attualità

Laicamente, … Buon Natale

SET 241215-10

 

Ormai anche la Chiesa accetta il fatto che la celebrazione della nascita di Gesù il 25 di dicembre sia solo una convenzione che deriva più da radici pagane legate al solstizio d’inverno (celebrato dai romani il 25 dicembre) che non cristiane (l’avvento appunto). In questo giorno si sono incentrati ormai una quantità di significati che travalicano da tempo il significato originario che a questa giornata si è voluto dare da quando Papa Liberio ne ha decretata la sacralità nell’anno 354 d.C.

I simboli stessi ci dicono quanto nel significato cristiano della nascita di Gesù (inscenato dal Presepe) si sia innestata la tradizione nord europea che vede nell’ albero (ormai presente persino in Piazza S.Pietro) ed in Babbo Natale, il simbolo più diffuso di una tradizione sconfinata, nel dopoguerra, nel consumismo.

Di profondamente cristiana resta la tendenza a concentrare i momenti di bontà d’animo e predisposizione verso il prossimo in pochi attimi nei quali ci si monda, così come si usa con la Confessione nei confronti dei peccati, dell’indifferenza con la quale trattiamo quotidianamente le miserie del mondo.

Anche quest’anno siamo al nostro tradizionale rito di purificazione collettiva, in tono ridotto perchè la situazione economica non consente più gli sfarzi ai quali ci eravamo abituati nei decenni passati, ma non meno bulimici in fatto di concentrazione di buoni sentimenti con i quali ammantiamo la nostra quotidiana presenza, per esempio, sui social.

E poichè abbiamo artificiosamente allargato a dismisura la cerchia dei nostri amici, a dismisura abbiamo allungato la lista delle persone alle quali ci sentiamo in dovere di fare gli auguri. Insomma, sembra che l’artifizio, sia ciò di cui abbiamo insopprimibile bisogno di poter godere, almeno una volta all’anno e l’abbiamo concentrato in questo giorno sovrapponendo, anno dopo anno, tradizione a finzione, desideri a illusioni, finendo per trovarci di fronte, in fondo, una giornata non più particolare, ma straordinariamente ordinaria.

In mezzo a tutto questo, però, domani ci saranno famiglie che si riuniranno dopo mesi o anni di seprazione, sedie vuote perchè qualcuno ci ha lasciati, persone che vorrebbero restare sole ma che saranno costrette a sopportare la confusione di un giorno affollato o alcuni che riempiranno la loro solitudine con una televisione accesa non avendo altro; ci sarà chi dovrà lavorare e chi non potrà lasciare un letto di ospedale, mentre altri avranno scelto di fuggire al “solito Natale” per fare un viaggio. Molti il viaggio lo stanno facendo drammaticamente nella speranza di fuggire da fame e guerra.

In un giorno così carico di significati, in fondo , molti passeranno il Natale che hanno scelto di passare, altri quello che si troveranno a dover passare ma per tutti, domani, comunque, sarà Natale.

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6 comments

  1. nemo 25 dicembre, 2015 at 10:48

    E’ una festa, un passaggio, la sua origine è lontana nei tempi e, sopratutto, lontana dal significato che oggi gli diamo. Ho scritto e lo ripeto, Buon natale a tutti, ai pagani, agli atei, ai cristiani, per loro è una ricorrenza agli ebrei, agli islamici. Tutti, nessuno escluso abita e vive in questo mondo, tutti nessuno escluso vivrà quel giorno nello stesso mdo di come lo vivevano coloro che per primi iniziarono a festeggiare la rinascita. Che poi questa sia quella di Dio , di Allah o di chissà cosa altro è un fatto, permettetemi, secondario. La terra continuerà a girare, continuerà ad avere i suoi solstizi. che è quello che oggi si festeggia, continuerà. Questo possiamo dirlo grazie a Dio, chiunque e qualunque esso sia. Buon Natale !

  2. Genesis 25 dicembre, 2015 at 02:33

    L’amarezza che traspare da questo scritto mi commuove al punto di chiedermi quale sia la mia mancanza contro quelle dita così affaticate e deluse dalla vita. Perchè io non sono riuscito a dare qualcosa in più alla persona che legge nella festa per antonomasia tutto questo (quasi) distusto, accentuato dal pensiero laicamente distante da quello religioso della nascita di un Salvatore di duemila anni fa? Perché devo lasciare intendere, da credente, che effettivamente sarei d’accordo con lo scrittore anche per la papale imposizione conciliare e delle radici pagane di questa data?

    Proprio perché nel giorno di Natale tutti ci sentiamo più vicini: è l’occasione per riunire le famiglie, per fare due sollazzevoli chiacchiere, sempre impossibilitate per la frenesia laico-pagana della vita. Proprio perché è l’occasione di essere più buoni del solito. È il momento di festa che accomuna laici, o meglio, atei e religiosi nello scambio di gentilezze. È, forse, l’unico momento dove è più facile vedere il bicchiere mezzo pieno…e decisamente è il momento più adatto per augurare
    BUON NATALE

  3. Blue 25 dicembre, 2015 at 00:39

    Scritto amaro, che nessuna illusione lascia ad alcuni in cerca, infine, solo di quiete e serenità. Della cristianità inattuata, di simbologie metafisiche, di rituali consumistici, sebbene correntemente praticati, a me nulla importa. Come altri giorni che ci vengono incontro, resta l’occasione di essere vicino ai propri affetti. Perché senza di essi poco senso ha l’esistenza.

  4. Kokab 24 dicembre, 2015 at 23:27

    mi sembra che il rito del natale sia riassunto e descritto coi toni amari che merita, non da oggi, e che non ci sia nulla da aggiungere, se non salutare un ottimo scritto, di gran lunga migliore del soggetto di cui tratta.
    auguro a tutti di piegare il natale ai propri desideri e alle proprie aspettative, e di non farsi piegare a lui.

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