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Nominare Forrest Gump giudice alla Corte Suprema

La nomina di Brett Kavanaugh è una vittoria per gli “originalisti”. Il giudice scelto da Trump appartiene a un gruppo di pensatori conservatori che credono in una rigorosa interpretazione testuale della costituzione. È preoccupante.

 

di Jill Abramson
(The Guardian)
Traduzione Redazione Modus

 

 

Ed Meese è la ciliegina sulla torta.
All’esordio orchestrato da Trump, in prima serata TV, della nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema degli Stati Uniti, l’ex procuratore generale Meese, di 86 anni, è stato uno dei primi dignitari che il Donald ha sfoggiato davanti alle telecamere. Meese, il braccio destro di Ronald Reagan, californiano, è il padrino dell’ “intento originale”, pazzoide teoria legale di destra che, se Kavanaugh verrà confermato, sarà sancita nei decenni a venire. Per la prima volta da quando Reagan ha iniziato ad accatastare nella corte gli “originalisti” come il defunto giudice Antonin Scalia, questi, se Kavanaugh sarà confermato, avranno una solida e lunga maggioranza.

 

  Ronald Reagan con Ed Meese, Trump, Ed Meese alla nomina di Brett Kavanaugh.

 

La nomina di Kavanaugh, che non ha stupito nessuno, è un’enorme vittoria per gli “originalisti”, pensatori legali conservatori che credono in una rigorosa interpretazione testuale della costituzione. Questi credono nella necessità di aderire all’intento degli artefici della costituzione, uomini bianchi la cui visione riflette le realtà del XVIII° secolo, sul cui pensiero gli “originalisti” credono di avere una capacità unica di divinizzare.
Vari studiosi di giurisprudenza, tra cui Cass Sunstein di Harvard, hanno demolito l’approccio “originalista”, mostrando come la cosiddetta rigida costruzione della costituzione possa essere usata per giustificare decisioni terrificanti e retrograde come la messa al bando dei contraccettivi, la discriminazione contro donne e neri e per annullare le protezioni ambientali. L’ “originalismo” anima la carriera legale di Kavanaugh e infonde le sue 300 opinioni legali. Non è uomo prudente o di principio, come sostengono i suoi sostenitori. È un radicale e per giunta retrogrado.

È per questo che energumeni della destra come Sean Hannity, che avrebbe preferito sostenere un altro candidato, Amy Coney Barrett, stavano facendo salti di gioia per Kavanaugh dopo l’annuncio di Trump.
Gli “originalisti” spesso si rivelano ipocriti. Rappresentano i difensori conservatori della costituzione e poi si muovono in nuove e selvagge direzioni. Ciò si è palesato quando Kenneth Starr, il vecchio capo di Kavanaugh, esagerò e  cercò di mettere sotto accusa l’ex presidente Bill Clinton per una volgare relazione con una stagista della Casa Bianca.

 

Trump e Kavanaugh all'ufficializzazione della nomina

 

Analizzando il passato di Kavanaugh, è necessario conoscere meglio la sua posizione sulle radicali restrizioni delle libertà civili volute dall’ex presidente George W Bush dopo l’11 settembre 2011, da sempre vere pietre angolari della costituzione. In che modo questo giovane “originalista” ha giustificato politiche talmente zelanti come la tortura e le detenzioni illegali quando era segretario del personale di Bush? Sicuramente, i fondatori della Costituzione sarebbero accigliati.

Naturalmente, gli “originalisti” sono inaffidabili quando si tratta dei diritti delle donne, dal momento che i fondatori erano silenti nel concedere potere al genere femminile. Ci sono stati resoconti brillanti del tirocinio di Kavanugh per il giudice Anthony Kennedy, ma poco si è detto del suo soggiorno nelle camere del giudice Alex Kozinski della California, le cui rampanti molestie sessuali contro le donne l’hanno costretto a ritirarsi improvvisamente lo scorso anno. Roe v Wade è un anatema per la maggior parte degli “originalisti”. L’incrollabile opposizione attesa dai gruppi femminili e le possibili defezioni di senatori repubblicani come Lisa Murkowski e Susan Collins aiutano a spiegare i peana della Casa Bianca del lunedì sera alla madre, alla moglie, alle figlie di Kavanugh e alla squadra di basket femminile  che egli allena.

 

 

                          Il giudice uscente Anthony Kennedy,
           le cui dimissioni aprono la nomina ad un seggio della Corte Suprema.

 

Secondo Adam Liptak, il sempre-saggio corrispondente del New York Times che segue la corte, Kavanaugh “ha scritto innumerevoli decisioni applaudite dai conservatori su argomenti come il secondo emendamento, la libertà religiosa, la finanza delle campagne elettorali. Questi hanno poi particolarmente apprezzato le sue vigorose opinioni ostili alle agenzie amministrative, una preoccupazione centrale del moderno movimento legale conservatore “.

Quando Trump si dimenava a destra e a manca sul chi scegliere per la nomina, il dissenso legale espresso da Kavanaugh quando attaccò l’Ufficio per la Protezione Finanziaria dei Consumatori e promosse la nozione di una presidenza onnipotente deve averlo sicuramente confortato nell’additare l’ambizioso conservatore.

Per prevenire la tirannia e proteggere la libertà individuale, gli artefici della costituzione hanno separato i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario del nuovo governo nazionale“, ha scritto Kavanaugh. “Per salvaguardare ulteriormente la libertà, i padri della Costituzione hanno insistito sulla responsabilità per l’esercizio del potere esecutivo. I fondatori hanno depositato la piena responsabilità del potere esecutivo in un presidente degli Stati Uniti, che è eletto e responsabile nei confronti del popolo “.

Un’altra fonte di conforto era sicuramente il fatto che Kavanaugh, partendo dal suo passato lavoro per Starr, ha modificato le sue opinioni in un articolo del 2009 e ha deciso che i presidenti non dovrebbero essere distratti dal fare il loro lavoro da fastidiosi procedimenti legali.

Fin dall’inizio, ho pensato che Kavanaugh sarebbe stata la scelta di Trump. Il suo aspetto da macho perfetto, i suoi perfetti pedigree accademici, il suo pieno appoggio dalla Federalist Society tutta in fila. Ancor più indicativo, una volta mentre guardava Hillary Clinton in TV la chiamò “cagna”, secondo lo scrittore David Brock che ne fu testimone.

Per Trump, sapere di questa uscita dev’essere stata la vera ciliegina sulla torta.

 

 

 

 

Il Senatore Chuck Schumer, New York, capo della minoranza democratica al Senato

 

Trump ha scelto Brett Kavanaugh come “barriera” per l’inchiesta russa – il senatore Chuck Schumer ha detto che Kavanaugh avrebbe protetto Trump nel caso in cui l’indagine su Mueller fosse finita davanti alla corte suprema.

 

di Lauren Gambino
(The Guardian)
Traduzione Redazione Modus

 

Il leader della minoranza del Senato, Chuck Schumer, ha una teoria sul perché Donald Trump si sia convinto sul giudice Brett Kavanaugh. Martedì ha detto che Trump è “preoccupato” per l’indagine sulla collusione russa nelle elezioni del 2016 e crede che Kavanaugh possa servire da “barriera” se l’inchiesta finisse davanti alla Corte Suprema.

Interpretando il tutto come una brutale battaglia per confermare la sostituzione del giudice Anthony Kennedy, Schumer ha detto che Kavanaugh dovrà aspettarsi, per essere confermato, di affrontare domande difficili sui suoi scritti precedenti che sostengono che i presidenti in carica dovrebbero essere esenti da cause legali e indagini penali.

Perché è rimasto con Kavanaugh?” Ha detto Schumer in una conferenza stampa al di fuori della Corte Suprema martedì. “Perché è preoccupato che il signor Mueller andrà in tribunale e chiederà che il presidente venga citato in giudizio e chieda di fare altre cose necessarie per portare avanti le indagini, e il presidente Trump sa che Kavanaugh sarà una barriera per impedire che le indagini vadano avanti“.

Prima che Trump avesse finito di presentare la sua scelta, gli attivisti fuori dalla Corte Suprema stavano già sventolando i cartelli che dicevano “Stop Kavanaugh”.

 

 

Il Senatore Bernie Sanders e attivisti contro la nomina di Kavanaugh davanti all'edificio della Corte Suprema

 

I democratici del Senato hanno poche opzioni per far deragliare la nomina di Kavanaugh, ma alcuni si uniranno agli attivisti per denunciare al popolo americano che la conferma di Kavanaugh potrebbe proteggere Trump da cause civili e indagini criminali.

In un articolo del 2009 per il Minnesota Law Review, Kavanaugh ha sostenuto che il presidente dovrebbe essere esonerato da “cause e distrazioni” di cause legali e indagini, che avrebbero “paralizzato il governo federale, rendendolo incapace di funzionare con credibilità in contesti internazionali o nazionali “.

Nel pezzo non suggerisce che la Corte Suprema debba interpretare l’autorità esecutiva in modo diverso. Piuttosto, attinge dalla sua esperienza nel lavoro per il procuratore indipendente Ken Starr, la cui zelante indagine su Bill Clinton portò ad una raccomandazione per l’impeachment, oltre che dalla sua attività come principale sostenitore della Casa Bianca di Bush, per affermare che il Congresso dovrebbe approvare una legge che esoneri il presidente da procedimenti penali e indagini mentre è in carica.

I democratici martedì hanno chiarito che questo sarebbe stato il punto centrale delle loro critiche a Kavanaugh, dato il rilievo per le sfide legali che Trump ha affrontato su diversi fronti.

Sapevamo che con uno qualsiasi dei 25 candidati (nell’elenco dei possibili nominati da Trump) l’assistenza sanitaria, la salute delle donne e il diritto d’aborto sarebbero stati centrali“, ha detto Schumer riferendosi a una lista di giudici conservatori redatta dalla Heritage Foundation e dalla Federalist Society. “Ma Kavanaugh apporta una nuova importanza alla questione dei confini del potere esecutivo“, ha aggiunto.

Trump sta affrontando una causa intentata da Summer Zervos, ex concorrente al reality “The Apprentice”, la quale ha dichiarato che l’ex-conduttore, ora presidente, l’aveva molestata e baciata. Il mese scorso, un giudice ha aperto la strada alla deposizione di Trump.

 

         Tre donne che stan facendo causa a Trump:
da destra, Summer Zervos, Karen McDougal, e Stormy Daniels.

 

Nel frattempo, il procuratore speciale Robert Mueller è in trattative con gli avvocati di Trump per una richiesta di audizione al presidente, nel quadro delle sue indagini sulla possibile collusione tra la Russia e la campagna di Trump durante le elezioni presidenziali del 2016 – una situazione di stallo che potrebbe finire davanti alla Corte Suprema.

 

 

 

 

 

 

Se Trump contesta l’ordine costituzionale, il giudice da lui nominato lo difenderà? C’è di più in gioco nella nomina di Kavanaugh alla Corte Suprema rispetto al futuro dei diritti all’aborto o all’azione positiva (affirmative action). Basta guardare la Polonia per averne prova.

 

di Lawrence Douglas
(The Guardian)
Traduzione Redazione Modus

 

I conservatori sono giustamente giubilanti per la scelta di Brett Kavanaugh – pupillo di Kenneth Starr, attivo conservatore e giudice d’appello federale – per sostituire il giudice uscente Anthony Kennedy alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Se i repubblicani non avessero bloccato ostinatamente il candidato alla Corte Suprema di Obama, Merrick Garland, nel 2016, la scelta di Kavanaugh sarebbe stata meno consequenziale. Garland, un centrista eminentemente qualificato, concluderà il suo secondo anno come giudice associato alla Corte Suprema. Fosse stato confermato una maggioranza progressista-centrista di Breyer, Kagan, Ginsburg, Sotomayor e Garland ora controllerebbe la corte.

Invece, stiamo ora esaminando la possibile maggioranza di cinque uomini, Thomas, Alito, Roberts, Gorsuch e Kavanaugh. Questo costituirà il blocco più conservatore dei giudici sin dai primi anni dell’amministrazione di Roosevelt, quando un gruppo di giudici abbatté pezzi cruciali della legislazione del New Deal progettata per alleviare la sofferenza di milioni di persone durante la Grande Depressione.

 

 

             L'attuale Corte Suprema degli Stati Uniti,
 il giudice Kennedy, uscente, è il secondo da sinistra in prima fila.

 

 

A cementare questo blocco conservatore è Clarence Thomas (nominato da Bush pater e confermato con grandi difficoltà e malgrado accuse di molestie), più ideologo che giurista, rigido e (spesso) amareggiato, al punto che sembra nutrire un rancore personale contro le cause progressiste; e Alito, un giurista minuzioso le cui opinioni mostrano più preoccupazione per l’ostracismo sociale sopportato dai conservatori che con l’odio diretto contro le coppie gay.

Trump gongolerà dando a sé il merito di questa forte oscillazione verso destra, ma il vero fautore è Mitch McConnell, il leader della maggioranza repubblicana del Senato. Fu McConnell che, nei giorni successivi alla morte di Antonin Scalia, elaborò lo stratagemma per negare al Giudice Garland un’udienza e così sconvolse il processo costituzionale con cui il presidente nomina le persone alla Corte Suprema. Avendo abbandonato ogni pretesa di governance basata sui principi, McConnell sfidò gli elettori a far pagare a lui e al suo partito un prezzo politico per questo atto di sfida costituzionale. Invece è stato profumatamente ricompensato con un presidente che personalmente disprezza ma che considera un utile veicolo per trasformare la magistratura federale.

Tuttavia, la vittoria di McConnell potrebbe non essere quella di Trump. Mentre presentava Kavanaugh alla Casa Bianca, Trump ha usato, in modo retorico, parole vacue sullo stato di diritto, sull’indipendenza giudiziaria e sulle restrizioni costituzionali al potere – quei stessi valori che offende e mina per la maggior parte del tempo.

In Polonia, un altro governatore di inclinazioni autoritarie, Jaroslaw Kaczynski, leader del Partito “Diritto e Giustizia”, ha lanciato un attacco frontale alla Corte Suprema d’appello di quella nazione. Riducendo l’età di pensionamento obbligatoria dei giudici a 65 anni, Kaczynski mira a accatastare la corte con politicanti non qualificati e lealisti di partito. Il presidente della Corte Suprema Malgorzata Gersdorf, che ha 65 anni, si è rifiutata di dimettersi dichiarando: “Lo sto facendo per difendere lo stato di diritto e per testimoniare la verità sulla linea tra la costituzione e la violazione della costituzione “.

 

Il presidente della Corte Suprema polacca Malgorzata Gersdorf

 

L’esperienza della Polonia ci ricorda che c’è di più in gioco nella nomina di Kavanaugh alla Corte Suprema americana rispetto al futuro dei diritti all’aborto o all’azione positiva, due questioni cruciali per il pubblico statunitense. Questo tribunale si troverà ad affrontare domande tra le più gravose: se un presidente può ignorare un mandato di comparizione; se un presidente può perdonare se stesso ed auto-concerdersi la grazia; se un presidente insediato può essere incriminato. Tali questioni, qualora dovessero essere risolte, metteranno in discussione la legittimità della corte come custode dell’ordine costituzionale.

Questi sono i problemi con cui testare l’idoneità di Kavanaugh come giudice. Anche se è vero che Kavanaugh ha pubblicato un articolo circa un decennio fa sostenendo che i presidenti dovrebbero essere esenti da cause “che potrebbero oltremodo occupare il loro tempo e creare distrazioni“, ha anche sostenuto l’idea di ridurre drasticamente la portata del privilegio esecutivo. In effetti, la stessa documentazione che rende Kavanaugh profondamente disgustoso per i democratici – i suoi anni dedicati ad attaccare il presidente Clinton – suggerisce che potrebbe avere una tolleranza limitata per gli sforzi di Trump nel denigrare e sconfiggere i processi costituzionali.

Nel Federalista N°78, Alexander Hamilton descriveva memorabilmente la Corte Suprema come il “ramo meno pericoloso”. Mancando il potere sia della spada che della borsa, la più preziosa dotazione della corte rimane la sua legittimità – la percezione che il ramo del suo governo è in gran parte isolato dalla mischia politica, e può operare come difensore neutrale della costituzione.

La neutralità, ovviamente, è la caratteristica che più innervosisce il presidente Trump. Qualsiasi persona, organizzazione o istituzione che cerchi di valutare in modo neutro il suo esercizio di potere diventa l’oggetto immediato della calunnia e degli insulti del presidente. Kavanaugh, possiamo sperare, lavorerà per resistere a chi lo nomina e per preservare quella neutralità.

 

 

 

 

 

 

 

sinistra

 

 

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