attualità

Riforma si, riforma no

 

Nei giorni scorsi su Repubblica sono uscite due interviste di Ezio Mauro, rispettivamente a Gustavo Zagrebelsky e a Massimo Cacciari, che hanno illustrato le ragioni del no e quelle del si al prossimo referendum sulla riforma costituzionale.

Entrambi gli interventi possiedono uno spessore culturale all’altezza dei loro autori, e sono dissonanti rispetto ai toni sguaiati e da stadio di cui su questa materia abbiamo avuto ampia eco negli ultimi mesi, nei quali le ragioni dell’uno si declinavano nella demonizzazione di quelle dell’altro, e più spesso nell’insulto personale.

Pur nella nettezza delle rispettive posizioni, Cacciari e Zagrebelsky parlano una lingua comune, probabilmente perché nessuno dei due è renziano, e perché entrambi vedono in modo simile i limiti della riforma approvata dal parlamento: coerentemente con quanto ha già scritto Eugenio Scalfari, sia il giurista che il filosofo considerano che la nuova architettura costituzionale sia completamente o scarsamente conciliabile con l’italicum, e che la somma delle due norme determini dei problemi alla qualità della democrazia italiana, anche se non concordano sulla misura e sulla gravità di questa incoerenza di fondo.

Zagrebelsky, che si è posto a capo di un autorevole fronte di costituzionalisti e di intellettuali schierati per il no, fa un discorso dai toni pacati e di ampio respiro, nel quale tocca anche temi di natura politica, sociale ed economica, oltre che istituzionale, e non manca di riconoscere su diverse materie (politica estera, immigrazione, diritti) dei meriti a Renzi; tuttavia sui pericoli che alla democrazia possono arrivare dalla riforma non fa sconti, e ritiene che non ci siano contropartite accettabili alla sua approvazione.

 

Leggiamo alcuni passaggi.

“Il Senato è un dettaglio, o un’esca. Meglio se lo avessero abolito del tutto. È all’insieme che bisogna guardare. Rispetto ai mali che tutti denunciamo (rappresentanti che non rappresentano, partiti asfittici e verticistici e, dall’altro lato, cittadini esclusi e impotenti) che significa la riforma costituzionale unita a quella elettorale? A me pare di vedere il sogno di ogni oligarchia: l’umiliazione della politica a favore di un misto di interessi che trovano i loro equilibri non nei Parlamenti, ma nelle tecnocrazie burocratiche. La conseguenza è che viviamo in un continuo presente. Il motto è “non ci sono alternative”, e così il pensiero è messo fuori.”

“Nessuno può essere certo delle sue previsioni, ma il gioco combinato della “velocità” nella politica e dell’elezione come investitura trasformerà chi vince in arbitro indiscusso del sistema. Già ora il Capo del governo è anche Capo del suo partito, e la minoranza interna è schiacciata sotto il ricatto permanente del voto anticipato.”

“Il Senato è ridotto, ma non abolito. Il bicameralismo rimane per una serie di materie che possono innescare seri conflitti. È previsto che siano risolti dalla trattativa tra i due presidenti. Ma è lecito patteggiare sul rispetto delle regole? Le incongruenze tecniche sono molte. Non invidio chi dovrà scrivere la nuova legge elettorale del Senato. Non si capisce da chi saranno scelti i nuovi senatori: se sono “designati” dagli elettori non possono essere “eletti” dai Consigli regionali. Sa cosa le dico? Non mi dispiace non insegnare più il diritto costituzionale il prossimo anno, perché non saprei come spiegare ai miei studenti non una materia, ma un guazzabuglio.”

 

Cacciari, come suo costume, usa toni più netti e polemici, ricostruisce i fallimenti della sinistra negli ultimi trent’anni, accettandone anche personalmente la responsabilità, e non riconosce il diritto a chi ha fallito con colpa e con dolo di opporsi a nulla, fosse pure una riforma sbagliata, sulla quale dà comunque un giudizio sprezzante; forse vola leggermente più in basso di Zagrebelsky, del quale comprende fino in fondo le ragioni, ma usa parole chiare ed efficaci per dire che la riforma va votata per spirito di servizio, perché l’alternativa sarebbe peggiore.

 

Vediamo anche i passaggi più significativi di Cacciari.

“La strada della grande riforma sembra un cimitero pieno di croci, i nostri fallimenti. Adesso Renzi forza, e vuole passare. Chi ha fallito si ribella.”

“Manca l’autocritica che sta dietro tutto il mio discorso: la presa d’atto che non siamo mai riusciti a riformare il sistema, pur sapendo che ce n’era bisogno.”

“Non abbiamo la faccia per dire no a una riforma dopo aver buttato via tutte le occasioni di questi quattro decenni. Non siamo riusciti a costruire nulla di positivo dal punto di vista della modernizzazione del sistema: niente di niente.”

“La riforma crea danni ed è autoritaria? Balle: è vero che punta sulla concentrazione del potere, ma la realtà è che si tratta di una riforma modesta e maldestra. La montagna ha partorito un brutto topolino. Erano meglio persino quei progetti delle varie Bicamerali guidate da Bozzi, De Mita e D’Alema, più organici e articolati, anche se centralisti e nient’affatto federalisti.”

“Il vero problema, secondo me, non è una riforma concepita male e scritta peggio, ma la legge elettorale. Qui sì che si punta a dare tutti i poteri al Capo. Anzi, le faccio una facile previsione: se si cambiasse la legge elettorale, correggendola, tutto filerebbe liscio, si abbasserebbe il clamore e la riforma passerebbe tranquillamente.”

“Renzi va da Mattarella, chiede le elezioni anticipate e le ottiene. Poi resetta il partito purgandolo e lancia una campagna all’insegna del sì o no al cambiamento, con quello che potremmo chiamare un populismo di governo. Votiamo col proporzionale, con questo Senato, e non otteniamo nulla, se non una lacerazione ancora più forte del campo: è davvero quello che vogliamo?”

“Voterò sì, per uno spirito di responsabilità nei confronti del sistema. Penso che si possa essere apertamente critici e sentire questa responsabilità repubblicana.”

 

Ci pare opportuno sottolineare che quando due persone autorevoli sostengono conclusioni opposte da premesse tutto sommato condivise, con argomentazioni sostanzialmente condivisibili sia da parte di chi voterà si, sia da parte di chi voterà no, esiste il rischio di essere arrivati oltre il punto di non ritorno, un punto nel quale entrambe le soluzioni sono sbagliate, sia pure per ragioni diverse.

Da una parte, con il no, c’è il rischio dell’implosione del sistema, che condannerebbe la sinistra all’irrilevanza per tutta una fase storica, perché sua è stata la responsabilità della riforma, e sua sarebbe la responsabilità del fallimento; dall’altra, con il si, c’è il rischio di creare un sistema strutturalmente autoritario che degraderebbe la democrazia a pura autocrazia.

In mezzo ci sta la legge elettorale, vero terminale delle critiche di Cacciari, Zagreblelsky e anche Scalfari, oltre che di una nutrita e maggioritaria schiera di studiosi e intellettuali, che appare come il frutto più avvelenato del renzismo, l’errore più evidente e meno rimediabile, di fronte al quale ci sembra che valga poco usare Bersani come foglia di fico: non può essere giusta solo perché Bersani dice che è sbagliata, e la chiusura di Renzi su questo punto appare veramente poco comprensibile.

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

3 comments

  1. nemo 1 giugno, 2016 at 09:33

    Un esempio di come si dovrebbe affrontare il problema, ma non tutti noi siamo filosogi o studiosi del diritto, ed ecco che in mezzo alla canea queste due voci potrebbero, uso volontariamente questo verbo, potrebbero fare la differenza , ma sappiamo che non la faranno. Come sempre accade ogni ragionamento ha il suo fondamento, come si può dare torto al Professore quando ci sottopone le sue riserve? Come si può dare torto al filosofo quando, da parte sua ci sottopone i suoi concetti e le sue opinioni? Di certo un buon sistema non esiste in nessun parte del mondo in un modo o nell’altro ci sono forzature che chiudono la porta alle minoranze, ma in tutto il mondo è imperativo che si governi e quindi la governabiltà ovvero il diritto della maggioranza uscita dalle urne di una libera consultazione elettorale ha di governare. I dettagli tecnici del Professore sono importanti , se ne dovrebbe tenere conto, ma le memorie, dei passati tentativi, falliti ,anche. Ho riletto, ultimamente, il libro di D’Alema sulla sua bicamerale ” La Grande Occasione” perduta io aggiungerei. Istruttivo rileggerlo, si era, quasi arrivati alla Repubblica Presidenziale, fallita e le ragioni sono alla portata di tutti anche di coloro che oggi parlano a vanvera, ma che forse neppure erano nati! Ci scrive il nostro, pag. 158, che gli torna in mente la compagna che esulta per la grande avanzata elettorale, “abbiamo vinto le elezioni segretario. Adesso potremo fare una grande opposizione. Dice, anzi scrive, in questa frase c’è tutto lo sprito della vecchia militanza, persino commovente, dentro quell’equivoco c’è la genesi di considerarsi incapaci di costruire una forza di governo. Già! Ecco il punto, conclude, credere che governare sia il punto di non ritorno degenerante della sinistra, quella pura dovrebbe stare SEMPRE alla opposizione! Beh, sinceramente non credo di condividere tutto ciò. Dal momento in cui la scoprì la Atene greca fece andare avanti le sue istituzioni con l’oligarchia e con la volontà della maggioranza , nei momenti peggiori seppe respingere l’invasione persiana, vorrà dire qualcosa no?

    • Jair 1 giugno, 2016 at 13:38

      pare che invece lo spirito della nuova militanza di sinistra sia quella di stare al governo, ma solo per realizzare un programma di destra. Un bel passo avanti, non c’è che dire.

  2. Por Quemada 28 maggio, 2016 at 15:06

    Cacciari è proprio un fenomeno, la riforma fa schifo ma dobbiamo turarci il naso e votarla perchè l’alternativa sarebbe peggio!
    Praticamente ci dice che qualunque cosa diversa da un PD impresentabile, brutta copia della peggiore Forza Italia, sarebbe meglio degli altri, che siano la destra o il Movimento 5 Stelle: proprio un bella concezione della democrazia, quella per cui “se non vinciamo noi è un disastro”.
    Un filosofo come lui dovrebbe sapere che se la costituzione fa schifo fa poi schifo per tutti!

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux