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La novità vince (e poi delude)

 

 

Yves Mény è un politologo francese, professore universitario con esperienze di insegnamento in numerose Università in diversi paesi del mondo il quale dal 2014 ricopre l’incarico di Presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (nella quale hanno studiato, per fare solo alcuni nomi, Enrico Letta e Giuliano Amato, Sabino Cassese e Antonio Maccanico); insomma, un personaggio di prestigio che ricopre un importante incarico in una delle scuole di formazione più importanti e prestigiose d’Italia.     La novità vince (e poi delude)

In una recente intervista al quotidiano Il Tirreno Mény offre un’interpretazione abbastanza fuori dagli schemi rispetto all’opinione ricorrente e poiché si tratta di persona non coinvolta nelle vicende politiche italiane e per di più che proviene da un Paese ove la cultura dello Stato e delle Istituzioni ha un peso molto più importante sull’opinione pubblica rispetto a quanto avviene da noi, abbiamo ritenuto utile offrirne la prospettiva per un’ulteriore riflessione.

… Le chance di vincere sono più grandi per qualunque candidato rappresenti una novità. Indipendentemente dallo schieramento che rappresenta. Questo non è un fenomeno solo italiano. Anzi, da questo punto di vista, l’Italia è un Paese più europeo. Dappertutto in Europa i candidati uscenti o legati al governo vengono battuti alle elezioni, salvo rare eccezioni…”               La novità vince (e poi delude)

Così inizia il racconto di Mény sulle recenti elezioni amministrative e, messa così, sembra che l’elemento novità faccia premio su tutto, indipendentemente dall’azione di governo/amministrazione esercitata dai candidati uscenti. In realtà il discorso è molto più articolato e parte dalla caduta del muro di Berlino quando, con il tramonto delle ideologie, tutti i partiti europei hanno dovuto ripensare il loro modo di essere e di organizzarsi in virtù di un vuoto venutosi a creare, specialmente in un Paese come l’Italia.          La novità vince (e poi delude)

… DC o PCI offrivano un orizzonte, un’ideologia che potevano sedurre elettori di estrazione diversa. Il PCI riusciva ad aggregare dal contadino di Siena all’intellettuale di Firenze…”          La novità vince (e poi delude)

SET 220616-11

 

La perdita di antichi punti di riferimento, in un sistema politico bloccato, ha portato anche alla perdita di risorse economiche spendibili in campagna elettorale e nella quotidiana gestione del rapporto con gli elettori per cui

…I partiti rimasti senza soldi e senza posti di lavoro da distribuire, hanno pensato di trovare la soluzione nelle primarie. La mia opinione, però, è che le primarie siano state strumento efficace per rottamare, per far emergere il nuovo ma, al tempo stesso, abbiano azzerato la capacità di selezionare le proprie elite interne… è stato come segare il ramo su cui il partito era seduto. Questo è successo ovunque, dalla Francia, dove il Partito Socialista è all’estrema unzione, alla Gran Bretagna dove il Partito Conservatore è spaccato sulla Brexit. Siamo di fronte ad una rivoluzione partitica..”             La novità vince (e poi delude)

L’analisi del Prof. Mény prosegue nel constatare che, a fronte di problemi complessi che per la loro soluzione avrebbero necessità di tempo, i nuovi vincitori avranno, al contrario, poco tempo per poter dimostrare di essere capaci di portare a quel cambiamento promesso in campagna elettorale e contro il quale si ergono continuamente forze prepotenti e, sino ad ora, preponderanti. Ciò avrà, come probabile conseguenza, il loro andare incontro ad insuccesso con l’alternanza continua di un nuovo che vince ma che non riesce a risolvere i problemi per mancanza del tempo necessario a mettere in pratica ricette efficaci.               La novità vince (e poi delude)

Alla fine non esistono soluzioni facili a problemi complessi, ma visto che la dialettica dei giorni scorsi sull’analisi del voto si è incentrata esclusivamente su altre cause, ci pareva opportuno offrire una visione diversa che, se non offre semplificazioni, almeno allarga la visuale su di un problema che, evidentemente, non abbiamo solamente in Italia.

 

La novità vince (e poi delude)

 

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