le storie

Panama: come nacque un paradiso fiscale

 

Come un presidente degli Stati Uniti e JP Morgan crearono Panama: e lo trasformarono in un paradiso fiscale

Nel 1903 gli Stati Uniti imposero prepotentemente alla Colombia di rinunciare alla provincia che diventò lo Stato di Panama. Il piano era quello di creare una nazione per servire gli interessi di Wall Street.

 

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di Ed Vulliamy
(Traduzione Redazione Modus)

Panama: come nacque un paradiso fiscale

Questa storia va molto indietro nel tempo. Lo stato di Panama fu originariamente creato per servire i ricchi e gli egoisti di questo mondo – o meglio i loro antenati in America – quando il 20° secolo era appena nato.

Panama fu creato dagli Stati Uniti per motivi commerciali puramente egoistici, proprio su quella cerniera storica tra la fine imminente della Gran Bretagna come grande impero globale, e l’ascesa del nuovo impero americano.

 

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Theodore Roosevelt in un sopralluogo del cantiere del canale

 

Lo scrittore Ken Silverstein lo descrive con stimabile semplicità in un articolo per la rivista Vice due anni fa: “Nel 1903, l’amministrazione di Theodore Roosevelt creò il paese dopo aver applicato la prepotenza verso la Colombia al fine di sottrarle quella che allora era la provincia di Panama. Roosevelt agì su ordine di diversi gruppi bancari, tra cui JP Morgan & Co, che fu nominato come ‘agente fiscale’ del paese e responsabile della gestione dei $10 milioni in aiuti che gli Stati Uniti si erano precipitati ad inviare verso la nuova nazione. “

Il motivo, ovviamente, era quello di ottenere l’accesso al canale ed il suo controllo attraverso l’istmo di Panama, che sarebbe stato poi aperto nel 1914 per collegare i due grandi oceani del mondo, ed il commercio che li solcava.

 

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John Pierpoint Morgan trattenuto dal colpire un fotografo col suo bastone

 

L’elite panamense aveva ben presto capito che il suo futuro sarebbe stato più lucroso nell’accogliere i lontani ricchi che dall’essere parte del Sud America. Le rendite pagate all’erario colombiano dalla Panama Railrooad Company erano ben maggiori di quanto Panama avrebbe mai avuto da Bogotà, ed è probabile che la provincia avrebbe scelto la secessione in ogni caso – se non fosse stato firmato un trattato nel Settembre del 1902 secondo il quale gli americani avrebbero costruito un canale con dei termini che, come dice il principale storico del paese in lingua inglese, David Bushnell, “rispecchiavano con precisione quanto fosse debole la posizione contrattuale del negoziatore colombiano”.

La Colombia era a quel tempo lacerata da quello che la sua stessa storia definisce come i “mille giorni di guerra” tra i partiti Liberale e Conservatore Storico. Panama fu uno dei campi di battaglia delle ultime fasi di quella guerra.

 

 

Il trattato del canale fu seguito da lì a poco dalla “rivoluzione di Panama”, guidata da un promotore francese dei lavori, oltre che sostenuta da ciò che Bushnell definisce “l’evidente complicità degli Stati Uniti” – e fu aiutata dal fatto che i termini della Trattato proibivano a truppe colombiane l’intervento per sopprimerla, onde non disturbare il libero transito delle merci.

Il collegamento Roosevelt / JP Morgan nella creazione del nuovo stato era diretto. Le scartoffie degli americani furono redatte da un avvocato, William Cromwell, del partito repubblicano vicino all’amministrazione che agì come consulente legale per JP Morgan.

 

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JP Morgan portò le banche americane a trasformare gradualmente Panama in un centro finanziario – rifugio per l’evasione fiscale ed il riciclaggio di denaro – così come in un passaggio per la navigazione, con la quale queste pratiche sono state fin dall’inizio intrecciate quando Panama ha cominciato registrare navi straniere per caricare combustibili per la Standard Oil company, al fine di evitare alla società passività fiscali negli Stati Uniti.

Risucchiato in scia della Standard Oil, Panama cominciò a sviluppare il suo sistema labirintico di Società esentasse – soprattutto per quanto riguarda il Registro Mercantile – con l’aiuto e la guida di Wall Street, proprio mentre gli Stati Uniti e l’Europa cadevano nella Grande Depressione. Il Registro, ad esempio, accoglieva con piacere le navi passeggeri felici di servire alcol durante il proibizionismo.

Nel suo libro fondamentale sulle giurisdizioni off-shore, Treasure Islands (Isole del tesoro), Nicholas Shaxson cita una lettera del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Henry Morgenthau in cui lamenta con un omonimo di Theodore Roosevelt, Franklin D. Roosevelt,  “condizioni così gravi da rendere necessaria un’azione immediata”. Egli denuncia evasori fiscali che ricorrevano a “tutti i tipi di dispositivi “ in luoghi in cui “le tasse sono basse e le leggi sulle società molto permissive”, citando Panama e le Bahamas.

Il libro di Shaxson poi ripercorre l’abbandono da parte dell’America di qualsiasi reticenza nel nascondere denaro: “Nel mentre che questa espansione offshore si è accelerata, altrettanto ha fatto l’erosione interna  dell’America.”

Così, negli anni 70, quando il governo degli Stati Uniti aveva stretto le maglie all’evasione fiscale, Panama è passato a quel tipo di servizio completo che abbiamo visto confermato la scorsa settimana (la pubblicazione delle Panama Papers, N.d.R.). I depositi bancari erano saliti, dai piccoli inizi nel 1970, a $50 miliardi nel 1980, secondo il Tax Justice Network. E questo era solo l’inizio, un piccolo cambiamento.

Allo stesso tempo, due trattati furono firmati nel 1977: quello che diede carta bianca militare agli Stati Uniti per difendere il canale, e un altro accordo che definiva il passagio di mano del corso d’acqua alla sovranità panamense nel 1999.

Nel 1983, tuttavia, il sistema ebbe un contrattempo: il Generale Manuel Noriega arrivò al potere. Per anni, era stato un beneficiario della CIA e un suo funzionario, ma arrivò a rendersi conto che la ricchezza di Panama era ancora più adatta ad un’alleanza con il cartello di narco-traffico di Medellín di Pablo Escobar. Nel 1989, quindi, gli Stati Uniti tornarno militarmente, come avevan fatto otto decenni prima, e – dice Silverstein – “riportarono al potere le vecchie élite bancarie, gli eredi del patrimonio JP Morgan”.

I ricordi del periodo in un libro intitolato The Infiltrator di Robert Mazur, che riuscì a trovare una strada per addentrarsi nel cartello di Escobar al fine di perseguire, con successo, la banca BCCI (che aveva gestito gran parte del suo denaro), sono notevoli. Discutendo del paradiso fiscale con un manager della BCCI, Amjad Awan,  Mazur ascolta Awan dire: “Beh, mettiamola così. Qui a Panama non abbiamo remore a fare qualsiasi cosa, perché le leggi del paese ci permettono di farlo. Chiunque può entrare in una filiale e depositare $10 milioni in contanti – benone. Li prendiamo. Questo è il business in cui siamo “.

Awan nomina altre grandi banche americane che ancora dominano Wall Street, aggiungendo: “Lo facciamo in un modo probabilmente minore, ma ogni banca lo fa.”

Anche se “Panama è uno dei paradisi fiscali più sordidi del mondo, è solo una parte di un sistema globale più grande”, dice Shaxson. “Il Regno Unito gestisce una rete globale di territori off-shore e di dipendenze della corona che comprende alcuni dei più grandi paradisi fiscali di tutto il mondo.”

John Christensen, direttore del Tax Justice Network, dice: “È importante riconoscere che gli studi legali off-shore come Mossack Fonseca non operano in modo isolato; si basano su intermediari, spesso altri studi legali o banche, per gestire i clienti e per fornire il supporto per le sofisticate strutture transfrontaliere “.

La storia ha il suo modo di ritornare ironicamente, e lo ha certamente fatto nei primi anni del 21° secolo in due occasioni, riecheggiando la genesi di Panama.

 

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  a sx William Stamps Farish, II (Presidente della Standard Oil)
e a dx suo nipote William Stamps Farish, III, luogotenente dei Bush

 

L’uomo che divenne presidente della Standard Oil in quel primo periodo di evasione fiscale – William Stamps Farish II – aveva un nipote, William Farish III, che divenne un assistente cruciale e luogotenente a tutta la dinastia Bush; è stato “praticamente di famiglia”, ha detto di lui Barbara Bush, e divenne ambasciatore di suo figlio George W. Bush a Londra. (JP Morgan ha nel frattempo assunto recentemente una serie di ambasciatori e di consulenti illustri, alcuni persino più prestigiosi del più stretto alleato di Bush, Tony Blair.)

 

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 Principe Carlo Windsor, William Stamps Farish III, George W. Bush, Laura Bush

 

Poi c’è questo: tra i fattori che resero così facile per il nuovo impero del 20° secolo intimidire la Colombia a cedere il canale di Panama fu il fatto che se Panama non avesse concesso il canale, il Nicaragua si sarebbe fatto avanti. Ora, un secolo più in là, il Nicaragua è in procinto di costruirne un proprio di canale, pagato e controllato dal potere che avrebbe volentieri concorso per i prerogativi imperiali dell’America – la Cina.

 

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Confronto tra il Canale di Nicaragua ed il Canale di Panama

 

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Il progetto del Canale di Nicaragua

Come funziona il Canale di Panama, documentario National Geographic

Panama: come nacque un paradiso fiscale

 

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