le storie

La notte dei filosofi viventi

La notte dei filosofi viventi

Si sa che i grandi scritti rimangono, ma talvolta vengono aggiornati dagli stessi autori.
Mi chiedo cosa scriverebbero i grandi pensatori del passato se si trovassero a vivere questi tempi.
Purtroppo non potremo mai saperlo. Facciamo un’ipotesi e tracciamo una sorta di bibliografia, così come viene:

La notte dei filosofi viventi

 

Schopenhauer, Il mondo come banalità e rappresentazione

Nietzsche, Al di là del male… il malissimo
La genealogia dell’Amorale
La nascita della tragedia melodrammatica

Kierkegaard, Timore e tremore (confermato)
Aut e/o Aut

Kant, Critica della ragione insufficiente

Marx, Il manifesto del partito personale
L’ideologia europea

Popper, La società chiusa e i suoi amici

Aristotele, La patafisica

Sant’Agostino, Il gossip

Croce, Il kitsch : croce e delizia Dolce e Gabbana taglia 36 taglia 36 col pacco

Sartre, Essere il nulla (prefazione teorica di Nietzsche e postfazione pratica di Renzi)

Socrate, …

non ha mai scritto niente e tantomeno scriverebbe adesso… forse non parlerebbe nemmeno.

La notte dei filosofi viventi

 

BLO 220915-03

La notte dei filosofi viventi

 

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31 comments

        • Kokab 30 settembre, 2015 at 16:44

          poche volte la filosofia è ideologica, e solo quando è di serie b. e come del motore ne facciamo uso tutti, magari inconsapevolmente, perchè comunque determina un pezzo della nostra cultura, del nostro modo di vivere e del nostro modo di pensare, del quale l’automobile è il risultato e non la premessa.
          chiedo scusa della stridente serietà, inadatta a questo contesto raffinatamente frivolo.

    • Kokab 30 settembre, 2015 at 13:21

      sono indeciso franz, si porrebbe il problema del rapporto fra idiozia pura e ragione insufficiente, che non può essere analogo a quello fra ragion pura e ragion pratica. e poi mancherebbe ancora la critica del pregiudizio! grande problema e vasto programma! aspetto il tuo dotto parere, oltre a quello, autentico, dell’illustre doge contarini.

  1. Fralive 28 settembre, 2015 at 09:05

    …l’abbiamo avuto e non c’è importato più di tanto…

    forse è questo il vero problema: quando una cosa l’abbiamo (o crediamo di averla) smettiamo di darle valore…

    abbiamo bisogno di perderla per accorgerci di quanto fosse importante per noi…
    Che peccato…

  2. Genesis 28 settembre, 2015 at 05:38

    Gandhi che legge Tolstoj
    «Quarant’anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell’ahimsā. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità. Fu l’uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l’aveva trovata. Fu il più grande apostolo della non-violenza che l’epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall’ira, dall’odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l’oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.»

    Forse il più grande filosofo nato, vissuto e morto nel secolo scorso: il Mahatma Gandhi.
    L’abbiamo conosciuto, l’abbiamo amato, l’abbiamo odiato perché inarrivabile, l’abbiamo studiato, l’abbiamo sognato…l’abbiamo avuto e non c’è importato più di tanto…

    • Tigra 28 settembre, 2015 at 11:06

      Così d’acchito ho qualche dubbio, Tolstoj è un gigante della letteratura, uno dei più grandi di sempre, ma che la sua vita possa essere considerata un modello al quale ispirarsi mi sembra francamente esagerato; fre l’altro, oltre ad essere un po’ ossessivo, a voler ben vedere qualche idea bislacca ce l’aveva anche lui.
      Quanto a Ghandi, è stato un politico straordinario, unico e probabilmente irripetibile, direi una stravaganza della storia, ma non riesco a considerarlo un filosofo, se non nel ristretto ambito della morale; forse di Ghandi non ci è importato nulla perchè non rappresenta il genere umano.

        • Gennaro Olivieri 28 settembre, 2015 at 12:01

          Gandhi venne assassinato da un estremista Indù che non gli perdonava la sua mitezza nei confronti delle altre religioni e dei Paesi vicini, e questo probabilmente dimostra ciò che Tigra affermava in modo abbastanza perentorio, cioè che in politica e nelle relazioni tra Stati, religioni, classi sociali, l’estrema mitezza e il pacifismo totale non sono assolutamente praticabili. Né d’altronde, dopo Gandhi, che pure è riconosciuto Padre della Patria, l’India ha conosciuto pace sociale né prosperità.

          • Genesis 28 settembre, 2015 at 12:12

            Attendendo la risposta di Tigra alla mia domanda…leggo che Gandhi non è considerato dalla stessa anche filosofo, se non per la morale che ha posto in essere…ciò si lega anche verso Martin Luther King e via dicendo…essere cioè chi professa la Non Violenza in tutto e per tutto.
            Può essere che non sia stato un filosofo, ma credo che la “filosofia” (non ho fatto studi umanistici quindi è una mia personale visione delle cose) interpreti modi e azioni di vita che si legano con tutto ciò che si ha intorno, scienze comprese. Da questo, però, scrivere che Gandhi non rappresenti il genere umano è cosa da comprendere in tutte le sue sfaccettature: può essere “l’inarrivabile”, piuttosto che una persona che si è estraniata dal mondo per meditare su se stesso, lasciando che le cose capitino fregandosene altamente.
            Di persone come lui ce ne sono molte, ce ne sono state e ce ne saranno…

          • M.Ludi 28 settembre, 2015 at 12:30

            La filosofia, di per sè, è tutto ciò che porta ad essere attratti per la conoscenza; è per questo che esiste tanta contiguità tra la parte umanistica e quella scientifica ed è anche per questo che molti scienziati sono anche studiosi di filosofia.
            Nell’etimologia (amare la conoscenza), c’è, però, ben di più di quanto la scienza spieghi ed è per questo che la filosofia assume un carattere universale, al di sopra di singole parti del sapere; è anche per questo che Gandhi si pone un pò ai margini, proprio perchè la sua attività si è svolta in un campo (quello della morale, appunto), dove altri valori entrano in gioco, non tutti necessariamente riconducibili all’ambito della conoscenza. Parlare di non violenza, e compassione per gli altri è qualcosa che trascende la conoscenza e che dovrebbe far parte del codice deontologico di ogni essere umano, più che della sua parte razionale e in questo, dobbiamo ammettere con rassegnazione, che Gandhi, purtroppo, non è rappresentativo del genere umano, ma solo della sua parte, sicuramente la migliore, ma più esigua

        • Tigra 28 settembre, 2015 at 13:10

          A questo punto rispondo per doverosa cortesia, visto che i commenti di Ludi e Gennaro Olivieri rendono del tutto superflua qualunque mia ulteriore argomentazione.
          Faccio solo una precisazione su un punto che magari è anche marginale: penso che Ghandi rappresenti una piccolissima minoranza del genere umano, e per questo può essere considerato “inarrivabile”; penso sopratutto che sia stato l’unico di questa minoranza ad avere avuto politicamente successo, e penso infine che questa cosa sia stata forse casuale, ma sia del tutto irripetibile.
          Noto infine che abbiamo molto divagato, ma le discussioni si sa da dove iniziano e non si sa dove finiscono, spero non ce ne voglia l’autore del blog.

          • Genesis 28 settembre, 2015 at 13:21

            Grazie Tigra della delucidazione.
            Confermo di aver divagato ospite in un blog che aveva altro senso rispetto a quello che ho dato al mio commento…ma…pensandoci su, non ho divagato poi così tanto: Tolstoj e Gandhi sono stati contemporanei (se la memoria non m’inganna), hanno quindi convissuto un’epoca…è forse, il mio, un confronto tra quegli anni ed i nostri…?…forse!

          • M.Ludi 28 settembre, 2015 at 13:36

            una trentina d’anni di differenza tra due vite vissute in Paesi così diversi (la russia zarista da una parte, l’India provincia dell’imperialismo inglese dall’altra), sono un forse un pò troppi per determinare parallelismi

    • Genesis 28 settembre, 2015 at 12:50

      M.Ludi (scrivo qui per motivi di mancanza di spazio)…credo che sia effettivamente condivisibile il fatto che Gandhi si sia posto (non scriverò mail “ai margini”) sopra l’effettiva natura umana fatta di violenza e menefreghismo, ma appunto per il fatto che non è stato l’unico a “professare” e vivere questo Valore, Egli sia effettivamente rappresentante di una parte del genere umano…di una parte infinitesimale (?), e sia!

        • Genesis 28 settembre, 2015 at 15:13

          “una trentina d’anni di differenza tra due vite vissute in Paesi così diversi (la russia zarista da una parte, l’India provincia dell’imperialismo inglese dall’altra), sono un forse un pò troppi per determinare parallelismi”

          Si, può essere…ma…Gandhi ha letto Tolstoj parlandone… Due imperialismi diversi, due vite diverse…il “forse” non è poi così tirato…

  3. Kokab 27 settembre, 2015 at 21:51

    … e spinoza invece che l’etica avrebbe scritto l’etichetta.
    scherzi a parte, credo che se domani uscissero le versioni rivedute e corrette, correrei a comprare il mondo come banalità e rappresentazione, la nascita della tragedia melodrammatica e la critica della ragione insufficiente.
    non ho idea del motivo…

  4. dinamite bla 23 settembre, 2015 at 22:10

    già… attesa la brillante evoluzione del ruolo femminile nell’agone politico italico Macchiavelli avrebbe scritto “La Smandrappata o… la Principessa” unificando l’opere sua… ma, ancor più, il Tommaso Moro avrebbe vergato “Utope”…

  5. Tigra 22 settembre, 2015 at 12:55

    Divertente e arguto, non si possono negare gli evidenti e numerosi riferimenti all’attualità.
    Naturalmente non possiamo sapere cosa avrebbero scritto i filosofi citati, ma non mi sento di escludere che ai nostri giorni avrebbero fatto tutti come Socrate.

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