attualità

Le conseguenze del voto OXI (No) greco

SET 150708-01

 

di Ian Welsh

Traduzione Redazione MODUS

 

 

Alcuni punti:

1. Non si tratta di mettere in ammollo banchieri. I banchieri, con alcune eccezioni, sono stati pagati durante i “salvataggi”. In questo momento sono i contribuenti che sono appesi al gancio. Se si voleva farlo bene (i creditori si prendono le loro perdite), doveva essere fatto nel 2010.

2. La domanda immediata è se la Bce inizierà a comportarsi come “prestatore di ultima istanza”. Se non lo fa (un fallimento scioccante per una banca centrale), allora la Grecia sarà costretta a emettere una propria moneta. Ciò potrebbe significare, inizialmente, banconote dal valore nominale pari all’ Euro. Ma esse non verrebbero cambiate sul mercato alla pari con l’Euro.

3. Molti greci che hanno votato “no” sembrano pensare che il voto è stato un modo per dare a Syriza un sostegno durante la trattativa (questo è quello che ha detto Tsipras, quindi non è una opinione irrazionale.) Vedremo se la Troika e l’Unione europea sono disposti a riavviare i negoziati. Se non lo sono, mi chiedo se i Greci daranno la colpa a sè stessi o a Tsipras.

4. Il FMI ha chiesto la riduzione del debito e ha ammesso di aver sbagliato tutto. Sono incerto su quanto questo conti, ma almeno lascia spazio per un accordo. Un tale accordo comporterebbe comunque alcune misure di austerità, ma non così tante o così dure.

 

Nel breve e medio termine, questo referendum è più importante per la Grecia che per l’Europa. A meno che le autorità monetarie siano completamente incompetenti, dovrebbero essere in grado di contenere gli urti. L’economia della Grecia è piccola; l’importo del debito in questione è, in realtà, piccolo.

Non bisogna scartare la possibilità che la BCE e le “Istituzioni” siano incompetenti e possano rovinare tutto, sia chiaro. Il loro comportamento finora non è solo stato crudele, è stato incredibilmente stupido,anche da un punto vista corretto e tecnocratico. E’ necessario capire che l’austerità attuale e le politiche seguite erano deliranti, e se la BCE (o chiunque altro) pensava veramente che avrebbero portato ad un carico di debito sostenibile per la Grecia; non potevano e non l’hanno fatto.

Raramente è chiaro in queste situazioni se le persone che prendono decisioni credono realmente a ciò che dicono: pensavano davvero che la politica di austerità  fosse sostenibile e non avrebbe portato ad una crisi come questa? Forse sapevano che ne sarebbe seguita una crisi e credevano che i Greci sarebbero stati tranquilli e l’avrebbero sopportata (pensiero non del tutto irragionevole, in realtà, visto quanto la gente abbia accettato il dolore dalle politiche plutocratiche in passato).

 

SET 150708-03

 

Non so, penso che sia la maledizione del vincitore: il neoliberismo (e l’austerità è parte del progetto neoliberale), è stato vincente per così tanto tempo che coloro che hanno raggiunto la maggiore età e sono saliti al potere in questi anni (essenzialmente tutti i banchieri centrali , tecnocrati e politici) non possono immaginare che potrebbe mai perdere. Lo sguardo di incredulità è quella del bullo di 150 kg quando un mingherlino di 40 kg non cede. (Di nuovo, questo non significa che i tecnocrati non pensino che stanno facendo la cosa giusta anche moralmente.)

Se fossi in loro, e con questo intendo dire “non io nella loro posizione, ma proprio loro in realtà “, vorrei schiacciare la Grecia fino a spianarla e farne un esempio. Se la Grecia ne esce come l’Islanda, con una sana economia nel giro di tre anni, anche altri movimenti populisti (di sinistra o di destra) riceveranno la prova che le loro politiche sono in grado di funzionare. La democrazia, in contrapposizione al dominio tecnocratico, guadagnerà legittimità, e così via.

Questa non è una previsione; come Machiavelli osservava centinaia di anni fa, la gente viene generalmente distrutta perché non è in grado di essere o totalmente buona o totalmente cattiva. Fare la cosa giusta fin dal primo giorno sarebbe stata una politica eccellente. Ma dopo aver fatto la cosa sbagliata, il futuro di coloro che presero quella prima decisione è legato ad essa: perderanno le loro posizioni se l’Europa diventa populista davvero. Peggio ancora, il populismo quasi inevitabilmente si rivolterà contro i loro padroni, gli oligarchi.

 

 

 

Questo è inaccettabile. Per gli oligarchi, l’Europa è uno dei pochi luoghi in realtà dove vale la pena vivere. Sì, ci sono un paio di città americane, forse potrebbero desiderare una casa di vacanza in una delle belle città australiane o canadesi; ma questo è tutto. Tokyo è grande, ma gli oligarchi non parlano giapponese. Dubai, nonostante la sua bellezza e il fatto che là si stia costruendo proprio per gli oligarchi, è troppo impersonale e noiosa anche per loro. La Russia o la Cina, beh, la Cina è inquinata, e se Putin o il partito comunista cinese dice di saltare devi saltare, o finisci ammazzato o in carcere. Gli oligarchi non comandano la Russia o la Cina, anche se sperano di farlo in futuro.

Questo è anche un momento significativo geopoliticamente. Putin ha detto che lui non aiuterà la Grecia monetariamente finchè resta nella zona Euro. Come dire che è disposto a aiutarla se ne uscirà. La Grecia è geograficamente importante, può essere usata come percorso o capolinea di un oleodotto, e può offrire alla Russia un accesso al Mediterraneo. Ci sono affari che aspettano di essere realizzati. È per questo motivo che il segretario del Tesoro degli Stati Uniti continua a dire agli europei di tagliare il debito e fare un accordo; agli Stati Uniti non frega niente della sofferenza greca, ma gli importa eccome se la Grecia oscilla verso la Russia.

Quindi il gioco continua, ed è realmente importante. La Grecia è un paese piccolo, ma non è un paese la cui popolazione è inferiore a quella di una città importante, come l’Islanda. Il suo successo o il fallimento nel resistere all’ austerità, al neoliberismo e l’ideologia tecnocratica della UE potrebbe fare una grande differenza se altri paesi, più grandi, decidessero di resistere. E per “altri paesi, anche più grandi,” intendiamo essenzialmente l’intero sud dell’UE: Italia, Portogallo e Spagna. L’Irlanda potrebbe ritenere che ne valga la pena, la Finlandia dovrebbe prenderlo in considerazione e dopo un paio di anni di dolore nella camicia di forza euro, potrebbe farlo.

Questi paesi stanno sovvenzionando il nord Europa, e in particolare la Germania, mantenendo l’euro a un valore più basso di quanto sarebbe in loro assenza (per non parlare del valore di un rinato marco tedesco). Se escono dall’Euro, l’economia tedesca improvvisamente sembrerà molto meno efficiente e venderà molto meno beni (ma, aspetta, i tedeschi non hanno tutti i vantaggi perché sono brave persone?).

 Il blogger Ian Welsh

 

Tempi interessanti, amici miei. Questa è la politica del potere, con enormi quantità di potere reale e enormi quantità di denaro in gioco non oggi, ma come conseguenza di ciò che sta accadendo oggi. Il destino della Grecia è importante, non tanto in sé (tranne che per i Greci e le anime di buon cuore), ma per quello che significherà per l’Europa, la NATO, la Russia, e tutti i paesi europei. Potrebbe essere una delle tessere del domino che porta alla fine dell’era neoliberista.

Stiamo guardando la storia: pur provando simpatia per quelli che vengono stritolati dalle sue ruote (o mentre voi stessi state urlando, perchè siete finiti sotto le suddette ruote), vorrei suggerirvi di godervi lo spettacolo.

SET 150708-02

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