A- L’ingiustizia è una cosa orribile
B- La cosa più importante è la meritocrazia
C- Solo la solidarietà può cambiare il mondo
B- La gente deve avere la capacità di sacrificarsi
A- L’obbedienza non è più una virtù

Mah…

In un suo racconto, Conrad scrive:

“Credevano nelle loro parole. Ogni essere umano dimostra una certa deferenza rispettosa per certi suoni che è in grado di emettere, come i suoi simili. Invece dei sentimenti la gente non sa proprio niente. Parliamo con indignazione o con entusiasmo; parliamo di oppressione, di crudeltà, di crimine, di pietà, di abnegazione, di virtù, tuttavia non conosciamo che parole, e niente di concreto”.

Abbiamo modo di sapere cosa diciamo?

Certo possiamo studiare, discutere, auto-analizzarci, ma non sono cose risolutive.
Mi viene in mente un fatto capitato diversi anni fa, a casa di mia madre, già ottantenne. Alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo, e disse:

Qua dice che la Moratti ha proposto di adibire in tutte le scuole superiori un’aula destinata alla RIFLESSIONE. Lo studente che sente il bisogno di riflettere potrà utilizzarla liberamente. Secondo te, Sokrates, il ministro avrà almeno il buon gusto di passargli prima uno spinello?”.

Sorrisi, ero orgoglioso di lei.

Voglio sottoporvi una frase che mi ha colpito in un libro di Maugham (cito a memoria):

“L’uomo è assurdo, la natura ci è ostile, ma con un po’ di buon senso e di ironia uno se la può cavare abbastanza bene in questa cosa che è la vita, che poi non ha un gran senso”.

Mah…

Mah…

Damnatio memoriae
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7 comments

  1. andrea contarini 15 novembre, 2016 at 19:11

    Trovo la riflessione di Sokrates ben strutturata: il sasso rimbalza tre volte prima di perdersi nello stagno.

    Inizia con la geniale ironia della frase di Conrad, che mette in ridicolo chi crede di possedere la verità.

    Prosegue sempre tramite l’ironico aneddoto della madre, che mette in luce quanto sia grottesco il piccolo potere di chi ci governa, anche quando vuole mettere in mostra il proprio lato umano. A proposito, è interessante che a denudare il re non sia l’innocenza di un bambino, ma l’acume di un anziano.

    Al terzo rimbalzo, si giunge a interrogarsi sul senso della vita. Anche questa riflessione è divisa in tre parti: la tragicità (l’assurdità dell’uomo e l’ostilità della natura); l’ironia e il buon senso (come strumento del buon vivere); e poi appunto la domanda finale (la “quantità” di senso della vita).

    Alcuni giorni fa, parlavo con un mio carissimo amico, il più intimo. E’ stato operato di un tumore all’inizio di settembre, e quando (dopo l’operazione) è andato dall’oncologo per avere il quadro della situazione, gli è stato detto che la sua “scadenza” era prevista di lì a dodici mesi (più o meno).

    Il mio amico ha detto che stranamente, nonostante il colpo sia stato fortissimo, dopo un paio di giorni si sentiva sereno, non riusciva a capire perché.

    Ci sono cose che ancora gli piacciono molto della vita, è anche innamorato.

    Dice che ha continuato a non capire per un po’, anche perché sa benissimo che l’ultimo periodo sarà pieno di un dolore senza senso (non ci potrà essere guarigione).

    Poi mi ha detto che crede di aver capito perché la serenità gli rimane.

    Quello che tutti “sappiamo”, che prima o poi si muore, in certe situazioni diventa quello che sappiamo sul serio. Tante delle tensioni che si vivono dipendono dal fatto che si pensa di essere immortali. Così si sovraccaricano di senso cose che di senso ne hanno poco.

    Ho trovato il ragionamento convincente e pieno di profonda leggerezza, che poi è la qualità che unisce l’ironia e il buon senso.

  2. nemo 15 novembre, 2016 at 09:21

    Non siamo noi che vogliamo, per forza, dare un senso alla vita? Lo facciamo da quando i Greci scoprirono la Filosofia, cerchiamo di darci una risposta da migliaia di anni e, malgrado ciò, ancora non abbiamo la risposta, quella definitiva, perchè ? Forse, semplicemente, perchè non c’è ! Quindi ripropongo la domanda iniziale, non siamo noi che vogliamo dare per forza un senso alla vita, per il nostro interiore bisogno di risposte ? Il dono della vita è il mistero che ci attira, perchè ci sono, perchè non sono nato animale o pianta, perchè….

  3. Genesis 14 novembre, 2016 at 18:02

    Beh (giusto per rimanere in tema col “Mah…”),

    una vita, qualsiasi vita, deve per forza di cosa avere un senso; senso che, giusto o sbagliato che sia, dal punto di vista che si vuole avere, in merito al fazzoletto di terra natia, in base alla cultura, usi e costumi, ecc ecc, ha bisogno del seguito per, appunto, vivere!

    In Algebra tutte queste si chiamano “variabili”. Più variabili si hanno, più difficoltoso diviene il calcolo del risultato…che, nella fattispecie, è la Vita! Più si rendono variabili le variabili, più si entra nella Statistica Inferenziale, cioè nel più semplicistico “calcolo delle probabilità”. Di questa statistica ne abbiamo viste di cotte e di crude, soprattutto negli ultimi tempi.

    Per tutto ciò, avere un senso nella propria vita, fa si che la si semplifica…

    Mah…forse ho fatto casino!

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