le muse

Uomini in gabbia

 

 

Importanti sono le domande. Le risposte vengono di conseguenza.

Quindi, la domanda del mese è:

 

Perché alcuni uomini interessanti (pur volendo altro) si accompagnano a donne che non desiderano?

 

Gli esempi sono molteplici. Ognuno di noi ne ha esperienza. Alcuni (purtroppo per loro) persino diretta.
Al di là delle differenze di stile, carattere, nazionalità, estrazione sociale, età, molti sono gli esempi: uomini interessanti (intelligenti, affermati, piacenti, e chi più ne ha più ne metta) che – per ragioni assolutamente incomprensibili (persino a loro stessi)- si sposano (o in ogni modo si “ legano” a doppia mandata) con donne assolutamente improponibili. Donne dalle quali non sanno distaccarsi. Donne delle quali non sanno come liberarsi.

 

Eppure non li obbliga nessuno: loro hanno in qualche modo “scelto”… Ma perché?
La gabbia nella quale si trovano rinchiusi è stretta: vorrebbero scappare, e in qualche modo ci provano (con gli amici, con l’amante, con la fantasia), ma restano di fatto chiusi lì. Alla ricerca di una “boccata d’aria”, di un momento di “libera uscita”… Ma perché?

 

Che la risposta sia nella psicologia? La famiglia d’origine (una mamma troppo accudente, un papà troppo imperante)…
Oppure nella sociologia? (un femminile troppo ingombrante, un maschile troppo esitante)…
Chissà…
Fatto sta che capita. E capita spesso.

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33 comments

  1. patrizia ambruoso 15 marzo, 2016 at 21:26

    “Improponibili” per chi, poi? Per chi osserva, che possiede altra inquadratura? Per la improponibile stessa, che si percepisce inadeguata? Per le aspiranti mogli, compagne, amanti, amiche del cuore e di letto, che agognano la meritata equa collocazione accanto al suddetto uomo? Per la mamma, che tanto non gliene andrà mai bene una? Per lo sventurato, che si delizia nella dicotomia del desiderio? Per me, poichè disturba la mia ricerca di armonia? …. “La verità, vi prego, sull’amore”… (W H Auden)

    • Tigra 15 marzo, 2016 at 23:15

      Una voce nuova su una vecchia discussione è sempre interessante, costringe anche a riguardare quello che si è scritto, ed è un’utile esercizio.
      Sulla domanda finale non credo che tu ti aspetti veramente una risposta, perchè supera, io credo di molto, i talenti a disposizione degli esseri umani; sulla prima ci si può forse provare, azzardando un’interpretazione “dell’improponibile”.
      Io credo che nel caso proposto da Sokrates il termine debba avere una valenza sufficientemente oggettiva da essere percepita da coloro che vivono o assistono alla relazione, in modo tendenzialmente univoco, e oltre le mille sfaccettature soggettive che tu suggerisci.
      I rapporti amorosi, e le relazioni affettive in generale, sono anche dei rapporti di forza che hanno punti di equilibrio imperfetti, mutevoli e fra loro compatibili, ma se questa è la norma, o forse solo la situazione migliore, credo esistano anche casi nei quali la disarmonia è radicale, e il rapporto di potere è permanentemente sbilanciato a favore di uno dei due, in questo caso l’uomo; quando ciò si verifica, quando la differenza è incolmabile, quando stride la strumentalità della relazione, io credo che ci sia un “improponibile” che se anche non vale erga omnes, ci va tuttavia molto vicino.

  2. Luistella 13 novembre, 2015 at 15:57

    Forse la risposta è nella psicologia. Nelle figure genitoriali che in alcuni casi condizionano le scelte del partner, sia nella donna che nell’uomo. Un padre molto autoritario, una madre invadente , possono far sì che una donna si scelga un compagno altrettanto autoritario, se non violento; o un uomo si vada proprio a “cercare” una donna invadente, “castrante”. Ma non è per tutti così. Molti hanno avuto queste esperienze genitoriali , ciò nonostante formano una coppia sana che sa durare nel tempo senza che si inneschino meccanismi patologici.Il perchè per alcuni accade e ad altri, per fortuna, no, boh, non si sa. Varie sono le componenti psicologiche dell’essere umano. Rispetto agli uomini di cui si tratta qui, e che si legano a donne di cui Blu, ha fatto un realistico elenco, penso che vi siano almeno due atteggiamenti tipicamente maschili che condizionano la scelta. Il primo è quell”istinto di protezione e salvifico” che l’uomo ha verso la donna. Per cui si legano a donne che già all’inizio della relazione si manifestano per ciò che sono e saranno. ” Io la cambierò, ha bisogno di me che la proteggo e la guido, ecc. Per poi trovarsi nella gabbia di cui si parla. Altro (prendetelo con il beneficio d’inventario), è quella specie di superficialità che condiziona l’uomo nella scelta . Una volta chiesi ad un signore che si lamentava della sua situazione coniugale (si era sposato molto giovane con una coetanea che molto presto si rivelò problematica) , quali fossero state le motivazioni della sua scelta. Mi rispose appunto che credeva di poterla cambiare e subito dopo che, quando era giovane, (lei) aveva un bel fondo schiena. Ah, allora se è così …

    • nemo 14 novembre, 2015 at 09:56

      Ahi, Luisella, hai dato la prima risposta al quesito. Quale è la molla che ti induce alla scelta, lasciamo per il momento le implicazioni e le analisi. In natura la scelta del partner, quando non è pilotata da agenti esterni, è dettata dalla fisicità, dall’odore, dalla capacità di attrarre il partener del sesso opposto, quando è questo, insomma la chimica è quella che ci guida in queste scelte, alle quali, poi, si aggiunge quello che descrivi. Un partner interessante ma con un carattere per te impossibile sarà scartato alla prima occasione, mentre un partner che sollecita il tuo senso di protezione, se sei uomo o materno se sei donna, avrà maggior sucesso. Vengono poi le implicazioni o se preferisci i problemi che , ciascuno di noi si trascina, famigliari. Un uomo, o donna, con una madre troppo madre e donna, avrà un certo tipo di problemi, attenta non vuol dire tutti, un uomo, o donna, con un padre troppo maschile o troppo femminile, non nel senso negativo, avrà problemi di altro tipo,e questo si riverbera, immancabilmente, sulla coppia ! Se fosse di semplice analisi tutto, sarebbe di semplice soluzione, chiaro che così non è, ed è per questo che esiste la psicoanalisi. Di certo la prima scelta è fatta dall’occhio, segue il cervello, tanto per sintetizzare

    • Blue 13 novembre, 2015 at 16:06

      A parte che potresti risparmiarti questo tono supponente di chi pensa di stabilire le priorità di vita che ognuno di noi dovrebbe darsi, affibbiando, tra l’altro, giudizi di valore sui concetti che qui si esprimono senza neanche darti pena di argomentare nel merito, nessuno ti costringe a frequentare thread caratterizzati da “psicologia spicciola per chi non ha nulla di serio da fare”. Capisco che ognuno di noi ha i suoi interessi culturali. Alcune volte limitati. Ti pregherei di rispettare, anche e soprattutto nei modi, quelli degli altri.

        • Luistella 13 novembre, 2015 at 17:24

          Risponde una soggetta all”‘esperimento”. Se ben noti il titolo la pietra nello stagno, va a significare che si butta lì un argomento e poi come la pietra,gettata, si vedono le onde (in questo caso i commenti) che essa provoca. La vita è anche questa ! Non si può parlare sempre e solo di Renzi ( quasi sempre male, peraltro) e company, perchè la vita è questa, o per dirla alla Baglioni: la vita è adesso…

  3. Blue 12 novembre, 2015 at 21:31

    E se, per caso, c’entrasse il maledetto, instabile, ossessivo ed eterno conflitto tra Eros e Thanatos? Se il fatto che alcuni individui – in questo caso uomini, anche quelli di “qualità, – si legano a donne “improbabili” [e qui ognuno ci metta le categorie che più considera detestabili: traditrici, fredde e calcolatrici, non seducenti (neanche sotto il profilo intellettuale), asfissianti, anaffettive, possessive, dominatrici e impositive, rozze (di modi e di sentimenti), volgari (di aspetto fisico e di comportamenti), aggressive, inette, incapaci, egocentriche e autoreferenziali… continuate voi perché io mi sto terrorizzando solo all’idea 🙂 ] fosse dovuto alla ricerca di quell’equilibrio tra le due istanze psichiche in cui l’Io si dibatte, tra “l’amorale principio del piacere” (in cui nascono le pulsioni di vita e le pulsioni di morte) e le istanze della morale (frutto dei condizionamenti socio culturali che abbiamo introiettato)? Se, dunque, tutto fosse dovuto alla complessità del mondo interiore dei soggetti coinvolti , mondo che a noi, osservatori esterni, appare filtrato dalle nostre sensibilità, diverse per ognuno di noi, incapaci di comprendere quei meccanismi che legano caratteri e qualità (disqualità) apparentemente inconciliabili?

    • Genesis 13 novembre, 2015 at 06:33

      …dei se e dei ma son piene le fosse…

      PS: devo essere stato veramente fortunato nella mia vita per non aver attirato le donne di cui parli Blue…e sì che mi reputavo belloccio ed esperienze ne ho avute…fossi cascato su una di queste, forse, ma dico forse, mi sarei fatto prete (non so di quale confessione)…!

    • Fralive 13 novembre, 2015 at 12:23

      Forse hai ragione. Forse è proprio un istinto di morte, un anelito inconscio all’autodistruzione, a un ritorno all’indifferenziato primordiale, quello che spinge alcuni uomini (ma anche donne) a restare imprigionati in una relazione frustrante.
      Concordo anche sul fatto che ciò rappresenti paradossalmente un tentativo di “re-equilibrio” per la psiche. Infatti la psicologia parla di questo istinto anche in chiave “positiva”, ovvero in senso vitalistico: un sorta di “morire” funzionale a un “ri-nascere”.
      Quindi (azzardando un’ipotesi) è come se questa sorta di “gabbia” di cui parla Sokrates rappresentasse per l’individuo una nuova occasione (dopo l’”esclusione” frustrante patita nell’infanzia); un nuovo punto di partenza per la conquista di una reale libertà “adulta”. In questo senso, la “gabbia” potrebbe essere vista come un’occasione per crescere veramente a livello psichico, per emanciparsi finalmente da un “materno-psichico” infantile limitante inglobante (e quindi di fatto castrante) per porsi in relazione “adulta” con la vita.
      Detto in soldoni: forse talvolta abbiamo bisogno di costruirci una “prigione” per trovare la spinta a ricercare la “libertà”…
      L’importante è muovere davvero verso la libertà, altrimenti si rischia di rimanere in prigione per tutta la vita…
      Solo qualche “boccata d’aria” in cortile, prima di ritornare in cella…

      • Gennaro Olivieri 13 novembre, 2015 at 13:16

        La gabbia di un matrimonio banale e frustrante è certamente una relazione molto adulta, in quanto funzionale al corretto mantenimento dell’ordine borghese costituito, come ben sappiamo fin da Mozart e Da Ponte 🙂

      • Kokab 13 novembre, 2015 at 13:23

        ammetto di non avere mai avuto un grande feeling con la psicologia & arti affini, che considero non scienze sommamente inesatte, troppo aduse a considerare forzosamente i comportamenti umani alla stregua di regole matematiche, ma forse hai torto.
        a parte il fatto che restare imprigionati in una relazione frustrante, avendo dei talenti, la considero una colpa, a maggior ragione non comprendo perchè per rinascere si debba prima morire: si può anche ricominciare senza essersi bevuti tutto l’amaro calice, che non fa mai bene, e comunque, dopo che lo si è fatto una volta, si potrebbe pure imparare, e di conseguenza smettere.
        io credo che finiamo con l’indulgere troppo spesso sui meccanismi consolatori della psiche per giustificare ogni colpevole deficit di razionalità degli uomini, perchè è più facile e più comodo, ma non mi sembra affatto un buon metodo per crescere.
        costa fatica? certo, se no sarebbero capaci tutti, e qui stiamo parlando di uomini (e donne naturalmente) di grande qualità. iamo sicuri che questa qualità ci sia tutta quanta?

        • andrea contarini 14 novembre, 2015 at 09:03

          Una volta un mio amico risolse in una frase il problema della psicanalisi:
          “Freud diceva solo un mucchio di sciocchezze! Mia madre era brutta come un culo, non me la sarei mai fatta!”
          Mi sembra che tu, kokab, navighi sulla stessa onda.

  4. Genesis 12 novembre, 2015 at 14:37

    Provo a dare la mia spiegazione, forse troppo semplicistica, ma è ciò che mi frulla tra quei due neuroni che mi rimangono funzionanti nella scatola cranica.
    Spesso, troppo spesso, l’uomo ragiona solamente con ciò che gli rimane nelle mutande (boxer ed affini), alla stregua di quegli animali che non sono monogami. L’etica insegnata nei secoli è divenuta una legge morale. Le leggi, si sa, sono fatte per essere contrastate, ignorate, by-passate: le imposizioni destano nell’uomo (soprattutto quello maschio) una voglia di rivalsa, quello che si chiama in termine psico-tecnico-sociologico “Trasgredire”.
    Non sono le donne quindi che hanno colpa di ciò: l’uomo che ragiona con quanto ho scritto sopra vuole essere drogato dall’adrenalina della trasgressione…al contrario della donna che troppo spesso si innamora…

    PS: chi fa dell’erba tutto un fascio, mi fa arrabbiare! Io sono uno dei pochi che è stato accalappiato…non ho bisogno di “esperienze” diverse, perchè mi dico sempre: “già con una è difficile, pensa con due…!”.

    • Remo Inzetta 12 novembre, 2015 at 15:08

      A me il fatto che l’uomo sia un mascalzone, e che la donna sia fedele, sembra semplicemente una leggenda metropolitana, e credo che le femmine trasgrediscano, dopo aver riflettuto col contenuto delle mutande, almeno quanto i maschi.
      Ma poi, siamo sicuri che il genere umano sia monogamo, e che la monogamia sia un valore positivo?

      • Genesis 12 novembre, 2015 at 15:59

        …come sempre, dipende dai punti di vista…e dipende anche dai valori che ognuno di noi reputa migliori…come dipende dalle esperienze fatte!
        Io, nel mio micromondo ovattato e costruito ad hoc, non mi dico mai “…quella/o è uno stronza, perchè non capisce…”, ma mi chiedo “…cosa ho fatto io perchè non mi capisce…?”…il punto di vista che mette in dubbio il proprio io è sempre quello più difficile ed impervio, quello che ti scava dentro e che a volte ti fa anche paura…è più semplice mandare con un vaffa l’interlocutore…
        Punti di vista, Remo, punti di vi(s)ta…

        • Remo Inzetta 12 novembre, 2015 at 16:41

          Mi devi scusare, ma non ho capito che in che cosa mi hai risposto. In ogni caso, a scanso di equivoci, non c’era nessun vaffa nei tuoi confronti, al massimo una opinione diversa

      • Genesis 12 novembre, 2015 at 16:50

        Assolutamente non ho inteso malamente la tua risposta Remo!
        Provo a spiegarmi meglio.
        Credo, perchè è il mio modo di fare, che prima di vedere nella persona che ho davanti un qualcuno che mi maltratta, o mi schiva, o mi usa, non sia solamente perchè quella persona è fatta così, ma mi scavo dentro per capire se il problema sono io…questo è un “mestiere” difficile e, spesso, chiunque segue la strada più semplice di dire “è colpa sua”, piuttosto che la propria…

  5. Blue 12 novembre, 2015 at 11:43

    Caro Sokrates, mi piacerebbe molto che tu (o gli altri commentatori che ne abbiano voglia – Tigra ne ha proposto una categoria) chiarissi /chiarissero che cosa si intende per “donne improponibili”. Perché, secondo me, la moltitudine di coloriture che tale termine assume e la percezione che ognuno di noi ne ha, rappresenta la chiave per poter formulare le infinite ipotesi di risposte. Che valgono per i maschi alfa, beta, gamma etc così come, dualmente, per il modo femminile. E, ancora più in generale, al mondo dei rapporti umani in cui, inspiegabilmente, persone di qualità provano sentimenti (di qualunque genere, amore, amicizia, stima…) per altre che, agli occhi di molti, non manifestano alcun valore umano.

    • Remo Inzetta 12 novembre, 2015 at 15:03

      Come si fa a definire che cosa è “improponibile”? E’ un problema troppo soggettivo per avere risposte generali.
      Però il fenome esiste, anche rispetto agli uomini, come osservi giustamente tu, e non è facile trovare spegazioni.
      Forse le persone di qualità sono così poche che alla fine semplicemente si accontentano di soluzioni di ripiego.

  6. Osita 12 novembre, 2015 at 11:10

    diceva Denis de Rougemont “quanti uomini conoscono la differenza tra un’ossessione che si subisce e un destino che si sceglie ?” In effetti gli uomini sani non sopportano le rompiscatole ,ma quelli non sani probabilmente usano le rompiscatole per scaricare sopra di loro i propri problemi e ,in gran parte,le fanno pure soffrire

  7. Gennaro Olivieri 12 novembre, 2015 at 10:17

    La caccia alle donne in gamba comporta un sacco di rischi e lascia molte ferite (ah, quanto sono stronze le donne in gamba), e quando torni a casa col cuore e l’ego acciaccati, è una consolazione trovare la solita compagna ignara e banale che ti fa ritrovare un po’ di calore…

    • andrea contarini 14 novembre, 2015 at 09:58

      Le compagne banali non danno calore ma gelo.
      La routine banale non è una conquista, ma una sconfitta. Non è quello che cercavi, è quello che ti è capitato.
      Credo che nessuno ricerchi donne (o uomini) “improponibili”; nessuno comincia una storia cercando sicurezze e banalità, ci si ritrova dentro dopo aver vissuto un mare di sconfitte quotidiane con il partner (dopo aver sentito per la centesima volta quel rimprovero, dopo aver risposto cento volte alla stessa maniera).
      Allora si instaura il silenzio e la necessaria presa di distanza emotiva dal rapporto.
      Questi non sono rapporti “sicuri”: sono rapporti che (prima o poi, in un modo o nell’altro) terminano.
      Queste non sono vere gabbie.

  8. Tigra 12 novembre, 2015 at 09:23

    Bella domanda, che si presta ad infinite risposte; ne azzardo una.
    In un mondo dove le donne sono sempre troppo sottomesse, ma lo sono infinitamente meno rispetto alle generazioni precedenti, i rischi per gli uomini, che si credono tutti maschi alfa, aumentano in una misura che fanno fatica a sopportare.
    Allora le donne “poco competitive”, definiamole così in modo largamente improprio ed inelegante, che magari danno poche soddisfazioni ma non pongono troppi problemi, possono diventare interessanti e ricercate: svolgono il loro ruolo, non avanzano eccessive pretese, non sono predatrici e non sono oggetto di preda, danno sicurezza e non richiedono impegno; sono anche noiose e poco intriganti? Tutto nella vita ha un prezzo.

    • Jair 12 novembre, 2015 at 10:03

      aggiungerei che tutti questi maschi alfa hanno anche una terribile paura della solitudine, e piuttosto che accettare i disagi e la malinconia di una vita solitaria, si mettono con una donna qualsiasi che incroci la loro strada, dalla quale poi, per pigrizia e vigliaccheria, non riescono a staccarsi.

    • Fralive 12 novembre, 2015 at 14:28

      La penso come te Tigra, almeno sul primo punto: difficile dare risposta univoca a questa interessante domanda… Allora provo a proporre una risposta diversa dalla tua. Queste donne (che il nostro Sokrates definisce “improponibili”, anche se non mi è chiaro cosa intenda con questo termine) non sempre sono donne docili e rassicuranti, pronte ad accogliere il “loro” uomo con dolcezza, per avvolgerlo in comodi “plaid” di tenerezza e comprensione… Talvolta (e conosco purtroppo amici che ne pagano il prezzo) sono donne invadenti e fredde, indaganti e calcolatrici, sempre pronte a impartire ordini e a imporre regole…
      Sinceramente non capisco perché uomini di valore (e ti garantisco che alcuni che conosco lo sono!) restino lì a sopportare…

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