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L’altruismo

della serie “Questa idea deve morire”

 

 

di Tor Nørretranders
Scrittore, oratore, pensatore. Copenhagen
(Traduzione Redazione Modus)

 

Il concetto di altruismo deve andare in pensione.

Questo non significa che la tendenza ad aiutare il prossimo e fare del bene agli altri è in procinto di sparire, niente affatto. Al contrario, l’apprezzamento dell’importanza dei legami tra gli individui è in aumento nella moderna comprensione delle società, sia umana che animale.

Ciò che deve sparire è l’idea di base all’interno del concetto di altruismo: l’idea che ci sia una dicotomia, un conflitto di interessi, tra aiutare se stessi e aiutare gli altri.

Il termine ” altruismo “ è stato coniato nel 1850 dal grande sociologo francese Auguste Comte. Descrivendo le azioni che si fanno per gli altri (il vecchio altrui francese derivante dal latino alter), al contrario di ciò che si fa per se stessi. Termine opposto a quello di “egoismo “.

Questa dicotomia tra altruismo ed egoismo è radicata nella nozione che gli esseri umani (e animali) sono davvero dominati dall’egoismo, in modo d’avere bisogno di un termine specifico per spiegare il motivo per il quale a volte ci si comporta altruisticamente con il prossimo.

Ma la realtà, nei fatti, è diversa: gli esseri umani sono profondamente legati agli altri esseri umani e la maggior parte delle nostre azioni sono reciproche, nell’interesse di entrambe le parti (o, in caso di odio, nel disinteresse di entrambe le parti). Il punto di partenza non è né l’egoismo, né l’altruismo, piuttosto l’essere parte della società e, quindi, ma la realtà dell’essere legati insieme. È un’illusione credere che si possa essere felici in assenza degli altri. O che gli altri non siano influenzati dalla vostra infelicità.

 

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Auguste Comte

 

La scienza del comportamento e la neurobiologia hanno dimostrato quanto intimamente siamo legati: fenomeni come il mimetismo, il contagio emotivo, l’ empatia, la simpatia, la compassione e comportamento prosociale sono evidenti sia negli esseri umani che negli animali. Siamo tutti influenzati dal benessere o malessere degli altri molto di più di quanto potremmo credere. Quindi possiamo postulare una semplice regola: tutti si sentono meglio quando tu stai bene; tu ti senti meglio quando tutti stanno bene.

Questo stato di correlazione è reale. Il concetto di egoismo – e di conseguenza il suo opposto, quello di altruismo – sono concetti secondari, vaghi, se non addirittura di second’ordine, ombre, se non perfino illusioni.

Questo vale anche a livello psicologico immediato: se aiutare gli altri ci riempie di una sensazione di gratificante calore – così come definito in economia sperimentale – non è quindi anche nostro interesse aiutare gli altri? Non stiamo, quindi, aiutando noi stessi quando aiutiamo il prossimo? Non è nel nostro interesse dare una mano ed aiutare? In realtà per noi l’essere gentili con gli altri significa anche essere gentili con noi stessi.

Allo stesso modo, se ci si sente meglio e facciamo più soldi quando siamo generosi, contribuendo al benessere ed alle risorse degli altri – come avvenne nella mia Danimarca la quale diventò agiata con politiche di condivisione ed uguaglianza – significa che chi vuole tenere tutto per sé, senza donare, senza pagar tasse e senza apertura verso gli altri, è semplicemente un egoista dilettante. I veri egoisti condividono.

Pertanto, non è altruista l’essere altruisti. È semplicemente essere saggi.

Aiutare gli altri è nel nostro interesse, quindi non abbiamo bisogno di un concetto per spiegarne il significato. Il termine coniato da Auguste Comte è vecchio e, quindi, pronto per la pensione.

In tal modo tutti noi possiamo continuare ad aiutarci a vicenda senza doverci chiedere il perché.

L’altruismo

SCI 181215-00-110  Introduzione alla serie “Questa idea deve morire”

 

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4 comments

  1. nemo 4 aprile, 2016 at 09:07

    Ho qualche difficoltà a comprendere il concetto, se non ho male interpretato, ciò che viene scritto, essere altruisti è un modo semplice di fare il proprio interesse. Vorrei fare una semplice osservazione. La società, attuale, differisce da quella primitiva per la grandezza, nei numeri, essere solidali, termine che preferisco a quello altruista, essere solidali tra membri dello stesso nucleo famigliare e, per esteso, della stessa tribù era un fatto naturale, per la difesa comune da nemici sia umani che animali, per sopravvivenza, il cibo quando è poco si divide, per assistenza, nessuna forma di welfare esisteva se non quella del gruppo. Allora quando nella società umana si è affacciato il termine altruismo? Traggo le mie conclusioni, quando si sono formate le prime differenze sociali, quando l’uno per semplice, o pelosa, solidarietà decide di dividere con altri quello che per lui è superfluo, quando il dettame delle regole religiose da indicazione sulla valenza morale dell’altruismo. Tutto questo avveniva naturalmente, ed avviene naturalmente nelle tribù della foresta pluviale, credo che loro non lo abbiano neppure, se mai lo hanno, nel vocabolario questo termine.

  2. Kokab 3 aprile, 2016 at 13:57

    mi sembra una semplificazione eccessiva; certamente le società moderne e strutturate sono diverse da quelle primitive, che a loro volta sono lontane anni luce dalla condizione presociale, ma sostenere che non ci sia dicotomia fra aiutare se stessi e aiutare gli altri mi pare un po’ azzardato, al limite del libro dei sogni.
    se così fosse il mondo, che non è la piccola danimarca, non avrebbe quasi nessun problema, la ricchezza sarebbe più equamente distribuita, l’ingiustizia non sarebbe di casa, ed infine la saggezza governerebbe le azioni degli uomini.
    non è precisamente il film che stiamo vedendo.

  3. Canadair 3 aprile, 2016 at 02:36

    A leggere i recenti dati Istat sulle dichiarazioni dei redditi in Italia dell’anno scorso, si direbbe che il paese e’ pieno di egoisti dilettanti. Dilettanti nell’egoismo, non certamente nel praticarne questa particolare forma, nella quale da noi c’e’ sempre stata eccellenza. D’altronde l’autore e’ danese, non certo italiano. Un connazionale non avrebbe mai immaginato di scrivere una cosa del genere.
    Non credo sia derivato dal caso che in Italia una delle frasi piu’ conosciute di tutta l’opera di William Shakespeare e’ quella nell’atto I, scena IV dell’Amleto: “C’è del marcio nel regno di Danimarca”.

  4. Genesis 1 aprile, 2016 at 16:54

    Sono pienamente d’accordo. Di certo un vero altruista fa del bene a qualcuno spinto dal suo istinto…senza chiedere nulla. Forse è quasi sconsolato che gli sia stato dato un appellativo, anche se benevolo…non gli interessa!

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