Mi guardo allo specchio, trucco gli occhi mentre Lucia Annibali mette online le immagini della ennesima operazione al viso sfregiato dalla mano violenta dell’ennesimo uomo violento che, con molta probabilità, tra 6-7 anni sarà libero..anche di avere prole.

 

Metto il lucidalabbra. Penso alle bende di Lucia. Penso che era più bella di me.
Leggo solo alcuni degli infantili commenti in stile: forza Lucia, siamo tutti con te!
Non è vero, nessuno di noi vorrebbe essere accanto a Lucia. Scriverlo è un momento, un nulla, due parole che lavano la coscienza e alimentano la retorica. Nè lei ne ha bisogno: solo Lucia sa cosa vogliono dire 17 interventi al volto in due anni e mentre ne scrivo anche io mi vergogno.

 

Ciò che è Lucia non può essere scaturito dall’acido. Lucia era già così, coraggiosa e fortissima.
E altruista. Non si spiega altrimenti la sua testimonianza. E ha pagato proprio per quello.
Il femminile è ancora lontano dall’essere in salvo. La donna in questo paese è ancora persona considerata sotto la persona uomo. Perchè è forte. O fragile e emotiva, madre oppure no, sceglie. Lavora e mantiene in tempi di crisi il marito disoccupato. E paga, perchè spariglia le carte. Abbandona se non ama. Sa far da sola. Inaccettabile, vero?

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4 comments

  1. Luistella 5 novembre, 2015 at 19:15

    Quando subisci un grave danno, ingiustizia, provi un grande dolore,si ha bisogno anche di un minimo gesto di solidarietà , di “compassione”, intesa come segno di comprensione: “so cosa stai provando” e ti sono vicino. penso che anche Lucia ne abbia avuto bisogno e se è riuscita ad arrivare sino ad ora è stato anche per quei piccoli e grandi gesti ,che credo, abbia ricevuto.
    Anch’io sono un pò perplessa sul titolo del blog.

  2. Tigra 3 novembre, 2015 at 10:34

    Non saprei dire se Lucia Annibali è stata resa forte, o più forte, dallo sfregio che ha subito, e neppure saprei dire se ha “cercato” la notorietà, o se dalla notorietà è stata trovata e ha solamente dovuto imparare a gestirla, ma in fondo non credo sia importantissimo.
    Di questa storia resta il senso di orrore per un male che non avrà mai fine, perchè lo specchio lo restituirà ogni giorno a chi l’ha subito, e l’inadeguatezza di qualunque pena possa mai scontare l’uomo che si è macchiato di questo crimine, perchè riflette una violenza ancestrale, un’idea perversa del potere su un’altro essere umno e un’assoluta arretratezza culturale; non c’è una vera difesa dalla mostruosità dell’uomo.

  3. Genesis 2 novembre, 2015 at 19:42

    Voglio pensare che questa Donna non ricerchi la notorietà fine a se stessa: vuole che il Suo caso sia una testa di ponte per fare in modo che quei decerebrati di uomini, che dovrebbero far parte della mia “schiera”, comincino a reputare una donna per quello che è, cioè un essere umano ben migliore di loro, da rispettare non perché dell’altro sesso, ma perché persona umana.

    Non voglio pensare invece che Lucia non se ne faccia nulla dei pensieri anche infantili che le vengono proposti: chi si prende la briga di scrivere un pensiero oppure d’andare a trovare un malato, un infortunato all’ospedale, anche se non lo si conosce, è, per me, comunque da lodare.
    L’ho vissuto recentemente per via di un parente che, ricevendo visite quasi incontrollate, si è sentito di vietarle…fors’anche ad alcuni parenti. Quelle visite, gli ho spiegato, sono di persone che si sentono in grado di dimostrare un affetto che comunque (oltre che dare affaticamento) ti dà una carica che ti aiuta a sopportare la tua condizione.

    Questa Lucia è forte, come lo sarà questo mio parente, per ora costretto su una sedia a rotelle che, anche fosse, può divenire un obiettivo come un fratello con cui condividere il proseguio della propria vita.

    Tralascio il mio pensiero sul “Je suis…” anche col ne inframezzato…forse anche termine troppo abusato, che mi riporta indietro su una storia che non m’è piaciuta…

  4. Berto Al 2 novembre, 2015 at 16:56

    Sul fatto che Lucia Annibali non abbia sentito il bisogno di trovare sostegno anche nei banali “siamo con te”, non sarei così sicuro come lo sei tu; a me pare che la visibilità mediatica lei l’abbia cercata, perseguita e ne abbia usato, per se e per altre che, come lei, hanno avuto o hanno incontrato uomini per i quali l’indipendenza di una donna, la “loro”, è inaccettabile.

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