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Silenzio; si vota!

 

 

Ho votato per la prima volta alle Elezioni Politiche del 1976 in quanto in tutte quelle precedenti l’età per diventare maggiorenni era a 21 anni e da allora ho saltato solo due consultazioni referendarie (una per necessità ed una per scelta). Sento molti dire oggi che quella appena chiusa è stata una campagna molto brutta, divisiva, al limite anche violenta, forse la peggiore di tutte ma io credo non sia vero perché altre ve ne sono state di accese, sia pur relative ad argomenti assai differenti; ricordo bene quella sul divorzio (anche se non votavo, ero militare di servizio ad un seggio elettorale) e tutte quelle nelle quali si è presentato Berlusconi da protagonista, più o meno inatteso e non è un caso che venga facile il paragone tra una campagna referendaria e le ultime elezioni politiche in quanto in entrambi i casi, si è avuta la polarizzazione dell’elettorato ed i toni sono divenuti assai più accesi rispetto a quando, sostanzialmente, andavamo a dare un voto ideologico senza avere la più pallida idea di cosa ne sarebbe venuto fuori dopo.                            Silenzio; si vota!

Quindi questa non è stata la campagna più accesa, più violenta, ed anche volgare; ma violenta, accesa e volgare lo è stata, eccome se lo è stata, e sicuramente la larga diffusione tra la popolazione italiana dell’utilizzo dei social ha contribuito a dare voce a tanti che prima non l’avevano, con gli esiti che sono noti: prevaricazione, minacce, assenza di dialogo, presunzione e, soprattutto, falsità.                  Silenzio; si vota!

Com’è noto in quest’ultima attività si sono distinti (in modo più o meno organizzato) i sostenitori del movimento 5 stelle i quali hanno diffuso in rete una quantità tale di notizie false da ritenere che, se così andranno avanti le cose in futuro, l’attività di “Fact Checking”, debba essere ritenuta un impegno civile doveroso, al limite del lavoro retribuito.

Silenzio; si vota!

Si è scoperto poi che la quantità di italiani che hanno letto approfonditamente la Costituzione (molti, in verità, senza comprenderne minimamente l’ABC) è assai superiore a quella che sarebbe stato lecito attendersi e un plauso particolare credo sia dovuto agli esegeti del famoso articolo 70 della proposta di modifica; se non altro, alla fine di tutto, un po’ più di persone civicamente formate (non tantissime in verità), le avremo ottenute.

Non so bene che cosa abbiano capito tutti coloro che hanno inteso manifestare le loro opinioni con violenza prevaricatrice, senza capacità alcuna di dialogo ed in questo credo si sia particolarmente distinta una parte del fronte del No al quale, però, va dato atto di aver legittimamente (ma fino ad un certo punto) inteso la modifica quasi come una violenza nei loro confronti; certo questo non ha aiutato il dialogo, ma ha fatto capire quanto siano stati profondi gli errori fatti, specialmente da Renzi, sia nel personalizzare la consultazione, sia nel non ricercare, sia pur dopo ben 6 letture parlamentari, un accordo un po’ più allargato rispetto a quello che, adesso, vede una parte del PD schierata contro il resto dell’arco costituzionale; alla fine il PD sarà un partito spaccato in un Paese spaccato.

Uno dei motivi ricorrenti di questa campagna è stato il “chi sta con chi”, cioè il reciproco scambio di accuse sulle rispettive cattive compagnie; analizzare questo aspetto sotto il punto di vista della valenza, significa in qualche modo esprimere un parere di parte; credo, però che ci sia una considerazione oggettiva da poter fare: se consideriamo che i due schieramenti contrapposti possano poi, dopo il voto, esprimere una proposta politica al Paese, è fin troppo chiaro che Renzi sarà in grado di farlo immediatamente (bene o male che sia) mentre nel campo opposto una qualche difficoltà a comporre le oggettive differenze su ogni aspetto in cui questa si potrà articolare, ci sono.                              Silenzio; si vota!

In mezzo a tanta negatività, mi sento di fare un plauso a tutte quelle persone (non tantissime in verità) che hanno fatto proprio il senso democratico ricercando, pur spesso con la provocazione, il dialogo con chi non la pensa come loro; sono persone intelligenti, aperte, sicure delle loro opinioni ma anche attente ad ascoltare e pronte a confrontarsi, spesso iniziando le loro esposizioni con un “credo che..” o  “io penso che..”, che è sempre il modo migliore per far capire a chi hai di fronte che sai distinguere le tue convinzioni dalle verità assolute, unico modo per non essere inesorabilmente compreso di diritto nell’affollato settore degli imbecilli.

 

Silenzio; si vota!

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