Il “ventennio” sembra essere l’unità di misura temporale che contraddistingue la nostra storia politica: circa venti anni durò il regime fascista e poco più (sia pur con alterne vicende) quello berlusconiano mentre a Craxi l’operazione (in termini temporali) non riuscì per l’intervento della Magistratura che ne stroncò le velleità. Ecco, un nuovo ventennio sembra profilarsi all’orizzonte non molto lontano. Scalata al potere

Lo sostiene Aldo Giannuli, storico e saggista, che sul suo blog delinea in maniera schematica e molto chiara le tappe della road map che Renzi ha predisposto per coronare (forse con il Quirinale?) la sua ascesa politica iniziata in quel di Firenze. Scalata al potere

La vittoria al referendum è stata solo il primo passo del progetto di regime che Renzi ha in mente. I passaggi successivi del progetto sono questi:
a. vittoria alle amministrative prossime
b. resa dei conti in Direzione del Pd
c. vittoria al referendum istituzionale di ottobre
d. congresso straordinario di scioglimento del partito e fondazione del Partito della Nazione di cui Renzi sarebbe acclamato leader
e. scioglimento anticipato del Parlamento e nuove elezioni nella primavera 2017 con vittoria plebiscitaria del Pd.
Ed ogni passo prepara il successivo.

Così inizia un suo blog del 25 aprile nel quale poi procede ad analizzare, punto per punto, il perchè e come la progressione porterà Matteo Renzi, nell’arco dei prossimi mesi, a sbaragliare la concorrenza ed a muovere i passi nella direzione di un lungo periodo nel quale Giannuli non intravede possibili alternative, a meno che, nel frattempo, qualcosa non vada storto ed il piano fallisca riaprendo i giochi a Palazzo Chigi e nel Paese.
Passato il referendum, sul quale probabilmente Renzi ha giocato d’azzardo giacchè non si intravvedeva la necessità di spendersi in modo così forte su di una questione, tutto sommato, non prioritaria (se non in termini simbolici), la nuova partita si giocherà alle Amministrative di giugno dove Giannuli ipotizza l’opportunità per Renzi di prendere slancio per quella che sarà la vera battaglia, il D-Day: il referendum costituzionale di ottobre.

Come si vede, il passaggio referendario è il fulcro dell’operazione e Renzi la sta preparando creando la convinzione che la questione sia già decisa e che gli altri si possono rassegnare. Ovviamente la vittoria alle amministrative è necessaria a confermare questo schema. Devo dire che tanto nella sinistra quanto nel M5s (della destra non so dire) sento molti che danno la partita per già persa. Ma dare per perso il referendum significa automaticamente dare per scontata la vittoria di Renzi alle politiche.Scalata al potere

Se entrambi i passaggi (specialmente il secondo) dovessero essere positivamente superati è possibile, anzi, assai probabile (e non lo sostiene solamente Giannuli) che Renzi, forte di una legge elettorale maggioritaria, e di un Senato esautorato del potere di sfiducia, sull’onda dell’entusiasmo per le vittorie, in sequenza inanellate, giochi le ultime carte, sia nel partito che nel Paese, prima esautorando completamente la minoranza interna al PD e successivamente portando l’Italia a elezioni politiche con le quali, in caso di successo, si assicurerà cinque anni di Governo potendo contare su una maggioranza più forte di quella che, in effetti, il maggioritario gli potrebbe consegnare. Scalata al potere

Giannuli non lo dice ma probabilmente il coronamento della carriera intrapresa, per uno ambizioso come Renzi, non potrebbe che essere l’ascesa al Quirinale, tentativo fallito da alcuni suoi illustri predecessori (Andreotti, Craxi, Prodi, Berlusconi) ma che sembrerebbe alla portata di mano di Renzi se il disegno si compirà, con nel mezzo un piccolo scoglio; se Renzi riuscirà nell’intento, alla fine del suo secondo mandato a Palazzo Chigi, avrebbe un’età compresa tra i 47 e 48 anni, insufficienti per essere eletto Presidente della Repubblica a meno di una ulteriore modifica della Costituzione (totalmente ad personam) che credo sarebbe assai pericolosa, più di quanto lo siano state le riforme sino ad ora adottate. Scalata al potere

Quindi, ammesso e non concesso che tutte le biglie vadano in buca, Renzi, nei 5 anni di possibile gestione incontrastata del potere, dovrà ottenere risultati tangibili, molto più di quelli sbandierati sino ad oggi, e non potrà farlo se, nel frattempo, anche il resto d’Europa non avrà mostrato sensibili miglioramenti della situazione economica, oppure, nel frattempo, l’idea stessa di Europa non sia definitivamente tramontata, consentendoci il ritorno ad un’economia autonoma e ad una moneta nazionale, tutte cose che rappresentano anche enormi incognite sul futuro per i pericoli che sottendono. Scalata al potere

Insomma, l’ambizione smodata di Renzi si intreccia con la difficile situazione di un Paese e di un Continente intero, ed è difficile ipotizzare che le sorti dell’uno e degli altri possano essere considerate del tutto decorrelate.

Tutto questo avviene nel mentre si assiste ad una generale difficoltà di tutte le opposizioni in campo, giacchè è improbabile che la destra riesca ad organizzarsi in maniera decente se non si libera definitivamente di Berlusconi (troppo accondiscendente, si dice, nei confronti di Renzi) e Salvini non assume un ruolo di leader più autorevole e meno sguaiato rispetto a quello attuale, perchè per vincere deve catalizzare il voto moderato e non solo quello becero e razzista di adesso. Nel frattempo il M5S continua la sua lenta (non più folgorante) ascesa, orfano del suo ideologo Casaleggio ed in continua lotta contro tutti i problemi interni che affiorano inesorabilmente laddove, amministrando comuni, la realtà si scontra con la buona volontà e, soprattutto, con i proclami. Non sappiamo quanto, in ultimo, potrà influire sulle prossime amministrative a Roma, la divulgazione degli omissis operati sul suo curriculum da parte della Raggi, e anche se i sondaggi sembrano mostrare un’indifferenza da parte del popolo grillino, difficile pensare che in un partito che ha fatto dell’onestà e della trasparenza le sue bandiere, la cosa scorra via del tutto indolore. Scalata al potere

Su ciò che si muove a sinistra del PD (con o senza probabili nuove defezioni dal PD stesso), al momento è del tutto improbabile riuscire ad avere un quadro preciso, se non nelle realtà locali dove, alle amministrative, si sta cercando di riorganizzare un’area senza, però, avere un disegno comune che porti a far vedere, a livello nazionale, che una Sinistra c’è ed ha un suo peso politico da spendere. Scalata al potere

Giannuli chiude il suo blog dicendo:

“…...con l’Italicum lui può vincere al primo turno con solo il 40% e, con un referendum vinto alle spalle, la confluenza in lista di tutto il centro, la destra ancora impreparata ed il M5s preso di sorpresa e magari, qualche intervento demagogico stile 80 euro, un 40% si mette insieme. Ed a quel punto sarebbe regime e per venti anni.
Oggi più che mai il nemico da battere è Renzi ed il suo Pd.

Difficile dargli torto, ………ma anche trovare una soluzione!

 

Scalata al potere

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6 comments

  1. nemo 30 aprile, 2016 at 09:06

    Definire regime quello che vediamo mi pare inappropriato, un regime non ti chiama alle urne, mi direte che questo usa le urne per ampliare e consolidare il suo potere, forse, non ho elementi per dimostrare il contrario. Vi rammento solo che in anni, ormai lontani un eroe della guerra contro i tedeschi, il gen. De Gaulle, pensò di legare alla sua sopravvivenza il risultato di un referendum istituzionale, sappiamo come è andata, credo nessuno oggi potrà ancora affermare che fu un tentativo di instaurare un regime, forse lo fu, ma di certo quello che accadde dimostrò la correttezza del generale. Se le amministrative saranno negative per il PD, come qualcuno spera, credo sia già in conto, una possibiltà di questo tipo deve per forza essere contemplata. La partita si giocherà, invece, sulla approvazione o decadenza della nuova Costituzione. Allora si vedrà cosa ne pensa il corpo elettorale, quello per inciso che si lamenta della lentezza delle istituzioni, ma è a lui che viene fatta la richiesta, e senza sconti, si, o no! Forse come ci dice Giannulli è questa propedeutica ad una svolta di regime? Forse! Ma di certo non è una svolta autoritaria e sopratutto lo sarà se condivisa, altrimenti si torna al tanto amato vecchio sistema, e Renzi andrà in pensione.

    • Jair 30 aprile, 2016 at 10:24

      scusa Nemo, confermami se ho capito bene: dici che se le amministrative tra un mese andranno male per il PD, Renzi darà le dimissioni e si andrà a votare? Devi avere delle fonti molto ma molto riservate, perchè non si è sentito da nessuna parte parlare di un’eventualità del genere.

  2. Por Quemada 29 aprile, 2016 at 12:08

    Giannuli è pessimista e considera Renzi il futuro e sicuro vincitore, io credo invece che siano molto reali le difficoltà a cui sta andando incontro, a partire dall’esito delle amministrative, nelle quali il PD sembra essere in difficoltà a Roma, Napoli e anche a Milano; se le cose non gli andassero bene a giugno, anche il referendum, il cui esito non è per niente scontato, diventerebbe molto più difficile, e se non lo vince è probabile che finisca subito il ventennio che lui auspica e che la maggioranza degli italiani teme.
    Secondo me di Renzi ce ne liberiamo più in fretta di quello che si pensi…

  3. Scan 28 aprile, 2016 at 15:47

    l’immagine che illustra l’articolo mi sembra che esprima, correttamente, la posizione del caro leader in questo momento: in salita con appoggi precari.
    1) sull’ultimo referendum ha avuto partita facile negando la possibilità di accorparlo alle amministrative, riducendo le chances di raggiungere il quorum.
    2) le amministrative, nelle grandi città, non le vedo così facilmente favorevoli al pd, per la mancanza, ovunque, di figure forti: se a torino fassino si deve accompagnare a ghigo (tra i fondatori di fi) è tutto detto. altrove non è meglio: al massimo si potrà optare per il meno peggio…
    3) il referendum istituzionale d’ottobre lo vedo come la prova più dura. d’altra parte se l’è cercata: ne ha fatto una prova di fiducia alla sua persona; tanti, al di là della valutazione del merito delle riforme (con una gran parte critica nei confronti di esse) coglierà l’occasione per dare un voto al premier, il primo; compresi tanti di quelli che, alle europee, hanno votato pd ma non renzi, il famoso 40,8% di cui, finora, si è fatto forte.
    chiaramente gli altri passi previsti da giannuli potranno realizzarsi, solamente, in caso di esito favorevole dei precedenti.
    la valutazione delle leggi e provvedimenti emanati da questo esecutivo (dal job act agli 80€ distribuiti, a pioggia, come mancia elettorale, agli sgravi fiscali agli imprenditori – con costo enorme per i contribuenti – senza richiesta di corrispettivo adeguato) non penso possano essere favorevoli ad una marcia trionfale.
    la minaccia, che da anni riecheggia ad ogni pie’ sospinto:” ma l’alternativa sapete qual’è?” potrebbe essere rintuzzata da una facile valutazione: ” te, ormai, t’abbiamo sgamato. e pure i tuoi!”

    • Remo Inzetta 29 aprile, 2016 at 12:27

      Veramente l’alternaiva a Renzi c’è già, che sia Salvini o che sia Grillo, è comunque un’alternativa tragica per il paese.
      Renzi che ha conquistato dei voti al centro, determinanti per vincere, ma evidentemente la “sinistra” dura e pura di vincere non ne vuole sapere, aspettiamo tutti con impazienza il giorno in cui avrai finalmente sgamato anche Grillo e Salvini.

      • Scan 29 aprile, 2016 at 13:01

        io penso che l’alternativa a renzi vada cercata all’interno dello stesso pd e spero che qualche, ulteriore, scossa elettorale possa spostare gli equilibri interni del partito e favorirla. avversata, chiaramente, da chi pensa che gente come cuperlo, rossi, speranza siano pericolosi bolscevichi. comunque un partito renzi-verdini non lo voterò mai

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