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I secondi turni di Renzi

 

Ad urne chiuse va riconosciuta a Renzi l’onestà di avere ammesso per la seconda volta in due settimane la sconfitta alle elezioni amministrative, senza attaccarsi al felice esito di Milano, che se fosse stato di segno diverso avrebbe determinato una rovinosa disfatta.   I secondi turni di Renzi

Siccome i voti si contano, ma a volte si pesano anche, bisogna considerare che alle batoste di Roma e Napoli, già maturate al primo turno ma appesantite dalle percentuali dei ballottaggi, si aggiungono gli esiti di molte città importanti, dove il PD perde nettamente dopo aver chiuso in vantaggio il girone di andata, o vince in modo risicato dove storia, tradizione e anche buona amministrazione avrebbero giustificato il successo al primo turno, o una cavalcata trionfale al secondo: valgano per tutti gli esempi di Torino, dove un buon sindaco come Piero Fassino, partito con 10 punti di vantaggio è stato mandata a casa in modo impietoso, e quello di Bologna, dove decenni di storia ad una sola direzione non sono stati sufficienti per assicurare una sonora legnata ad una leghista semisconosciuta e obbiettivamente scadente.             I secondi turni di Renzi

E adesso? Renzi aveva detto che non si sarebbe dimesso, affidando il proprio futuro all’esito del referendum, e fa bene a non farlo, giocherà le sue carte secondo scienza e coscienza e andrà incontro al suo destino politico sulla base dell’esito che sarà determinato da quei cittadini che in autunno si prenderanno il disturbo di andare a votare; se vincerà avrà disco verde per concludere la legislatura, a meno che non trovi più conveniente votare prima e incassare il dividendo delle riforme approvate dai cittadini, e se perderà andrà probabilmente a casa, o perché nascerà una nuova maggioranza, o perché eventuali elezioni dopo la sconfitta referendaria sarebbero difficili da vincere anche per lui.         I secondi turni di Renzi

Di nuovo, se perderà si aprirà una fase di grande turbolenza, dove il combinato disposto dell’Italicum e di una riforma costituzionale su questo tarata si vendicherà dell’avventurismo intrinseco contenuto in una procedura che ha invertito il capo con la coda, poiché non si è mai visto al mondo che la legge elettorale determinasse la Costituzione; se vincerà bisognerà capire se avrà vinto in conto proprio, o in conto terzi, perché una cosa l’hanno detta questi ballottaggi, al secondo turno il PD renziano, leggero ed evanescente, ridotto al leader e al suo gruppo di fedelissimi, assente sul territorio e privo di una classe dirigente credibile e spendibile, senza appeal verso i giovani e verso le periferie impoverite dalla crisi e dall’insicurezza, è una partito debolissimo, che non attira consenso e spinge come non mai gli elettori a rifugiarsi nell’astensione o nel voto contrario.   I secondi turni di Renzi

Poi è vero che non tutti i ballottaggi sono uguali, e se il voto della destra si riversa quasi automaticamente sul movimento di Grillo in funzione anti PD, il contrario è meno scontato e di minor peso, ma resta da vedere se un eventuale referendum su Renzi, perché questo sarebbe il primo voto con l’Italicum, non compatti tutti i suoi oppositori, destra, Movimento 5 Stelle e la sinistra dell’astensione, quale che sia il competitor fra i primi due; io personalmente ritengo di si.        I secondi turni di Renzi

Sul referendum costituzionale, che non ha doppio turno e il cui esito è a mio parere del tutto imprevedibile, credo ci siano due scenari più probabili di altri, entrambi determinati in prima battuta dai possibili comportamenti della destra.              I secondi turni di Renzi

Nel primo gli antirenziani sparsi sotto tutte le bandiere decidono di contarsi e di mandare a casa il rottamatore, immagino che avrebbero facilmente i numeri per farlo, ma si dovrebbero tenere un sistema politico ingestibile, con l’Italicum alla Camera e un Senato eletto con il proporzionale, stortura alla quale non sarebbe facile porre rimedio.

Nel secondo decidono di evitare il rischio dell’ingovernabilità e accettano il passaggio della riforma, alla quale credo siano contrari solo per ragioni formali e strumentali, riservandosi di saldare i conti con Renzi nel 2018 al ballottaggio, operazione obbiettivamente più facile per il Movimento 5 Stelle che non per la destra tradizionale; in questo caso l’inconveniente, che potrebbe orientare le scelte dei partiti in occasione del referendum, è che Renzi al primo turno al 40%, sia pure con fatica, con un po’ di fortuna ci potrebbe anche arrivare, determinando una beffa atroce per Grillo, per Salvini e per Berlusconi, o chi per esso.           I secondi turni di Renzi

Tuttavia, prima di immaginare degli scenari troppo lontani, sui quali il tempo a dispetto delle mie convinzioni sarebbe alla fine una variabile determinante, conviene limitarsi al referendum costituzionale, nel quale ci saranno anche e soprattutto i cittadini, di destra, di centro e di sinistra, che potranno votare in libertà, e anche difformemente dalle indicazioni dei loro partiti di riferimento; quanti sono e in quanti voteranno è difficile immaginarlo, e ciò aggiunge una ulteriore incognita all’incertezza, rendendo l’esito finale veramente impronosticabile.                  I secondi turni di Renzi

Io credo che alla fine la partita sarà decisa, oltre che dalle scelte dei partiti, dal peso dei voti e non dal loro numero, se mi si passa il paradosso, ossia dalla percezione che avranno i cittadini della posta in gioco, che non necessariamente corrisponderà al suo reale valore: sarà il referendum sulle riforme che finalmente porranno fine all’immobilismo del paese, come dice Renzi, o sarà l’occasione nella quale ci si può liberare di un politico che si è presentato come innovatore, facendo persino il verso all’antipolitica, e oggi viene percepito come un conservatore e un difensore dei privilegi della casta e dei poteri forti, come dicono tutti i suoi nemici, di destra o di sinistra?

Quale sarà la più pesante di queste due narrazioni, come si usa dire oggi con un’espressione di discutibile gusto, quale delle due riuscirà a colpire di più l’immaginario degli elettori? Chi riuscirà ad essere più credibile, Renzi che farà la cosa che gli riesce meglio, la campagna elettorale, o i suoi mille avversari interni ed esterni, che venderebbero l’anima per vederlo politicamente morto?            I secondi turni di Renzi

Non ne ho francamente idea, ma credo che il referendum sulla riforma costituzionale sarà il vero secondo turno di questa consultazione elettorale, nel quale si scioglieranno molti dei nodi che oggi appaiono inestricabili; in attesa del suo esito, nella notte dei ballottaggi mi sono rimaste impresse tre immagini, che forse non significano nulla, ma che mi hanno fatto riflettere: la prima è quella di Chiara Appendino, così abile, brillante ed ecumenica da non sembrare neanche grillina, niente a che vedere con le precedenti e attuali sguaiate donne da taverna, e non è una buona notizia, la seconda è quella di Virginio Merola, personaggio sfuggente e indefinibile come pochi, che dichiara senza imbarazzo di aver firmato il referendum della CGIL per l’abolizione del Job act perché ritiene indispensabile che il suo partito torni a discutere di come difendere le fasce sociali più deboli, strada che mi pare ormai completamente sbarrata e senza ritorno, la terza è quella di Milano, dove Giuseppe Sala e Stefano Parisi, che come dice il secondo assieme hanno preso meno voti di quelli conquistati tre elezioni fa dal solo Albertini, recitano delle parti in commedia che sembrano venire dal secolo scorso, in completa controtendenza rispetto ai fatti di oggi.

Di queste tre immagini solo una, la terza, gioca per Renzi, ma nessuna di queste riesce a piacermi.

 

I secondi turni di Renzi

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10 comments

  1. AndreaNatoli 14 luglio, 2016 at 19:42

    Ti vorrei ricordare che questo governo è stato creato in un momento di emergenza in cui la destra e la sinistra si sono unite per fare una nuova legge elettorale e tornare al voto … C’erano anche 12 saggi che avrebbero dovuto studiare questa legge ma sono scomparsi ….

    Il governo però è ancora qui… I saggi no e sembra che neanche la legge abbia percorso facile …

    Lo avevano battezzato: governo di responsabilità …

    • Kokab 14 luglio, 2016 at 23:48

      sulla “saggezza” dei 12 nutro nel complesso qualche riserva, e temo che affidata a loro sarebbe stata problematica anche la riforma di un regolamento condominiale.
      sul resto ho un ricordo diverso dal tuo, già il governo letta aveva un orizzonte abbastanza ambizioso, il governo renzi è nato per durare, e con un programma riformatore molto ampio, direi sostanzialmente di legislatura; che poi questa sia una buona o una cattiva cosa è un altro paio di maniche.

    • M.Ludi 15 luglio, 2016 at 15:17

      Andrea, Renzi disse fin da subito che si sarebbe prefissato lo scopo di fare la legge elettorale e la riforma costituzionale; battere il tasto della presunta illegittimità del Governo e/o del Parlamento (come si continua a leggere da più parti) a restare in carica per tutto l’arco della legislatura, cozza pesantemente con la Costituzione vigente (e per quanto a mia conoscenza, futura) e non giova al dialogo sulle riforme (il cd. “merito”) tant’è che la maggior parte delle persone continua a pensare (complice Renzi, lo ammetto) che a novembre si andrà a votare per sfiduciare o meno il Governo. Converrebbe fare mente locale sul dibattito un pò più sotterraneo che verte sul merito delle due riforme e approfondirne i termini perchè, sia chiaro da subito, che conseguenze importanti ci saranno, sia nel caso della vittoria dei SI, che quella dei NO. Non conviene a noi elettori fare come gli inglesi che credevano di votare per bloccare l’immigrazione e adesso si stanno mordendo le mani.

  2. M.Ludi 23 giugno, 2016 at 11:24

    La memoria selettiva è quel meccanismo mentale che ci fa ricordare ciò che più si confà al nostro modo di vedere le cose e dimenticare completamente ciò che non conforta le nostre opinioni; è un meccanismo noto, studiato e approfondito perchè di una ricorrenza del tutto verificabile. Per andare sul concreto nessuno parla di un’anomalia, in queste elezioni, che se valutata attentamente (per l’importanza e le dimensioni della stessa) dovrebbe poter aggiungere qualcosa al dibattito in corso: la questione Lombardia: per la prima volta in non so più quanti anni, tutti i capoluoghi della Lombardia sono amministrati da Sindaci eletti nelle liste o appoggiati dal Partito Democratico, persino a Varese dove la Lega la faceva da padrona da tempi immemorabili. La facile spiegazione è data dalla frammentazione del Centro-Destra e dalla debacle proprio della Lega a trazione Salviniana; e se proprio non vogliamo parlare d’altro, la finiamo qua. Se però pensiamo che la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia e che proprio in questa regione il M5S non ha scaldato i cuori della popolazione così com’è avvenuto a Roma e Torino, forse è il caso di approfondire. Laddove c’è una buona amministrazione ed il candidato è presentabile, il PD riesce ad essere polo di attrazione, sia pur con Renzi al comando; chissà, se a Torino, anzichè insistere, Fassino avesse passato la mano e si fosse individuata una figura di rilievo, magari giovane, forse oggi staremmo a parlare di un film diverso, perchè è vero che il M5S, oltre a Roma e Napoli ha avuto altri risultati brillanti, ma non è che sono tutti quanti frutto della stessa mancanza di rinnovamento (facce nuove) che sembra essere il segno distintivo di questa tornata elettorale?

    • Tigra 23 giugno, 2016 at 14:50

      Discorso complesso quello della Lombardia, regione che conosco bene, che non è riducibile ad una sola dimensione.
      E’ vero che tutti i capoluoghi hanno sterzato a sinistra, ma bisogna pur dire che non è successo in questo turno elettorale, aspetto decisivo direi.
      Su Varese e Milano sono state a mio parere determinanti due situazioni contingenti, nel primo caso la voglia di cambiamento dopo 23 anni di amministrazione leghista, effetto che si è verificato anche da altre parti nelle due direzioni, nel secondo l’assenza dei grillini unita al ricordo ben vivo della buona amministrazione di Pisapia.
      Va anche specificato che mentre a Varese il PD h vinto in rimonta, stile Appendino, con una cospicua parte dei voti di una lista di centrodestra, a Milano si è verificato l’esatto contrario, e Giuseppe Sala ha avuto un decisivo apporto di voti di sinistra.
      Mi sembra una situazione troppo variegata per diventare un riferimento significativo e considerare la Lombardia del tutto anomala rispetto al quadro nazionale.

  3. Por Quemada 22 giugno, 2016 at 09:35

    Guarda Kokab, alla fine non gioca per Renzi neanche la terza immagine, io dico che sull’onda del successo faremo meno fatica a trovare candidature credibili e vincenti, è fisiologico.
    Sul fatto che Renzi ne abbia sbagliate tante, non posso che essere d’accordo, e credo che il voto referendario lo dimostrerà.

    • M.Ludi 23 giugno, 2016 at 11:27

      Pensi davvero che con il proporzionale il M5S riuscirà a fare una cavalcata trionfante sul Parlamento? O non accadrà che vi troverete in streaming dall’altra parte del tavolo con di fronte qualcuno che vi piglia per il culo? Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te 🙂

  4. Tigra 21 giugno, 2016 at 20:50

    L’ipotesi di Merola mi sembra del tutto velleitaria, ormai i pozzi sono avvelenati, la sinistra è incompatibile con Renzi, e Renzi è incompatibile con la sinistra, per gettare il ponte ci vorrebbe qualcosa che non c’è, un altro leader credibile e capace di rimuovere Renzi senza trascinare la sinistra e il paese nel disastro: come credere in Cappuccetto Rosso…

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