attualità

Non avrete il mio odio

(NdR)
La moglie gliel'hanno ammazzata durante gli attentati di venerdì scorso a Parigi, ma Antoine
Leiris non ha intenzione di aprire il suo cuore all'odio per quelli che gliel'hanno portata
via, "l'amore della sua vita". Questo marito e padre addolorato ha sfidato i terroristi senza
usare esplosivi. Solo con una dichiarazione d'amore e di vita regalata a un post su Facebook
che ha raccolto, mentre si scrive, più di 75mila condivisioni. 

SPE 171115-61

 

Venerdì sera avete rubato la vita di un essere di eccezione, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

 

Allora no, non vi farò il regalo di odiarvi. Lo meritereste, ma rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che abbia paura, farmi guardare i miei concittadini con un diffidenza, che sacrifichi la mia libertà per la mia sicurezza. Avete perso. “Même joueur joue encore”.

 

L’ ho vista stamattina. Infine, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è partita quel venerdì sera, bella come quando me ne innamorai perdutamente, più di 12 anni fa. Naturalmente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso di anime libere a cui voi non avrete mai accesso.

 

Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. D’altronde non ho più tempo da dedicarvi, devo raggiungere Melvil, che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi, mangerà la sua merendina come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni, e durante tutta la sua vita questo bimbo vi farà l’affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete neanche il suo odio.

 

 

SPE 171115-56

 

 

Il testo originale

SPE 171115-57

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3 comments

  1. Luistella 18 novembre, 2015 at 15:43

    Non so se mi sarei comportata in questo modo, non voglio nemmeno pensarci. Credo che l’odio profondo verso costoro ,sarebbe il sentimento unico che proverei. E mi devasterebbe più ancora del male fattomi, anche perchè come potrei far provare ai carnefici ciò che ho provato, dal momento che sono un nemico quasi invisibile, costituito da tante persone che sbucano dall’ombra?!. Ma di fronte a questo signore non c’è da far altro che dimostrargli in silenzio, il massimo rispetto, a testa china, come fanno in Giappone. Egli tra l’altro , vuole privare gli assassini della soddisfazione di rovinare più di quanto abbiano già fatto, la sua vita futura e soprattutto quella del figlio. In un certo modo mi ricorda un pò l’eroico papà del film di Benigni, ne “La vita è bella”.

  2. Tigra 18 novembre, 2015 at 09:34

    In casi del genere ognuno reagisce con la sua sensibilità e la sua coscienza, e per questo non credo si possa giudicare la reazione di nessuno, tanto meno che deve affrontare la prova realmente e non astrattamente.
    Per la mia coscienza in quel casso l’odio sarebbe un sentimento naturale e conseguente, e per me anche assolutamente sano. Per me.

  3. nemo 18 novembre, 2015 at 09:07

    Bella e struggente lettera, non so se , nelle stesse condizioni io sarei stato capace di scriverla, lo confesso, pur essendo una persona che cerca sempre di comprendere, a differenza di molti cerco di spiegarmi le ragioni di certi atti, sono anche una persona che ha dei sentimenti e, sopratutto, risponde alle pulzioni che certe situazioni scatenano. No, non parlo di odio, questo lo lascio ai delinquenti, parlo di sete di giustizia che rasenta, lo confesso la vendetta, non sono un seguace di religioni perdoniste, non sono un santo, sono un uomo e come tale rispondo alla prima delle reazioni che ha l’uomo, la rabbia per ciò che è accaduto la rabbia perchè è incomprensibile, la rabbia perchè ci hanno rubato la vita di tante persone, sia chiaro non solo quelle di Parigi che tanta impressione ha fatto, anche quelle dell’aereo russo, fino ad ora sconosciute, nessuna foto ce le ricorda, la rabbia per i morti in Nigeria, la rabbia per le donne rapite e stuprate in quei posti. Ecco perchè dico, ti ammiro, non sarei stato capace di scrivere quello che hai scritto.

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