la società

La gentilezza riparatrice

Sembra impossibile, eppure è così.
L’uomo del terzo millennio, ha più che mai bisogno di instaurare , specie nei momenti di bisogno, delle relazioni interpersonali positive,con i suoi simili, e in certi casi, anche con gli animali. La soddisfazione di questo bisogno , specie nel campo della sanità, costituisce in buona parte lo stimolo dell’individuo ad intraprendere un percorso verso la guarigione, o l’affrontare la cronicità della malattia e la sofferenza.
Gli ospedali di più recente costruzione si ispirano ad un principio di umanizzazione; vengono curati vari aspetti, da quello dell’importanza del colore a quello di utilizzare gli spazi in modo di rendere l’ospedale “un piccolo centro abitato” , con i suoi servizi.

Queste considerazioni mi danno lo spunto per parlare del volontariato: un fenomeno talmente vasto che sarebbe estremamente riduttivo cercare di trattarlo in uno scritto. Faccio solo un cenno ai volontari delle varie associazioni che si occupano di aiutare le persone disperate che arrivano sulle nostre terre, o si accalcano ai confini, dove nazioni “lungimiranti”, hanno deciso di erigere muri e filo spinato, per chi fugge da devastazioni e guerre. In molti casi garantiscono la sopravvivenza fisica di queste persone. A tutti coloro che servono un pasto ai diseredati che non hanno da mangiare , ai nuovi poveri, a chi vive nella strada . Atti, che hanno del miracoloso e che ci fanno sperare che esista ancora un po’ di umanità , che non tutto è perduto.

Capita anche che, in un reparto di pediatria, arrivino quelle persone dal “naso rosso”, che fanno divertire i bambini ricoverati. Gli stessi bambini che noi penseremmo “indenni” dal poter trarre un divertimento dalle performance di volontari clown, si divertono molto, e ridendo, ottengono giovamento nella malattia. Così ad esempio, l’associazione di clown volontari VIP, che non significa una volta tanto, very important person, bensì “Viviamo in positivo” .

Capita pure che entrando nell’ospedale, ti senti perso. Hai bisogno di essere accompagnato nel reparto, o nell’ambulatorio, magari quello più temuto, l’oncologia. E ti senti stupido perché nonostante tutte le indicazione ed i cartelli, non sai più orientarti, grazie anche all’ansia che hai dentro di te. Poi arriva quella signora o quel signore, che con un sorriso e una parola gentile , ti spiega cosa devi fare o ti accompagna direttamente sul posto. Oppure sei preoccupato perché non sai se ce la farai ad aiutare a mangiare la mamma anziana, ricoverata. Ma c’è la volontaria dell’AVO che fa il giro nei reparti e, se avvertita, provvederà lei a questa necessità, unendoci insieme una parola gentile e un sorriso.
Vai a fare il prelievo del sangue. Sfido chiunque a dire che non gli fa piacere, se dopo il prelievo, alcuni volontari ti servono un caffè o un tè, una fetta biscottata (in tempi migliori, un pezzettino di torta).
Questi sono solo piccoli esempi in quel mare di interventi che svolge l’azione del volontariato.

Voglio ancora fare cenno, come ebbi modo di parlare in un altro mio scritto, dell’associazione di volontariato che si occupa, on line, del sostegno delle persone in lutto. Tramite lo scambio epistolare con una persona dell’Associazione, che ha seguito un bel percorso di formazione , colui che a questa si rivolge, trova la via per riuscire ad elaborare un lutto.
Tutti questi interventi, dal più piccolo al più grande, si basano, oltre che sulla praticità,sulla parola, lo scambio empatico, la compassione (intesa come comprensione dello stato d’animo altrui). Tutto ciò condito con un po’ di gentilezza. Che può contribuire alla riparazione del danno. Per questo ho titolato lo scritto : la gentilezza riparatrice.

C’è un testo di legge in Senato, che riguarda il terzo settore, il volontariato. Ai primi di settembre , è scaduto il termine per presentare gli emendamenti, che sono circa un centinaio.
Nell’aprile 2015 la Camera, nell’approvare la legge e passandola al Senato , riferisce che “Per terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche che senza scopo di lucro in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti, promuovono e realizzano attività di interesse generale anche attraverso la produzione o lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità”

La deputata Pd, Donata Lenzi, capogruppo in commissione Affari sociali,ha spiegato che: ”Non si condivide infatti la visione che emerge, tutta concentrata sull’utilità sociale che rischia di ridurre il terzo settore ai soli enti che producono beni o che svolgono servizi sostitutivi di servizi pubblici. Si escludono così tutte le realtà di associazioni che costruiscono relazioni, aiutano ad uscire dalla solitudine, si occupano di diritti civili, per fare degli esempi, dai gruppi di auto aiuto agli scout. Temiamo che le modifiche proposte alla normativa dei centri servizi del volontariato danneggi le piccole associazioni di volontariato che saranno sacrificate alla competizione tra grandi gruppi sottoponendole ancora di più, per altro, al controllo delle fondazioni bancarie. Ci piacerebbe vedere implementata la collaborazione sul territorio piuttosto che la competizione tra enti’”.

Ho riportato stralci di questa dichiarazione del capogruppo commissione Affari sociali, perché ne condivido “le perplessità”. Difatti se si escludono dal progetto, o per lo meno non sono prese in considerazione, le realtà “di associazioni che costruiscono relazioni, aiutano ad uscire dalla solitudine, si occupano diritti civili …” si trascura una larga parte del volontariato che svolge una grande azione di supporto.

Tutte le forme di volontariato si servono di persone che hanno almeno una base di preparazione e di equilibrio psico fisico per affrontare realtà , spesso durissime. In particolare quelle che basano il loro intervento nel costruire relazioni di gruppo e di supporto, quali ad esempio, i gruppi di auto aiuto, esigono personale che frequenti corsi di formazione, anche complessi e impegnativi e che si impegni in modo equilibrato, perché si possono, altrimenti, creare danni. Formazione che ha diritto ad essere riconosciuta. Pertanto spero che la riforma del volontariato, definito ora il terzo settore, tenga in considerazione anche questi aspetti, specie quelli delle piccole associazioni che comunque, svolgono un importante lavoro e alle quali spesso mancano i mezzi economici per andare avanti.

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1 comment

  1. Por Quemada 27 settembre, 2015 at 12:52

    Sperare non costa niente, ma la riforma sta andando in un’altra direzione, quella dei soldi; assomiglia molto a questa maggioranza, e non è affatto strano, sarei sorpresa del contrario.

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