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Mai più muri: in ricordo della caduta del muro di Berlino 9/11/1989 – 2014

Ricordo il 9/11/1989 la conferenza stampa di Gunter Schoboswschi esponente del partito socialista DDR, nella quale vennero annunciate le nuove norme sugli espatrii che per la prima volta potevano essere richiesti liberamente, senza particolari formalità ed essere effettuati in Berlino e in ogni luogo di confine, il tutto incredibilmente da subito. La conferenza stampa trasmessa in diretta, provocava l’uscita di una moltitudine di persone in strada e, tantissime si dirigevano in massa, con ogni mezzo verso i varchi di frontiera. Seguivano scene di gioia collettiva, grida, baci, abbracci, balli, festeggiamenti. Una esplosione di gioia pura, la curiosità e la voglia di vedere cosa ci fosse oltre cortina, di respirare a pieni polmoni l’aria della libertà A Berlino dove correva la lunga linea del muro, si leveranno ottomila palloni di un bianco luminoso a significare la vittoria della luce sull’oscurità, della libertà sull’oppressione e la restrizione. La libertà è il brodo primordiale della civiltà umana, è lo spazio vitale nel quale si esplica l’esistenza degli individui, permettendo loro una piena realizzazione. Caduto il presidio fisico, la cortina invalicabile eretta dalla guerra fredda, certo molti gravi problemi sono rimasti irrisolti, ma è indubbio che si sia rimesso in moto il cammino della storia verso nuove trasformazioni e nuovi più stabili equilibri.

A lungo la storia è rimasta ferma dietro il muro fremendo. La lunga attesa non è stata indolore poiché sangue innocente è stato versato insieme ad un caro tributo fatto di vite oppresse, sacrificate, talvolta spezzate. A ben vedere anche la caduta con la conseguente distruzione di certezze esprime un dolore. Si è trattato di un dolore necessario, ineliminabile siccome connaturato e insito in ogni passaggio cruciale della storia. Nel futuro è auspicabile che nessuna goccia di sangue umano innocente sia più necessaria per scrivere la parola “Libertà” e, che come sacrificio individuale non venga più richiesta agli individui la rinuncia alla propria unica e irripetibile esistenza. L’unificazione pur avvenuta senza guerra, non è stata una operazione indolore e deve essere ritenuta ancora in fieri. Dalla caduta del muro l’Europa si è modificata, ha allargato i propri confini ricomprendendovi diversi popoli e nazioni che si sono liberamente autodeterminati.

Sulla vecchia Europa gravano però maggiori e ulteriori compiti, ovvero la predisposizione di tutte le energie e le attività finalizzate all’integrazione culturale ancor prima che economica. L’Est si è compenetrato nell’Ovest e, d’ora in poi, non sarà più possibile tracciare la linea di demarcazione ovvero individuare un nuovo confine tra i diversi popoli. La caduta ha travolto le ideologie e i totalitarismi, ha determinato forse l’apparente vittoria del liberismo occidentale sulle economie pianificate e collettivistiche dell’Est, ma ha prodotto un effetto positivo per l’intera Europa. Per la prima volta l’Europa si è interrogata e ha iniziato un processo di revisione critica del proprio modello di sviluppo, privilegiando i temi sociali, la tutela dell’ambiente, peraltro a ciò costretta anche dall’incalzare della crisi economica presto trasformatasi in crisi sociale.

La libertà conquistata impone studio, riflessione, acquisizione di nuove consapevolezze, e soprattutto la costituzionalizzazione di nuovi valori. Il vento di libertà non lo si può fermare e spira in ogni direzione. Ciò è avvenuto lungo la direttrice Est-Ovest del mondo e dovrebbe ora verificarsi lungo l’altra diversa direzione ovvero quella Sud-Nord del mondo. Mentre cadono vecchi muri ci rendiamo conto che non è possibile erigerne di nuovi, poiché sarebbe una lotta impari, uno sforzo dispendioso quanto inutile. Mi riferisco ovviamente al tentativo di erigere una sorta di cordone sanitario, un muro di protezione tra il Nord ricco del mondo e il Sud povero del medesimo mondo, che in modo ancor più pressante, indifferibile e urgente di quanto già avvenuto ad Est, chiede pace, giustizia, libertà nonché il pieno riconoscimento dei diritti individuali e collettivi della persona.

Il vecchio muro caduto di cui vengono conservate porzioni decorate da allegorici murales a futura memoria, il muro distrutto, fatto a pezzi e divenuto agognato oggetto di souvenir, deve rimanere testimonianza del passato e monito per il futuro affinché non vengano più eretti muri divisori in qualsiasi ambito. Il mondo è un unicum composto di infinite parti connesse e interdipendenti, non vi possono essere artificiali compartimenti stagni o isole lontane non raggiungibili. Dunque nessun muro è possibile erigere tra il Nord ricco e il Sud povero, tra libertà e oppressione, tra salute e malattia. Spero che tanti ideali palloni luminosi si levino in alto lungo i confini tra il Nord e il Sud del mondo a significare che finalmente a tutti è concesso di vivere nella luce della libertà.

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4 comments

    • DareioS 16 novembre, 2014 at 19:16

      Mi conforta il fatto che i muri come tutte le cose umane non sono per sempre. Nei periodi di transizione e di paura vengono eretti forse troppi muri ma il progresso dovrebbe deporre per un loro progressivo abbattimento. Vi ricordate? Ad un certo punto il feudalesimo è finito e con esso l’economia inframuraria cessate le esigenze di difesa e con lo sviluppo dei commerci le cinte murarie si sono aperte dando vita ad una nuova civiltà.

  1. Kokab 15 novembre, 2014 at 01:28

    i muri sono fatti (anche) per essere abbattuti, ma se il muro di berlino, senza scomodare l’idea di libertà, separava la povertà dalla ricchezza, il muro che separa il nord dal sud del mondo, virtuale ma non per questo meno concreto, separa la ricchezza dalla povertà, e mentre a berlino il piccone ce l’avevano quelli che stavano dentro, qui ce l’hanno in mano quelli che stanno fuori.
    penso che alla fine vinceranno gli assedianti, e non ne sono affatto dispiaciuto, se non mi imporranno visioni del mondo inaccettabili, nell’improbabile caso che succeda nell’arco della mia vita, ma l’abbatimento di questo muro non sarà incruento, e non ci saranno alla fine due folle festanti, ma solo vincitori e vinti.
    e pochissima ideologia tantodietro la vittoria quanto dietro la sconfitta.

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