le muse

Le prime impressioni

Importanti sono le domande. Le risposte vengono di conseguenza.

Quindi, la domanda del mese è:

È bene fidarsi delle prime impressioni?

 

L’altra sera ero a casa di Agatone per una cena conviviale.
Un mio brillante discepolo, dalle spalle larghe, ha trascritto la discussione,
avvenuta quando cibi e vini avevano sortito i desiderati effetti:

Aristodemo: “A prima vista si può individuare il carattere di una persona
Agatone: “Vuoi forse dire che la conoscenza non è un percorso di lunga durata, minuzioso e accorto
Aristodemo:Voglio dire che il carattere di una persona si palesa in piccoli gesti, pause, espressioni che un occhio attento può decifrare
Agatone: “A questo punto dovresti dirmi cos’è un occhio attento
Aristodemo:Il sapere che, anche senza accorgercene, abbiamo accumulato nel nostro corpo
Agatone: “Solo l’intelletto dà consapevolezza, il resto è hybris, tracotanza
Io non ho saputo né voluto prendere posizione, quindi chiedo a voi Posteri

È bene fidarci delle prime impressioni?

 

 

 

 

 

 

 

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23 comments

  1. Fralive 4 dicembre, 2015 at 20:57

    Credo che le prime impressioni (soprattutto se intense) abbiano un grande valore, soprattutto perché – prima che con l’altra persona – hanno molto a che fare con noi stessi. Con ciò che ci piace, con ciò che non sopportiamo (in noi e – di conseguenza – negli altri).
    Sulla base della mia esperienza, un’impressione di forte simpatia immediata ha a che fare con aspetti del carattere dell’altro in grado di risvegliare (e in ogni modo stimolare, rafforzare) parti di me che mi piacciono, che mi fanno “stare bene”.
    Al contrario, impressioni immediate e forti di antipatia o di rifiuto (che mi è capitato di provare senza particolari motivi), credo fungessero quasi da “segnali” della presenza in me stessa di qualcosa di analogo, qualcosa che tendo a rifiutare, qualcosa che vorrei non riconoscere come “mio”.
    In questo senso ritengo che le prime impressioni siano importanti: perché hanno il valore di un test immediato (ovvero “non mediato” dalle sovrastrutture del ragionamento) che mette in luce parti “sommerse” di noi stessi

    • Kokab 4 dicembre, 2015 at 21:49

      il ragionamento è sottile e condivisibile, ma non risponde fino in fondo alla domanda di sokrates, che non riguarda tanto l’importanza delle prime impressioni, quanto piuttosto la loro esattezza.
      che una impressione ci susciti un senso di empatia o di ripulsa in relazione a come siamo fatti è incontestabile, ma cosa succede se l’impressione di immediata simpatia, cosa che accade più spesso di quanto vorremmo, è poi completamente sbagliata?
      fiducia mal riposta in noi stessi?

      • Fralive 4 dicembre, 2015 at 23:05

        Non credo che un’impressione sia mai “sbagliata”. Se ho provato “simpatia, ad esempio, quella simpatia c’è stata: era la mia sensazione, quindi “è esistita”. E indubbiamente quella data persona (in quella data situazione) è stata “in condizione” tale da permettermi di provare ciò che ho provato.
        Il fatto che poi subentrino altre impressioni (collegate a sensazioni diverse) non toglie nulla alla “realtà” di quella prima impressione. E ancor meno toglie al “valore” o alle caratteristiche di quella data persona.
        Penso che ciò che entra in gioco quando crediamo di avere sbagliato qualcosa nel valutare qualcuno non siano le sensazioni, ma le aspettative.
        Voglio dire che quel che ci “frega”, alla fine dei conti, sia l’aspettativa che un altro possa essere incasellabile in una qualche categoria fissa

        • Kokab 5 dicembre, 2015 at 00:57

          estremizzando questo ragionamnto dovremmo dire che non esitono abili venditori di se stessi, e neppure ingenui creduloni; io penso che esistano entrambi, come pure le impressioni sbagliate.

  2. Kokab 2 dicembre, 2015 at 10:58

    le impressioni sono tutte uguali? dal punto di vista soggettivo credo di si, ognuno di noi tendenzialmente crede all’esattezza delle sue impressini, ma sotto il profilo oggettivo le diverse sensibilità e intelligenze influiscono sulla loro esattezza, e quindi sulla loro affidabilità.
    tuttavia aristodemo fa un’affermazione netta, dice che si può individuare a prima vista il carattere di una persona, dai gesti e dalle espressioni, perchè il nostro corpo (quindi non la nostra mente, qualunque sia la differenza) accumula anche in modo inconsapevole il sapere (necessario).
    da quanto detto sopra ricaverei due conclusioni: la prima è che ci sono un mucchio di prime impressioni delle quali i legittimi proprieteri farebbero bene a diffidare; la seconda è che esistono in alcuni uomini le capacità intuitive (il sapere inconsapevole), e quindi non immediatamente razionali, di comprendere a colpo d’occhio, e con ragionevole esattezza, il carattere dei loro interlocutori.
    dal che consegue, se questo è vero, e credo che lo sia, che l’affidabilità delle prime impressioni non è cosa per tutti.
    quanto ad agatone, parla una lingua decisamente diversa da quella di aristodemo, e forse è meno di lui interessato al genere umano; credo però che sarebbe capace di avere affidabili prime impressioni.

    • Genesis 2 dicembre, 2015 at 11:19

      Concordo, come si legge anche dai miei commenti in merito, ma devo correggerti parzialmente Kobab…
      Effettivamente esistono persone che a colpo d’occhio possono ricavare un carattere di qualcuno, ma non è che questa sia una prerogativa limitata ad un piccolo gruppo di persone: ci sono sistemi, dimostrati dagli studi somatico-psicologici in materia, che ti insegnano a validare le tue impressioni, ottenendo da ciò la possibilità di raggiungere l’obbiettivo che ti sei prefissato.

      • Kokab 2 dicembre, 2015 at 12:12

        non barare, la sapienza greca precede la psicologia, e aristodemo parla di “sapere inconsapevole”, mentre il tuo è consapevolissimo, direi addirittura perfido rispetto all’innocenza e al candore dei nosti antenati…

  3. Blue 1 dicembre, 2015 at 15:54

    Premessa: sono molto d’accordo con quanto espresso dalle dolci fanciulle Luistella e Tigra.
    Adesso provo a dire del mio.
    Sì, mi fido molto delle prime impressioni, le mie, ovviamente. Perché, rivendico, trattandosi di me e di come tale persona a me si relaziona, non posso non riconoscere un carattere squisitamente soggettivo al giudizio. Ognuno ha le sue sensibilità che gli derivano da anni (ahimè accumulati) di esperienze. Positive, negative, indifferenti. Chi ha attraversato varie fasi della propria vita sa che c’è stato il periodo dell’entusiasmo (che, chissà perché 🙂 , coincide quasi sempre con la stagione della giovinezza) sempre e a prescindere, quello della diffidenza, dopo parecchie (troppe) aspettative deluse, e quello del “si va be’ proviamoci ancora, ma con giudizio”. L’instaurarsi (o meno) di “affinità elettive”, per quanto ho visto, è sempre legato alla “prima impressione”. Credo sia bene lasciarsi andare a questa emozione. Si farà sempre in tempo a razionalizzare, poi, rettificando.

  4. Genesis 1 dicembre, 2015 at 06:43

    Io ho sempre ragione anche quando ho torto.
    Questa breve locuzione sortisce ogni qualvolta le mie impressioni epidermiche si esprimono, espandendole in pensieri e/o ragionamenti atti a portare l’interlocutore verso se. È chiaro che è molto più facile accalappiare una o più persone fisicamente, aiutandosi con lo sguardo e affabulando con parola e gesti.
    Chi si reputa un buon venditore deve fare buon viso a cattivo gioco: le impressioni avute sia dalle persone che dai contesti devono essere elaborate in qualche microsecondo per portare a se l’utile ed anche il dilettevole. Vi sono sistemi e operazioni da compiere per fare in modo di allenare la propria mente a comprendere quale tipologia di persona si ha di fronte, “catalogarla” e operare di concetto per poter essere proficui nella vendita: le impressioni, le prime, le seconde e tutte le altre, sono basilari…il buon venditore è colui che si adatta in tutte le situazioni mimetizzandosi nel contesto senza prevaricare, mantenendosi ad un livello minimo di superiorità utile al diletto dell’acquirente.

    https://m.youtube.com/watch?v=OzbDUbu1lMM

    • Remo Inzetta 1 dicembre, 2015 at 12:02

      Mi sembra che tu abbia descritto una tecnica per utilizzare al meglio la prima impressione, a proprio vantggio, ma questo non ci spiega se è giusta o no.
      Secondo me in generale non lo è, e credo che abbia ragione Agatone, sono troppe le cose che nelle persone troviamo solo scavando in profondità, e che a colpo d’occhio non si vedono.

      • Genesis 1 dicembre, 2015 at 13:28

        Per un “venditore” l’impressione avuta dal possibile cliente è ORO: se te la fai sbagliata, non vendi!
        Ci sono tecniche che ti aiutano a capire e si basano prettamente sulle impressioni avute tramite queste…io le uso!

          • Genesis 1 dicembre, 2015 at 16:08

            Hai ragione James…peccato che quelle tecniche io le uso sempre allorquando ho da confrontarmi con una persona a quattrocchi…

          • Genesis 2 dicembre, 2015 at 06:47

            Certo!…non è una fatica! Bisogna capire cosa vuoi tu da quell’incontro: che sia questo un profitto economico oppure fisico o mentale, sempre profitto è.
            Faccio un esempio. Quante volte dobbiamo far da pacieri in dispute tra amici o familiari? L’obbiettivo da cercare in questo caso è la stretta di mano pacificatrice. Bisogna essere in grado di capire quale delle due persone ha cominciato la disputa, non ha importanza chi ha ragione o torto, si utilizzano le impressioni avute dai due contendenti (impressioni soprattutto fisiche e poi quelle verbali) facendo in modo di dare ragione ad entrambi e arrivare alla stretta di mano.
            Così con le persone che incontri per strada, i professori dei tuoi figli, le mamme acide dei compagni dei tuoi figli…
            Le impressioni fisiche delle persone derivano soprattutto dagli sguardi. Un esempio è quello di una persona che quando ti parla e ti ascolta ti fissa nelle palle degli occhi senza mai distogliere lo sguardo se non per rumori molesti nelle vicinanze. In questo caso si sono ottenuti più fattori atti al rapporto (che sia di lavoro o di diletto non importa): 1. la persona è personalmente forte e decisa; 2. sei riuscito ad ottenere tutta la sua attenzione, pende dalle tue labbra; 3. non sta raccontando bugie (in questo caso lo sguardo si distoglie in basso a destra o sinistra); 4. ha bisogno di te oppure ti sta sfidando…in questo caso bisogna verificare la posizione del corpo; 5. se mentre gli parli il suo sguardo è salito verso l’alto anche solo una volta, è ora di chiudere il discorso…
            …e via dicendo…queste sono tutte indicazioni che, tramite le impressioni fisiche e verbali, denotano un possibile stato personale.

            È solo una questione di abitudine…è facile, Tigra, basta seguire dei corsi di un paio d’anni…

  5. Tigra 1 dicembre, 2015 at 00:06

    Ad Agatone vorrei dire che la durata del processo conoscitivo dipende anche dalla complessità dell’oggetto della conoscenza, e l’uomo ha spesso caratteristiche molto banali.
    Ad Aristodemo direi che il sapere che accumuliamo senza consapevolezza è tendenzialmente privo di rigore, e ancorchè esatto, è sostanzialmente una impressione.
    Alla fine, chi sono i Posteri per saperne più di Sokrates?

    • Gennaro Olivieri 1 dicembre, 2015 at 15:37

      Quanto dura il processo conoscitivo di cui si sta discutendo? Quanto dura la sua prima fase, quella delle prime impressioni? Mi viene da pensare all’altissimo numero di matrimoni che si concludono precocemente in un divorzio. Dobbiamo ricavarne che la fase delle prime impressioni può anche durare anni, anzi queste prime impressioni possono avere durata indefinita prima di essere messe alla prova dei fatti?

      • Tigra 1 dicembre, 2015 at 16:43

        L’esempio non mi pare pertinente, la durata del matrimonio, nel tempo, è essenzialmente contro natura, ed è garantita, nella migliore delle ipotesi, da due grandi razionalità.
        Gli esempi diversi, quelli di natura meramente affettiva, mi sembrano statisticamente irrilevanti.

  6. Luistella 30 novembre, 2015 at 20:25

    Le prime impressioni sono quelle che si formano nel giro di pochi minuti. Mentre per rivedere la propria opinione, ci vuole molto più tempo. Questo non lo dico io, ma è frutto di ricerche da parte della psicologia cognitiva. Ho letto anche che per evitare la strutturazione di un’impressione, ci vorrebbe qualcuno che “interrompesse ” il dialogo o l’incontro, in modo che si potesse avere il tempo di formarsi un’opinione diversa da quella dell’mpatto con l’altro. Dal momento che è molto difficile si verifichi quest’ultimo fattore , e spesso sono i tratti somatici della persona a determinare l’impressione che si ha dell’altro , penso sia inevitabile , più che sia un bene o un male, che essa si formi.Forse è un bene fidarsi della prima impressione. Se , per metterla sul paradosso, avessi incontrato Putin o Erdogan, credo che già solo per i tratti somatici dei due (uno in particolare) , mi sarei fatta l’opinione che ho attualmente di loro (cioè pessima , anche perchè i soggetti ci stanno mettendo del loro per non farla cambiare!). Con ciò intendo dire che va bene ,o forse è inevitabile fidarsi della prima impressione, ma occorre fare molta attenzione che essa non sia o diventi, uno stereotipo o un pregiudizio ;entrambi molto dannosi per i rapporti umani.

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