le scienze

I mercati sono buoni, i mercati sono cattivi

 

SCI 181215-00-110

della serie “Questa idea deve morire”

 

Questa idea deve morire I mercati sono buoni, i mercati sono cattivi

di Michael I. Norton
Professore associato di Marketing della Harvard Business School. Coautore del libro Happy Money: The Science of Smarter Spending.
(Traduzione Redazione Modus)

I mercati sono buoni, i mercati sono cattivi

I mercati possono avere delle conseguenze terribili. Per fare solo un esempio, in un esperimento ingegnoso è stato dimostrato che coloro entrano in un mercato dove la vita degli animali era prezzata in termini puramente economici, avevano la tendenza a svalutarne il valore intrinseco delle loro vite, vedendoli semplicemente come materia di scambio, considerando quindi la vita degli animali nient’altro che una semplice opportunità di profitto.

I mercati possono avere effetti edificanti. Per fare di nuovo solo un esempio, ricerche hanno dimostrato che mercati efficienti hanno contribuito allo sviluppo di innumerevoli farmaci salva-vita, (sebbene spesso anche con l’aiuto dell’intervento pubblico) allungando e migliorando la qualità di vita di miliardi di persone.

Eppure, sia tra i discorsi della gente comune che nella saggistica scientifica, il mercato è altrimenti descritto o come profondamente malvagio e fondamentalmente imperfetto (esperti e studiosi di sinistra) oppure, al contrario, come veramente perfetto e con intrinseche capacità auto-correttive (esperti e studiosi di destra).

È ora di mandare in pensione entrambe queste teorie: che i mercati sono buoni e che, all’opposto, sono cattivi.

Facendo un passo indietro e rammentando che il mercato è in realta un complesso aggregato formato da una miriade di singole individualità, diventa ovvio il fatto che il mercato, in quanto tale, non può essere semplicemente definito con gli aggettivi estremi di buono o cattico. Proviamo a sostituire il termine mercati con un altro che descriva un aggregato di innumerevoli individualità, gruppi. Certamente nessuno pensa all’idea di gruppi come buoni o cattivi. Gruppi di individui possono dimostrare un altruismo stupefacente, insieme a generosità ed eroismo; ma possono anche dimostrare egoismo, avidità, e crudeltà. Sono capaci di risultati e performance eccezionali (pensate ai laboratori Bell); e sono capaci di risultati e performance terribili (pensate ad esempio ai diversi gruppi pieni di situazioni conflittuali).

Quando pensiamo a gruppi, pensiamo alle condizioni che potrebbero portarli a comportarsi bene o male. Non pensiamo spesso a loro come entità di intrinseche capacità auto-correttive, tali d’avere performance sempre buone nel tempo, o ancor di più, d’essere intrinsecamente buoni o cattivi.

Applicare questa stessa logica ai mercati – pensando a loro come “gruppi in maiuscolo” – ci aiuterà a sviluppare una teoria più ricca e più accurata sul quando e sul perché i mercati possono avere conseguenze terribili o edificanti.

Questa idea deve morire

SCI 181215-00-110  Introduzione alla serie “Questa idea deve morire”

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