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La misura del disonore

La macabra contabilità dei morti spariti nel blu del mare tra le coste africane e quelle italiane in questi giorni, è una delle scienze meno esatte che si possano praticare in quanto si basa, sostanzialmente, sul recupero di naufraghi che raccontano le tragedie che hanno vissuto nel veder morire amici e parenti durante la traversata.

Le sofisticate apparecchiature radar che monitorano centimetro per centimetro quel tratto di mare, non sempre spiegano ciò che vedono, e questo perchè, un puntino che appare e poi scompare, senza che nessuno ne sappia più niente, può raccontare di un probabile disastro, ma non delle sue dimensioni.

Su quella delle ultime ore, invece, sappiamo di una sorta di record ufficiale nel numero dei morti che sembra destinato ad offuscare e far dimenticare le immani disgrazie dei mesi scorsi, ma sempre pronto, anch’esso, ad essere offuscato dal prossimo record, unico accadimento utile ai media per riempire le cronache di titoloni, giacchè, ormai, ai 300 – 400 profughi morti in mare, ci abbiamo fatto l’abitudine.

Ciò che hanno spiegato a noi e che, dall’empatico “Mare Nostrum”, siamo passati al freddo “Triton”, solo due nomi, la cui differenza, ormai, si misura solamente nelle centinaia di morti in più che dalla fine dello scorso anno siamo costretti a contabilizzare nel macabro quotidiano di mille e mille vascelli derelitti e carichi di speranza che segnano questo ennesimo esodo umano dalla fame, dalla guerra, dalla disperazione.

Ci era stato detto che “Mare Nostrum”, in assenza di aiuti esterni, era insostenibile quindi, facendo di necessità virtù, siamo passati ad un nuovo piano che, sulla carta, non prevede diminuzione delle navi e degli uomini coinvolti (come apparentemente potrebbe sembrare), ma in un mutamento della strategia che ha qualcosa di darwiniano, se mi si consente una battuta in un contesto così drammatico.

Infatti, l’operazione Triton, niente è se non l’arretrare il perimetro di azione sino in prossimità delle nostre coste (mentre prima agivamo in prossimità delle coste africane), andando a soccorrere quelli che sono sopravvissuti alla selezione naturale: quelli che ce l’hanno fatta.

Se prendi un barcone fatiscente, lo stracarichi di persone e lo metti nella prospettiva di affrontare, anzichè le 30-40 miglia marine di prima, le 150 e oltre, in un mare mai calmo, aumenti a dismisura la possibilità che quel barcone vada a fondo con tutto il suo carico di speranza, disperazione, umanità: ecco, questo abbiamo fatto.
Buoni ultimi, dopo il cinismo degli altri Paesi europei, ci siamo arresi all’idea che vuotare il mare con un secchio non si può; io dico che non avremmo dovuto perdere la speranza.

 

Articolo : Da mare nostrum a Triton, le differenze

Video: Makkox, da Gazebo 19 aprile 2015 (da vedere)

 

blog: La misura del disonore

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22 comments

  1. M.Ludi 22 aprile, 2015 at 17:47

    In questi giorni, sulla stampa italiana e non, si sono sprecati gli interventi più o meno sentiti, di giornalisti e commentatori; facendo la tara delle indecenze pronunciate al riguarda dai soliti politici di bassa lega (per non dire di quelli dei loro seguaci), ho trovato un editoriale di Sofri che mi pare essere un utile guida per chi naviga nel mare dell’informazione, con il rischio di non trovare mai approdo:
    http://www.wittgenstein.it/2015/04/21/la-zattera/

  2. Franz 20 aprile, 2015 at 19:11

    “Con oltre 173mila nuove domande nel 2014, in Germania il numero di richiedenti asilo è aumentato del 58% rispetto all’anno precedente, quando furono registrate 127mila domande. Secondo le statistiche dell’Ufficio federale per l’immigrazione e i rifugiati, quasi 129mila pratiche sono già state esaminate (+59%). Per quanto riguarda i paesi di provenienza, la Siria è la nazione da cui sono arrivati la maggioranza dei richiedenti, con quasi 40mla persone.”
    http://www.west-info.eu/it/dalla-siria-la-maggioranza-dei-richiedenti-asilo-in-germania/

    Cito quest’articolo solo perché non si creda che abbiamo profughi solo in Italia. Da noi fanno ‘piú notizia’ perché spesso, troppo spesso i ‘viaggi della speranza’ finiscono in tragedia e perché un consistente numero di sciacalli é alla continua ricerca di qualcosa che possa far loro dedicare due righe sui giornali e guadagnare qualche voto.
    Tutti i paesi europei accolgono profughi. La Svezia, per esempio, ne accoglie piú dell’Italia. Ma, nonostante questo, é veramente indegno che un’ operazione come ‘Triton’ venga finanziata da alcuni dei paesi piú ricchi del mondo, con soli 9 milioni di Euro. Non é quindi facile moralismo chiedersi quanti milioni sono stati investiti dagli stessi paesi per salvare banche in rovina a causa dei loro criminali amministratori.

    • M.Ludi 20 aprile, 2015 at 19:34

      Una volta tanto mi permetto di rimarcare che la tua risposta è assai generosa nei confronti della Germania, in primo luogo perchè l’Italia non fa alcun vaglio di chi vuole o non vuole prendere, ma finisce per doverseli prendere tutti in prima istanza e indipendentemente dalla volontà dei profughi di rimanere oppure andarsene. In secondo luogo l’Italia finisce per accollarsi interamente l’onere del recupero quando poi Germania e Svezia fanno serenamente la cernita di coloro che possono essere utili alla crescita economica di quei Paesi.
      Direi che ciò che hai detto non è accettabile se non riconoscendoti (cosa che faccio volentieri) il beneficio di aver sottovalutato la portata delle tue dichiarazioni: i Paesi che hai citato fanno ciò che fanno per puro calcolo e convenienza mentre all’Italia restano la maggior parte degli oneri. E dire che ero partito per criticare l’Italia………

      • Kokab 20 aprile, 2015 at 21:45

        ragionamento del tutto condivisibile; è chiaro che il peso sostenuto dall’italia, come frontiera naturale fra il nord e il sud del mediterraneo è imparagonabile a quello degli altri paesi europei, sia sotto i profili economico, organizzativo e logistico, sia in relazione all’impatto sociale e al peso morale di tutta l’operazione: non è mai indifferente essere il fronte o la retrovia, e noi siamo un fronte territorialmente piccolo dal quale transitano quasi tutti i migranti diretti in europa.
        la quale europa continua evidentemente a pensare che l’immigrazione sia in primo luogo un problema di ordine pubblico, e in seconda battuta un problema economico, invece che un’immenso problema sociale che si tramuta in emergenza umanitaria, aggravata in modo esponenziale dalla miopia di triton e di chi se lo è inventato.

      • Franz 21 aprile, 2015 at 10:03

        Non era mia intenzione lodare la Germania o chi altro ma, giusto per chiarire, TUTTI i profughi provenienti da zone di guerra o particolarmente disastrate ottengono l’asilo. Solo da quest’anno, per esempio, si discute se il Kosovo sia da considerare ancora zona di guerra (!). Non sarebbe giusto neanche dire che lo fanno solo per interessi economici: migliaia sono infatti i bambini e i vecchi. E, per chi non lo sapesse, questi profughi NON hanno permesso di lavoro. Non ho voluto, per caritá di patria, neanche parlare del COME vengono accolti: nella cittá in cui vivo, per esempio, non essendoci piú strutture adeguate, le stanno costruendo ex novo. Ci sono anche qui, e tanti, quelli che protestano. A poche centinaia di metri da me, viene costruito uno di questi centri: alcuni individui hanno iniziato una raccolta di firme per impedirne l’edificazione: la Cittá se n’è tranquillamente impipata e ha continuato. Morale: decine e decine di famiglie siriane avranno un ricovero piú che dignitoso. E per concludere: nonostante questo, volevo semplicemente dire, sinteticamente, che ritengo l’operazione ‘Triton, cosí come é organizzata, una vergogna e come me la pensano, non da oggi, milioni di tedeschi (leggere le dichiarazioni della Linke, dei Verdi e di tanti socialdemocratici) che, badate bene, non dicono che si devono dare soldi e si deve intervenire per alleviare le pene dell’Italia, ma per aiutare, possibilmente, quei poverini.

        • M.Ludi 21 aprile, 2015 at 11:16

          Ribadisco e preciso; la maggior parte dei Paesi europei se ne strafrega di ciò che accade sulle coste del Mediterraneo e gli unici Paesi che sono coinvolti nell’accoglienza dei profughi sono quelli che, avendo crescita economica, hanno anche interesse a ricevere nuova manodopera e lo fanno. L’unico Paese che ha l’onere di andare a raccattare quella povera gente è l’Italia (e lo fa male, come la maggior parte delle cose in cui si impegna), mentre gli altri stanno a criticare sul modo in cui lo fa e poco più: si frugassero in tasca e mandassero mezzi e uomini a fare altrettanto anzichè stare a pontificare.

          • Kokab 21 aprile, 2015 at 12:11

            guarda, basterebbe che mandassero un po’ di soldi, uomini e mezzi per farlo decentemente li abbiamo, come ha dimostrato, sia pure in modo ancora insufficiente, mare nostrum. perchè è sensato che uomini e mezzi li mettiamo noi, non fosse altro che per collocazione geografica, ma proprio per questo è ingiusto che il costo sia solo nostro.

          • Franz 21 aprile, 2015 at 16:02

            M.Ludi, ripeto: in Germania i profughi NON hanno un permesso di lavoro. Anzi, anni fa, la sinistra protestava perché venisse concesso loro questo diritto. Cade quindi la motivazione economica per la concessione dell’asilo. Se poi parliamo di lavoratori provenienti da altre zone e da altri paesi (polacchi, bulgari, serbi ecc., NON profughi) , a quelli ci pensano le ditte che si occupano di lavoro interinale, modo elegante con cui é stato ribattezzato il caporalato, reintrodotto in Italia, se non ricordo male, da uno dei governi di centro-sinistra.

          • Franz 21 aprile, 2015 at 19:35

            Probabilmente berranno anche birra e te lo ripeto: in Germania i profughi non hanno un permesso di lavoro. Che poi vengano utilizzati per lavori in nero, forse. Del resto questa piaga interessa tutti i settori e tutte le categorie. Possono essere occupati per poche ore e per un massimo di 400 € lordi al mese. E un gran numero di profughi sono vecchi e bambini.

  3. M.Ludi 20 aprile, 2015 at 14:19

    Alla luce di alcuni dei commenti, segnalo il link a margine del blog nel quale sono riportate, a confronto, le cifre dell’operazione “Mare Nostrum” con quelle relative all’operazione “Triton”; come si evince da tali cifre è difficile comprendere, in un dato complessivo di un risparmio di oltre il 60%, quanto queste siano effettive (nel senso che i costi per i militari impegnati permangono sia in mare che a terra) o solo evidenze “contabili” relative alle due operazioni. Ciò che pare di tutta evidenza è che lo spostamento del limite geografico di intervento dalla prossimità alle coste africane a quella delle coste italiane, determina un braccio di mare aperto (tuttaltro che tranquillo) nel quale l’impresa dell’attraversamento diventa più aleatoria; le cifre relative a recupero di profughi e di morti in mare, sembrano avvalorare la tesi che si è voluto principalmente, così facendo, indurre una soluzione parzialmente “autonoma” del problema.

    • Tigra 20 aprile, 2015 at 17:12

      Chiedo scusa del commento pleonastico, mi era sfuggitto il link; non voglio neanche considerare che stiano barando sulle cifre, e quindi penso e spero che ci sia una giustificazione per la differenza, non solo di natura contabie.
      Quanto al nuovo limite operativo, che esclude gli interventi vicino alla costa libica, è chiaro che se è stato deciso con il retropensiero di favorire quella che tu hai definito essere la “selezione naturale” dei migranti, è chiaro che ci troviamo di fronte ad un crimine, che certamente non sarà un reato, ma un crimine resta.

  4. Kokab 20 aprile, 2015 at 13:05

    chiunque sia andato per mare sa quanto in certo situazioni sia brevissino il tempo in cui il pericolo si può trasformare in tragedia, senza che ci siano reali possibilità di scampo, vuoi per le avverse condizioni meteorogiche, vuoi per l’inadeguatezza del mezzo alle condizioni date, vuoi per le sue sconsiderate condizioni di utilizzo.
    le persone che affrontano la morte su quei barconi non si fermeranno, perchè sono spinte da una motivazione assoluta, sta a noi scegliere se farle morire o soccorrerle e accoglierle; vorrei ricordare a tutti i salvini della terra, per i quali il senso morale fa rima col denaro, che il benessere dell’occidente, quello di cui ancora oggi godiamo i crepuscolari benefici, si è in gran parte fondato sulla predazione, durata quattro secoli, del sud del mondo, al quale abbiamo sottratto a man bassa uomini e risorse: anche tacendo sulle implicazioni etiche di questa strage, sarebbe forse ora che iniziassimo a pagare il debito che abbiamo contratto.

  5. Luistella 20 aprile, 2015 at 12:36

    Mi dimenticavo, presa dalla rabbia, di inviare un piccolo pensierino ai governi dell’ Inghilterra, Olanda, Germania,altri paesi del Nord Europa, che per non “scontentare” la parte del loro elettorato, si rifiutano di offrie alcun appoggio ad alcun progetto di evitare le stragi in mare: non dite più alcun giudizio sull’Italia, i paesi a sud del Mediterraneo, per favore ! Tenetevi le vostre città pulite e ordinate (non tutte), ma evitate di parlare, a meno che non vogliate sganciare mezzi e denaro per aiutare i paesi che stanno affrontando questa tragedia umanitaria!

  6. Luistella 20 aprile, 2015 at 11:48

    Al di là delle motivazioni ufficiali ed ufficiose, mi sono sempre chiesta perchè è stato sospeso “Mare Nostrum”: la lega strepitava che si spendeva troppo (ricordarsi Salvini, quando diceva che non era più mare nostrum, ma mare loro?!) l’unione europea ha voluto far spendere di meno, non lo so … Sta di fatto che è stato applicato il principio “le cose giuste, guai al mondo …!”, con i risultati che vediamo.
    Continuano a dire a Bruxelles che ci sono piani allo studio. Va bene… studiate ancora un pò. Magari, dico io nella mia ignoranza, perchè non ripristinare SUBITO Mare Nostrum?!

  7. Tigra 20 aprile, 2015 at 10:07

    Facciamo due conti prendendo i dati dalle varie fonti disponibili su internet.
    Grazie a “Mare Nostrum”, operazione decisa decisa dal Governo Letta, che aveva come fine «garantire la salvaguardia della vita in mare» e «assicurare alla giustizia coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti», ”sono stati recuperati dalle navi della Marina Militare circa 100 mila migranti: tra loro quasi 9 mila erano minorenni. Sempre grazie a “Mare Nostrum” sono stati arrestati oltre 500 scafisti e sequestrate 3 “navi madre”; il virgolettato riporta una dichiarazione del ministro Alfano resa alla Camera nell’ottobre del 2014.
    Triton, che è una operazione europea finanziata con circa 3 milioni al mese, circa 2/3 in meno di quello che costava Mare Nostrum, prevede invece il controllo delle frontiere fino a 30 miglia dalla costa, e non il soccorso, e gli effetti pratici sono quelli che stiamo vedendo in questi giorni.
    Sostanzialmente da quando il controllo delle operazioni è stato assunto dall’Unione Europea si spendono meno soldi e ci cono molti più morti: direi che è una coerente politica di rigore, e non si capisce che cosa abbia da strepitare Salvini.

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