la società

L’irrazionalità del razzismo

Da sempre amo la provincia. E’ più “lenta” e meno frenetica rispetto alle grandi città. Ma la provincia è anche il luogo che più di ogni altro sa produrre e diffondere i luoghi comuni. Qui ogni fenomeno sembra assumere proporzioni esagerate. La stessa notizia che viene diffusa al telegiornale delle 20 rimane per qualche minuto nella mente distratta di un milanese, mentre sopravvive per un anno intero nella testa di un cittadino di provincia. La provincia, che ha tanti vantaggi e che continuo ad amare, diventa una specie di discarica di ogni immaginario alimentato quotidianamente sicuramente da valori da preservare, ma anche dal razzismo più cafone e oscurantista. Così può capitare che due stranieri che camminano per strada possano diventare quattro: illusione ottica o mentale? I ladri di appartamento sono sempre, fino a prova contraria, immigrati o zingari, ovvero fino a quando vengono presi dalla polizia, evento assai raro. Per queste menti fervide e immaginative vale di più il percepito, rispetto alla realtà.

In provincia le proprie idee, le opinioni, vengono espresse rumorosamente (in questi posti anche il silenzio è rumore assordante) quasi fossero dei rutti. Ovviamente questa gente non ha paura di dirne quattro al primo straniero che capita, anche se le loro opinioni vengono smussate appena conoscono meglio l’invasore. Mi è spesso capitato di discutere con persone che esprimevano idee razziste, non riferite a me ma ai neri, come se non fossi nero anche io! Ed è in questo che stanno le contraddizioni di ogni razzismo: si sviluppa grazie a paure irrazionali!

A proposito di paure, una di quelle più ricorrenti è di prendere l’Ebola, l’epidemia che sta decimando alcune popolazioni della Liberia e della Sierra Leone. La prima contraddizione che mi colpisce è il fatto che ci sia più paura qui in Occidente che in Africa! Pensiamo davvero che l’Ebola rientri tra le preoccupazioni reali del sistema sanitario italiano? Oppure l’obiettivo è di sussurrare alla gente: “per ora non c’è ma potrebbe arrivare attraverso gli immigrati”

Vi racconto un episodio che mi è successo domenica scorsa. Mio figlio è stato invitato ad una festa di compleanno a Costa Volpino. La festicciola è iniziata bene ma il mio piccolo era incollato a me con la testa bassa come se sentisse l’arrivo imminente del maligno.

Poi…tre colpi al portone e si materializza un omone grande e grosso con gambe arcuate. Inizia a salutare tutti facendo il giro delle sedie e quando arriva a me fa un bel dietro fronte di cui non si accorge fortunatamente (per lui) quasi nessuno, tranne il mio figlio che ha un sussurro.

A questo punto si scatena la mia fantasia, nel tentativo di capire il motivo di questo atto e, quando sto per lasciar perdere mi viene in mente che l’Ebola si trasmette attraverso le strette di mano (con una mano entrata in contatto con un liquido del malato).

Non mi ha salutato per paura di essere contagiato…

Ora se le cose fossero così e se io avessi veramente questa terribile febbre emorragica (che è pur sempre meno grave della malaria), anche l’omone grande e grosso avrebbe già l’ebola, visto che avevo salutato tutti prima del suo arrivo.

 

(Disegno dell’autore)
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8 comments

  1. Osita 26 settembre, 2015 at 17:27

    Il razzismo afferma la purezza di una razza superiore ad un’altra , rende impossibile ogni convivenza e spinge ad operazioni di segregazione ( i ghetti di triste memoria) , di epurazione con l’allontanamento da scuole,uffici,posti di lavoro .
    La logica è quella di organizzare le razze in gerarchie e di spingere alla discriminazione. In alcuni casi si tratta di xenofobia ,in altri è così forte da travolgere le strutture sociali .tutto nasce da menti distorte che vivono di pregiudizio e sono convinte che ci deve essere il predominio etnico di un gruppo su di un altro.Da tutti questi elementi nasce la violenza razzista che si può manifestare solo a parole, ,come nel caso dell ‘offesa di Calderoli nei confronti dell’ex ministro di colore.
    Si può affermare che nemici del pregiudizio sono consapevolezza e cultura e,se queste mancano,sorge la violenza razzista mescolata ad interessi politici

  2. M.Ludi 11 novembre, 2014 at 22:07

    L’Italia è un Paese strano; più di altri dovrebbe aver conosciuto il dolore e la difficoltà di persone che hanno dovuto lasciare paesi e città per andare lontani alla ricerca di un futuro migliore. Non ricordo il dato preciso e potrei scrivere una cosa inesatta, ma credo di ricordare che se tutti gli emigrati italiani e i loro discendenti dovessero tornare in Italia, la popolazione raddoppierebbe. In alcune zone d’Italia (specialmente sulle montagne) interi Paesi sono disabitati ed abbandonati alla rovina perchè decenni e decenni or sono, chi vi abitava ha deciso di andare a cercar fortuna altrove fuggendo dalla fame. E’ vero, è successo talmente tanto tempo fa che la memoria si è persa, ma è un peccato perchè con la memoria si è persa la compassione di comprendere chi oggi arriva fuggendo, oltre che dalla fame, da guerre e persecuzioni, e tutto avrebbe voluto nella vita, fuorchè venire da noi. Temo, però, che il razzismo sia insito in ognuno di noi ed è la paura di perdere qualcosa che hai ed a cui tieni, la paura di ciò che non conosci, il senso di spaesamento nel vedere che, con il tempo, le abitudini con le auli sei cresciuto si disperdono ed altre prendono piede; nessuna giustificazione, intendiamoci, men che meno comprensione per la violenza che l’esclusione determina (figuriamoci per la violenza vera). Siamo un popolo antico ma un paese giovane che, prima ancora di capire come sviluppare la convivenza con i vicini di casa, si trova a doverne sperimentare un’altra ben più complessa. Spero che tuo figlio cresca in un paese che saprà, a sua volta, crescere con lui.

    • Franz 11 novembre, 2014 at 22:26

      Ancora oggi migliaia di italiani e italiane emigrano, cercando una vita migliore per sé e per i loro figli. Non mi riferisco alla tanto esecrata ‘fuga dei cervelli’. Mi riferisco a semplici lavoratori e lavoratrici che finiscono alle catene di montaggio, vengono biecamente sfruttati in ditte di pulizie o in cantieri edili, alla mercé di societá che li ‘affittano’ alle grandi imprese. E sí!Sono tanti gli italiani che fanno lavori da ‘extracomunitari’ e si ritengono anche fortunati…

      • Erranza 12 novembre, 2014 at 14:31

        Caro Franz, quello che dici è talmente vero che posso anche portarti un esempio. Si tratta della dove sono cresciuto in Camerun. Si chiama Mbalmayo (la racconto in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=obppJBOuy9w) e in questa cittadina vive una comunità italiana assai numerosa che non sogna nemmeno di tornare in Italia. Non perché odiano il loro paese, ma perché stanno bene in Camerun.

  3. DareioS 11 novembre, 2014 at 20:19

    Il razzismo si alimenta e si accresce nei periodi di crisi economica molti politici invece di indicare prospettive per la risoluzione dei gravi problemi anche e solo per fini elettorali e per conquistare un facile consenso, soffiano sul fuoco del disagio, fanno leva sul substrato di ignoranza e paura che accresce il razzismo.

    • Erranza 11 novembre, 2014 at 20:59

      In Italia, troppe idee confuse sugli immigrati e troppa ignoranza. Il recente sondaggio Ipsos Mori lo dimostra ampiamente (fonte: il corriere della sera online del 2 novembre 2014). C’è chi pensa che i musulmani raggiungano il 20% della popolazione italiana quando in realtà arrivano appena al 4%. E gli immigrati? C’è chi crede che siano il 30% della popolazione, quando sono invece il 7%. E i disoccupati? Per molti cittadini i senzalavoro raggiungono ormai la percentuale del 49%, ma si tratta di una bugia (in Italia i disoccupati sono il 12%).
      Un vecchio proverbio africano dice: “Chi è ignorante e ignora di esserlo diventa un pericolo pubblico”. A bon entendeur, salut!

      • Kokab 12 novembre, 2014 at 10:04

        non voglio essere irrispettoso nei confronti della tua cultura, della quale poco conosco, ma credo che, nella stragrande maggioranza dei casi, gli ignoranti non sappiano di essere tali. il razzismo, oltre che dall’ignoranza, che disprezzo, deriva da un’idea radicale e patologica dell’identità, che poco mi piace nella sua forma semplificata, e che trovo abominevole quando diventa identità collettiva, perchè, oltre ad essere un ossimoro, consente di organizzare la paura degli uomini contro ciò che ritengono diverso e minaccioso. tutto ciò è paradossale, perchè sono le società chiuse quelle che muoiono, per quanto i loro abitanti si possano rinchiudere armati in una fortezza, mentre le società aperte si sviluppano e continuano a vivere: forse tutto questo giustificherebbe un po’ di sano razzismo nei confronti dei razzisti…

      • Erranza 12 novembre, 2014 at 14:45

        Caro Kobab condivido ciascuna delle tue parole. Ho voluto rilevare una specie di ingenua ignoranza che caratterizza certi cittadini italiani. Nel sentirli parlare la prima reazione, quella immediata e istintiva sarebbe la chiusura verso le loro teorie che negano dignità e diritti di cittadinanza ad esseri umani. Poi ti accorgi che non sanno quello che dicono, difendono la loro cultura ma non sanno che cos’è la cultura, difendono la cristianità e disprezzano i valori cristiani (ignorano che Gesù difendeva perfino le prostitute nel nuovo testamento), odiano gli immigrati ma odiano anche qualsiasi essere umano che sia diverso o che abbia convinzioni diverse dalle loro. Un rimedio? Dare un pò meno importanza a queste persone e procedere con azioni concrete. Nel mio lavoro nelle scuole o con gli studenti dell’Università metto davanti le mie competenze, la mia onesta intellettuale e la mia umanità e trovo sempre il rispetto altrui.

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