È sotto gli occhi di tutti che quanto accade nel PD è l’effetto di una valanga che ha cominciato a muoversi tempo fa, pietra su pietra. Il suono della campanella del mesto passaggio da Letta a Renzi ne ha dato l’avvio.

È da allora che la domanda per tutti, del popolo progressista è: quanto e come può reggere il partito alla tensione di una tale mutazione di modi e prospettiva? Il come lo si è visto passo passo, scossone dopo scossone, ogni volta che a ogni annuncio o slogan seguiva un’azione contraddittoria a quello o contraria da parte dei dirigenti di minoranza. Quante azioni/reazioni abbiamo registrato in pochi mesi? Tante e molte sul tema del lavoro.

Il quanto è: fino ad oggi. Fino a quando Napolitano non ha garantito l’unità della nazione grazie a una leadership di cui solo ora capiremo del tutto la strategicità.

Il Pd sopravviverà a se stesso? Quanto accade può essere rischioso nella misura in cui oltre a renzi e ai suoi il pd non ha altro e altri. Ovvero il pd può implodere, se nessuno guida la partita contro Renzi se di questo si tratta, o, viceversa, esplodere: nel primo caso la sua classe dirigente ne uscirebbe dilaniata e confusa, non sembra esserci un leader in grado di soccorrere il partito nella eventuale ricostruzione ma alcuni uomini di valore sicuramente si renderebbero disponibili (bersani, letta, damiano, chiamparino, rossi..lo stesso del rio). Nel secondo caso sarebbe Renzi coi suoi a saltare. Salterebbero i mancati patti e il patto siglato al Nazareno. Che di questo si tratta e si è trattato sin qui. La gente del PD, la c.d base, i militanti, gli elettori hanno mal digerito che mentre si facevano patti con colui che fino a quel momento (a ragione) aveva costituito l’anti sinistra, tutti i patti di solidarietà e vicinanza tra il partito e i suoi alleati storici, veri e ideali, saltavano. È saltato il patto tra il PD e il mondo dei lavoratori. I continui attacchi al sindacato, ai lavoratori pubblici, al sistema degli ammortizzatori sociali, mentre si strizzava l’occhio al mondo della impresa invece di denunciarne con forza i guasti e combattere l’evasione e la corruzione hanno portato a una mutazione profonda, una spaccatura difficilmente colmabile tra Renzi e i lavoratori che non sono una entità astratta, sono il popolo, gli elettori, gli operai, le insegnanti, i precari, la gente di sinistra. Sul colle del quirinale il Pd non gioca la carta per un PDR ma per la sua identità attuale e soprattutto futura. Ogni arma é lecita, temo.

 

 

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Un Pd di puri renziani sarà la fine del premier

SET 150119-03

 

 

 

 

 

 

L’addio di Cofferati è un segnale che il leader democratico non può sottovalutare.

“Tana liberi tutti”, è questo il segnale di Cofferati. Ovvero ”ragazzi ci si rimette in cammino per tornare a casa”.

di Peppino Caldarola

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14 comments

  1. Kokab 22 gennaio, 2015 at 10:09

    le contaminazioni fra cose diverse spesso arricchiscono gli originali, ma a volte generano mostri; se è impossibile immaginare la dc senza correnti, e impensabile un pc privo del centralismo democratico, oggi è altrettanto difficile capire se il pd è o vuole essere una democrazia cristiana col centralismo democratico, o un partito comunista con le correnti.
    probabilmente sono vere entrambe le cose, almeno in parte, e questo lascia sconcertati perché, indipendentemente dal fatto che esploda o imploda, questo partito giunto al suo più grande consenso elettorale, e al massimo del suo potere nelle istituzioni, governo, quasi tute le regioni e la stragrande maggioranza dei comuni, così non può durare.
    non può durare perché renzi ha sostanzialmente fallito nel suo progetto di rendere la sinistra maggioranza politica nel paese per la prima volta, spostando troppo a destra l’asse del partito, e rompendo i ponti con una parte significativa del suo elettorato, e perché bersani prima di lui era riuscito a fare peggio, facendo politiche altrettanto di destra col suo avatar di varese, e buttando al vento un consenso elettorale che era solo da raccogliere, per tacere della squallida operazione con la quale aveva defenestrato veltroni per conto di d’alema, il quale veltroni avrà tutti i difetti del mondo, ma non avrebbe mai perso la campagna elettorale del 2013.
    oggi si raccolgono i cocci, e l’alternativa mi sembra sospesa fra una nuova dc con il centralismo democratico, appunto un mostro, e una dissoluzione del pd che riporterà la destra al governo.
    tutto perfettamente in linea con la miglior tradizione della sinistra italiana.

  2. nemo 22 gennaio, 2015 at 09:45

    Cari amici, vedo che l’argomento appassiona, e, con tristezza, che alcuni dichiarano la loro volontà di astenzione vista la incapacità di comprendere quello che accade. Abbiamo tutti il diritto di dire la nostra ed abbiamo tutti il diritto di capire quello che accade. Ecco questo è un diritto che ci viene negato ! E’ stato eretto un enorme paravento davanti al quale c’è quello che vediamo ma, dietro, ci sono le motivazioni reali di certe decisioni e certi comportamenti. Sappiamo, o almeno ne siamo informati, sulla difficile convivenza dell’attuale segretario con gli esponenti della minoranza, FassinaChi? Sappiamo quali sono i motivi del contendere sulla legge elettorale, ora e sulle modifiche Costituzionali , poi, quello che non sappiamo al di la delle differenti posizioni sono le reali ragioni delle contrapposizioni. Liste bloccate, su questo tema vi è battaglia, supportata, guarda caso da coloro che votarono la legge cosidetta porcellum, sarà un caso ? Direi proprio di no, anzi felici di spargere sale sulle ferite come qualcuno di noi ha felicemente scritto. Il punto è, sarò tra coloro che vengono designati o tra gli esclusi ? Nel primo caso sarò tra gli eletti, nel secondo tra i non eletti, ma allora come fare ? Battaglia “democratica” per consentire al cittadino la scelta, quello stesso che diede a Batman il re delle preferenze 250 mila voti !! Quale è la soluzione ? Primarie farlocche ? Ma le regole per le primarie che le ha scritte ? Passiamo alle riforme Costutizionali, riforme che una volta, e se, approvate comportano la perdita secca di 330, posti da Senatore, ci si accapiglia sui Senatori a vita, oddio lo scandalo dove lo vediamo? Sulla spesa ? Sulla definizione a vita ? Sulle personalità ? Sugli ex Presidenti ? Insomma qualcuno ha lumi da darci ? Oggi, abbiamo un Presidente del Consiglio, per la prima volta segretario di partito, che si trova nella condizione di avere i voti della opposizione con una fronda interna di notevole spessore, condizione questa che porterebbe ad una crisi di governo , in normali condizioni, ma le condizioni non sono normali, manca il Presidente della Repubblica, non è stata approvata la legge elettorale, il Parlmento non può essere sciolto, allora quale momento migliore per tagliare le gambe all’odiata persona, non si rischia niente, ed alla fine si potrà dire, visto ha avuto i voti sporchi della destra. Come dire, io non c’ero e se c’ero non ho visto e se ho visto non posso parlare, insomma le tre scimmiette. Nel frattempo assistiamo, in Senato alla sceneggiata di chi questo sistema lo approvò, e di chi questa legge elettorale la fece. E, sopratutto di chi potendolo fare non ha preso quelle decisioni che avrebbero dato la certezza di tenere alla opposizione quelle forze che , oggi, cantano i peana ! Allora , si ha un pochino più di chiarezza ?

  3. forzanapoli 20 gennaio, 2015 at 17:14

    Elezioni del Presidente della Repubblica, patto del Nazareno, Italicum si Italicum no, Jobs Act, corruzione, terrorismo , riforma della giustizia ,minoranza pd, sfacelo di FI , ecc, ecc,Evviva, sono stati superati tutti i guai della crisi economica,tutti hanno un lavoro , tutti ormai riescono a raggiungere bene il fine mese, i pensionati non si lamentano più,la disoccupazione giovanile e no non esiste più, le imprese lavorano a pieno ritmo.è scomparsa la cassa integrazione, al sud sono fiorite nuove imprese che assumono a pieno ritmo per cui è giusto e lecito che i nostri rappresentanti al parlamento si occupino di cose molto più importanti, del 1% di più o in meno della soglia di sbarramento, delle preferenze, delle primarie, dei mal di pancia di alcuni senatori e deputati che non hanno mai vissuto la crisi sulla loro pelle o su quella dei familiari, della guerra fra Brunetta e Verdini, di Alfano che forte del suo 4% dice che il nuovo PdR deve essere di destra : E poi dicono che bisogna andare a votare perché il voto è la massima espressione della democrazia ma, sinceramente, dopo tutti i voti che ho dato credo che il mio prossimo voto andrà al partito dell’astensione.

  4. riesenfelder 20 gennaio, 2015 at 11:25

    Caro Ludi, la tua considerazione ….”Meglio sarebbe, per tutti, che i dissidenti se ne andassero da un partito nel quale non si riconoscono più e ne fondassero uno nuovo” non piace, non convince.
    Io sono un elettore del PD, iscritto al PD, con la mia piccola storia di Sinistra.
    Dopo avere votato Bersani alle Primarie del 2012, a quelle successive ho votato per Renzi. Sono dunque un renziano della “seconda ora”.
    Sono nel PD perchè credo in questo Partito, in questa comunità. Cerco di dare come meglio posso il mio contributo. Così come altre migliaia di persone.
    In questo momenti ho alcuni motivi di dissenso con la linea del mio Segratario. Dissento, per es. sulla faccenda della proporzionale_pro_evasori, dissento sulla possibilità che siano quelli di Alfano a determinare i candidati in quel di Genova e dissento anche ( pur non essendo d’accordo con loro), nel disegnare come nemici tutti coloro che con il Segretario non sono d’accordo. Dissento anche che venga dato più diritto di cittadinanza a un Andrea Romano (ex di Monti e ex di altro) che non a gente che il nostro Partito ha contribuito a fondare.
    Insomma dissento su parecchie questioni.
    Però non ho intenzione di andarmene e non ho intenzione di aderire a nessun altro Partito, a cambiare casa. Voglio rimanerci e cercare di cambiare quelle cose che (secondo me) non vanno.
    Tu dici “sarebbe meglio per tutti”. Tutti chi?

    • M.Ludi 20 gennaio, 2015 at 11:39

      Sia pur dissentendo su altro (o anche su altro), sono in parte sulla tua stessa linea, quindi vedi bene come, da posizioni simili, si possa talvolta arrivare a conclusioni diverse; ma questo, spesso, dipende dal nostro essere unici, ed è un valore.
      Contrariamente da te ritengo che, al momento, sarebbe utile che la Riforma elettorale e quella del Senato (forse un pò diversa da come è stata disegnata) andassero in porto (qui lo affermo con forza) costi quel che costi, perchè altrimenti, da queste paludi non ne usciremo più.

  5. M.Ludi 20 gennaio, 2015 at 09:54

    Il sentimento che anima lo scritto di Jane, meriterebbe, in sè, ben altra trattazione rispetto a quella volgarmente materiale che mi appresto a fare ma, Jane non me ne voglia, non credo di sbagliarmi di molto.
    Innanzitutto sgombriamo il campo da facili fraintendimenti: il mondo della sinistra, quello richiamato dall’autrice esiste e prova ciò che lei ci ha raccontato, lacrima su lacrima. Le lacerazioni hanno portato scoperta la carne viva ed il continuo spargersi di sale non fa che acuire il dolore.
    Detto questo, non ci si illuda, quella in atto all’interno del Partito è solo una guerra per il controllo del patrimonio che al Partito fa capo; come in ogni matrimonio che si rispetti, finito l’amore, seppellita la capacità di ascolto e di comprensione, alla fine ci si gettano gli stracci addosso per accaparrarsi la cassa.
    Sono mesi ormai che la convivenza nel PD è divenuta critica e gli scenari paventati da Jane (implosione o esplosione) sono facilmente avvertibili da chiunque e dubito molto che su molte delle questioni poste da Renzi (e non solo) sul tavolo, un accordo tra i contendenti possa portare a stravolgimenti nei termini dei problemi; le stesse divisioni sulla legge elettorale (liste bloccate si o no, preferenze si o no), indicano chiaramente come il nocciolo della questione non sia arrivare ad una buona legge elettorale ma mettere bandierine e marcare il territorio. Non si comprende in altro modo, altrimenti il repentino cambio di opinione di una ex classe dirigente la quale approva entusiasticamente la fine delle preferenze e le liste bloccate, per poi rimangiarsi tutto in un sol boccone, solo perchè non sono più loro a condurre le danze.
    Meglio sarebbe, per tutti, che i dissidenti se ne andassero da un partito nel quale non si riconoscono più e ne fondassero uno nuovo, dando chiarezza agli elettori e al Parlamento; ma temo che non lo faranno e questa situazione si protrarrà con il prevedibile risultato di una nuova sconfitta, non per la sinistra, ma per il Paese.
    Alla fine le leggi della natura dovrebbero prevalere e quando due strati di neve sovrapposti diventano incoerenti a causa delle mutate condizioni metereologiche, fatalmente l’uno si distacca dall’altro tracimando a valle.

    • Jane 20 gennaio, 2015 at 10:07

      caro ludi, perché lasciare la propria casa quando la si avverte “occupata”? siamo certi che la scissione porterebbe chiarezza? ..e, soprattutto, un leader autorevole, che tiene dritta la barra anche se ci son venti di tempesta, può a chi gli pone il tema delle preferenze e del metodo rispondere: “mi vogliono pugnalare alle spalle”?..ogni frase del segretario premier ormai é solo altro ticchettio

      • M.Ludi 20 gennaio, 2015 at 10:40

        Capisco perfettamente ciò che vuoi dire, ma mischiando aspetti sentimentali a quelli legali (l’occupazione), entriamo in un ambito di discussione dispersivo e poco produttivo perchè, alla fine, poichè considero difficile una composizione ciò che questo mostrar muscoli (da entrambe le parti) un giorno si e uno..anche, non credo porterà a niente di buono.
        D’altra parte le divisioni sono, secondo il mio parere, insanabili perchè Renzi vuole fare ciò che ha detto (riforma elettorale e istituzionale) nei termini più volte enunciati e per fare questo, l’unico interlocutore che ha trovato (ripeto e sottolineo, nei termini in cui lo vuole fare) è Berlusconi, mentre l’opposizione interna, è proprio questo che non vuole ma, come ben sai, a sinistra, al momento, non esiste una maggioranza alternativa capace di portare in porto le suddette riforme. Una terza possibilità è abbandonare quei progetti (nessuna Riforma) e lasciare la parola al corpo elettorale: in quest’ultimo caso Renzi avrà perso molto malamente; la domanda è: chi ne trarrà vantaggio?

        • Kokab 22 gennaio, 2015 at 22:13

          analisi condivisibile, provo a dare la mia risposta.
          renzi si è incaponito a fare delle riforme che, sul piano dei contenuti, fanno sincera pena, perchè capisce la politica solo dalla cintola in giù; gli altri, che politicamente parlando hanno un po’ più di cervello, giusto un po’, diciamo dalla cintola all’ombelico, sono personalmente impresentabili, politicamente falliti e del tutto privi di un leader degno di questo nome, che in politica serve.
          se andiamo alle elezioni dopo l’esplosione del pd, secondo te chi ne trae vantaggio?
          ma c’è un’altra domanda da fare, per capire come distribuire le responsabilità di questo prossimo e probabile disastro, chi ha dato le carte in questa mano?

  6. Gennaro Olivieri 20 gennaio, 2015 at 08:09

    Al momento Matteo Renzi sembra non cogliere la gravità di alcuni segnali (innanzitutto l’altissima astensione alle Regionali in Emilia-Romagna, assai più indicativa dei sondaggi che registrerebbero una notevole flessione del Pd rispetto all’exploit delle Europee). Probabilmente la cosa che in questo frangente rode di più a Renzi, è che la tanto evocata scissione della parte sinistra del partito non avviene, e lui non può avere campo libero nel guidare un grande partito centrista e liberista. Al contrario, crescono i malumori e i numeri di quelli che credono che il vero “imbarcato” a bordo di un partito che non è il suo, è proprio Matteo Renzi. E storicamente, i condottieri molto spregiudicati o vincono le guerre-lampo, o alla lunga non fanno una bella fine.

    • dinamite bla 20 gennaio, 2015 at 21:25

      quello che mi lascia basito è che renzi, la patetica claque di nani (ci fossero almeno le ballerine… siamo onesti le signorine dell’odierno pd non me le vedo bene neppure in quello) politici che lo circondano e persino i suoi elettori pensino di vivere un istante infinito… onnipotente… credo che nei libri di storia avranno ancore meno righe del berlusconismo che almeno è stato un fenomeno sia politico che di costume… diciamo che sono come i preppies dopo gli yuppies… ecchicazzoseliricorda i preppies! 😀

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