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L’oracolo di Gallipoli

Nella storia antica, particolarmente in quella greca, si fa spesso riferimento a persone e/o località ove regnanti e generali si recavano prima di prendere una decisione importante (spesso legata a vicende belliche) per ottenere una profezia benaugurante oppure un segnale di sciagura, su cui poi basare la decisione più appropriata da prendere.

 

La tradizione ci dice che questi oracoli, di norma, davano responsi a domanda, cioè, colui che voleva ricevere una profezia, si recava nel luogo (ritenuto sacro) ove per bocca di un essere umano prescelto, la divinità avrebbe consegnato il suo vaticinio (spesso da interpretare) sullo sviluppo degli eventi.

Passano i secoli, tramontano le tradizioni, la comunicazione si velocizza, ed anche le modalità si evolvono; accade così che l’oracolo non da risposte, ma lancia profezie e lo fa, ça va sans dire, a mezzo stampa.

In realtà anche la localizzazione geografica è del tutto approssimativa perchè, determinata la località di provenienza dell’oracolo, esso si manifesta nei palazzi romani e lo fa con la precisione chirurgica di chi la sa lunga, ma parla solamente quando è il momento opportuno di farlo.

 

Dunque, l’oracolo di Gallipoli trapiantato a Roma, rilascia una dichiarazione alla stampa nella quale afferma che, finalmente, si avvicina il momento in cui l’attuale Presidente del Consiglio sarà travolto dagli eventi, non già politici, ma giudiziari e, come suo costume, questo dice e qui si ferma.

Trascurabile il fatto che l’inutile Vittorio Feltri abbia fatto da immediato contraltare, pronto, con martello e scalpello, a scolpire la lapide; ma c’è davvero ancora qualcuno che lo legge?

 

Dati i precedenti, anzi il precedente, avutosi con l’anticipazione sulle grane giudiziarie di Berlusconi in seguito alle sue pulsioni ormonali (puntualmente verificatesi, le grane intendo), laddove l’oracolo ha terminato la profezia, la stampa ha iniziato ad elencare tutte le possibili cause o concause della caduta del Governo Renzi e, manco a dirlo, c’è finito di tutto, dal Monte dei Paschi alle intercettazioni di telefonate tra lui e Adinolfi (quando disse quelle frasi non proprio lusinghiere su Letta), per arrivare alla vecchia questione del TFR da lui percepito per un presunto inquadramento “artificioso” nell’azienda del padre e terminare, quindi, con la questione sicuramente più importante, legata alle rivelazioni di mafia capitale e sul Cara di Mineo nelle quali Renzi in prima persona non pare entrarci, ma la tenuta del Governo si, a causa dell’evidente coinvolgimento (che se dimostrato non potrà non avere conseguenze) di esponenti di spicco del PD e di NCD.

All’oracolo ovviamente non interessa molto il fatto che molti degli esponenti del PD coinvolti facciano parte organica del partito da tempo immemorabile e francamente, anche la difesa di Marino appare oggi sempre più debole: quando governi da più di un anno, un po’ di mele marce le devi trovare da te senza che siano sempre i giudici a fare il lavoro sporco.

 

 

E qui sorge l’annosa questione: l’azione rottamatrice di Renzi è stata limitata dall’oggettiva debolezza politica di un Governo costretto a fare la conta giorno dopo giorno per sapere se riesce a governare, oppure c’è una patologia da cui Renzi è affetto come tutti gli altri prima di lui ed il verbo “volere” incide più di quello “potere”?

Non sappiamo al momento quanto la gravità della situazione potrà influire sul Governo del Paese ma è evidente che se Renzi ultimamente sta spingendo su temi così populisti che di più non si può, come l’eliminazione delle tasse sulla casa e la riduzione tout court della tassazione generale già a partire dall’autunno prossimo, senza che le condizioni economiche del Paese sembrino giustificare tanto ottimismo, probabilmente qualcosa bolle in pentola.

Alla base di tutto l’evidente contraddizione di un Governo nato in modo anomalo e vissuto sui fragili equilibri dovuti ad un partito di maggioranza che in parte si allinea frequentemente alle opposizioni più accese, ed un’opposizione che spesso finisce per sostenere le scelte del Governo.

Matteo Renzi ostenta ottimismo e, pur tra mille difficoltà, è riuscito, sino ad ora, a far passare provvedimenti di legge piuttosto impopolari, andando ad inimicarsi buona parte dell’elettorato del PD (scuola e dipendenti pubblici in primis) senza che il ricambio nell’elettorato di riferimento sia ancora evidente, specialmente da un punto di vista quantitativo.

 

Probabilmente siamo giunti al punto in cui una verifica è necessaria ma, forse, il quadro incompiuto delle riforme non crea le condizioni migliori perchè ciò avvenga; sarà quindi determinante vedere se e come agirà, una volta ancora, la Magistratura. Resta infatti in mezzo al guado sia la riforma istituzionale che quella elettorale, con un Parlamento che potrebbe essere regolato con due sistemi elettorali diversi tra le due Camere ed una situazione politica che induce a considerare come altamente probabile un quadro post elettorale in cui nessun partito riesca da solo a governare, e la necessità, quindi, di formare coalizioni eterogenee per la cui formazione, serve più la fantasia che la logica.

Per quanto riguarda l’oracolo di Gallipoli, è ovvio che dal “tanto peggio, tanto meglio”, non possa che trarre la sua tradizionale linfa vitale; d’altronde, da quando in un oscuro bi-locale virtuale ha perduto una delle sue virginali capacità, vive solo nel livore.

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3 comments

  1. nemo 9 settembre, 2015 at 09:31

    Mi iscrivo tra coloro che rimasero fulminati sulla via di Damasco, in senso metaforico. Avevo una grande stima perchè gli riconoscevo quella lucidità e capacità di analisi che , negli anni della DC imperante e seguita dal berlusconismo, obbligarono la classe politica a modificare i propri schemi. Mi fece piacere quando, per tacitare i giornali del padrone di mediaset, lasciò l’appartamento che occupava, ma debbo fermarmi. Mi deluse quando aderì alla guerra di aggressione contro la Serbia, la scusa lo sappiamo fu quella Albanese, mi deluse quando si fece incaprettare, come una vittima sacrificale nella Bicamerale da lui presieduta. Oggi mi delude ancor di più. Non vedo quella mente analitica, che a suo tempo apprezzai, oggi quella mente pare offuscata dal risentimento di vedersi sorpassato , offuscato messo in un angolo da un “puer” un ragazzo che fino a ieri si poteva solo immaginare potesse, e dovesse, pulirgli le scarpe ! La via del tramonto è sempre una via che si percorre nel buio, non esiste un tramonto illuminato, forse vittorioso. Eppure c’è modo e modo di percorrerlo, c’è quello del saggio che distribuisce il proprio bene supremo, la saggezza, gratuitamente. C’è quello del rancoroso che non smette mai di evidenziare gli errori che, secondo lui, vengono fatti c’è quello, patetico di chi non si rende conto che il suo tempo è passato , lo sta salutando con la manina che una volta si applicava nel lunotto posteriore della macchina e che ti salutava beffardamente sorpassandoti. Immagine triste ma che rende l’idea, addio vecchio leone, se mai lo sei stato, addio nel ricordo che nessuno, a questo mondo ha la verità in tasca , essa viene cercata da secoli, da quando l’uomo ha costruito intorno a se quella che oggi chiama società e che, ogni volta, la demolisce nella convinzione che la nuova sia migliore e più democratica della vecchia, ma , è questo il paradosso, ogni volta riproduce quello che ha demolito.

  2. Tigra 7 agosto, 2015 at 15:07

    Ci sono due passaggi che mi sembrano particolarmente interessanti, quello relativo alla debolezza del governo permanentemente sfiduciato da parte della maggioranza e soccorso dall’opposizione, e qello relativo all’attuale eccesso di populismo di renzi, che promette riduzioni fiscali del tutto inverosimili.
    Il quadro si chiarirà probabilmente a settembre, quando vedremo se le riforme andranno in porto o se saranno affossate, e nel secondo caso capiremo anche che tipo di Presidente della Repubblica sarà Mattarella.
    Per quanto riguarda invece l’oracolo di Gallipoli, vorrei far notare che condivide alcuni tratti caratteriali con Renzi, e pur condividendo il fatto che stia probabilmente giocando al tanto peggio tanto meglio, io non ne sottovaluterei la scaltrezza e la levantina intelligenza.

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