa” impone anche il principio del diritto di libera scelta…anche di seguire il macellaio di turno. Nessuno, ripeto, Nessuno può arrogarsi il diritto di proporre l’esclusione dal voto di quelli che ritiene ignoranti e di sputtanare metà dei suoi concittadini comunitari, oltretutto ribadendo il fatto che bisognerebbe conseguire una patente per poter votare. Questo Nessuno può essere il filosofo o il guru più importante del mondo, ma a questo punto diviene lui ignorante nei confronti del Diritto.

    Secondo punto:
    se viene votato un Trump, un Berlusconi, un Salvini (e mettici chi vuoi), in primis bisogna capire che metodo utilizzano per accalappiare quei voti, ma in seconda, e non ultima, istanza bisogna ragionare sulle persone (politici) che cercano di contrastarli. Forse, ma dico, Forse, oggi nascono queste sette perché la politica antagonista ormai non ha più di che lottare? Abbiamo finito gli statisti che danno una guida? Le continue lotte interne ad uno o l’altro partito sono pro o contro producenti?
    La gente non è ignorante. Forse non saprà qualche cosa, ma quando i problemi continuano ad accumularsi, ad un certo punto, la gente si arrabbia e segue il “Salvatore” di turno, anche se questi è un dittatorucolo sanguinario governato (guarda caso) spesso dagli interessi USA…quindi mi arrogo il diritto di non “farmi fare la morale” da un americano…

    Visto che mi diverto faccio un altro test, alla stregua di quanto sopra:
    Tutti respiriamo…quanti di voi sanno la composizione chimica dell’aria che respiriamo…a che pressione rispetto a quale altezza l’aria ci entra nei polmoni…che l’aria è un gas… Se non rispondete sufficientemente bene alle tre domande, dovete smettere di respirare!

    • Tigra 9 giugno, 2016 at 10:43

      Francamente mi sembra un esempio del tutto fuori luogo, che io respiri o no è una questione personale del tutto irrilevante nei confronti del mondo, ma il mio voto, come tutti gli altri voti, ha una valenza pubblica, riguarda tutti, e pertanto può essere giudicato per il suo valore e i suoi effetti.
      La gente può essere o no ignorante, in una percentuale variabile nel tempo e nello spazio, ma di sicuro non è tutta quanta intelligente, o buona, o sensata, o altruista, spesso è gretta, meschina, egoista e disonesta, a mio parere nella maggioranza dei casi; in ogni caso non glie lo ordina il dottore di seguire il salvatore di turno, e gli statisti spesso vengono mandati a scopare il mare, o peggio, dai predetti salvatori con il consenso entusiasta della gente, qualunque cosa significhi la parola.
      E poi scusa, sono cattivi solo gli americani quando difendono i loro interessi, e tutti gli altri sono buoni per principio?
      In realtà il senso di questi scritti a me pare diverso: i politici, e in particolare quelli cattivi, hanno un obbiettivo interesse ad avere elettori ignoranti, perchè normalmente votano per loro, e questo è il vero problema, per tutti, altro che la composizione dell’aria che respiriamo.
      Infine, a scanso di equivoci, il diritto di sputtanare la metà o più dei miei concittadini, visto che oltre al diritto di voto è garantita pure la libertà di opinione, me lo prendo tranquillamente, e non mi può essere negato.

      • Genesis 9 giugno, 2016 at 12:10

        Ribadisco nuovamente che faccio fatica a intendere il senso dei due articoli se non in quello letterale, cioè togliere il diritto di voto a coloro che ignorano come sia costituito uno stato. (punto)
        …quindi si va contro ad un principio fondamentale della democrazia! Se la democrazia non piacesse, ovviamente, siamo tutti liberi di andare a farci sottomettere da uno dei tanti dittatori del mondo.
        Ho preso, in questo mio commento, in questione gli americani, perchè tale è lo scrittore dei due articoli. Fosse stato un inglese, un francese o metti tu chi, avrei utilizzato il termine appropriato.
        E’ vero, molti politici cercano di mantenere nell’ignoranza i propri elettori, ma di contro, gli antagonisti, non fanno nulla per migliorarne le conoscenze…ed allora? che famo?
        Sai Tigra, ad un buon politico dovrebbe interessare anche l’aria che respiri…e se, soprattutto, puoi respirare liberamente, perchè anche questo è un diritto inalienabile! (forse hai ragione, l’esempio più giusto è quello della patente, poco sotto a questi…guidare è cosa pubblica e la conoscenza che si ha del mezzo e delle procedure con cui guidarlo è altamente rilevante nei confronti del mondo)

  2. Genesis 9 giugno, 2016 at 06:33

    A Tigra…
    …ripeto per l’ennesima volta che “potrei” aver inteso questi articoli malamente, ma ancora nessuno di quelli che m’hanno risposto sono riusciti a confutare la mia tesi, cioè l’importanza umana sancita anche dalla nostra costituzione, molto vicina alla carta dei diritti dell’uomo, che impone l’uguaglianza fisica, morale e civile di tutte le persone. Questa “piccola cosa” impone anche il principio del diritto di libera scelta…anche di seguire il macellaio di turno. Nessuno, ripeto, Nessuno può arrogarsi il diritto di proporre l’esclusione dal voto di quelli che ritiene ignoranti e di sputtanare metà dei suoi concittadini comunitari, oltretutto ribadendo il fatto che bisognerebbe conseguire una patente per poter votare. Questo Nessuno può essere il filosofo o il guru più importante del mondo, ma a questo punto diviene lui ignorante nei confronti del Diritto.

    Secondo punto:
    se viene votato un Trump, un Berlusconi, un Salvini (e mettici chi vuoi), in primis bisogna capire che metodo utilizzano per accalappiare quei voti, ma in seconda, e non ultima, istanza bisogna ragionare sulle persone (politici) che cercano di contrastarli. Forse, ma dico, Forse, oggi nascono queste sette perché la politica antagonista ormai non ha più di che lottare? Abbiamo finito gli statisti che danno una guida? Le continue lotte interne ad uno o l’altro partito sono pro o contro producenti?
    La gente non è ignorante. Forse non saprà qualche cosa, ma quando i problemi continuano ad accumularsi, ad un certo punto, la gente si arrabbia e segue il “Salvatore” di turno, anche se questi è un dittatorucolo sanguinario governato (guarda caso) spesso dagli interessi USA…quindi mi arrogo il diritto di non “farmi fare la morale” da un americano…

    Visto che mi diverto faccio un altro test, alla stregua di quanto sopra:
    Tutti respiriamo…quanti di voi sanno la composizione chimica dell’aria che respiriamo…a che pressione rispetto a quale altezza l’aria ci entra nei polmoni…che l’aria è un gas… Se non rispondete sufficientemente bene alle tre domande, dovete smettere di respirare!

    • Tigra 9 giugno, 2016 at 10:43

      Francamente mi sembra un esempio del tutto fuori luogo, che io respiri o no è una questione personale del tutto irrilevante nei confronti del mondo, ma il mio voto, come tutti gli altri voti, ha una valenza pubblica, riguarda tutti, e pertanto può essere giudicato per il suo valore e i suoi effetti.
      La gente può essere o no ignorante, in una percentuale variabile nel tempo e nello spazio, ma di sicuro non è tutta quanta intelligente, o buona, o sensata, o altruista, spesso è gretta, meschina, egoista e disonesta, a mio parere nella maggioranza dei casi; in ogni caso non glie lo ordina il dottore di seguire il salvatore di turno, e gli statisti spesso vengono mandati a scopare il mare, o peggio, dai predetti salvatori con il consenso entusiasta della gente, qualunque cosa significhi la parola.
      E poi scusa, sono cattivi solo gli americani quando difendono i loro interessi, e tutti gli altri sono buoni per principio?
      In realtà il senso di questi scritti a me pare diverso: i politici, e in particolare quelli cattivi, hanno un obbiettivo interesse ad avere elettori ignoranti, perchè normalmente votano per loro, e questo è il vero problema, per tutti, altro che la composizione dell’aria che respiriamo.
      Infine, a scanso di equivoci, il diritto di sputtanare la metà o più dei miei concittadini, visto che oltre al diritto di voto è garantita pure la libertà di opinione, me lo prendo tranquillamente, e non mi può essere negato.

      • Genesis 9 giugno, 2016 at 12:10

        Ribadisco nuovamente che faccio fatica a intendere il senso dei due articoli se non in quello letterale, cioè togliere il diritto di voto a coloro che ignorano come sia costituito uno stato. (punto)
        …quindi si va contro ad un principio fondamentale della democrazia! Se la democrazia non piacesse, ovviamente, siamo tutti liberi di andare a farci sottomettere da uno dei tanti dittatori del mondo.
        Ho preso, in questo mio commento, in questione gli americani, perchè tale è lo scrittore dei due articoli. Fosse stato un inglese, un francese o metti tu chi, avrei utilizzato il termine appropriato.
        E’ vero, molti politici cercano di mantenere nell’ignoranza i propri elettori, ma di contro, gli antagonisti, non fanno nulla per migliorarne le conoscenze…ed allora? che famo?
        Sai Tigra, ad un buon politico dovrebbe interessare anche l’aria che respiri…e se, soprattutto, puoi respirare liberamente, perchè anche questo è un diritto inalienabile! (forse hai ragione, l’esempio più giusto è quello della patente, poco sotto a questi…guidare è cosa pubblica e la conoscenza che si ha del mezzo e delle procedure con cui guidarlo è altamente rilevante nei confronti del mondo)

  3. Por Quemada 8 giugno, 2016 at 23:21

    Bravo Genesis, uno spocchioso ignorante che dall’alto della sua pseodocultura sentenzia sui cittadini comuni, come se essere persone normali fosse una vergogna.
    Si deve vergognare lui, altro che…

  4. Por Quemada 8 giugno, 2016 at 23:21

    Bravo Genesis, uno spocchioso ignorante che dall’alto della sua pseodocultura sentenzia sui cittadini comuni, come se essere persone normali fosse una vergogna.
    Si deve vergognare lui, altro che…

  5. Genesis 8 giugno, 2016 at 17:56

    Confesso di aver fatto molta fatica a leggere quanto sopra e confesso oltretutto che solamente i due titoli mi hanno fatto ribrezzo.
    L’ignoranza c’è…ma credo sia di chi giudica perentoriamente dall’alto di un poggio reale le persone che non conosce.
    Spero di aver capito male il senso degli articoli!

    • Jair 8 giugno, 2016 at 18:27

      guarda che negli articoli non c’è disprezzo per gli “ignoranti”. Si sostiene, al contrario, che l’elettore ha tutto l’interesse a informarsi e ad acculturarsi, per non restare sempre fregato dalle promesse e dalle bugie dei politici.

      • Genesis 8 giugno, 2016 at 20:23

        Mah…
        Il primo articolo adduce anche a statistiche di test fatti alla popolazione per verificarne le basi civiche e lo scrittore fa intendere ben poco velatamente che a chi non ha queste basi dovrebbe essere vietato il diritto di voto. Ricorda, lo scrittore, anche il tempo in cui la tassa apposta per il voto escluse di fatto gli afroamericani. Lo primo trafiletto, poi, da il sunto del resto dello scritto.
        Nel secondo articolo lo stesso scrittore contesta le critiche che alcuni gli hanno fatto ri-adducendo che la sua tesi, cioè quella che una popolazione ignorante non dovrebbe votare, sia giusta. Chiunque per votare dovrebbe conoscere il sistema stato in tutte le forme ed istituzioni.

        Avrò forse capito male l’articolo…ma credo che costui abbia dato dell’ignorante e dell’inabilità al voto ad un americano su due.
        È un po’ come se ad un posto di controllo sulla strada, oltre che i documenti, ti chiedano di risolvere un semplice quesito come questo: Lei ha percorso 90 chilometri in un”ora…che velocità massima ha sostenuto su questa strada statale?… …e via col ritiro della patente!

        • Tigra 8 giugno, 2016 at 23:08

          Ma scusa, secondo te quella manica di scappati di casa che hanno votato in massa per Trump, uno speculatore rozzo, violento e razzista, sono dei cittadini modello che agiscono con la diligenza del buon padre di famiglia?
          Quelli sono come nei film, un branco di bovari puzzolenti e ubriachi attorno al barbecue, che brandiscono fucili e pistole inneggiando alla supremazia della razza bianca, e se potessero si metterebbero un cappuccio per andare a caccia di negri e latinos.
          Votano? Certamente si, è uno dei limiti più evidenti della democrazia, ma da qui a dire che il cattivo è solo Trump ce ne corre.
          La stupidità esiste ed è diffusa, Hitler e Mussolini hanno preso il potere con le elezioni, come Orban ed Erdogan, Pinochet con la forza e con il consenso della maggioranza dei cileni; tutti sono o sono stati dei dittatori, in alcuni casi pure sanguinari, e quella degli uomini buoni è una leggenda metropolitana, se lo fossero non esprimerebbero così di frequente della classi dirigenti cialtrone e ladrone.
          Al netto dello stile paradossale David Harsanyi ci invita a fare i conti con una sacrosanta verità: in democrazia i voti si contano e non si pesano, ma non sono tutti della stessa qualità, spesso la maggioranza è di qualità veramente scadente.

  6. Genesis 8 giugno, 2016 at 17:56

    Confesso di aver fatto molta fatica a leggere quanto sopra e confesso oltretutto che solamente i due titoli mi hanno fatto ribrezzo.
    L’ignoranza c’è…ma credo sia di chi giudica perentoriamente dall’alto di un poggio reale le persone che non conosce.
    Spero di aver capito male il senso degli articoli!

    • Jair 8 giugno, 2016 at 18:27

      guarda che negli articoli non c’è disprezzo per gli “ignoranti”. Si sostiene, al contrario, che l’elettore ha tutto l’interesse a informarsi e ad acculturarsi, per non restare sempre fregato dalle promesse e dalle bugie dei politici.

      • Genesis 8 giugno, 2016 at 20:23

        Mah…
        Il primo articolo adduce anche a statistiche di test fatti alla popolazione per verificarne le basi civiche e lo scrittore fa intendere ben poco velatamente che a chi non ha queste basi dovrebbe essere vietato il diritto di voto. Ricorda, lo scrittore, anche il tempo in cui la tassa apposta per il voto escluse di fatto gli afroamericani. Lo primo trafiletto, poi, da il sunto del resto dello scritto.
        Nel secondo articolo lo stesso scrittore contesta le critiche che alcuni gli hanno fatto ri-adducendo che la sua tesi, cioè quella che una popolazione ignorante non dovrebbe votare, sia giusta. Chiunque per votare dovrebbe conoscere il sistema stato in tutte le forme ed istituzioni.

        Avrò forse capito male l’articolo…ma credo che costui abbia dato dell’ignorante e dell’inabilità al voto ad un americano su due.
        È un po’ come se ad un posto di controllo sulla strada, oltre che i documenti, ti chiedano di risolvere un semplice quesito come questo: Lei ha percorso 90 chilometri in un”ora…che velocità massima ha sostenuto su questa strada statale?… …e via col ritiro della patente!

        • Tigra 8 giugno, 2016 at 23:08

          Ma scusa, secondo te quella manica di scappati di casa che hanno votato in massa per Trump, uno speculatore rozzo, violento e razzista, sono dei cittadini modello che agiscono con la diligenza del buon padre di famiglia?
          Quelli sono come nei film, un branco di bovari puzzolenti e ubriachi attorno al barbecue, che brandiscono fucili e pistole inneggiando alla supremazia della razza bianca, e se potessero si metterebbero un cappuccio per andare a caccia di negri e latinos.
          Votano? Certamente si, è uno dei limiti più evidenti della democrazia, ma da qui a dire che il cattivo è solo Trump ce ne corre.
          La stupidità esiste ed è diffusa, Hitler e Mussolini hanno preso il potere con le elezioni, come Orban ed Erdogan, Pinochet con la forza e con il consenso della maggioranza dei cileni; tutti sono o sono stati dei dittatori, in alcuni casi pure sanguinari, e quella degli uomini buoni è una leggenda metropolitana, se lo fossero non esprimerebbero così di frequente della classi dirigenti cialtrone e ladrone.
          Al netto dello stile paradossale David Harsanyi ci invita a fare i conti con una sacrosanta verità: in democrazia i voti si contano e non si pesano, ma non sono tutti della stessa qualità, spesso la maggioranza è di qualità veramente scadente.

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