attualità

Gli italiani, le paure e il Giubileo

 SPE 171115-43

Ma sui social scoppia la polemica
Il Papa commosso: «Non è umano»

Dopo il terrore seminato nella Capitale francese dall’Isis, su Twitter sale l’hashtag #stopGiubileo. Il portavoce della Santa Sede: «Non cedere». La solidarietà della città di Roma: sabato pomeriggio convocata una manifestazione in piazza del Popolo.

di Valentina Santarpia

 

«No al Giubileo»: gli attentati terroristici di Parigi spostano lo sguardo del mondo sui prossimi obiettivi, e Roma appare subito, pericolosamente, come un bersaglio potenziale. Mentre papa Francesco si dice «commosso e addolorato» per quanto successo nella capitale francese, il movimento di dissenso verso l’anno Santo corre sul web, prima che nelle dichiarazioni dei politici: «Cancelliamo il Giubileo, evitiamo una nuova strage», «Roma vulnerabile come Parigi», «Perché invitare a nozze i terroristi?», scrivono su Twitter centinaia di persone spaventate dalla possibilità che il prossimo evento religioso porti proprio in Italia il terrore, cavalcando l’hashtag #stopgiubileo.

 

SPE 171115-30a

Ma immediata arriva la replica di Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, che ai microfoni di Sky Tg24 sostiene che del Giubileo della misericordia oggi «c’è ancora più bisogno. Dobbiamo viverlo con attenzione ma anche con serenità». Sul rafforzamento delle misure di sicurezza — afferma — «saranno le autorità a decidere, senza seminare atteggiamenti di paura contrari al bene comune e in linea con quello che vogliono i terroristi». «C’è bisogno di viverlo con il cuore». Per il direttore della sala stampa Vaticana, il Giubileo si farà «senza seminare atteggiamento di paura. Al contrario, viviamolo con coraggio continuando a cercare di costruire la pace, resistendo alla logica dell’odio e dell’omicidio. Non lasciamoci rubare la speranza». Secondo Padre Lombardi, «se noi ci lasciamo spaventare, hanno già raggiunto un loro primo obiettivo. È una ragione di più per resistere con decisione e con coraggio alla tentazione della paura».

 

SPE 171115-40

 

I rischi per la capitale
Mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano annuncia le misure anti-terrorismo per l’Italia, Pd è Stefano Pedica a sottolineare: «La Chiesa dovrebbe valutare i rischi che può portare un anno giubilare con milioni di turisti in una città vulnerabile come Roma». Mentre il leader dei Conservatori e Riformisti Raffaele Fitto commenta: «Inutile farsi illusioni. L’Italia e Roma sono ora un possibile bersaglio, con l’imminente apertura del Giubileo». E il vicesegretario vicario Udc, Antonio De Poli, insiste: «Serve la massima allerta e in Italia, in vista del Giubileo, è più che mai indispensabile mettere in atto le azioni necessarie per aumentare il livello di protezione nei confronti dei siti sensibili come il Vaticano».

SPE 171115-35

Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, nota che «il Giubileo non sarà solo a Roma e ci sono delle chiese giubilari anche a Milano, ma anche il Sacro Monte di Varese». Ma per Padre Lombardi semplicemente «bisogna essere prudenti e non irresponsabili, prendere le precauzioni che siano ragionevoli. Ma dobbiamo continuare a vivere costruendo pace e fiducia reciproca». Il capogruppo regionale del Pd, Riccardo Valentini, è fiducioso: «Il Giubileo deve mantenere quell’alto significato di fede e carità che il Santo Padre ha inteso attribuirgli in un clima di totale sicurezza e serenità». E il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa, ritiene che «rinviare il Giubileo sarebbe la vittoria dei terroristi». A proposito di eventuali misure di sicurezza particolari in vista del Giubileo, è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti che ha assicurato che «continuerà la massima attenzione che c’è sempre stata, continuerà lo sforzo per combattere il terrorismo».

 

SPE 171115-34

 

Roma risponde: l’appuntamento di sabato in piazza
La risposta di Roma non si fa attendere. In vista del Giubileo «bisogna tenere l’allerta alta e predisporre tutte le misure necessarie in termini di sicurezza», avverte la presidente della Camera Laura Boldrini, che insieme a centinaia di cittadini è andata in piazza Farnese per depositare fiori per le vittime di Parigi davanti all’Ambasciata francese. Una solidarietà spontanea che non è vista di buon grado dal prefetto di Roma Franco Gabrielli, che ha suggerito di spostare l’omaggio alle vittime per motivi di sicurezza. Intanto i mini sindaci dei municipi si sono dati appuntamento sabato pomeriggio alle 17.30 in piazza del Popolo per una manifestazione di solidarietà «senza bandiere se non quelle della pace, della Francia, dell’Italia. Di quei Paesi che sono l’Europa, la nostra civiltà, il nostro modo di vivere e stare insieme». I presidenti dei municipi fanno appello «alla città e al suo coraggio», sottolineando: «Siamo Parigi. Siamo contro il terrorismo a difesa della nostra vita e della nostra libertà. E vogliamo essere tanti. Perché il terrorismo sappia che Roma risponde e lo fa a viso aperto».Ci sarà anche l’ex sindaco Ignazio Marino, che lo ha annunciato con un tweet.

 


 

SPE 171115-36

 

Giubileo, gli italiani temono attentati: aumentano i controlli

 

Più controlli ma nessuna psicosi a Roma, in attesa del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco. Il ministro Alfano: “La città non è militarizzata, aumentano i presidi fissi”. Ma gli italiani temono un attentato: “Ora la gente ha più paura”

Gli italiani hanno paura dopo i fatti di Parigi. Secondo un sondaggio Ixè per Agorà (Raitre), oggi il 46% degli italiani teme attentati durante il Giubileo. La percentuale è salita di otto punti dopo gli attentati in Francia. Venerdì scorso, infatti, ad aver paura di attentati durante il Giubileo era “solo” il 38%. Il venerdì precedente (sei novembre) la quota era al 33%. “Non siamo ancora a livello di panico – ha detto Roberto Weber, presidente di Ixè – Tuttavia in dieci giorni, dopo gli arresti di Merano e soprattutto gli attentati di Parigi la gente ha più paura“.

 

SPE 171115-33

QUESTIONE SICUREZZA – Come racconta RomaToday, c’è allerta per la minaccia terroristica e per l’ormai prossimo Giubileo, ma non c’è psicosi. Il ministro degli Interni Angelino Alfano tende a tranquillizzare tutti, fornendo numeri e provvedimenti per la sicurezza che nelle sue intenzioni devono servire a placare la paura dei romani, suggestionati e impauriti dalle minacce successive agli attentati di Parigi. Dopo l’informativa di ieri alla Camera, oggi a Radio Anch’io Alfano ha spiegato: “Ci sono 24mila unità tra Roma e provincia: 24mila persone in divisa presidiano la città e la periferia. Abbiamo deciso di utilizzare mille uomini nelle forze armate; settecento sono già in arrivo, altri trecento arriveranno successivamente. Questi vanno ad aggiungersi ai 1226 militari già in dotazione alla città per Strade sicure“. Alfano ci tiene a sottolineare però un concetto: “La città non è militarizzata. Aumentano i presidi fissi: non vedremo camionette girare per Roma“.

SPE 171115-32

GLI OBIETTIVI SENSIBILI – L’attenzione è alta soprattutto nei confronti degli obiettivi sensibili: “Abbiamo rafforzato i servizi in atto a tutela di obiettivi francesi di natura diplomatica, culturale e commerciale, le sedi istituzionali nazionali, gli obiettivi vaticani e quelli ebraici, i centri di aggregazione turistica, dodici aree del centro storico, le zone tradizionalmente interessate alla movida”. Secondo il responsabile del Viminale “è aumentato il grado di temibilità della minaccia jihadista. Gli obiettivi nuovi colpiti a Parigi mostrano l’imprevedibilità del pericolo e rendono più ardua la prevenzione e il contrasto”. Ieri il concetto era stato ribadito da Alfano durante l’informativa alla Camera:

“L’attenzione contro possibili attacchi terroristici durante il periodo del Giubileo si concentra sui punti più sensibili e a rischio, a cominciare da Piazza San Pietro dove confluiranno imponenti masse di visitatori e pellegrini, per questo una particolare attenzione è dedicata al rischio che un attacco terroristico possa essere portato dall’alto utilizzando anche dispositivi aerei a pilotaggio remoto, i droni.”

 

SPE 171115-38

 

da today.it

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

10 comments

  1. Berto Al 22 novembre, 2015 at 16:09

    MI sembra ovvio che il Giubileo sia un’occasione unica per i terroristi di continuare a seminare morte e terrore e, francamente dubito che Renzi possa seriamente dire che le preoccupazioni (paventate in un msg da madre a figlia) siano del tutto infondate. Personalmente mi guarderò bene, nei limiti del possibile dal frequentare luoghi affollati, ma capisco anche che è tutto inutile: se vogliono colpire colpiranno e qualcuno morirà.

  2. Scan 19 novembre, 2015 at 22:53

    forse il mio commento sarà troppo semplicistico: il papa ha organizzato una festa in casa altrui. spero ci sia, almeno, da parte del vaticano, una copertura economica delle spese che il nostro paese dovrà affrontare per garantire una qualche sicurezza della capitale durante la festa. magari è pleonastico, ma nessuno parla di questo problema

  3. Por Quemada 18 novembre, 2015 at 11:01

    Dopo quello che è successo a Parigi confermare il Giubileo è un rischio troppo grande, come uscire dalla trincea mentre ti sparano.
    Bisognerebbe capire quando è giusto essere prudenti, questa mi sembra incoscienza e non coraggio.

  4. Genesis 18 novembre, 2015 at 06:31

    Roma è la città simbolo del confronto secolare con il mondo islamico.
    Gli obbiettivi sensibili sono statici e fermi in quei luoghi da secoli. Piazza San Pietro è gremita di gente ogni qualvolta il papa si affacci a quella finestra o parli dal (mio) palco posto sotto la scalinata della basilica… …se ISIS avesse voluto, avrebbe tentato di mietere vittime già tempo fa…non lo ha ancora fatto, se non un Photoshop della bandiera nera sull’obelisco.
    È plausibile che in Italia vi siano le cosiddette “cellule dormienti” e, di sicuro, saranno tante, perché passate incontrollate dal bastardo tragitto del Mediterraneo… …Expò è terminato intonso da una manciata di giorni… …ogni giorno c’è una (o più) manifestazione dalla quale si può trarre il massimo macabro profitto…
    …quello che mi chiedo è: “siamo così bravi che riconosciamo il futuro presente e blocchiamo qualsiasi attacco? Abbiamo tradotto con sufficiente giustezza le terzine di Nostradamus? Ci affidiamo agli scritti premonitori della Fallaci?…oppure ci sono altre nostre, e nostrane, forze in campo che bloccano IS alle porte dello Stivale?”…

    • Tigra 18 novembre, 2015 at 09:46

      L’Italia abbonda di obbiettivi sensibili statici e di occasioni per mietere vittime, questo è vero, come è vero che il Giubileo aggiunge un quid di simbolico in più a quello che i luoghi offrono tutti i giorni, stimolando il desiderio di palcoscenico planetario del terrorismo integralista.
      Farlo oggi, dopo Parigi, significa raccogliere una sfida, non farlo significa battere in ritirata di fronte alla marea montante del terrore.
      Che la responsabilità politica della sicurezza, non tecnica per fortuna, sia di Alfano, non è cosa che dia tranquillità.
      Quello che ti chiedo è se pensi che l’IS si blocchi alle porte dello stivale per motivi inconfessabili?

        • Gennaro Olivieri 18 novembre, 2015 at 14:02

          I motivi possono essere molti. Il primo, che nonostante l’antico lascito di essere la capitale della cristianità, Roma conta pochissimo dal punto di vista economico, politico, culturale, mediatico, rispetto a New York, Parigi e Londra. Per noi italiani, colpire San Pietro o il Papa è il massimo delle atrocità immaginabili, ma fermare per una giornata l’attività della City o di Wall Street probabilmente avrebbe un impatto assai maggiore sulle condizioni del mondo. Tu stesso facevi notare che anche l’Expo è uscita indenne dal terrorismo, ma anche in questo caso l’Expo contava molto per noi, ma nel resto del globo non se l’è filata nessuno. Ma il motivo del gioco che non vale la candela per i terroristi, è il meno interessante.
          Ci sono motivi inconfessabili che tengono al riparo l’Italia da attacchi micidiali? E’ la stessa domanda chei giornalisti europei si stanno facendo in questi giorni a proposito del Belgio. Posto che certamente la nostra polizia e i nostri servizi non sono più furbi o intelligenti degli altri, ha un’importanza fondamentale il tipo di rapporto che l’Italia ha da almeno un cinquantennio con i Paesi islamici, dall’Algeria fino all’Iran passando per la Palestina, per non parlare dei Paesi che erano praticamente casa nostra fino a ieri, come la Libia. Il tipo di approccio italico alle situazioni spinose (mai affrontarle di petto, essere sempre dialoganti e accomodanti, ricercare un’intesa, se possibile fare anche affari) ci ha sempre fatti considerare dai paesi intransigenti come vigliacchi, intrallazzatori, doppiogiochisti, infidi. Siamo stati il primo Paese a fare affari comprando petrolio da Algeria e Nigeria (anche con l’URSS, ma è un altro discorso). Siamo stati l’ultimo Paese occidentale a fare affari con l’Iran, prima che le sanzioni imposte dagli USA ci obbligassero a smettere.
          Siamo stati il Paese al mondo più amico dell’OLP e di Arafat, e siamo arrivati fino al punto di ingaggiare un braccio di ferro con gli USA pur di non consegnare loro un terrorista palestinese che aveva ucciso un americano sulla Achille Lauro. Abbiamo pagato sempre i riscatti chiesti da terroristi rapitori di italiani, e nonostante continuiamo a negarlo, sanno tutti che continuiamo a farlo.
          L’altra faccia della medaglia, è che nelle situazioni dove occorre equilibrio, capacità di mediazione e credibilità come forza di interposizione tra nemici, non ci sono uomini migliori degli italiani. Missioni internazionali permanenti come l’Unifil in Libano e la Kfor in Kosovo, hanno successo e durano perchè il nerbo delle loro forze (e spesso il loro comando) è italiano: e in quegli scenari caldissimi nessun’altra Nazione ha la possibilità di essere gradita a tutti, tanto quanto l’Italia.
          In conclusione (e scusandomi per la lunghezza): è sicuramente il tipo di approccio italiano alle situazioni di crisi, che ci tiene al riparo dagli attacchi. E non mi sembra un riparo di cui ci si debba vergognare.

          • Genesis 18 novembre, 2015 at 14:24

            Assolutamente Gennaro…hai esposto il mio pensiero!
            Alla fine il mondo islamico, o meglio islamista, fa business con noi. Qualsiasi guerra, qualsiasi resistenza non è mai esistita come battaglia tra culture, ma sempre per motivi economici.
            Siamo, forse, al riparo proprio per questo!

          • Tigra 18 novembre, 2015 at 17:56

            E’ una politica estera in chiaroscuro, andreottiana e levantina, che garantisce dei risultati, penso alla tendenziale efficacia dele nostre missioni più che alla risultante indennità dal terrorismo, ma che però ci condanna a subire le scelte degli altri paesi europei di maggior peso.
            Non nego i vantaggi, ma ne vedo anche i limiti.
            Se mai dovessimo diventare un paese maturo, questa politica dovrà cambiare.

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux