le scienze

Questa idea deve morire

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Questa idea deve morire

Teorie scientifiche che bloccano il progresso

 

Come ai vecchi tempi si mandavano al rogo libri e pensatori ritenuti eretici, cioè non conformi al pensiero comune e all’ortodossia del tempo, il sito on line Edge.org fa una chiamata alle armi ai suoi lettori e collaboratori per un contributo alla simbolica mandata al al rogo di tutte le idee e le nozioni che nella loro ortodossia, nel loro perbenismo, bloccano il pensiero, la ricerca e lo sviluppo del progresso umano.

Il risultato è un interessante e variegato gruppo di interventi, in diversi campi del pensiero scientifico, filosofico e umanistico. Piccoli saggi, molti con risvolti innovativi e intuitivamente condivisibili, altri volutamente provocatori. Tutti comunque degni di essere letti e su cui riflettere e commentare. L’iniziativa ha scaturito 185 interventi che sono stati pubblicati sul web e in seguito su carta, in una raccolta chiamata, con lo stile provocatorio che contraddistingue Edge.org: This Idea Must Die (Questa idea deve morire), teorie scientifiche che bloccano il progresso.

Modus ve ne propone una rassegna.

 

Idee scientifiche da pensionare.

Brockman si fa promotore ogni anno di una chiamata alle armi – da parte di tutti coloro tra i lettori del sito che volessero farlo – nel rispondere ad una domanda semplice e volutamente provocatoria. Domande che possano ispirare risposte da non poter necessariamente essere previste a priori, con l’obiettivo di suscitare idee che, pensando normalmente e in maniera convenzionale, non potrebbero scaturire.

Queste risposte sono l’essenza stessa del sito, il quale sfida e incoraggia a partecipare il più ampio gruppo di personalità nei vari campi del pensiero. Le risposte – e quindi le conversazioni – vanno avanti per settimane, poi mesi, allargandosi a macchia d’olio, mettendo in esame la domanda stessa e facendo scaturire ulteriori nuove idee.

La Domanda dell’anno per il 2014 a cui rispondere è stata: Quale concetto scientifico è da pensionare? Come già accennato, l’insieme degli scritti raccolti è poi stato pubblicato col titolo provocatorio di QUESTA IDEA DEVE MORIRE. L’iniziativa è stata lanciata dopo intensi colloqui di redazione, durante i quali è stata espressa la preoccupazione sulla possibilità che tale quesito potesse dare adito a pessimismo, se non addirittura venire usata come incentivo per denigrare idee e concetti di colleghi rivali. Alla fine la redazione ha deciso di proseguire. A far pendere la bilancia al lancio sono state le parole di un collaboratore esterno in una email che conteneva la seguente conclusione: “La scienza è dibattito, non slogan pubblicitari.”Torie sntifiche che bloccano il progresso

Questa idea deve morire

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Lista dei saggi Questa idea deve morire:

 

 

Il sito ‘Edge.org’

Edge.org è stato lanciato nel 1996 come versione online di Reality Club, gruppo di intellettuali gravitanti attorno alla città di New York e che nel quindicennio che va dal 1981 al 1996 hanno partecipato ad una serie di iniziative, mostre, incontri e dibattiti, per lo più di carattere informale e che avvenivano nei posti piu disparati: ristoranti cinesi, loft di artisti, sale riunione di banche e società di investimento, sale da ballo, musei. I temi scelti per le serate erano tutti volutamente controversi, tali da far scaturire dibattiti vivaci e a volte anche animati. L’ispirazione alle attività del club è contenuta nel pensiero dell’ artista-filosofo americano James Lee Byars:

Per arrivare al limite della conoscenza del mondo, cercate le menti più complesse e sofisticate, mettetele insieme in una stanza, e lasciate che si facciano l’un l’altro le domande che finora si erano fatti solamente a se stessi.

Lo spirito del Reality Club continua a vivere on line sul sito Edge.org, dove si legge che “al centro di ogni progetto vi sono rappresentanti della cosiddetta Terza Cultura. Scienziati e pensatori, che con il loro lavoro e il loro insegnamento stanno soppiantando l’intellettuale tradizionale, impegnandosi a rendere maggiormente intellegibili i significati più profondi della nostra vita. Ridefinendo in questo processo il perchè e il ciò che siamo”.  Pensatori a volte scomodi e invadenti, a volte volutamente provocatori, a volte così innovativi da avere grande influenza sull’attuale rivoluzione della comunicazione, specie nella crescita esponenziale delle iniziative dell’Internet e del Web.

Il nome scelto ricalca lo stile del gruppo di cui è referente. “Edge”, orlo, margine, con chiaro intento di ironica provocazione. “To be on the edge”, significa essere ai margini, al ciglio, al limite. In uno stato di bilanciamento precario da dove si può fare altro che cadere o ascendere. L’essere in uno stato di trasformazione, fisica o mentale, di incapacità – e piu spesso – di rifiuto del normale, del comune, della banalità dell’ordinario.

Nella pagina di presentazione del sito leggiamo che, più che gli articoli e i saggi presenti, il vero contenuto di Edge.org è il gruppo di persone che vi si connettono e vi interagiscono, scambiandosi il ruolo di lettore, scrittore e commentatore. Nella sua essenza, il sito si presenta come una conversazione in continua evoluzione, con la pubblicazione di idee che si sviluppano alla frontiera, nell’Edge della conoscenza attuale, in special modo nei settori della biologia evolutiva, la genetica, l’informatica, la neurofisiologia, la psicologia e la fisica. L’ispiratore, prima del Reality Club e poi di Edge.org è il noto intellettuale di New York John Brockman, stimato scrittore di libri di filosofia della scienza, attualmente editore e capo redattore del sito on line.

 

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1 comment

  1. Canadair 11 marzo, 2016 at 00:36

    Ho da poco avuto occasione di conoscere il sito Edge.org ed ho molto apprezzato sia i contenuti che, soprattutto, il formato. La cui ispirazione, facendo naturalmente i dovuti distinguo, e’ in un certo qual modo simile a Modus.
    Edge e’ volutamente di “tendenza”, se cosi’ si puo’ dire. Una rivista on line specializzata in quel che si puo’ sommariamente definire filosofia della scienza. Campo che, come ovvio, si puo’ certamente classificare come specializzato. Quello che, a mia opinione, e’ la cosa piu’ interessante, innovativa e veramente originale di Edge, e’ certamente il suo formato. L’interagire e lo scambiarsi di ruolo tra lettori, commentatori, collaboratori e redazione. Con la redazione che, come riportato, piuttosto che proporre e poi sottoporre articoli e saggi ai lettori come ogni redazione vuole e deve fare, diventa invece spettatrice e lettrice di saggi proposti dai propri lettori.
    Modus non ha le ambizioni e le pretese di essere un sito specializzato, come Edge, ma ne ricalca l’impostazione: un sito creato da commentatori per altri commentatori. Per far si che persone dall’Italia e dall’estero possano mettersi in contatto e scambiarsi opinioni su tutto cio’ che a loro interessa, siano essi temi di attualita’ che di politica, di costume, storia e cultura in generale.
    Il successo dell’iniziativa di Edge certamente dimostra che l’idea originaria dalla quale e’ scaturito Modus non e’ utopia, non e’ esagerato ottimismo. Va incontro, piuttosto, alle esigenze della societa’ odierna, e alle potenzialita’ della rete. Mezzo non di scambio ma piuttosto di interscambio socio-culturale. Mezzo che ha superato la dicotomia intrinseca tra scrittori e lettori della “rivoluzione tipografica”, rivoluzione che ha plasmato la nostra civilta’ per ben cinque secoli. ”
    La nuova ‘rivoluzione’, quella dell’internet ci ha ora affrancati dalla precedente dicotomia tra creatori e fruitori, apportando la vera democratizzazione della cultura, azzerado le categorie degli scrittori da una parte e dei lettori dall’altra. Facendo si che ognuno di noi possa, non solo esprimere e scambiare opinioni, ma diventare parte integrante della produzione e diffusione della cultura e dello scambio di informazioni. Scambio a direzione orizzontale, e non piu’ verticale come lo era fino a pochi anni fa.
    Egde e’ all’avanguardia nel promuovere le proprie iniziative, raccogliendo lettori, commentatori e collaboratori in tutto il mondo anglosassone. Modus ne ricalca essenzialmente il formato. Credo sia solo questione di tempo prima che arrivi a ricalcarne anche la diffusione e il successo.
    Parafrasando la parte terminale di questo articolo che ha introduce la rubrica ‘Questa Idea Deve Morire’, l’internet e’ dibattito non slogan da parte di pubbliciti o saggisti che siano da lanciare al passivo lettore. La notizia, la cultura, la scienza siamo noi tutti. Certamente non piu’ un piccolo gruppo di pubblicisti che pontificano alla massa.

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