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Parola agli imbecilli

SET - CLP 030116

 

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. Parola di Umberto Eco che attacca così internet dopo aver ricevuto all’Università di Torino la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”. “Prima – ha detto Eco – parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

Per Eco il web sarebbe un vero e proprio “dramma” perché promuoverebbe “lo scemo del villaggio a detentore della verità”. La struttura di internet, secondo Eco, favorirebbe infatti il proliferare di bufale. E in proposito ha affermato anche che il ruolo dei giornali in tal senso è importante perché dovrebbero “filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno”. Per fare questo “i giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi”, ha detto Eco riferendosi al fenomeno della copiatura dal web.

 

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9 comments

  1. Genesis 5 gennaio, 2016 at 09:31

    Eco ha tanta ragione quanto torto: è chiaro che le sue affermazioni possono far male o arrabbiare, come argomentare su quanto siano vere!
    Si è partiti dai commenti su articoli esposti nell’etere internettiano, per poi creare la possibilità di costruirsi un vero e proprio “sito” (blog) sul quale scrivere chissacheccosa…per poi legare il vario e variabile mondo degli scrittori in modo che l’incontro-scontro fosse più facile (i social veri e propri). Eco ha ragione nell’affermare che chiunque può scrivere qualcosa e sta nell’abilità dello scrittore far intendere cose non vere: ricordo quanto fui abbattuto nel sentire un mio collaboratore affermare che i cavalli, se rimanessero troppo tempo in acqua, annegherebbero perché sprovvisti di sfintere…il sito da cui aveva estrapolato questa notazione scientifica ne dava altre…mi complimentai con lo scrittore per la sua ineffabile dialettica…
    In cosa non ha ragione Eco?
    …effettivamente, credo, ha solamente ragione e nel suo discorso paradossale indica nella bassa preparazione scolastica il problema di fondo. Fa oltretutto capire quanto non sia internet la base dell’ignoranza, bensì di chi deve insegnarne l’uso: siano essi genitori o insegnanti…il grave è che spesso i ragazzi sono parcheggiati in queste piattaforme, per cui il web si è oltremodo riempito di input atti al mantenerne il controllo che poi diverrà economico!

  2. Blue 5 gennaio, 2016 at 08:20

    L’articolo proposto fa riferimento ad una “querelle” scoppiata (nel web e non solo…) alla metà di giugno dello scorso anno a seguito delle parole pronunciate dal prof. Eco non nella “lectio magistralis” che tenne a Torino in occasione del convegno internazionale a tema “complotto e complottismo” ma nella breve conferenza stampa che ne seguì. È disponibile in rete (sic!) il video di tale incontro con i giornalisti in cui Eco propone le sue tesi. Su cui moltissimi si sono pronunciati. Imbecilli e non. Tra i vari pareri che a suo tempo lessi, vi allego questo di Gianluca Nicoletti, anch’egli esperto di comunicazione e, certamente, non “imbecille”. Un contributo interessante che ripartisce le responsabilità del mondo della cultura e di tutta la società in generale – noi stessi compresi – nella gestione di questo fenomeno (i social) così complesso, proprio perché così facilmente accessibile.

    http://www.lastampa.it/2015/06/11/societa/eco-e-le-frasi-sui-social-network-difendere-la-verit-un-lavoro-che-costa-fatica-ItOPgusq9qRJMFv7cIjIRK/pagina.html

    • M.Ludi 5 gennaio, 2016 at 13:33

      Mi sembra che le argomentazioni di Eco abbiano valore a prescindere dal tempo in cui sono state esternate e dalla successiva interessante precisazione di Nicoletti; a meno che non si ritenga il fenomeno inevitabile, nel qual caso, che gli imbecilli parlino! Personalmente non ho grande difficoltà ad individuarli, indipendentemente da quante sono le mamme incinte.

      • Blue 5 gennaio, 2016 at 14:51

        Purtroppo il fenomeno non è assolutamente evitabile. Mi pare, a tale proposito, che gli imbecilli che parlano siano molti di più di coloro che non lo sono e che hanno almeno l’accortezza di tacere. Ma probabilmente è proprio su quello che gli idioti contano: continuare i propri sproloqui pensando di essere sempre detentori della verità, con il perenne diritto all’ultima parola. Personalmente credo di avere trovato la “giusta distanza” da frapporre tra loro e me.

        • M.Ludi 5 gennaio, 2016 at 17:44

          Credo che Eco sia voluto andare ben al di là di chi alza la voce e vuole l’ultima parola, riferendosi invece alla schiera più pericolosa di imbecilli, quella di coloro che parlano spacciando per verità immense falsità, magari senza alzare la voce, rendendosi credibili ad una platea poco capace di analisi.

  3. Por Quemada 4 gennaio, 2016 at 22:49

    Il solito intellettuale di sinistra che disprezza le persone normali, senza capire che sono di più di quelli come lui, e che votano.
    Nella rete passerà anche qualche sciocchezza, ma è uno strumento di democrazia come non se ne erano mai visti, di fronte al quale i partiti tradizionali sono disarmati e non sanno cosa fare, come gli uomini del passato.
    Continuate così, fatevi del male.

    • Tigra 4 gennaio, 2016 at 23:39

      Te lo dico come se avessi 5 anni, se non ci fossero gli intellettuali, compresi ovviamente quelli di destra, quelle che tu chiami “persone normali” sarebbero ancora più normali.
      Quanto alla rete, quella di Grillo più di tutte, è evidentemente il ricettacolo di ogni nefandezza e di ogni porcheria, grazie in particolare alle persone più “normali” che ci siano in giro, e il fatto che possa anche essere utile non cancella le schifezze e le sciocchezze che vi si leggono.
      Forse è meglio leggere qualche libro, e usare la rete per andare a pescare.

    • M.Ludi 5 gennaio, 2016 at 17:47

      La rete è un immenso strumento di democrazia solamente per coloro che sanno come utilizzarla; temo che i vecchi giornalisti d’inchiesta (quelli veri, che non ci sono più) facessero molto più servizio alla verità di quanto ne faccia adesso la rete. Non si aumenta la democrazia aumentando il numero delle fonti (come si è ben visto con le televisioni).

      • Kokab 5 gennaio, 2016 at 21:45

        per avere democrazia servono regole formali e cogenti, che la rete non possiede e non può avere; può essere uno strumento di informazione, come pure del suo contrario, può anche essere uno strumento di libertà, sia pure non facilmente e non in modo scontato, ma questo non c’entra nulla con la democrazia, e pensarlo è una cosa da analfabeti.
        sia detto senza offesa per por quemada…

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