Il progetto Humanae, di Angélica Daas, è composto da 2.200 (in aumento)
 ritratti di persone provenienti da tutto il mondo, lo sfondo di ogni ritratto
    è un colore Pantone, che corrisponde al colore della pelle del soggetto.

 

 

SCI 181215-00-110

della serie “Questa idea deve morire”

 

 

di Nina Jablonski
Antropologa biologica e palentologa
Professore di antropologia alla Pennsylvania State University
(Traduzione Redazione Modus)

La razza

Il concetto di razza è sempre stato un concetto vago e sdrucciolevole. Alla metà del diciottesimo secolo, naturalisti europei come Linneo, il Conte di Buffon e Johannes Blumenbach, suddividevano l’umanità in raggruppamenti geografici, secondo l’aspetto esteriore. Filosofi come David Hume e Immanuel Kant erano affascinati dalla diversità fisica umana. Secondo il loro pensiero, gli estremi climatici – calore, freddo, o l’intensità della luce solare – condizionano il potenziale umano. In un suo scritto del 1748, Hume sosteneva che “non c’è mai stata civiltà tra i popoli con carnagione diversa da quella bianca”.

 

Kant la pensava in maniera simile, interessandosi per tutta la sua carriera alla diversità umana, scrivendone spesso nei suoi saggi, a cominciare dal 1775. Kant fu il primo a definire raggruppamenti geografici di esseri umani in termini di razza (in tedesco Rassen). Le razze nel pensiero di Kant vengono classificate a seconda delle differenze fisiche – colore della pelle, forma del cranio, dei capelli e altre caratteristiche anatomiche – ed inoltre dalla loro rettitudine morale, capacità di auto-miglioramento e livello di civiltà raggiunto. Le quattro razze classificate da Kant sono organizzate in modo gerarchico, con la sola razza europea ad avere la capacità, a suo giudizio, di auto-miglioramento.

Perché il razzismo scientifico di Hume e Kant ha prevalso di fronte all’opposizione logica da parte di von Herder ed altri? Durante la sua vita Kant è stato riconosciuto come grande filosofo, e il suo status cresceva ad ogni nuova pubblicazione delle sue opere, ampiamente diffuse nel diciannovesimo secolo. Tra i sostenitori del filosofo c’è n’erano alcuni che si trovano d’accordo con le sue opinioni razziste, altri che non lo erano e i più che le ignoravano del tutto.

 

L’altro motivo del trionfo delle opinioni razziste su quelle antirazziste nel tardo XVIII e in tutto il XIX secolo era dovuto al fatto che il razzismo, economicamente parlando, era una notevole fonte di ricchezza per via del commercio transatlantico di schiavi, diventato motore primario della crescita economica europea. La tratta degli schiavi è stata sostenuta da ideologie che sminuivano o addirittura negavano la dignità dei non-europei, soprattutto degli africani. Opinioni rafforzate anche dalle interpretazioni bibliche scaturite da nuove religioni ispirate al cristianesimo, a quei tempi in rapida crescita, che raffiguravano gli africani come popolo il cui destino era la servitù. Il colore della pelle, caratteristica razziale più evidente degli africani, è stato in particolare oggetto di un nebuloso insieme di opinioni e dicerie sulle nature intrinseche delle diverse razze. Il colore della pelle diventa quindi misura di moralità, carattere e capacità di accrescere la civiltà: era diventato un meme

L’Ottocento e il primo Novecento hanno visto l’ascesa della scienza della razza. La realtà biologica delle razze veniva confermata da nuove prove scientifiche raccolte da una nuova schiera di studiosi, in particolare antropologi e genetisti. Questo periodo ha poi portato alla nascita dell’ eugenetica, dalla quale è infine scaturito il concetto di purezza razziale. L’affermazione del darwinismo sociale ha poi ulteriormente rafforzato l’idea che la superiorità della razza bianca è parte dell’ordine naturale delle cose. Il fatto che ogni persona è il prodotto di miscele genetiche complesse derivanti dalla migrazione e compenetrazione tra diversi popoli nel corso di migliaia di anni, non è stato mai ammesso dagli studiosi della razza di quel periodo, né dalle schiere di eugenetisti impegnati su entrambe le sponde dell’Atlantico in una campagna per il miglioramento della qualità razziale.

 

SCI 060516-02

   La mappa a colori del mondo, di Luigi Luca Cavalli-Sforza, mostra molto
     chiaramente le differenze che esistono tra le etnie dei continenti:
Africani (giallo), caucasoidi (verde), mongoloidi, tra cui gli indiani americani
(viola), e gli aborigeni australiani (rosso). La mappa non mostra bene la forte
    componente caucasoide nell'Africa settentrionale, ma mostra l'unità delle
   altre componeneti caucasoidi provenienti da Europa, e ad Ovest, Sud,
                    e gran parte dell'Asia centrale.

 

La metà del ventesimo secolo ha visto la continua proliferazione di trattati scientifici sulla razza. Dal 1960, però, due fattori hanno contribuito alla scomparsa del concetto di razza derivata da diversità biologiche. Il primo, l’aumentato livello di analisi delle diversità umane, fisiche e genetiche da parte di un gran numero di scienziati. Il secondo , la crescente influenza del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti e nel mondo. Da li a poco, influenti scienziati hanno cominciato a confutare i precedenti studi sulla razza, per il fatto che diversità basate su questo concetto non potevano essere scientificamente provate, non potendo gli scienziati trovare netti confini tra i vari gruppi etnici.

Nonostante importanti cambiamenti nel pensiero scientifico, il concetto della presenza di razze umane parallele e di una gerarchia razziale basata sul colore della pelle è rimasta saldamente radicata nella cultura dominante fino alla metà del ventesimo secolo. I risultanti stereotipi razziali sono perdurati, forti e persistenti. In particolare negli Stati Uniti e nel Sud Africa, dove sottomissione e sfruttamento del lavoro della popolazione di colore sono stati per lungo tempo il pilastro della crescita economica.

Dopo la sua scomparsa “scientifica”, razza è rimasto come nome e concetto, per assumere poi gradualmente un significato molto diverso. Oggi molte persone si identificano con l’idea di essere parte di un gruppo razziale, indipendentemente da ciò che la scienza può dire sulla natura della razza. Esperienze condivise di razza creano legami sociali potenti. Per molti- compresi anche vari studiosi – le razze, pur cessando di essere considerare categorie biologiche, si sono trasformate nella nozione di raggruppamenti sociali. Il concetto di razza è diventato un mélange più confuso di categorie sociali classiste e etniche. Quindi la razza non è “solo” una costruzione sociale, ma un vero e proprio prodotto di esperienze condivise, con la conseguenza che ora la gente comune non ha alcun problema ad identificarsi per razza di appartenenza.

 

I medici continuano a mappare i modelli osservati di salute e malattia su vecchi concetti razziali, come bianco, nero (o afro-americano), asiatico, ecc. Anche dopo che è stato dimostrato che molte malattie (diabete, alcolismo, alta pressione, solo per citarne alcune) hanno basi razziali solo apparenti – in quanto dovute a condizioni sviluppatesi in condizioni ambientali simili – la classificazione basata sulla razza viene mantenuta. L’uso di razza, auto-categorizzazione negli studi epidemiologici, è difeso e addirittura incoraggiato. Nella maggior parte delle ricerche mediche attuali, differenze basate sul concetto di razza vengono confuse con le disparità di condizioni sanitarie dovute a differenze di classe, di etnia, di pratiche sociali e comportamentali, che diventano senza senso non appena vengono prese in considerazione un certo numero di variabili analitiche.

L’ultimo restyling del concetto di razza nasce dalla genomica, all’interno per lo più del contesto biomedico. La posizione privilegiata della scienza medica nella coscienza popolare dà al concetto di razza rinnovata autostima. I propugnatori di classificazioni basate sulla razza sbandierano prove genomiche per sostenerne la forte realtà biologica come base delle differenze razziali, mentre chi vi si oppone non trova modelli razziali scientificamente sostenibili. Ciò dimostra che ognuno tende ad osservare solo quello che vuole osservare, sfornando studi tendenziosi che forniscono i risultati voluti. Nel 2012 Catherine Bliss ha sostenuto in modo convincente che oggigiorno la definizione Razza è preferibilmente considerata una forma mentale che “produce simiglianze nella percezione e nella realtà in un particolare momento storico e sociale”.

Nella storia del pensiero il concetto di razza ha, ormai, il suo posto, ma non più in quello della scienza. La pura instabilità e i possibili errori di interpretazione rendono inutile considerare la razza come concetto scientifico. Trovare nuovi termini per definire le diversità e le ineguaglianze tra gli esseri umani non sarà facile, ma è necessario.

 

 

   In questo toccante TED Talk, Angélica Daas parla delle complessità di
 tonalità della pelle, in particolare come il colore della pelle viene purtroppo
   utilizzato per attribuire caratteristiche positive o negative alle persone.

 Nata in Brasile e influenzata dalla disuguaglianza razziale pervasiva che ha
    vissuto come donna dalla pelle scura, Angélica ha creato Humanae,
 un progetto di ritratti fotografici che sfida il modo col quale pensiamo
                    al colore della pelle e all'identità etnica.

 

 

SCI 060516-03

      Mappa della diffusione degli esseri umani moderni (Homo sapiens) nel
   mondo. I colori e numeri indicano il periodo della diffusione, i numeri
                     indicano anni prima del presente.
  Da Il lungo viaggio dell'uomo. L'odissea della specie di Spencer Wells

 

 

SCI 060516-04

     Mappa genetica creata dal famoso genetista Luca Luigi Cavalli Sforza,
  che mostra come i gruppi razziali ed etnici sono legati gli uni agli altri
                        e le distanze genetiche tra loro.

La razza

SCI 181215-00-110

Le altre puntate della serie “Questa idea deve morire”

7 – La stazionarietà
6 – I mercati sono buoni, i mercati sono cattivi
5 – Gli opposti non possono entrambi avere ragione
4 – L’altruismo
3 – Il potere della statistica
2 – La scienza rende la filosofia obsoleta
1 – La vita è sacra
Introduzione alla serie

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

1 comment

  1. Berto Al 6 maggio, 2016 at 22:19

    La stupidità è spesso figlia dell’ignoranza, ma per guarire dall’ignoranza bisogna non essere stupido ed avere la curiosità di leggere e capire; i razzisti sono stupidi e, per questo, probabilmente incorreggibili

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux