la società

L’assedio di Sangineto

 

 

Abbiamo già commentato su Modus l’orribile fatto, avvenuto nel giugno scorso in un paese della Calabria, delle sevizie e dell’uccisione di un cane ad opera di quattro giovinastri. Nelle ultime settimane le polemiche attorno al caso del cane Angelo sono tornate a riaccendersi, in seguito a un servizio girato dalle Iene, nel loro consueto stile sensazionalistico, nel paese di Sangineto (CS), che dimostrerebbe l’atteggiamento acquiescente e omertoso degli abitanti di fronte al terribile gesto dei loro quattro compaesani.

 

 

Il servizio delle Iene ha provocato sia l’indizione, da parte di alcune associazioni animaliste invero non notissime, di una manifestazione che si terrà il 26 novembre dal titolo bellicoso di “Assediamo Sangineto”, sia la messa in onda di un servizio del TG3 regionale della Calabria nel quale invece la parte “istituzionale” di Sangineto difende il buon nome del paese.

 

 

 

Sindaco, parroco, segretaria del circolo pd, presidente della pro loco (mancavano solo il farmacista e il direttore di banca per completare l’adunanza dei notabili locali), si esprimono in tono assai pacato, ma non riescono ad andare oltre a frasi di condanna assai generiche e non risultano del tutto convincenti: è evidente che il timore delle ripercussioni negative sulla reputazione e sull’economia del paese prevale di gran lunga sull’orrore che il gesto dei quattro delinquenti sanginetesi dovrebbe suscitare. Manca qualsiasi riflessione sui guasti di una comunità che ha prodotto questi quattro figli, è tanto più assente qualsiasi assunzione di responsabilità collettiva. La Sangineto-bene che riesce solo a dire “noi non c’entriamo”, non si rende conto che trasmette l’immagine di una comunità in cui ipocrisia e omertà sono ancora alla base dei rapporti sociali.
Se i sanginetesi sembrano essere molto in ritardo su etica e sensibilità moderne, non c’è da rallegrarsi guardando il fronte animalista. Leggendo i proclami battaglieri che annunciano la manifestazione del 26 novembre, non sembra che l’Assedio (letterale) di Sangineto avrà un carattere del tutto pacifico.

 

“I POLITICI SONO INDIFFERENTI AI MALTRATTAMENTI ANIMALI PERTANTO LA QUESTIONE DEVE DIVENTARE DI ORDINE PUBBLICO, QUALSIASI FATTO DOVESSE ACCADERE NEL CORSO DELLA MANIFESTAZIONE SARANNO LORO I RESPONSABILI.
SOLTANTO CON MOBILITAZIONI DI MASSA E LOTTE DI PIAZZA SI SONO CONQUISTATI I DIRITTI UMANI E CIVILI.” (dal comunicato di NOITA e Partito Animalista Europeo).

L’annuncio preventivo (nonchè sgrammaticato) di incidenti, anche in questo caso accompagnato dal rifiuto di assumersi la responsabilità di quanto dovesse accadere, ci riporta a situazioni troppe volte viste in passato in cui si è giustificato l’uso della violenza, ma che appare assolutamente stonato e fuori luogo in un momento che dovrebbe essere testimonianza dell’innocenza indifesa. Il cane Angelo meriterebbe difensori migliori di chi pretenderebbe di commemorarlo con incidenti di piazza; quali obiettivi concreti potrebbero mai essere raggiunti da questo tipo di “azioni dirette”? Sembra difficile che, menando le mani, i sanginetesi possano essere indotti ad avviare una riflessione sul rispetto degli animali. Se invece il bersaglio della manifestazione sono politici e magistratura, per richiedere genericamente e confusamente maggiore severità nel perseguimento di violenza e maltrattamenti contro gli animali, una dimostrazione come questo “assedio” indica probabilmente un’involuzione delle pratiche di una parte del movimento animalista, che vuole mescolare l’atteggiamento duramente antagonista con la voglia di forca e i soliti contenuti anti-politica e anti-amministrazione pubblica che sono ormai moda. Siamo ben lontani da voler trovare un senso alla triste morte del cane Angelo: più probabilmente siamo solo davanti all’ennesimo tentativo di prendere una patente anti-casta per trovare visibilità e seguito.

 

L’assedio di Sangineto

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux